Care Amiche e cari Amici,
nel susseguirsi delle festività che segnano la nostra tradizione locale anche questa Letterina cade in un giorno di festa. Oggi è San Lorenzo, un appuntamento che da qualche anno vede i suoi momenti religiosi e di ricreazione tutti spostati nella chiesetta e nel piazzale di Località Caramanico in Contrada Piane San Pantaleone. Nel secolo scorso, a memoria mia, la festa si teneva in centro. Veniva portata in processione la statua di San Pantaleone. C’era una particolarità della quale non ho mai conosciuto il vero motivo: la “cassarmonica” era scoperta. Anche se era la stessa lasciata lì dalle feste patronali, le veniva tolta la cupola. Generalmente la sera era luogo della esibizione di complessini moderni ma questo penso che non c’entri nulla con la scopertura della “cassarmonica”, o forse sì.
Le ricerche più recenti fanno pensare che la festa di San Lorenzo nella sua versione miglianichese sia da ricondurre al ritrovamento della statua di San Pantaleone nascosta nel 1492 nella piccola fornace di località Caramanico in Contrada Piane San Pantaleone. Che sia davvero così o che si tratti di una ricostruzione oggi ritenuta la più plausibile quel che conta è che si va instaurando come tradizione questa festa allestita tutta in quella località. Per noi Miglianichesi è un ulteriore momento di devozione verso il nostro Santo Patrono ed è anche occasione per visitare i luoghi da dove questa nostra devozione locale è nata essendoci arrivata grazie ai monaci Basiliani quasi mille anni orsono.
Domani sarà il giorno della Miglianico Tour. Quarantanove anni di storia sono più che una tradizione locale. In questo mezzo secolo qualcosa, più di qualcosa è cambiato. Ci vorrà spazio e tempo per fare il punto su un evento che si prepara ad un traguardo eccezionale, quello del prossimo anno. Si tratta di un evento nostro, di tutti i Miglianichesi. L’insieme-che-divide lo sta pubblicizzando con una foto che non è della Miglianico Tour e non è stata scattata neppure a Miglianico. A forza di dividere si stanno dividendo anche da Miglianico. Devo anche ricordare a me stesso che la Miglianico Tour è stata ideata, realizzata e anche organizzato nei primi cinque/sei anni della sua storia da Roberto Terenzio, il padre sempre più spesso dimenticato della Miglianico Tour. Da qui partirò quando condividerò con i miei ventitré lettori qualche riflessione sulla corsa d’agosto, che però è nata l’8 settembre del 1971.
Altre feste sono passate, gioiosamente e con il successo che si attendeva. Le Contrade del Piacere 2019 hanno confermato il progressivo consolidarsi di un appuntamento che richiama a Miglianico migliaia di persone come nessun’altra delle nostre feste riesce più a fare. Per affermarsi nel lungo periodo come tradizione Le Contrade del Piacere hanno necessita di individuare e far proprio un elemento caratteristico, unico o molto particolare, che connoti queste serate facendo sì che non siano una ben organizzata ma normale sagra bensì un qualcosa di speciale, di inattaccabile anche sul piano della concorrenza vicina e lontana. Questo elemento per ora non c’è. Quel che c’è ed è cosa molto opportuna e da coltivare assiduamente è l’apertura della Casa delle Monache a mostre di arte e di fotografia - bellissime – che è una trovata eccellente, per l’appunto. Occorre però che il percorso nel centro storico sia completo e sia ulteriormente arricchito, oltre che molto meglio segnalato e illuminato in modo speciale. C’è chi teme una eccessiva dispersione nell’ampliare il percorso a tutto il centro storico. Non è così. Non tutti stanno tre ore a mangiare. Non tutti restano a chiacchierare al tavolo. C’è chi vuole degustare e passeggiare. C’è chi vuole visitare e approfittare della serata anche per conoscere meglio Miglianico. C’è che va fatto in modo che nessuno sia indotto a ripartire non appena ha finito di mangiare. Se così fosse per la nostra Miglianico non sarebbero occasioni perse ma occasioni colte a metà.
Tra i momenti qualificanti che potrebbero essere valutati ce n’è uno che vale forse la pena evidenziare di nuovo. Rilancio una proposta che sarebbe due volte utile. Riguarda la “Cuccagna”. La “Cuccagna” che si svolge ogni anno in occasione della Festa della Madonna delle Piane, la sera dell’8 settembre, è o dovrebbe essere (non ho elementi certissimi) la più antica almeno in Abruzzo. Non è una cosa da trascurare. Altri su cose molto meno antiche e molto meno interessanti hanno fondato eventi che ora vanno per la maggiore. Puntare sulla “cuccagna” sarebbe probabilmente una mossa capace di garantire visibilità e attrattiva per non pochi anni a Miglianico. Cosa c’entrano Le Contrade del Piacere? Ora nulla. Ma dove se non in un sagra si può promuovere una “cuccagna”? Si potrebbe approfittare dei giorni della sagra per fare le iscrizioni, casomai una sorta di eliminatorie se le iscrizioni fossero molte. Si potrebbe dare una dimostrazione o anche fare una anticipazione per non Miglianichesi. Si potrebbe fare tanto altro.
Si potrebbe. Si può.
Occorrono volontà e impegno, intelligenza degli obiettivi e passione organizzativa. Con la Pro Loco e con il Comitato Feste che abbiamo la grazia di avere, questi elementi sono stra-garantiti da subito, se ci sarà volontà di affrontare questa prospettiva.
Una notazione va fatta a sostegno sia del Comitato Feste sia della Pro Loco. L’impegno che mettono per portare avanti iniziative così belle, tanto importanti e capaci di dar lustro a Miglianico in parte è rovinato da una condizione di brutta estetica di alcuni angoli cittadini, che abbiamo, che non è nuova, che molti non vedono neanche più ma che è assolutamente da eliminare. Chi organizza feste e sagre lo fa anche e soprattutto per richiamare tante persone a Miglianico. E di persone ne arrivano tante, davvero tante. Trovano quello che è stato loro annunciato: devozione e tradizione religiose, bei programmi, mostre, spettacoli, ottimi cibi, vini, birra, giochi e tutto quanto fa festa. Ma tante persone girano anche alla scoperta del nostro borgo, che è bello ed interessante. Girando trovano come cartello di benvenuto bidoni e cassonetti in bella vista seppelliti di rifiuti, anche se adeguatamente separati. Trovano i vicoli di Borgo San Rocco, le scale di via della Chiesa, angoli di strade (come in via Roma) e della piazza occupati con estrema disinvoltura da vasi malcurati (ma sempre abusivi, anche se fossero belli, ndr.), da ciarpame di varia origine, da ciotole per alimentare cani e gatti randagi che poi vanno scacazzando lungo via Roma o accanto al monumento che sta davanti al Municipio. Non è uno spettacolo bello da mostrare. È qualcosa che vanifica tanto impegno e rovina tutto in pochi minuti. Le soluzioni ci sono, ovviamente. Il suolo pubblico non può essere occupato abusivamente. Se lo si fa con autorizzazione, che probabilmente manca in 95 casi su cento, la cura deve essere assidua. Se l’occupazione è abusiva non bisogna certo inviare l’esercito ma invitare i Concittadini autori di queste opere di cattivo decoro a rimuovere quel che occupa lo spazio pubblico. Poi, trascorso il tempo della cortesia, del senso civico attivo e della collaborazione attesa, il Comune può utilizzare i Vigili, la CONSAC e la Protezione Civile per rimuovere tutto, per ripristinare il decoro cittadino e, casomai, se le responsabilità fossero accertate, per addebitare i costi ai responsabili di queste piccole brutture che non hanno alcun motivo di essere tollerate.
L’opposizione dell’insieme-che-divide sta facendo la sua polemichetta sul parco giochi e sul pattinodromo perché pensa di far scoppiare chissà quale scandalo. Fa il suo mestiere e fa bene a farlo. Se poi uno va a leggere quel che si va scrivendo per sostenere questa polemichetta si capisce molto di più sull’affastellamento di corbellerie che si agitano strumentalmente da quelle parti. Ma va bene così.
I polemisti che albergano nella prestigiosa sede di via Martiri Zannolli 21 non vedono quel che ho appena segnalato. O meglio, lo vedono. Anche a loro sarà stato segnalato. Ma non ne parlano perché non fa il loro gioco: qualcuno che li ha votati e li sostiene potrebbe risentirsi di esser richiamato a mettere a posto quei piccoli abusi. Allora, da furbetti quali sono, lasciano stare; non si curano del decoro cittadino quando non conviene. Per un po’ continueranno a agitare parco giochi, pattinodromo, cimitero e l’abbandono delle Contrade, che a loro fa sempre gioco. Poi inventeranno qualcos’altro. Hanno tempo a parlà-co’Carlo, ci sono ancora cinque anni.
Intanto, dalle parti dell’insieme-che-divide, a quanto mi confermano i miei sherpa social, non si è letta e non si legge una parola di sostegno al Comitato Feste che organizza anche la festa di oggi, quella di San Lorenzo.
La Protezione Civile pare abbia presidiato inutilmente piazze e vie cittadine: di certi protagonisti della campagna elettorale non si è avuta traccia nelle quattro sere de Le Contrade del Piacere, con l’ormai solita e lodevole eccezione, tra tutti, dei consiglieri Fabrizio Papponetti e Antonio Di Sipio.
Prima di salutarvi voglio rinnovare i complimenti e ogni elogio possibile alla nostra eccezionale Pro Loco, guidata dall’instancabile Nicola Santalucia, che merita una notazione speciale. Nicola Santalucia è uno che lavora, lavora tanto, lavora molto bene, con cura e attenzione, con grande educazione e senso della misura, uno che c’è sempre, ma che non fa nulla per mettersi in mostra. Lui è come uno di quei calciatori degli anni passati che correvano, giocavano anche duro, non mollavano mai neppure un pallone, ma alla fine della partita uscivano anche dai campi fangosi senza un capello fuori posto e con la divisa neppure gualcita, persone di grande tempra e di grande stile. È il simbolo della nostra Pro Loco, una squadra ammirevole, un gruppo che fa onore a Miglianico e che il circondario ci invidia. Poi c’è sempre il pifferaio che vuol incantare i tonti e va dicendo che la vera Pro Loco era quella di sei/sette anni fa. Andare contro la storia è brutto segno. Negare i fatti e il valore delle persone che sono attori di quei fatti evidenza un’avversione preconcetta, venata di malafede e di arrogante stupidità. Voler provocare solo per il gusto di fare “lo splendido”, come si dice a Chieti, è un cattivo esercizio. Si rischia di andare a sbattere, in questo caso, di andare a sbattere ancora una volta. Nel caso di specie è la riprova della negatività che caratterizza chi è stato capace di distruggere quel che ha avuto modo di toccare e che si appresta a distruggere ancora altro. Io sto con la Pro Loco, sto con la Pro Loco di questi anni, sto con la Pro Loco di oggi. Sto con Nicola Santalucia e sto con i dirigenti che fanno con lui la squadra eccezionale che tutti conosciamo e apprezziamo. Viva la nostra Pro Loco.
Torno subito ai complimenti e agli elogi che vanno fatti con entusiasmo anche a chi ha allestito le mostre di arte e di fotografia, a chi ha ideato e gestito gli spazi per i più piccoli, a chi ha fatto tutte quelle altre cose che hanno contribuito al grande successo de Le Contrade del Piacere 2019.
Voglio fare, insieme ai miei ventitré lettori, un grande plauso alle ragazze e ai ragazzi che hanno fatto servizio durante Le Contrade del Piacere. Hanno aiutato ad allestire tutto ogni pomeriggio e a rimettere a posto tutto ogni notte. Hanno girato senza sosta pulendo i tavoli, recuperando piatti e bicchieri usati. Lo hanno fatto con il sorriso e senza mostrare fatica né fastidio, come mi hanno sottolineato ripetutamente i miei ospiti nelle diverse sere. Queste giovanissime e questi giovanissimi Concittadini hanno avuto un soldino di compenso. È stato meritato, stra-meritato, più che guadagnato. Ora è giusto ed è bello dire loro GRAZIE e fare loro un grande applauso perché meritano l’uno e l’altro.
Buona Domenica.