Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

La letterina del sabato 20 ottobre

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 20 Ottobre 2018 13:45
Scritto da Maurizio
Visite: 889

Care Amiche e cari Amici,

la montagna ha partorito il classico topolino. Quelli dell’insieme-che-divide avevano annunciato grandi rivelazioni su una vicenda che, in tempi di dignità e di serietà, avrebbe richiesto semplicemente delle scuse per un piccolo disguido organizzativo addebitabile tutto per intero a chi aveva promosso quella iniziativa, cioè a loro stessi, in particolare a uno di loro. Invece, i nostri signorotti, solerti allievi del maestro di vittimismo che li ha radunati tempo fa e docili al comando del loro gran manovratore, hanno scelto la polemica. 

 

Hanno fatto bene. Gli oppositori, anche se loro negano sfacciatamente di esserlo, fanno principalmente polemica. La loro vera essenza, in fondo, sta in questi comportamenti. Il loro stile si manifesta finalmente così per quel che è. La mascherina indossata per presentare quel raffazzonato sodalizio, tenuto insieme da interessi ancora in via di disvelamento, è già stata gettata. Tanto certe facce sono dotate di optional per camaleontismo rapido, possono far a meno delle mascherine. Ma a quel senso genuino del sentire, cioè alla capacità di provare vergogna, proverò a richiamare da oggi in poi i portatori di quelle facce. 

Ancora e meglio va detto che i mostri escono infine dai loro antri.

I fatti sono banali. L’insieme-che-divide era a caccia di una facile polemica. L’ha trovata. Ha annunciato alcuni incontri, generati a freddo in determinati ambienti politici extra-provinciali, con parole altisonanti, nuovi discorsi da farisei: “conoscere per comprendere - funzioni e compiti del Comune”. Ma su questo torno tra un po’.

Chiudo prima questa penosa e stucchevole vicenda. Hanno dunque annunciato di voler tenere quegli incontro nella bella sede della Casa delle Monache. Non vi sembra già l’avvio del pretesto polemico? Quella realtà l’hanno avversata, dileggiata e snobbata quando stava per esser presentata ai Cittadini. Quando poi è stata egregiamente utilizzata più volte hanno evitato accuratamente di partecipare. In tutte quelle occasioni hanno segnato la loro volontaria assenza evidenziando un male animato boicottaggio ancor più grave perché si trattava di iniziative nobili e utili. Quando poi l’hanno scelta, la Casa delle Monache, o per pretesto o per utilità ancora da svelare, l’hanno annunciato senza avere però avuto la cosa più importante: l’autorizzazione ad usare quei locali. Presumevano? Davano per scontato? 

Ora, solo dopo, vogliono far creder di sì. 

In realtà sapevano di non avere in mano nessuna autorizzazione. Quando l’autorizzazione del Comune è arrivata nei tempi legittimi essa è stata corredata di quel che le regole vigenti prescrivono: il pagamento dovuto. Se non fosse un pagamento dovuto avrebbero potuto, potrebbero, dovrebbero adire le vie che la legge prevede. Il loro capo-protempore non avrebbe dovuto sporcarsi nemmeno le mani. Tra di loro ci sono soggetti che hanno scoperto in età matura l’ebrezza dell’esposto e della mirata segnalazione. 

A loro non interessava, non interessa null’altro se non la polemica. E quella hanno fatto. Hanno diramato un video-messaggio, sul quale è bene stendere un amichevole velo pietoso. Dal gobbo (strumento che serve a far leggere chi parla in video) si è trasferito subito dopo il testo su un manifesto murale. 

Non si sono chiesti alcune cose. Non hanno pensato che gli altri avrebbero e potrebbero chiedersi certe cose. Ad esempio, perché non spiegano come mai non hanno chiesto il patrocinio del Comune, visto che, secondo loro, si tratterebbe di attività di approfondimento e di conoscenza senza secondi fini? Oppure, perché dopo non hanno voluto pagare il dovuto, visto che avevano temerariamente annunciato un luogo per la riunione che - badate bene – non è stato negato dal Comune ma è stato concesso, regolarmente concesso, concesso in tempo utile e senza ostacoli? Si trattava di pagare? Bene. Dovevano pagare e poi sistemare le carte per avere gratis i locali per il secondo incontro. Hanno preferito la polemica perché a loro non interessa informare, ascoltare e tutte ‘ste pippe che vanno sparando. La dimostrazione è nei numeri. Stampare un manifesto e farlo affiggere costa forse più dei 100€ che invece sarebbero civicamente andati al Comune, non a un privato o a un nemico, ma alle casse comunali, le stesse che sono oggi in ordine e dalle quali si potranno prendere i denari per la manutenzione di quel patrimonio prima abbandonato, poi maltrattato e ora magnificamente recuperato. 

Ma poi, diciamocelo, un sodalizio che ha una sede così prestigiosa e costosa come quella di via Roma, 90, perché avrebbe dovuto usare una sede non raggiungibile da molte auto, una sede odiata sin dal suo nascere e per di più con tassa di utilizzo? La scelta evidentemente è stata quella della ricerca del pretesto per gettarla in caciara. 

Infine ci sarebbe da chiederci, ma lo facciamo da animatori del nostro virtuale bar dello sport, chi stava dietro e anche chi stava davanti alla telecamera di quel video messaggio non avevano i pochi euro necessari a chiudere subito la questione, pagando il richiesto, utilizzando legittimamente la Casa delle Monache e riservandosi, casomai dopo, allora si, di far notare che si erano sentiti trattati male? No? Beh, lasciamo perdere.

Torno subito a quanto lasciato in sospeso nella paginetta precedente di questa Letterina. L’insieme-che-divide prova ad avvolgere con bella carta e fiocchetti ammiccanti un pacco che sappiamo già cos’è, cioè la lista vecchio stampo da presentare alle prossime Comunali. Provano così a spacciarla per cosa nuova e voluta da una base di onesti cittadini dediti da mesi a formarsi e a interessarsi della cosa pubblica. Tutta messa in scienza, tutta fuffa. Hanno chiesto aiuto a certi soggetti politici di area dalfonsiana affinché dessero loro contatti e agganci o comunque una mano per allestire qualcosa di serio e soprattutto di credibile, un calendarietto di conversazioni che aiutasse ancora per un po’ a nascondere trame e giochetti già in atto da mesi. 

Hanno avuto l’aiuto richiesto, direi anche molto di più di quel che avrebbero meritato. Penso - so ma non posso rivelare quale uccellino me lo ha detto - che non abbiano detto la verità a chi li stava e li sta aiutando. Non hanno detto che sono protagonisti di una divisione civica basata su una volontaria e pregiudiziale avversione sia all’attuale amministrazione comunale sia anche alla opposizione consiliare del M5S, due gruppi che, sommati per rappresentanza, sono due terzi dei Miglianichesi. Se non è dividere questo il dividere cos’è? Questa infida omissione probabilmente ha portato e porta illustri relatori a pensare che siano stati chiamati a parlare a tutti i Miglianichesi. Invece sono stati coinvolti, a loro insaputa, in un giochetto di cruda e cinica manovra pre-elettorale. 

Non finisce qui. 

Arrivano i mostri, Care Amiche e cari Amici di Viva Miglianico. 

Cosa se ne faranno dei dotti consigli sulla corretta gestione degli appalti i promotori dell’insieme-che-divide e i loro amici (non solo amici) imprenditori protagonisti della triste stagione amministrativa a marchio Progetto Miglianico? Cosa avranno finalmente appreso ieri sera di così nuovo e sconvolgente sul fronte urbanistico i miei Amici, il dr. Dino De Marco e l’avv. prof. Carlo Biasone? Sono gli stessi che non hanno saputo portare a termine il lavoro loro affidato per il nuovo Piano Regolatore, già pagato allora e mai più presentato, quando erano l’uno sindaco e l’altro vicesindaco con delega all’urbanistica. Ora cosa vogliono farci credere? Avranno trovato in queste sapienti lezioni i motivi seri, civicamente presentabili e credibili dell’essersi rimessi insieme dopo che, nella primavera del 2009, il dr. Dino De Marco annunciava che avrebbe approvato il nuovo (si fa per dire) PRG in tre mesi e, dal balcone opposto, il prof. avv. Carlo Biasone lo accusava di essere stato e di essere un sindaco inaffidabile? Occorrerà che arrivi l’arguta bonomia di un docente colto e saggio per spiegare a Nicola Mincone e a Dino De Marco come avrebbero potuto e dovuto fare appalti di grande qualità e di coraggiosa innovazione anche a costo di scalciare qualche ciotola? Per loro e anche per certi altri noti soggetti sarà una lezione sprecata, parole al vento.

Ci saranno poi ex-amministratori di un Comune viciniore ad ascoltare l’attuale Sindaco di Ari? Come mai loro e i sodali dell’insieme-che-divide non sono stati presenti il 21 agosto scorso ad ascoltare lo stesso personaggio, il bravo e simpatico prof. Marcello Salerno, quando è venuto a Miglianico a parlare di legalità, dico di legalità, non di Miglianico Cambia o di partiti politici? 

Sono domande facili-facili con risposte che vi state dando altrettanto facilmente mentre le leggete. 

Voglio infine e una tantum scrivere un rigo per commentare in anticipo chi, sì proprio lui, non resisterà a scrivere la nota su questa tranquilla e divertita Letterina. La sua sarà una corbelleria, puntuale e ammantata di ironia, ma sarà una corbelleria, l’ennesima. Non posso dedicargli altro tempo perché voglio dare ascolto ad un maestro come Roberto Gervaso, che in settimana ha pubblicato, tra gli altri, questo efficace aforisma “Le persone noiose sono ladre del tuo tempo”. 

Non mi farò rubare il tempo da certi soggetti. 

Buona Domenica.