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Il mistero della sedia spostata - alias - La maggioranza perde pezzi o qualcuno si è perso la maggioranza?

Categoria: Notizie
Pubblicato Lunedì, 26 Ottobre 2015 18:16
Scritto da Maurizio
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Il richiamo al passato per meglio comprendere alcuni fatti contemporanei non è solo un esercizio che molti fanno e che sanno fare traendone indubbie illuminazioni o, comunque, indicazioni per non cadere in errori evitabili. A volte il richiamo al passato è solo un atto quasi istintivo, perché ci sono notazioni, ricordi o riferimenti che ci vengono spontanei.

Il 12 ottobre, per chi ha frequentato le scuole dell’obbligo almeno fin verso la fine del secolo scorso, era il giorno della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo. Ci toccava questo richiamo ogni anno con temi disegni e altre attività scolastiche. E in molti, perciò, associamo automaticamente questa data proprio a quel lontano evento di mezzo millennio fa. Si tratta di una cosa così conosciuta da essere diventata fonte di citazioni proverbiali. Ad esempio, per sminuire una qualche trovata si dice “ecco, questo ha fatto la scoperta dell’America!” o in maniera più dotta si fa richiamo all’uovo di Colombo quando si è trovata una soluzione semplice che nessuno aveva ancora presentato.
Involontario o determinato, comunque divertito, se ci fosse, il facitore della nostra piccola storia locale ci ha fatto fare una scoperta proprio il 12 ottobre del 2015.

 

Non sarà di portata storica ma non è neanche una battuta di spirito, tutt’altro. Sarà, anzi, è una cosa alquanto seria, più complessa di quel che potrà apparire ad alcuni. Il 12 ottobre infatti c’è stato il Consiglio Comunale. Era prevista una seduta perlopiù tecnica, infatti la maggioranza di “Miglianico Cambia” non ha sollecitato la partecipazione popolare col suo efficace battage mediatico e le minoranze non hanno sventolato vessilli di battaglia. Il pubblico presente era di meno di cinque unità.
Invece è successo quel che pochi si aspettavano. Si è appalesato un qualcosa che alcuni probabilmente già sapevano. Si è concretizzata un’operazione che qualcuno forse ha fortemente voluto.

Cosa? Un consigliere della maggioranza, il giovane ed egregio Antonio Di Sipio, già prima che iniziasse la seduta, si è accomodato, col suo volto mite e sorridente, su quelli che in gergo si chiamano “i banchi dell’opposizione”. Per la precisione s’è accomodato all’ala estrema, a fianco del consigliere Tino De Marco del M5S. Per estrema precisione cronologica lo ha fatto ancor prima che si sedesse il suo vicino.
Ora va anticipato quel che qualcuno racconta come un antefatto che, aldilà della sua veridicità non comprovabile, può avere un qualche significato. Vero o falso che sia, diciamo che si tratta di un simpatico retroscena che dev’essere tenuto presente per chi vorrà poi analizzare e approfondire la vicenda. Qualcuno della maggioranza o per conto della maggioranza, avrebbe preventivamente sistemato le sedie aggiungendone una sul tavolo delle opposizioni e non mettendola su quello della maggioranza. Il gesto, se vero, è stato accidentale o provocatorio? Potrebbe essere buona l’una o l’altra versione. Infatti il consigliere Di Sipio sembra non abbia formalizzato alcun cambio di casacca (almeno non lo aveva fatto fino ad allora), quindi nessuno poteva e doveva pensare a una sua collocazione in una posizione opposta a quella consueta. Ma se c’è stato poi chi ha fatto circolare questa ricostruzione, va a finire che la manina anonima che ha spostato la sedia deve averlo fatto con personale cognizione di causa.
Lo sviluppo della seduta consiliare, peraltro sempre divertente quando si parla e si battibecca sui debiti passati che la minoranza di “Progetto Miglianico” nega che esistano salvo poi votare il provvedimento che li riconosce, ha silenziosamente confermato che la scelta del consigliere Di Sipio, il primo transfuga di questa consiliatura, non è stata solo di collocazione fisica del proprio appoggio alla poltrona consiliare. Il giovane e brillante dott. Di Sipio, infatti, ha seguito esattamente le determinazioni di voto del gruppo M5S e ha avuto modo di accennare a una qualche dichiarazione, tanto da essere anche richiamato, alquanto bonariamente, dal sindaco sul un non determinato aspetto legato alla coerenza delle decisioni assunte negli ultimi mesi. Ma dalle sedie del pubblico non si è capito bene il dettaglio… È stato uno scambio, come si dice, cifrato.
Ma ora il problema c’è.
Il problema c’è e non può essere ridotto alla coincidenza con la scoperta dell’America o inseguendo il mistero di una sedia che si sposta da sola. No, non è un gioco e non è questione di spiritismo, anche se forse non tutto è lontanissimo da persone di cattiveria e perfidia non demoniache ma certamente non da favoletta. Il problema, dunque, è capire se è la maggioranza che perde pezzi o se c’è qualcuno che si è perso la maggioranza sulla quale contava. Va capito anche se c’è un movimento che non si limita, non punta ad uno o più distacchi di questo da quello. Sembra una ricerca o il lancio di un segnale. Potrebbe addirittura essere un abbozzo di riperimetrazione di spazi per una collocazione di uno e/o di altri non nel panorama politico ma nel quadro amministrativo locale di primo, secondo e terzo livello.
In tempi di vituperata “Prima Repubblica” un passaggio del genere sarebbe stato obbligatoriamente chiaro, perché, in apertura della seduta consiliare, il Sindaco allora, oggi il Presidente del Consiglio comunale, avrebbe comunicato la decisione, fatta in forma inevitabilmente scritta e protocollata, del tal consigliere comunale di aderire a questo o a quell’altro gruppo consiliare, lasciando il proprio nel quale era stato eletto. Viceversa, se questo non fosse accaduto in una direzione, sarebbe comunque accaduta in quella opposta: il capogruppo avrebbe comunicato l’espulsione del consigliere tal de’ tali dal proprio gruppo d’origine, sicché al consigliere sarebbe stato poi fatto formale invito a comunicare la sua scelta di appartenenza a un diverso gruppo consiliare. Questa cosa del dover chiarire in che gruppo si sta non è un fatto di dover forzare la propria simpatia politica collocandola in una determinata casella, bensì è un obbligo di correttezza istituzionale legato al funzionamento dell’assemblea cittadina. Infatti ogni assemblea elettiva opera secondo un regolamento che prevede, appunto, che i Consiglieri, almeno per certi adempimenti, debbano essere parte di un gruppo consiliare.
Questo non è avvenuto, almeno non è avvenuto entro il 12 ottobre scorso. È avvenuto dopo? Non lo sappiamo. Certamente avverrà. Ma, intanto, la sedia, che ha quattro piedi ma non ha gruppo di appartenenza, si è già spostata da sola o l’hanno già spostata.
Ai pochi Concittadini, che non conoscono né la vicenda né quel che è la sua origine e né quel che sarà il suo sviluppo, essa andrebbe spiegata nel dettaglio. Ma occorre avere la pazienza e, soprattutto, occorre avere il rispetto delle persone e del loro ruolo pubblico, perché altrimenti si rischia di mettere il giudizio - che ci sarà - avanti alla narrazione, anzi all’accertamento dei fatti, soprattutto davanti alla conoscenza di quel che i soggetti interessati vorranno e dovranno precisare.
Purtuttavia si concederà di fare domande, cioè si possono mettere sul tappeto i quesiti che ogni Cittadino elettore ha il diritto di porre. Ciascuno degli interroganti dovrebbe, il più possibile, elaborare ogni domanda nel modo che consenta una risposta e non una discolpa. Proviamo a farlo.
La prima domanda potrebbe essere quella che sùbito hanno fatto i non amici della maggioranza di “Miglianico Cambia”: senza il consigliere Di Sipio, che ha “portato” in dote 122 voti di preferenza, la maggioranza deve sentirsi diminuita o deve sentirsi addirittura una minoranza? Il travaso di voti a posteriori non si può fare, ma la valutazione politica dello stato di fatto del consenso sì.
La seconda domanda potrebbe essere più tecnica: cosa cambia nel percorso consiliare dei vari provvedimenti che la maggioranza dovrà portare all’approvazione del Consiglio Comunale? Ci saranno decisioni a rischio? Ci saranno Consigli comunali mandati deserti per mancanza di maggioranza causa l’assenza fortuita di uno o due consiglieri di “Miglianico Cambia”? I voti di fiducia non si usano quasi mai nei Consigli Comunali, ma alcuni provvedimenti, se bocciati, mandano tutti a casa.
Poi c’è la domanda che non sarà scevra da letture malevole ma che ognuno ha il sacrosanto diritto di fare: cosa si è rotto tra Di Sipio e i suoi amici di MC? Il dott. Antonio Di Sipio, che è persona di viva intelligenza oltre che di gradevole educazione, non è un acquisto elettorale messo in lista in corso d’opera ma compare nella fotogallery del “Chi siamo” di Miglianico Cambia. Il dott. Di Sipio ha conosciuto e condiviso idee, metodi, compagni di strada e ogni singola persona di quel gruppo. E lo ha fatto sin dagli inizi, non per un’avventura primaverile.
Altra domanda, non leggera, anche se può appare frivola, è questa: il dott. Di Sipio ha scelto il gruppo M5S o è stato quel gruppo ad aver avvicinato un consigliere isolato o auto-isolatosi?
Una domandina cattivella ci sta bene, anche se la risposta è scontata (“no”): nel suo distacco e attracco c’entrano ambizioni personali o interessi particolari di una o più persone?
Prima di far scattare il contatore, per dar tempo a chi deve rispondere di farlo con completezza e con giusta calma, c’è un’ultima domanda che è, invece, buonissima e che ha anch’essa una risposta scontata: il gruppo di “Progetto Miglianico” sapeva di come e del perché c’è stato questo “spostamento di sedia”, come mai nessun commento?
La risposta è scontata, sarà la prima che daremo in mancanza di quelle attese.
Non oggi, la daremo in un’altra data di quelle che sono facili da ricordare.