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Libertà di movimento e non solo

Categoria: Notizie
Pubblicato Mercoledì, 07 Ottobre 2015 13:15
Scritto da Maurizio
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Aver vissuto una meravigliosa stagione estiva, non solo dal punto di vista climatico, è stata un’esperienza che ha lasciato bei ricordi ma anche non pochi spunti di riflessione.

Qualcuno dice che si sono fatte troppe feste. Altri dicono, ovviamente, cose opposte, quanto ad apprezzamento, cioè lamentano che si fanno tante cose ma manca il big, il concerto superaffollato o l’evento di rilevanza nazionale. Il fatto certo è che la Pro Loco, con la sua nuova e brillante organizzazione, rivelatasi un eccellente mix di vecchi e nuovi dirigenti, ha saputo rispondere alla grande alle attese di chi chiedeva un’estate animata da eventi di ogni sorta. Alla Pro Loco si sono affiancati protagonisti di ieri e di oggi, dall’ASD ADES all’Accademia Musicale, passando per altre associazioni, soprattutto per le molte ore del generoso volontariato di tanti, arrivando al Comitato Feste (anch’esso nuovo) con la supervisione e la concreta attività di supporto e spinta dell’Amministrazione Comunale.

Consuntivo positivo. Già detto?

 

È giusto ripeterlo a vantaggio di chi è stato bravo e anche di chi è rimasto stupito si, ma negativamente perché, sorridendo, “gufava”. Complimenti a tutti. E a tuti un grazie per quel che è stato fatto.

Restano altre riflessioni che non hanno il clamore dell’applauso ma i cui effetti non possono scemare e disperdersi rapidamente come un’ovazione.

Sono le riflessioni che vanno fatte in questi mesi di quiete autunnale e invernale, quelli nei quali si può, si deve avere il tempo di pensare, scegliere, progettare e avviare a realizzazione ogni novità, sia pure limitata a una modifica dell’esistente.

Bisognerà riflettere se le feste sono davvero troppe e se sono tali da disperdere forze fisiche e contributi economici, i quali ultimi gravano quasi unicamente sulla generosità delle ditte produttive e commerciali del territorio. Bisognerà riflettere sull’ipotesi di scegliere tra quel che c’è o di inventare qualcosa affinché ci sia, cioè cominci ad esserci, qualcosa che sia caratterizzante e perciò duraturo per Miglianico.

Bisognerebbe fare solo poche cose e buone o far in modo che ci siano più appuntamenti possibili? Questa è una scelta non facile.

Bisognerà progettare un calendario che sia omogeneo; che sia rispettoso di ogni esigenza o aspirazione; che possa esser conosciuto in anticipo sia per le altre mille ragioni sia perché si potranno evitare reciproci equivoci tra richiedenti e sponsor; che sia ben collocato nel tempo senza troppo affollamento ma anche senza la tentazione di allestire una interminabile successione di date che lo annacquino anche nell’attenzione dei Cittadini.

Intanto, per ora e il prima possibile, bisogna pensare a come mettere a disposizione il territorio degli eventi ipotizzati. Miglianico è una Cittadina di collina; non ha molte piazze, quelle esistenti sono concentrate in centro e se questo porta facilità in certe scelte perchè quasi obbligate, comporta anche problemi sul versante di quella che è la libertà di movimento di chi in centro abita e di chi in centro svolge la sua attività commerciale, produttiva o professionale.

Non si deve arrivare allo scontro degli egoismi. Ma, prima dello scontro che non può esserci, c’è però il disagio che invece c’è. È vero che, a fronte della più facile godibilità degli eventi più importanti, chi abita nelle aree del centro cittadino deve accettare una qualche limitazione nel potersi spostare in auto o un qualche disagio nell’esser raggiunti a casa non solo in auto da amici e parenti ma anche, malauguratamente, in autombulanza o altro mezzo di soccorso da chi viene chiamato per urgenze. È anche vero che, tra i cinquanta mercati settimanali e i giorni di festa dell’estate ma anche dell’autunno come i (forse troppi) week-end dell’”Eros in mostra” e di altri eventi, sono quasi cento i giorni con sostanziose limitazioni di movimento per chi abita e opera in centro cittadino. E, se per i Cittadini residenti, si tratta ormai di una convivenza con il problema, per i commercianti, oltre che per chi ha altre attività produttive o sedi professionali, la convivenza con le chiusure di strade e piazza non è sicuramente né facile né, come si può dire, gratis.

A parte c’è il caso dei matrimoni che molti amano far celebrare nel Santuario di San Pantaleone ma di sabato mattina quando in piazza c’è il mercato e in piazza dovrebbero passare i festosi cortei nuziali. Per le altre sacre funzioni problemi ci sono stati, inutile far finta di niente.

Il problema che si intende risolvere positivamente con l’attivazione dei parcheggi regolamentati da disco orario, lo si lascia così ingigantire per mancanza di ogni valutazione nei giorni di semplice chiusura del traffico in centro. Può bastare avere attenzione nelle ordinanza di chiusura al traffico, cioè predisporre la transennatura delle vie centrali dopo l’orario di chiusura delle attività commerciali. Forse non è l’ideale ma è necessario. Chiudere il traffico quando i negozi sono ancora aperti significa danneggiarli in un qualche modo, aiutarli in certi altri frangenti. L’ordinanza può prevedere anche orari elastici in mancanza di una viabilità alternativa. Chi organizza feste e manifestazioni capirà che cavi e tavoli si possono sistemare anche dopo, almeno in certi giorni. Quando poi ci sono eventi particolari ci saranno attenzioni particolari sia nel concedere qualcosa in più sia nel non concedere anche nulla, perché non si chiude un centro cittadino per niente o quasi, come pure può capitare, come è capitato (il riferimento è, ad esempio, ad una gara di ciclismo che ha paralizzato non solo il centro abitato ma molte altre strade comunali, portando alla nostra economia locale forse dieci caffè e qualche bottiglietta d’acqua minerale…) .

I commercianti di Miglianico sono parte della nostra Comunità. Devono essere considerati tali nel bene (quando contribuiscono) e nel male (quando richiedono specifica attenzione) con la stessa gioia. Poi c’è chi s’agita di più o chi non parla mai. La gioia nel farli sentire parte attiva deve essere profusa allo stesso modo. I casi “specialissimi”, se dovessero mai presentarsi, vanno trattati a parte (ci sono?! E vabbè!.. pazienza, ci vuole pazienza nel trovare soluzioni o nell’attendere che si isolino da soli).

Questo periodo di riflessione deve essere utilizzato anche per ripensare ad una viabilità che è stata oggetto di attenzione da parte della nuova Amministrazione Comunale con il rifacimento dei marciapiedi in via Roma e con la segnaletica orizzontale, ma che presenta ancora problemi, vecchi problemi lascito del paternalismo inefficiente e della superba indifferenza degli anni passati. Già accennati in precedenza, li riproponiamo, perché sembrano essere oggetto di schizofrenica messa a fuoco: da un lato la polemica dei “colpiti” ad ogni giro di multe (una ciclicità atipica ancora da alcuni non compresa) e dall’altro il dimenticatoio nel quale sembrano destinati ad essere inghiottiti ogni tanto.

Miglianico avrebbe forse bisogno di soluzioni apparentemente semplici come il recupero di alcuni posti auto in centro. Se si è concesso uno o due posti ad un’attività commerciale, vanno restituiti al traffico perimetrando altri spazi disponibili. La realizzazione di piccoli tratti di viabilità a senso unico consentirebbe, oltre ad una maggior snellezza del traffico, anche a poter allocare posti auto - sempre a zona disco e disegnandoli sa spina di pesce – in pieno centro, come nel tratto di via Roma dal “Bar Kadò” a “Nuvole”, o, se individuati, in altri tratti di strada cittadina. Anche il ridisegnare i posti auto in determinati tratti di strada sarebbe utile, oddio, forse rovinerebbe il disegnino tirolese che tanto abbiamo pagato, ma non importa. Come si potrebbe, con più fatica ma non affrontando l’impossibile, ricavare posti auto davanti all’Ufficio Postale, concordando con l’Amministrazione di Poste Italiane il semplice spostamento della rete di recinzione e asfaltando un’area che basterebbe ad almeno sei ma anche otto auto, sempre a spina di pesce. E poi va considerato che in meno di trecento metri in via Dante Alighieri ci sono due bar, le Poste, le fermata dell’autobus, un minimarket, un medico di base e un medico dentista oltre ai diversi accessi in aree private. Tra un po’ tornerà anche la Caserma dei Carabinieri. Qualcosa va fatto. È vero, prima non è stato fatto niente e si è lasciata fiorire l’abitudine al parcheggio selvaggio. Ma le cose devono cambiare. Deve cambiare, a suon di multe se occorre, anche l’abitudine dei soliti (tanto son sempre i soliti) che non vogliono fare qualche passo in più perché pretendono di entrare nel bar o nella Farmacia o a comprare sigarette (approfittando anche per uno o due giro di lotto, enalotto o altro), con tutta la macchina addobbata dalle quattro frecce accese. Deve cambiare l’abitudine che riserva ai soliti, solo ai soliti, determinati posti auto, quasi fossero spazi privati e, peggio ancora, a riservare loro spazi che non sono neanche posti auto, cioè uno spazio pubblico per la cui occupazione normalmente si paga.

Insomma, in attesa di tornarci, com’è giusto che sia in un momento di cambiamento che serve e servirà ma che fa discutere, è bene dedicare qualche ora di serena e intelligente riflessione affinché Miglianico si possa presentare, in occasione della prossima estate, più accogliente che mai, più vivibile, più armonica nel movimento e nella distribuzione del traffico, sempre più attenta non solo a chi viene ma anche a chi vive qui, attentissima ai più deboli come i bambini, i vecchi e i disabili, così da essere il luogo, la Cittadina che gli altri ci invidiano non solo perché è bellissima ma perché ci si vive (e ci si muove) bene.