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La letterina del sabato 17 giugno 2023

Care Amiche e cari Amici,

l’estate sta iniziando, almeno pare. Il nostro Comitato Feste, guidato dalla vulcanica e tenace Olivia Sarra, sta cercando di capire cosa sia possibile fare nelle condizioni attuali. Sono quelle che sappiamo da un po’ di tempo. Una inesorabile carenza di fondi frutto di una diminuita volontà contributiva sia dei Concittadini sia degli sponsor. A fronte di questa penuria di possibili entrare resta l’inveterata polemica di chi, senza nulla dare come contributo, suggerisce spettacoli, luminarie, fuochi di artificio e programmi roboanti. Se perdura questa freddezza nel sostegno morale e civico più che in quello finanziario, prevedo, anzi suggerisco di ridurre il programma degli spettacoli e di puntare al solo 27 luglio, dando per il resto sostanza e maggiore visibilità a processione e esposizione della statua di San Pantaleone.

 

Il che poi, a caduta, dovrà valere anche per le altre feste, quella di San Lorenzo, cioè il 10 agosto in località Caramanico di Piane San Pantaleone, quella della Madonna delle Piane e quella della Venuta ad ottobre. Però, conoscendo la tempra indomita di Olivia, che starà già contagiando tutti i componenti del Comitato, mi aspetto molto di più di una riduzione al minimo di un programma, che pure sarebbe onestamente da accettare e salutare con tutti i ringraziamenti del caso.

In questi ultimi giorni di meteo capriccioso abbiamo vissuto o comunque ci è stata largamente imposta la vicenda della morte e delle esequie del cavalier Silvio Berlusconi. Come capita sempre più spesso da quando l’avvento dei social ha dato spazio ad ondate di imbecilli, se ne è parlato troppo e anche troppo a sproposito. Si può contestare tutto, ci mancherebbe. Ma spesso, sempre più spesso ci si allontana troppo dalla realtà, in particolare da quella istituzionale che ha un suo valore imprescindibile. La scelta senza precedenti del governo Meloni di decretare tre giorni di lutto nazionale può esser contestata ma è una decisione del governo legittimo e va istituzionalmente rispettata. La decisione di fermare l’attività parlamentare per una settimana è oggettivamente sconsiderata perché il Parlamento repubblicano incarna costituzionalmente il potere del popolo e non può esser messo a riposo forzato soprattutto quando di cose da fare ce ne son tante. In questo però c’entra forse anche la difficoltà interne di maggioranza ed opposizione di operare e di far bene il proprio dovere. Forse hanno solo provato a rendere meno evidente quel che invece è la realtà delle cose. Poi, fuori dai palazzi e dalle istituzioni, ci sono i cretini e i maleducati. Il cretino è chi sguaiatamente si vuol fare pubblicità (o vuol seminare raccolti elettorali) annunciando “di non esser in lutto”, superato solo da chi, cretino e maleducato va ad un funerale con la maglietta fatta disegnare con la scritta “non sono in lutto”. Ha avuto i suoi venti secondi di effimera vetrina e ha rischiato seriamente qualche ceffone da chi ha ritenuto il gesto anche eccessivamente provocatorio. A parti inverse il ceffone lo avrebbe ottenuto più facilmente lucrando altri venti/trenta secondi di vana pubblicità. In ambedue i casi avrei avuto alquanta difficoltà a condannare chi glielo avesse dato il ceffone perché poi la violenza va sempre condannata, rimanendo per un bel po’ nel dubbio che l’ipotetico ceffone fosse stato cercato più che meritato. 

Nella lunga telenovela di questo evento, che non poteva che esser narrato a mo’ di serial televisivo non-stop visto il personaggio, ci sono stati squarci degni di positiva attenzione. Il primo è la compostezza e l’educazione umana oltre che istituzionale del Presidente Mattarella, che ancora una volta ha fatto fare bella figura all’Italia. Poi c’è stata l’omelia dell’arcivescovo di Milano, Mario Enrico Delpini (clicca qui per leggerla). In un contesto del genere ci si poteva aspettare un discorsone. Invece l’omelia è stata davvero particolare, una narrazione e una descrizione non solo del defunto ma di un mondo, il nostro mondo, fatta con ritmo e con una cadenza quasi metrica. Poche parole, quelle finali (“È un uomo e ora incontra Dio.”) sono state le più semplici, le più vere, le più efficaci. Se i soggetti di cui sopra le avessero ascoltate, avrebbero capito tante cose e ne avrebbero tratto tanto vantaggio che neppure diecimila ore di navigazione su internet potrebbe dare mai a chi come loro non sa ascoltare e non prova a capire l’altro.             

Chi mostra di voler provare a riprendere l’ascolto, oltre che una presenza visibile ed operativa, è il PD di Miglianico. Ieri sera, come annunciato, ha presentato la sua sezione locale fatta di qualche decina di iscritti e affidata al modulo 3+2: cioè tre dirigenti effettivi, la giovane e brillante segretaria, Claudia Papponetti, Nino De Ciotto e Gabriele Sisofo, ai quali si aggiungono come “invitati senza diritto di voto” i consiglieri comunali, Antonio Pamobaro, in maggioranza e assessore con “Miglianico Cambia”, e Fabrizio Papponetti, nella minoranza dell’insieme-che-divide. Meritano sinceri auguri di buon lavoro perché di questi tempi un impegno come il loro appare tutt’altro che agevole. Nella Sala civica, scelta come luogo di questa prima uscita del PD locale, c’erano, tra gli altri, il Sindaco, Fabio Adezio, l’ex-sindaco Nicola Mincone, e il Sindaco nonché presidente del Circolo di Valla del PD, Marcello Salerno. Dominus della serata il mio Amico e capo del PD della Val di Foro, Silvio De Lutiis. Ha svolto una lunga ed attenta ma non esaustiva analisi storica (ricca di riferimenti precisi e corretti a Viva Miglianico) messa come premessa ai punti programmatici che il PD locale vuole mettere sui tavoli dei prossimi confronti. In attesa di misurare l’effetto delle analisi fatte, delle cose programmate e delle azioni annunciate, va segnalato subito un aspetto molto positivo: è stata una assemblea cittadina, anche alquanto affollata, che ha tenuto i presenti attenti a discorsi politico-amministrativi  per oltre due ore. 

Prima di chiudere voglio fare quel che certamente i miei eroici ventitré Lettori apprezzeranno che io faccia a anche a nome loro. Sono auguri, auguri speciali, auguri che uniscono la terra, questa nostra bellissima briciola di terra che è Miglianico, con il Cielo, illuminato dal sorriso eterno del Padre. Sono gli auguri di buon compleanno per il nostro don Vincenzo. Oggi avrebbe compiuto 103 anni. I compleanni senza cifra tonda non si festeggiano più in terra, figuriamoci se si ricordano dopo il dies natalis. Ma noi il compleanno di don Vincenzo lo ricordiamo perché ricordiamo lui. Ora che non lo mettiamo in imbarazzo al centro di una festa o davanti ad una torta con le candeline, lui sarà contento dei nostri auguri fatti di riconoscente preghiera. Don Vincenzo continua a mancarci e continua ad arricchirci con il tanto amore che ha dato a questa nostra Comunità. 

Buona Domenica

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