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La letterina del sabato 1 ottobre 2022

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 01 Ottobre 2022 11:39
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,

il lungo ed appassionato impegno ne “La Notte Europea dei Ricercatori”, che ha occupato tutta la giornata di ieri fino alle prima ore di oggi, mi ha impedito di condividere con voi, nei tempi esatti, una grandissima gioia. Ieri, 30 settembre, “Viva Miglianico” ha compiuto i suoi primi dieci anni. Per tutti noi è un anniversario da festeggiare. Lo facciamo oggi con semplicità ma senza togliere neppure un raggio alla nostra felicità, una felicità che dovrebbe essere serenamente condivisa anche da chi poco o niente ha amato, se non ha addirittura avversato brutalmente questo spazio di libertà. Si, il decimo compleanno di “Viva Miglianico” è davvero un momento di festa. È festa perché 10 anni, 520 settimane, oltre 3.600 giorni vissuti condividendo notizie, riflessioni, curiosità, documenti, appunti storici, perfino poesie sono un traguardo ragguardevole, soprattutto se si considera la durata effimera di quasi tutte le altre esperienze simili, qui e altrove.

 

È festa perché, checché se ne voglia pensare, è stato e continua ad essere un arricchimento per la nostra Comunità e non solo. È giusto festeggiare anche per abbracciare e ringraziare cordialmente chi c’è stato nei primi difficilissimi esordi, chi c’è stato sempre, chi c’è stato dopo, trovando la gioia di frequentare questi spazio di libertà, unico non solo qui ma unico sicuramente a Miglianico. È festa perché aver avuto tanti giorni in più di vita e di passione è stato bello e dà la giusta energia per continuare o anche per fissare il giorno in cui chiudere questa meravigliosa esperienza che non si trascinerà un secondo in più oltre il tempo della gioia di esserci. 

Ho provato a immaginare quale potrebbe essere la traduzione in carta stampata di questo lungo discorso che ci ha visti impegnati a ragionare sulle cose della nostra Miglianico. Ho avuto l’immediata contezza di molte pagine contenute in più volumi. Un esperimento praticamente impossibile da realizzare. Però non è la quantità delle cose scritte e condivise che oggi ci fa gioire. Il successo oggettivo sta tutto nell’aver partecipato, in ceri momenti anche nell’aver segnato significativamente la storia locale degli ultimi dieci anni.

Forse ci sarà un momento per celebrare una festa vera, concreta, vissuta in presenza con quanti vorranno esserci. Era stato pensato per ieri, 30 settembre. Altre e più importanti vicende hanno deciso per noi una data diversa, non ancora fissata ma che si sta avvicinando. Sarà bello invitarvi. Sarà bellissimo esserci.

Non è stata festa folclorica ma festa vera quella che ha segnato l’inizio di un percorso straordinario quale sarà l’anno pastorale 2022/2023 della nostra Parrocchia. È un viaggio nel quale ciascuno di noi viene chiamato ad esserci ed a spendere i suoi talenti. L’anno pastorale si è aperto giovedì sera con la celebrazione della Festa di San Michele Arcangelo, “titolare” della chiesa madre e primo presidio della fede cattolica sui nostri colli. La sua festa, quella che i nostri genitori e, prima di loro, i nostri avi organizzavano per l’8 maggio, si è persa. Nessuno pare ne sente la mancanza. La maggiore parte ne ignora anche la presenza nella nostra storia locale. Non si può invece trascurare, come più di qualcuno di noi ha fatto, questo appuntamento che, tutto centrato sulla vita ecclesiale locale, è un importante riferimento anche per la vita sociale della nostra Comunità. Infatti, grazie alle energie profuse nel fare questo percorso, essa potrà esser permeata di spiritualità, di carità e animata da tante buone cose.       

Care Amiche e cari Amici, non posso far trascorre il tempo di questo orami tradizionale appuntamento settimanale senza accennare ad una primissima riflessione sui risultati che le elezioni politiche di domenica scorsa ci hanno consegnato. Parlo di quelli locali, naturalmente, mantenendo fermo il giudizio che sempre va dato ai risultati elettorali: il Popolo ha sempre ragione; il Popolo vince ogni elezione. Il dato macroscopico è stato, qui come in tutta Italia, quello dell’astensionismo. Chi non è andato a votare ha perso ancora prima di leggere i risultati. Potrà spiegare il suo disagio, non potrà lamentarsi dei risultati.   

L’attesa, la nostra sicuramente, era per i voti attribuiti alla lista che vedeva candidato il carissimo e qualificatissimo professor Antonello Antonelli. Prima dell’approfondimento che deve esser basato sull’attenta lettura dei numeri, sezione per sezione, emerge un primo dato fortemente contrastante: i 169 voti ottenuti direttamente o indirettamente da Antonello rappresentano un chiaro successo ed una brutta sconfitta. Il successo politico c’è. Per quel che so, era stato sollecitato un risultato significativo a livello territoriale: questo c’è stato, con una percentuale nettamente più alta della media provinciale, regionale e ancor di più nazionale raggiunta da quella lista, che ha ottenuto meno del previsto ed ha quindi trascinato nel trend negativo tutto il suo apparato elettorale. La sconfitta a livello comunale anch’essa c’è. C’è nei fatti, non ancora nella valutazione della politica locale, ma nei numeri assoluti. Il traguardo dei 200 voti, di cui ho sentito parlare, era a portata di mano ed è stato mancato, di poco ma è stato mancato. Questo non vuole e non può essere un giudizio sommario. Né l’inizio della ricerca di responsabili e di giustificazioni. I voti, a loro modo, parlano. Ora occorre il tempo per saperli ascoltare. Chi non lo sa fare, chi non lo vuole fare perderà probabilmente le prossime elezioni. 

In questa prima fase registro con favore il primato che Antonello ha raccolto conseguendo molto, molto, molto più di quanto gli era stato chiesto in termini di differenze percentuali tra Miglianico ed il resto del territorio. Questa performance è arrivata “in alto” e da lì sono giunte subito dopo le meritate congratulazioni per Antonello con quel che potrebbe seguire in termini politici regionali e nazionali.

Ho assistito senza stupore ma con scontata serenità, avendolo già messo in conto, ad un fenomeno che, ancora una volta, non fa onore a Miglianico, in particolare a non pochi Concittadini che ben conosco. È la mancanza di spirito campanilistico che si è potuta verificare anche questa volta come negli anni più recenti. Mettere in campo uno spirito campanilistico, positivo non avversativo, fortemente giustificato dal valore del candidato, avrebbe dovuto essere un’opportunità importante più che una generica occasione per i Miglianichesi. Così non è stato, ripeto, ancora una volta. Su questo occorre tornare a ragionare quando i giorni della campagna elettorale saranno un po’ più distanti e lo si potrà fare con un’analisi accurata e con una coraggiosa capacità di guardare al futuro prossimo e meno prossimo di questa nostra Comunità locale. 

Buona Domenica.