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La letterina del sabato 9 novembre

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 09 Novembre 2019 12:08
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,

potrei abbandonare per una volta i temi scelti per questa Letterina, rinviandoli alla prossima, tanti e tanto interessanti sono gli spunti che giungono da commenti diretti ed indiretti che ho ricevuto in questi giorni.

Ma non faccio guidare la mia penna lievissima né mi faccio dettare il tema dagli altri, anche da chi vive con animo di divertito provocatore le vicende che scruta da lontano. Le provocazioni e le puntualizzazioni le accolgo con maggior divertimento pur nel rispetto che un indegno autodidatta nutre per chi è un maestro nell’uso della parola.

 

Prima di ogni altra cosa e molto più importante dei divertiti provocatori c’è la mia posizione chiara, granitica, senza compromessi e, soprattutto, senza vili contrappesi o pretestuosi parallelismi, contro ogni forma di odio e di intolleranza, fenomeni che in questi giorni hanno visto al centro di atti vergognosi una bambina che viaggiava su un autobus pubblico e una che da bambina ha subito molto di più e che oggi è la senatrice Liliana Segre. Faccio mie le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:  «Se qualcuno arriva a dire a una bambina sull’autobus “non ti puoi sedere accanto a me, perché hai la pelle di colore differente”», ha detto Mattarella, «o se è necessario per una persona anziana, che non ha mai fatto del male a nessuno, ma il male lo ha subito da bambina in forma crudele, come Liliana Segre, di avere una scorta, significa che gli interrogativi dei bambini, che chiedono solidarietà contro intolleranza e odio, non sono astratti né retorici, ma sono concreti». Spero che su questo, una volta tanto, una sola volta in tutta la piccola storia di Viva Miglianico, ci siano adesioni e condivisioni. Non possiamo accettare di vivere in una Comunità che resta indifferente davanti a cose del genere. Questa non è l’Italia, non è l’Italia che vogliamo. Non è l’Italia che è stata costruita non tanto con il sangue ma con il lavoro e con i valori dei nostri Genitori e dei nostri Nonni.   

Con grande piacere ho potuto leggere quanto ha scritto la gentile dottoressa Annalisa Palladinetti a commento dell’ultima Letterina. La ringrazio dell’immeritata attenzione e del ancor più immeritato grazie che ha voluto riservarmi per aver scritto solo semplici verità e doverose sottolineature dei meriti che il Comitato Feste 2019, da lei presieduto, ha invece ben meritato. Ha annunciato che scriverà una sua Letterina. La attendo con grande curiosità, per leggerla con partecipata attenzione. Se vorrà, la ospiteremo integralmente in questo spazio di libertà, come dovrebbero fare anche altri. 

Tra le sfaccettature dell’agire del Comitato Feste così come della nostra Pro Loco c’è certamente quella del volontariato messo in campo dalle Concittadine e dai Concittadini che costituiscono e animano questi ed altri sodalizi locali meritevoli di attenzione e gratitudine per le tante cose buone e belle che hanno dimostrato di saper fare. Ho pensato al loro mettersi in movimento quando ho scoperto il motto che Maria Pia Fanfani scomparsa ier l’altro, moglie dell’indimenticato Amintore gigante della politica italiana dal dopoguerra alla soglia degli anni ’90 nonché storica Presidentessa della Croce Rossa Italiana, mise nel fondare la sua prima associazione: Se tu mandi qualcuno, i tuoi piedi riposano, se vai tu è il tuo cuore che riposa”. Certo, questo vale perfettamente per chi compie volontariato come missionario, ma c’è anche tanto di questo in quel che fa ogni volontario che va, che fa, che esce dal suo egoismo per compiere un gesto, per dare una mano, per testimoniare solidarietà. 

La lettura dei giornali in questa settimana, oltre al ricordo di un uomo davvero indimenticabile come Benigno Zaccagnini, il Segretario che fece riavvicinare con gioioso orgoglio i giovani della mia generazione alla Democrazia Cristiana, mi ha proposto una coincidenza che non so se definire profetica, straordinaria o semplicemente strana. In un’intervista sull’anniversario della caduta del Muro di Berlino, Massimo D’Alema, che è stato politico di primo piano sin dalla sua prima gioventù fino a qualche anno fa, ha rivelato quanto gli confidò Papa Giovanni Paolo II durante un colloquio privato. Papa Wojtyla, indubitabilmente fu protagonista storico della caduta del Muro di Berlino e del collasso dell’impero comunista sovietico. Questo è quanto racconta D’Alema riguardo a quell’incontro con il Papa del tempo. “Una volta incontrai Giovanni Paolo II. Quando rimanemmo soli iniziò il colloquio in un modo che mi scioccò. Mi disse: 'Io ho combattuto tutta la vita il comunismo ma ora che è crollato mi domando, chi difenderà i poveri'. Capisce? - commenta D’Alema al suo intervistatore - La prima grande potenza morale che ha criticato il capitalismo globale è la Chiesa. Il Papa capì che non c’era più un argine di fronte alla globalizzazione”.

La coincidenza qual è? Nel 2009 sono andato in Canada con la mia bellissima Famiglia far visita alla Famiglia dello zio Pino, fratello di Mamma. Lo zio Pino se n’è andato un anno fa. Le sorelle lo chiamavano affettuosamente “Pinucce”, nonostante fosse alto e dolcemente possente esattamente come il Nonno di “Up”. Era un cattolico democratico di solida formazione e convinzione, un democristiano militante che combatté i comunisti in Italia nel ’48 e negli anni successivi, fin quando emigrò a Montreal. Il giorno prima del nostro rientro in Italia volle che lo accompagnassi a fare un giro che fu pieno di racconti e di riflessioni indimenticabili. Ci fu una sua considerazione sull’Italia di oggi, cioè del 2009, che non ho potuto che cogliere con stupore. Mi disse: “I comunisti non ci sono più e dovremmo esser felici. Ma senza i comunisti mi sa che i poveri non li difenderà più nessuno in Italia. Sbagliavano su tante cose ma almeno quello lo facevano.” Mi colpì profondamente quella sua riflessione. Ieri, non potevo non cogliere questa straordinaria coincidenza nelle parole condivisibilissime di due uomini che. Ovviamente con ruoli assai diversi, sono stati convintamente su opposte posizioni.

Vengo al dolce provocatore che ha voluto scendere dal Parnaso per occuparsi di quanto scritto nella Letterina di sabato scorso. Giampiero Sulpizio, cugino, Amico, poeta, critico letterario, scrittore e, per divertimento ora anche polemista locale, ha lungamente commentato quanto ho scritto solo per dire che mi sarei arrampicato sugli specchi per voler essere “particolarmente magnanime nei confronti del Primo cittadino”. Ho fatto una considerazione, ho dato una chiave di lettura sulla presa di posizione che il Sindaco Fabio Adezio ha postato sul suo profilo Facebook in relazione a mozziconi di sigaretta e bicchieri di plastica lasciati dai non ben identificati dipendenti comunali a disdoro del Municipio. Ho scritto che lo ha fatto, a mio parere, per stanare certi soggetti. I fatti, cioè i vari commenti che sono seguiti alla sua uscita testimoniano che non avevo torto, tutt’altro. Secondo Giampiero Sulpizio l’uscita del Sindaco sarebbe stata “infelice e inadeguata”. Lo scrivesse al Sindaco, se è quel che pensa. Sul fatto che ci sia andato di mezzo il pubblico impiego non vedo perché desti ora, solo ora, tanto strumentale disappunto. Appartengo da qualche anno alla categoria e ritengo di poter dire che il pensiero verso gli impiegati pubblici è mediamente quello che è emerso nei commenti legati all’uscita del nostro Sindaco. Ma i pesi e i le inclinazioni sono ovviamente diversi per distribuzione a seconda di dove vengono pescati certi commenti. Nell’insieme-che-divide, ad esempio, Giampiero Sulpizio potrebbe trovare dosaggi sorprendenti. Del resto una posizione ufficiale di quella minoranza consiliare non è ancora emersa, tranne le parole del mio Amico Carlo Biasone che non ha difeso la categoria ma si è limitato ad attaccare il Sindaco per una sua presunta strategia della distrazione insinuando che “diffama i dipendenti comunali senza individuare un vero colpevole”. Questa è captatio benevolentiae a buon mercato, è strumentale gratitudine post-elettorale, è interessato e cointeressato sostegno a chi gli è caro tra i dipendenti comunali. Questo l’ottimo Giampiero Sulpizio non l’ha notato o se lo ha notato ha preferito metterlo da parte per un nuovo commento. Ho atteso, attendo che tutto sia più chiaro di quanto già è stato chiarito con l’emergere di certe prese di posizione stanate dal nostro Sindaco. La categoria del pubblico impiego poi, se serve, la saprò difendere a spada tratta, senza paure né reticenze né tatticismi opportunistici e senza dover attendere o esser sollecitato dal pur gradito concorso di penne tanto alate che indubbiamente onorano e mostrano la crescente considerazione che questo spazio di libertà va conquistando giorno dopo giorno, a dispetto dei progettisti prima e dei divisori seriali oggi.

Bene. Altri spunti su altri argomenti possono attendere la prossima Letterina. Da ieri sera l’aria profuma di caldarroste. A Miglianico è tempo di Novello e Castagne. Viva la nostra Pro Loco!

Buona Domenica.