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Una grande emozione: il nostro asilo torna a vivere

Categoria: Notizie
Pubblicato Giovedì, 26 Luglio 2018 08:47
Scritto da Maurizio
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Nella Letterina di sabato scorso avevo annunciato l’opportunità di riprendere i pochi temi trattati per approfondirli come meritano.

Il più vicino in ordine di tempo è l’evento che si svolgerà stasera. Verrà restituita all’uso pubblico, con l’alta destinazione delle attività culturali e sociali, la sede dell’ex-asilo infantile in via Sud.

Per i Miglianichesi, lo ripeto, sarà una grande emozione appena distratta dalla contemplazione di quanto è bello il risultato ottenuto al termine di lavori progettati con gusto e realizzati con accuratezza. Certo qualcosa mancherà, qualcosa verrà giudicata più o meno necessaria ma nel complesso si tratta di una bella opera, utile, capace, se ben utilizzata di dare una mano nel ridar vita al centro storico e non solo.

 

Ci sono sciocchi e soggetti carichi di malanimo che avranno da criticare ad ogni costo. Ci sarà chi dirà che è inutile. Ci sarà chi si improvviserà architetto per indicare altre soluzioni. Ci sarà chi comincerà a fare domande fuori tempo e fuori luogo dopo aver taciuto e aver chiuso gli occhi per anni, oltre 25, quanti ne sono passati dall’abbandono al recupero funzionale di quel bel palazzetto.

Non è necessario cambiare idea sulla propria scelta di avversione all’attuale Amministrazione comunale o di odio verso il sindaco per ammettere che ci troviamo davanti ad una cosa buona, utile, bella e anche emozionante.

Ricalpestando con scarpe più grosse i pavimenti accarezzati quando i nostri piedi erano molto più piccoli e peggio dotati di calzature potremo chiudere gli occhi e rivedere scene mai dimenticate, rincorreremo la memoria per ritrovare i nomi delle altre Suore Soranna Lina, Soranna Antonietta, Soranna Angelica, Soranna Olimpia, la mia carissima Soranna Domitilla e Soranna Raffaella, la più piccolina, con una inflessione che evidenziava la sua origine siciliana, la più attiva quando passammo dalle piccole scene del seminterrato di quell’asilo alle più ampie della nuova Cripta.

Con le Suore, le nostre Suore, abbiamo incominciato a pregare, a giocare in gruppo, ad aspettare il turno sempre raro e sempre troppo corto del giro sulla giostrina di ferro col suo binario circolare e la catena che ne vietava ogni utilizzo fuori orario. Con le Suore abbiamo imparato a far merenda e a mangiare senza dire “non mi piace”. Con loro abbiamo imparato a fare il fiocco, ovviamente azzurro per i maschietti e rosa per le femminucce, anche perché uno dei pochi dispetti concessi era appunto quello di sciogliere il nodo a qualcuno. Con le Suore vicino abbiamo fatto i vaccini, con loro abbiamo imparato le prime canzoni in italiano della nuova Messa post-conciliare. La prima che ricordo fu “Tu sole vivo”. Con loro abbiamo conosciuto e celebrato la Festa della Mamma, per la quale ogni anno si preparava un piccolo spettacolo. Un anno la recita iniziò con un motivetto reso indimenticabile dalla guida ritmata della madre superiora, il cui refrain metto tra parentesi: “Buongiorno Mamma (tre-quattro) te lo voglio dire con un fiore (tre-quattro) è il primo fiore che porto a te, bel fiore di paradiso (tre-quattro). Mamma (tre-quattro)….”.

Quando andavamo all’asilo, a piedi, portando un cestino di vimini con una merenda che oggi nessuno riuscirebbe a definire tale, entravamo per il piccolo cancello che portava alle nostre aule, tutte al piano seminterrato, quello che affaccia sul piazzaletto dove c’era e ci sarà ancora la Madonnina. Non entravamo mai dal portone principale. La mattina di ogni Natale, però, dopo la Messa del Fanciullo, quel portone si apriva anche per noi e potevamo sgranare gli occhi davanti al presepe preparato dalla Suore nell’atrio del palazzetto. Le statue, certamente più grandi di quelle di tutti gli altri presepi di Miglianico, a noi sembravano molto più grandi perché a quell’età tutto sembra più grande. Nella nostra memoria ci sono ampi spazi. Oggi ci appaiono per quel che sono. Ma l’acume di chi ha progettato l’attuale ristrutturazione ci ha consegnato un ambiente che è - non appare - molto più ampio di quel che si potrebbe immaginare ricordando il vecchio asilo.

Non c’è più, da almeno 40 anni, la chiesetta dove era custodita la statua di Sant’Anna che era oggetto della più breve processione della nostra storia locale. Quella piccola chiesa dove pure si celebrava la Santa Messa e ci son stati anche matrimoni la potremo sentir raccontare o potremo rivederla solo in fotografia. Al suo posto oggi c’è una delle due sale che affacciano su via Sud. Ma, come diceva il suo Cristo crocifisso a don Camillo, “Dio è ovunque”, per far quel che vi si organizzerà, anche chi non sarebbe mai entrato in chiesa prima o poi saprà che lì c’era la chiesetta di Sant’Anna.

Questa sera dunque sarà festa, una bella festa di quelle che restano nei ricordi e che sanno fra riemergere ricordi bellissimi. Una grande emozione.