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I giorni della civetta, delle api, dei corvi e degli avvoltoi. Un lungo fine settimana tra genio, passione, vecchi vizi e un pizzico di squallore

Categoria: Notizie
Pubblicato Lunedì, 09 Novembre 2015 18:17
Scritto da Maurizio
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Per qualche minuto ho pensato che sarebbe stato più facile e, forse, anche più efficace, almeno mediaticamente, trattare i singoli eventi di questo fine settimana appena trascorso con distinte note. Ma alla facilità ed alla opportunità di avere l’effimero successo di una più facile lettura ho fatto prevalere la necessità di mettere tutto insieme, perché, come col volo degli uccelli e degli insetti, nel contemplare certi fenomeni non bisogna mai essere distratti dal fatto che essi avvengono in cielo, nel nostro cielo, cioè nella nostra Miglianico.
Per fortuna il primo volo è quello restato più lontano, in ogni senso. È stato quello di spelacchiati avvoltoi che hanno provato a speculare in maniera così squallida che credo non sia mai accaduto nella nostra storia locale recente su una distorta lettura di un fatto, anch’esso non commendevole.

 

Parlo della trasmissione “Mi manda RaiTre” andata in onda il 5 novembre scorso e che ha trattato del tragico incidente che un anno fa si è portato via Valentina e Pierpaolo. Detto che la tragedia è tragedia e basta, va anche detto che usarla così, come alcuni hanno provato a fare, è cosa, diciamo così, poco rispettosa quantomeno dell’onore che riserviamo ai defunti. In studio si sono affastellati interventi appropriati e alcuni così sconclusionati da giustificare quelli che non vogliono pagare il canone RAI. La conduzione ha avuto molto poco di giornalistico, o forse, è stata perfetta se il giornalismo di punta oggi è proprio quello lì, non ho tempo e voglia di giudicarlo. Non è mancata, purtroppo, una nota di inappropriata maleducazione proprio quando si sarebbe potuto evitarla. Ma ci sta, inutile ricamarci sopra. Quei minuti di servizio pubblico, che sinceramente non mi sono piaciuti per l’impostazione data e per le conclusioni che inevitabilmente non potevano essere migliori, richiederebbero un commento diffuso e quindi molto spazio. Ma qui non lo merita.
Merita un commento di condanna, pietosa ma fermissima, il tentativo di speculare molto inappropriatamente sull’evento, collegando ad esso una notizia di ben altro genere, pubblicata su un noto quotidiano locale e relativa alle scelte attuate dall’amministrazione comunale in merito al menu della mensa scolastica. “Progetto Miglianico” o chi per esso gestisce il suo sito, ha scritto che quella notizia positiva della mensa scolastica sarebbe stata data “per smaltire l’indigestione di rospi ingioiati in diretta TV. La strategia della distrazione delle masse in salsa locale”. Chi ha scritto questa parole (e anche l’autoreferenziale presidiatore di social da importazione che si è lanciato in uno dei suoi ormai “noti” commenti) non merita molto, a parte la compassione unita alla tristezza di vedere a che punto di bassezza è arrivati in certi palazzetti cittadini.
Il Sindaco ha fatto bene a partecipare alla trasmissione. Per inesperienza o per mancanza di cattiveria non immaginava che poteva essere una “caciara”, come l’ha giustamente definita in certi frangenti. Ma ha fatto una bella figura. Innanzitutto ci ha messo la faccia ed ha detto cose esatte e ben dette. Il presidente della Provincia, che è del PD come “Progetto Miglianico” (anche se il PD un po’ si vergona di questa sua propaggine Miglianichese) s’è squagliato con una scusa qualunque e senza che i nostri residui “progettisti” abbiano avuto il pudore di commentarlo e biasimarlo. Il nostro Sindaco ha commesso forse l’errore di non affondare su alcune castronerie e su stantii slogan pietistico-demagogici cha hanno infiocchettato una trasmissione perciò non memorabile. La prossima volta sicuramente sarà più accorto e diffiderà di certi inviti senza prima premunirsi a dovere.
La luce solare di questo fine settimana, per fortuna, ha cancellato il triste volteggiare di quegli avvoltoi da cartone animato e ci ha offerto il volo delle api laboriose che hanno allestito tutto il necessario per la due sere di “Novello e castagne”. Donne e uomini della “Pro Loco”, guidati da un instancabile e paziente presidente-ovunque, l’amico Tommaso Palmitesta, hanno compiuto un altro miracolo organizzativo sicché tutto è poi stato pronto, efficiente, accogliente e gioioso.
Mentre il lavorio delle api animava la piazza coi suoi preziosi preparativi, venerdì sera, in sala civica, c’è stata l’assemblea dell’associazione “Miglianico Cambia”. Sono arrivato tardi, trattenuto altrove da un impegno carico di affetti lunghi una vita intera. Ho ascoltato. Non sono intervenuto, anche se c’era da dire e, quantomeno da precisare non poco. Ma ho scelto di godermi il piacere di un’assemblea zeppa di cose buone e di fattività, di spirito positivo e di una novità che sta facendo nuove molte cose a Miglianico.

Larga parte del lavoro fatto e di quello in programma è affidato alla tenace intelligenza di due donne, le dott.sse Cinzia Diotallevi e Marta Volpe. Pensavo con tenerezza alle immagini registrate che mio zio Cecchino mi mostrò subito, appena arrivato in Australia, l’8 dicembre del ’96. Era il filmato di una processione di San Pantaleone e lo zio mi fece notare che c’ero anch’io e che portavo in braccio una bellissima bambina: era Marta. Vederla così pronta e partecipe alla costruzione del futuro della nostra Miglianico mi ha dato ancora una volta la gioia che ho provato quando Antonello è diventato giornalista professionista e poi Accademico della Cucina, quando Fabio è diventato sindaco, quando, come loro, tante e tanti che ho visto nelle aule del catechismo o figli pargoli nella case degli Amici, sono diventati bravi protagonisti della nostra Comunità. Aver scommesso sul nuovo, senza se e senza ma, mi ha reso ancor più antipatico a certi vecchi Amici (lasciandomi assolutamente indigeribile per i nuovi) ma continua a darmi gioia. Facevo queste belle riflessioni quando è stata data la parola alla dott.ssa Maria Cristina Monaco, che ho confessato di aver conosciuto fin dalla nascita, essendo la primogenita di Maurizio e Nadia dei quali son testimone di nozze e amico senza data di scadenza. Maria Cristina, pardon, la dott.ssa Monaco è la responsabile della comunicazione di “Miglianico Cambia”, "a gratis", come si suol dire erroneamente, con una passione e una competenza che non mi hanno sorpreso sol perché conosco il valore di Maria Cristina ma mi hanno comunque meravigliato e dato quel piacere profondo e sincero che si prova in certi casi, quando vedi camminare verso il domani intelligenza, ingegno, competenza, passione e affetti inossidabili.
La civetta di Atena, simbolo di saggezza e di ingegno, ha lungamento volteggiato in sala civica. È venuta a posarsi un attimo sulla mia spalla per rassicurarmi quando mi ha visto attonito. In pochi minuti ho dovuto percorrere il tragitto che va dal passato remoto al passato prossimo, attraversando il presente e entrando nel futuro. Un bel colpo, uno strappo da missile interplanetario. Temo solo - questo avrei voluto e dovuto dire - che non tutti possono o sono disposti a farlo così velocemente. In altre parole, è importante, è necessario che “Miglianico Cambia” prosegua nel suo incedere progrediente ma si tenga lontano dal pericolo che si corre quando la convinzione rischia di farti sbandare nella supponenza. Le grandi idee come le piccole idee, i progetti come le elaborazioni teoriche possono segnare il futuro, sicuramente lo faranno, ma, se non sono accompagnate dal consenso consapevole del presente, di esso non fanno parte e sono destinate al solo riconoscimento del tempo che verrà, a volte postumo (aver ragione molto tempo dopo non sempre dà soddisfazione, almeno per me è così).
La buona politica è saper progettare il futuro con coraggio, operando nel presente con tenace umiltà.
Ma non poteva esser un caso che il simbolo della sapienza si fosse attardato così a lungo dalle nostre parti.
Sopra quel costosissimo scatolone di cemento lievitato che è oggi la sala civica la nostra amica ha volteggiato perché s’è concretizzata un’idea geniale, come lo sono le invenzioni che appaiono semplici dopo che uno però le ha realizzate per primo. Si tratta della macchina per “crastare” (incidere) le castagne. È stata inventata e realizzata dall’amico Vincenzo Marinucci, che del disneyano Archimede Pitagorico ha la disarmante simpatia umana. Vincenzo è sempre stato ingegnoso. Già da piccolo era sempre accanto al papà Gino e soprattutto allo zio Roberto a far cose e a pensare soluzioni, allenando una mente e una capacità paziente di realizzazione che oggi abbiano potuto ammirare in questa che è solo la più recente delle soluzioni ai problemi che ha ideato e attuato.
No, non siamo un Paese di poeti, santi, inventori e navigatori; quelli erano slogan buoni per le scritte nere sui marmi bianchi di un impero di cartapesta.
Ma siamo Miglianico, il paese che sa avere passione e intelligenza, che sa fare tante cose buone, della buona intelligenza, che può permettersi perciò di avere pietà per gli avvoltoi.
E i corvi?
Beh c’erano, eccome! Si aggiravano, di nascosto, o quasi.
Il loro volteggiare interessato e il loro sgradevole gracidare lo racconterò tra qualche giorno.
Ora godiamoci il volo delle api laboriose e della sapiente civetta, le amiche di Miglianico.