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La letterina del sabato 5 agosto 2023

Care Amiche e cari Amici,

siamo alla conclusione della edizione 2023 de “Le Contrade del Piacere”, che quest’anno hanno conosciuto e superato anche gli accidenti metereologici e che vedranno una "coda" anche domani, domenica 6 agosto, per recuperare la serata di ieri funestata dalla pioggia. A volerle contare, senza star lì a computare le interruzioni dei primi anni e quelle della recente pandemia, saremmo circa alla 25^ edizione. Che poi sia la 25^ o la 23^ o anche la 26^ conta poco se non per il lavoro sulla storia locale che prosegue e che vedrà probabilmente tra breve la pubblicazione di altri volumi offerti alla curiosità dei nostri Concittadini ed alla tenace stimolazione di chi lo storico pensa di volerlo fare o di esserlo già. Oggi la cifra anniversaria può esser ritenuta orientativa ma capace comunque di testimoniare un fatto certo: siamo in presenza di una tradizione locale che va costantemente consolidandosi, anzi, è da considerarsi la frontiera più avanzata delle nostre tradizioni.

 

A loro modo, in maniera inequivocabile, “Le Contrade del Piacere” affermano che il cibo attrae persone di ogni età e condizione sociale più di grandi cantanti e scelti spettacoli. Il che offre al Comitato Feste di oggi e di ogni domani qualche elemento di riflessione che può cozzare contro convinzioni consolidate e gusti ancora più tenaci ma che non può essere ignorato perché non si può andare contro lo scorrere del tempo. “Le Contrade del Piacere”, al di là di ogni intenzione e delle convinzioni culturali dei suoi organizzatori, hanno quindi un valore aggiunto che va accolto e coltivato. 

Il merito della invenzione di questa grande manifestazione e del suo lancio organizzativo è legato al ricordo di Renato De Luca indimenticato Presidente della Pro Loco e mio grande Amico. Non si offenderà nessuno se cito solo lui per tutti gli inventori e i primi organizzatori di questa manifestazione e se li annovero nel suo nome. Il merito di averla mantenuta viva, di averla fatta crescere e di rilanciarla ogni anno va riconosciuto alle Concittadine e ai Concittadini che l’hanno organizzata in questi lunghi cinque lustri. Oggi l’appaluso va alla nostra super Pro Loco, al suo infaticabile presidente, Nicola Santalucia, ai suoi Dirigenti (quasi tutti, in verità, perché, come in ogni altra associazione, c’è sempre chi ama voler stare - o deve star per forza - negli ambiti dirigenziali, comparendo sulla scena operativa però solo ogni tanto e spesso solo a cose fatte). Un plauso particolare va alle ragazze e ai ragazzi che allestiscono, puliscono e tengono in ordine i tavoli e poi, a notte fonda, rimettono tutto a posto. A loro abbiamo dedicato anche la foto che apre questa letterina. Un grazie speciale va anche quest’anno alla Officina della Foto” di Miglianico, presieduta dal carissimo Alberto Mangifesta, per l’unico vero momento culturale della sagra: la meravigliosa mostra fotografica allestita nell’ex palazzo Foppa-Pedretti riaperto per gentile concessione della Famiglia D’Onofrio. 

Le Contrade del Piacere” ed alcune sue ricette, grazie all’attiva collaborazione del Circolo ACLI di Miglianico, entreranno in un volume di prossima pubblicazione, curato dal gruppo di lavoro della Presidenza provinciale delle ACLI di Chieti di cui fa parte il professor Antonello Antonelli ed al quale darò un piccolo, doveroso contributo. 

Ordunque, viva “Le Contrade del Piacere” e un evviva, gioiosamente urlato, per la nostra super Pro Loco. 

Non attenderò la serata di oggi per il consuntivo che completa questo doveroso, immancabile e cordialissimo riconoscimento alla nostra super Pro Loco e a quanti con essa collaborano nella realizzazione de “Le Contrade del Piacere”. 

Serenamente consapevole di essere isolato o, tutt’al più, in una piccolissima minoranza, non posso né voglio tacere quel che manca a questa straordinaria manifestazione e quel che invece, purtroppo, c’è, c’è in quantità eccessiva e sarebbe da eliminare in tutto o in parte. Manca e va recuperato quel che era uno degli elementi caratterizzanti delle prime edizioni, cioè l’utilizzo, come si dice in modo raffinato, “la valorizzazione del centro storico”. So quali sono i problemi tecnici. So che le spese lieviterebbero di non poco. So che gli operatori che forniscono le 50 specialità (non tutte tradizionali, ma ci sta) non accetterebbero mai di esser dislocati lontani dalla piazza. So che il belvedere non è ancora pronto e che forse ci sono ancora altri motivi. Però nessuno può negare che è un peccato - diciamolo così delicatamente - non valorizzare il centro storico in una occasione speciale come questa. Né va dimenticato che quasi tutte le sagre sono incastonate o comunque accendono le proprie luci proprio nei centri storici dei borghi in ogni parte d’Italia. 

L’altra cosa che non va, lo ripeto e faccio bene a farlo, è che la convivialità non può esser uccisa di decibel musicali, dal rumore amplificato smodatamente. La musica, nelle prime due serate, ha progressivamente sconquassato i timpani delle persone. Mangiare allo stesso tavolo e dover urlare o provare a capire dal labiale quel che dice l’Amico o il parente che hai davanti è inaccettabile, è contro la buona educazione, è la morte della convivialità (parola che andrebbe conosciuta da chi organizza e anima certi eventi) e offende chi cura la preparazione delle specialità gastronomiche, anche perché impedisce quel sereno confronto con gli avventori che vogliono conoscere ricette, tradizioni e altre curiosità quando vanno a scegliere i piatti negli stand. A questo si è aggiunta la cafonaggine di chi, nell’approssimarsi della mezzanotte, dopo il gradevole spettacolo di Benedetta & Beatrice, ad esempio, o quello della cover dei Beatles, ha irradiato musica (sic) cioè rumore ritmato a volume crescente. È bello ballare, fare balli di gruppo, zompettare, tarantellare (pizzicare no, la pizzica è pugliese) o cantare in compagnia. Per farlo non occorre sparare musica da stadio, perché la piazza, in quel frangente è un ristorante, una sala da pranzo, non una balera. È stato già fatto, lo si può riproporre, parlo della musica suonata da singoli o da gruppi senza amplificazioni, che, il più delle volte è anche ottima musica e che può esser offerta anche girando tra le tavolate. Si possono poi selezionare luoghi destinati a musica, meglio ancora, a spettacoli da strada, nei pressi dell’area festa, non in mezzo o addosso ai tavoli. E poi, tutti giustamente ci inalberiamo per ogni piccolo accidente che intacca la nostra salute e tutti andiamo a caccia dei cattivi, dei colpevoli: lo sanno certi organizzatori e suonatori da strada, lo sappiamo noi che la sordità è in rapida espansione e non dipende né dagli effetti climatici e neppure dai poteri forti ma dagli amplificatori gestiti da certi soggetti e anche dall’abuso dalle cuffiette?! Non sfuggo alla mia piccola ma ineludibile responsabilità di ultimo tra i soci della Pro Loco di Miglianico: se ci sarà un’assemblea nella quale si potrà fare il consuntivo delle tante e belle cose che la Pro Loco di Miglianico egregiamente organizza, segnalerò questo sgradevole aspetto. Chiederò la misurazione dei decibel a cura delle autorità sanitarie, se sarà necessario. E incalzerò i miei carissimi Dirigenti nel proporre loro un taglio netto delle spese dedicate a certi gruppi, destinando quei denari ad abbassare casomai i costi dei piatti o a offrire degustazioni di specifiche specialità.                        

Care Amiche e cari Amici, una festa tira l’altra. Mentre ci godiamo, Giove pluvio permettendo, l’ultima serata della sagra, ecco che arriva un’altra festa tradizionale, anch’essa un po’ strapazzata negli ultimi anni. Il 10 agosto, nella data giusta, ci sarà la Festa di San Lorenzo. Tutto il programma si svolgerà in località Caramanico di Piane San Pantaleone: una scelta, non un obbligo legato alla tradizione. Se, come mi hanno detto esponenti di più di un Comitato Feste attivo negli ultimi anni, continua ad essere prevalente la spesa per quella festa pur ridotta rispetto alla contribuzione di quella vasta contrada, la Festa di San Lorenzo potrebbe tornare almeno in parte in piazza, com’è stato per secoli. Si dirà, per far polemica, ma c’è la Chiesetta. Vero. La chiesetta, accettando la polemica, è per dire messa e pregare. Si può fare lì la Novena di San Pantaleone, una messa mattutina a San Lorenzo e anche la Messa Vespertina del sabato della Venuta. Non è la chiesa di San Lorenzo. 

A proposito di costi, non se ne avrà a male il nostro eroico Comitato Feste 2023 se segnalo una curiosità che nessun intento polemico vuole portare con sé. Perché fare un manifesto in più per questo singolo giorno di festa, che certamente era in programma nella sua data fissa e con programma non da inventare quando è stato elaborato e affisso il manifesto delle Feste Patronali? Si poteva mettere in quel manifesto anche l’annuncio della Festa di San Lorenzo e qualcosa forse si poteva risparmiare. E poi non si sarebbe arrivati alla scelta o all’affidamento senza controllo preventivo di una grafica simpatica, colorata, gioiosa ma più adatta al carnevale che ad una ricorrenza come quella del 10 agosto. Le piccole notazioni appena segnalate nulla tolgono all’impegno davvero straordinario che il Comitato Feste, presieduto da Olivia Sarra ha saputo profondere riuscendo a organizzare anche questo appuntamento, pur con le difficoltà di tempo e di risorse di cui ho già raccontato ai miei eroici ventitré Lettori. Né possono toglierci la gioia di vivere questa bella ricorrenza nel nome del nostro Santo Protettore.  

Chi sembra non avere giorni di festa e di vacanza in questa estate 2023 è il PD di Miglianico, appena ricostituito e apparentemente preso da un irrefrenabile attivismo. Oltre ai tanti incontri e contatti che va promuovendo in vista delle elezioni dl 2024 (regionali e comunali), ci sono anche le comunicazioni affidate ai canali social da parte dei suoi dirigenti. Non navigo in quei canali ma le mie sentinelle social, che lo sanno, non mancano di tenermi aggiornato di tanto in tanto. Oltre alla curiosità, non ancora pienamente soddisfatta, di sapere chi ha vivificato l’incontro tra il PD e l’insieme-che-divide mi ha colpito il ritorno di una parola, riferita allo scenario che il PD va immaginando per Miglianico, che è al tempo stesso comprensibile e poco comprensibile: “alternativa”. È comprensibile il suo uso, ripetuto e non sporadico, perché da quelle parti parlare di alternativa è di moda e attrae attenzione. È meno comprensibile se è l’annuncio della costruzione di una lista a marchio PD per le prossime comunali, perché in questo caso va capito se si tratta di una decisione già presa. Se si tratta una operazione alternativa può esser tale solo rispetto all’attuale amministrazione comunale, non si sa poi se il PD e i suoi alleati da soli da soli o con quel che resta dell’insieme che divide. La difficoltà di comprensione, che va oltre la legittima curiosità di capire cosa sta accadendo da queste parti, è legata ad esempio al fatto che del direttivo del PD miglianichese fanno parte, pur senza diritto di voto, i consiglieri comunali attualmente in caria, nella fattispecie Antonio Palombaro, che è in maggioranza con “Miglianico Cambia”, e Fabrizio Papponetti, che è in minoranza con i resti dell’insieme-che-divide. Uno dei due, cioè Antonio Palombaro, se si sta costruendo un’alternativa alla maggioranza della quale fa parte in posizione alquanto rilevante, avrebbe dovuto già chiarire qualcosa anche con gesti coerenti. Fabrizio Papponetti, dal canto suo, se il PD, guidato dalla Sorella, prepara una lista senza accogliere né le posizioni né i resti dell’insieme-che-divide, dovrebbe uscire dal gruppo consiliare o da partito. Il fatto che i nostri due rappresentanti in Consiglio comunale, coerentemente, restino ai loro posti, mi fa pensare che sia giusta la prima chiave di lettura: il Pd di Miglianico usa certi termini, come alternativa, perché fanno parte del loro vecchio vocabolario, son parole facili che gradiscono tutti. Poi gli daranno il significato che più sarà utile al momento delle spiegazioni. Tanto i messaggi social son fatti per scivolare e scomparire velocemente dalla memoria.

Domani, 6 agosto, cade la ricorrenza della morte di Papa Paolo VI, il più grande Papa del secolo scorso, il mio Papa.   

Buona Domenica

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