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La letterina del sabato 10 novembre

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 10 Novembre 2018 10:38
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,

l’aria profuma di caldarroste. Siamo già avvolti dal caldo abbraccio che la nostra instancabile Pro Loco ci dà con l’ennesimo grande evento organizzato quest’anno: “Novello e Castagne 2018”. 

Attorno a questo appuntamento ormai tradizionale e atteso da molti, dentro e fuori Miglianico, ruotano le chiacchiere su quel che avviene invece più dentro che fuori dalle mura cittadine.

Prima però devo segnalarvi che domani, domenica 11 novembre, ci sarà una festa semplice ma importante: noi che siamo nati nel 1958 ci riuniremo per festeggiare i nostri gioiosi 60anni. Una Santa Messa, un’allegra conviviale con musica e danze. Poi rimarranno le foto e l’appuntamento alla prossima occasione, tra soli dieci anni.  

L’argomento più importante riguarda l’organizzazione del nuovo incontro che vi propone il Gruppo di studio per la promozione della cultura. Martedì prossimo, 13 novembre, con inizio alle ore 20,30, nella Casa delle Monache, ci sarà una interessantissima conversazione con il dr. Francesco Ricci, Responsabile del Reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Clinicizzato “SS. Annunziata” di Chieti. Il tema sarà di grande attualità: VacciniAmo/VacciNO - Le nuove epidemie”. Chi ama conoscere, chi preferisce sapere prima di far polemica, anche chi ha partecipato alle discussioni ristrette o a quelle fantomatiche sui social fortissimamente convinto del nulla che sa, avrà l’occasione per avere informazioni, per poter chiedere tutti i chiarimenti del caso, per poter verificare le proprie convinzioni con i dati scientifici più solidi ed aggiornati. Insomma, è quella che viene definita giustamente un’occasione da non perdere.

Nella prossima Letterina vi parlerò dell’altro incontro, anch’esso estremamente interessante, che sarà offerto a tutti il 20 novembre prossimo.

È giusto sottolineare quanto sia lodevole l’impegno messo in campo in questi mesi dal Gruppo di studio per la promozione della cultura, presieduta dall’ottimo prof. Antonello Antonelli. Grazie alla sua capacità di proporre temi e di organizzare eventi - tutti gratuiti - è stata data a ciascuno di noi Miglianichesi l’opportunità di tornare alla curiosità della lettura, di conoscere gli approfondimenti sui temi che ispirano i film di maggior successo, di avere informazioni serie sulle questioni scientifiche o sociali più avvincenti ed attuali. Tutto questo è stato fatto senza reggere vessilli di parte e, soprattutto, senza utilizzare gli eventi come specchietto per attirare consenso e per fare operazioni di ingannevole e cinico proselitismo.  

Non voglio generare polemica né animare inutili discussioni, ma devo dire che chi non partecipa a questi eventi (anche agli altri simili a questi, quando ci sono) ha torto, sbaglia, commette il peccato sociale di ignoranza volontaria oltre che quello di omissione alla partecipazione consapevole. Parlo innanzitutto di me quando lo faccio per quella pigrizia che viene nascosta dietro un finto impegno o una curiosità televisiva o un contrattempo o la dimenticanza occasionale, tutte scuse. Parlo anche di chi ha più responsabilità civica, che sia amministratore o oppositore, che sia capo di fazione o volontario di associazione. Parlo di noi tutti che con la nostra pigrizia sociale e con quella più nociva, la pigrizia culturale, sprechiamo volontariamente questi piccoli tesori che ci vengono offerti gratuitamente. 

Così facendo gettiamo perle preziose e manteniamo il vuoto delle nostre chiacchiere ignoranti.

Prima di passare ai saluti devo mantenere l’impegno di trattare almeno uno degli argomenti accantonati nelle settimane scorse.

In breve vi voglio confessare il mio sconcerto sull’atteggiamento assunto da Miglianico Cambia in questi ultimi mesi che costituiscono l’avvio della prossima campagna elettorale per le comunali del maggio 2019.

Si sapeva benissimo che le opposizioni, quelle vecchie e malmesse insieme a quelle che vogliono apparire nuove ma che son più vecchie delle altre, si sarebbero mosse. Non hanno fatto granché, ma qualcosa hanno provato a fare. 

Manifesti, polemiche sui social, altre cosette a firma di questo o quel gruppuscolo di nemici del Sindaco e della maggioranza ci son stati. 

Le risposte no. 

Osservando questo scenario sembra di capire che il Sindaco e l’attuale maggioranza hanno deciso di puntare tutto sul consuntivo delle cose fatte, senza dedicare tempo a replicare agli attacchi e alle polemiche. Mi dicono che lo stesso sito di Miglianico Cambia è quasi in naftalina. La partita se la starebbero giocando i singoli amministratori comunali comunque puntando sull’aver fatto cose e non sul contro attaccare gli avversari che si vanno manifestando.  

Giusto? Sbagliato? Sinceramente non lo so. L’esperienza di chi ha vissuto altre stagioni politiche non conta più. I tempi sono decisamente cambiati e con essi anche i criteri della comunicazione politica. La convinzione che ho sulla vicenda è quindi viziata dall’essere fuori dal tempo, un alieno al contrario perché attrezzato con armi obsolete, quindi vale come una selce scheggiata davanti a un missile terra-aria. Ma la voglio esprimere lo stesso, tanto siamo tra Amici. La mia convinzione è non abbiamo più quella parte solida di elettorato legata all’appartenenza, per cui si lottava sugli incerti o si provava a strappare consensi con ben mirate strategie. Sostanzialmente si lavorava molto per mantenere i propri e il resto era dedicato a conquiste fatte di poche unità, in fondo. Ora la situazione è fluida. Chi va a votare, ad esempio, tiene in conto certamente quanto si è fatto e di come lo si è fatto. Ma è poi indifferente a tutte le cifre che siano diverse e distanti da quelle che interessano le proprie tasche. A fronte di una cartella delle tasse sgradita o di una multa non accettata, le opere, anche le più belle e funzionali, scompaiono, non hanno effetto elettorale. I consuntivi, la convinzione, anzi, la certezza matematica di aver fatto bene nei cinque anni di amministrazione fa applaudire, motiva i propri supporter, carica i candidati della propria squadra ma non sempre muove la matita copiativa nel seggio elettorale.

Non so come funzionino oggigiorno queste e tutte le altre motivazioni elettorali. So, lo dobbiamo sapere tutti, che la fantastica esperienza vissuta a Miglianico grazie all’attuale Amministrazione comunale potrebbe essere oscurata da una campagna elettorale fatta di accuse, trucchi, giochetti e candidati-specchietto. So che candidati capaci di conquistare voti pur essendo chiaramente incapaci di amministrare o anche soltanto di fare squadra possono determinare la vittoria di un gruppo costruito solo per far vincere posizioni avverse e distruttive. La conseguenza sarebbe quindi la vittoria di un nuovo (si fa per dire) gruppo. Non sarebbe un normale avvicendamento. Sarebbe la perdita secca di gran parte dei frutti oggi disponibili a cominciare da un modo efficace e trasparente di amministrare il Comune. Sarebbe il ritorno a quello che abbiamo vissuto e non dobbiamo dimenticare, cioè a quel modo di amministrare che appartiene al brutto quinquennio a marchio “Progetto Miglianico” o al paternalismo finto-buonista capace di rabbonire tutti per poter gestire tranquillamente cose piccole e grandi senza poi produrre nulla. 

Sono sollevato però da quella constatazione fatta poco fa: il mio modo di pensare è viziato dalla incapacità di capire i tempi correnti. Ergo va tutto bene. I Miglianichesi sapranno riconoscere il valore delle tante cose fatte dal Sindaco e dalla maggioranza. Gli elettori non si faranno incantare dalle sirene di nuovi-vecchi candidati adusi a carpire consenso con vecchi trucchetti riverniciati per l’occasione. I nostri Concittadini faranno un’analisi pacata e ragionata sui consuntivi di bilancio, sull’efficienza della gestione amministrativa, sulla capacità di elaborare proposte e di realizzare opere e progetti. E voteranno per Miglianico Cambia dopo aver svuotato ogni tasca dai dubbi e dalla diffidenza politica o personale. 

Mi piacerebbe questo finale.

Il mio animo ha ancora cicatrici antiche e recenti di ferite giunte quando ero stato rassicurato di non poter essere colpito da risultati sgraditi. Sono cicatrici ormai quasi invisibili. Ma posso ancora toccarle e sentire il ricordo del dolore. Sono i guai della vecchiaia. O forse sono quel che qualcuno ha ben descritto così “esperienza è il nome che diamo ai nostri errori”. 

Buona Domenica.