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Tutti gli articoli della stampa locale sugli incendi dell'ottobre 2010

Categoria: Rassegna Stampa
Pubblicato Giovedì, 17 Ottobre 2013 11:18
Scritto da Antonello
Visite: 2171

Pubblichiamo il testo di tutti gli articoli della stampa locale in merito agli incendi dell'ottobre 2010 così da ricordare come venne accolta dalla comunità dell'informazione quell'evento.

 

IL CENTRO

 

17 ottobre 2010


 
Auto bruciate e danni all'ufficio comunale


Francesco Blasi
 MIGLIANICO. Due auto del Comune ridotte a carcasse fumanti e danni consistenti al pianoterra del municipio, dove le fiamme hanno in parte distrutto l’ufficio tecnico. E’ il bilancio del rogo di ieri notte nel porticato di palazzo di città, innescato da cause che sono al centro dell’indagine dei carabinieri. Un episodio, inaspettato, che ha turbato i cittadini di Miglianico.
 Sembra che a prendere fuoco sia stata una o entrambe le auto, dopodiché l’incendio si sarebbe esteso all’interno dell’ingresso e degli uffici sul piano-strada. Uno dei due veicoli, una Punto degli anni novanta, si sarebbe addirittura mossa metendosi in marcia e avvolta dalle fiamme ha attraversato piazza Umberto I per fermarsi sul marciapiedi opposto, dove le fiamme hanno toccato l’ingresso di una bottega di oreficeria. Intorno alle tre e mezza, in piena notte, i residenti del centro storico sono stati svegliati da una sequenza ravvicinata di esplosioni. Sono partite diverse telefonate al 115, e i vigili del fuoco di Chieti erano già prima delle 4 al lavoro per spegnere gli incendi. Sul posto anche i carabinieri della locale stazione, che hanno cominciato l’esame della situazione quando i pompieri erano ancora all’opera. C’è ancora molto da chiarire sulla dinamica dei fatti. E se quelle esplosioni siano stati la causa oppure l’effetto delle fiamme. Una ricostruzione al momento accreditata, in attesa del definitivo esame scientifico delle due carcasse, attribuisce l’innesco a un corto circuito del motorino di avviamento della vecchia Punto, che si sarebbe messa in moto con un principio di incendio che si sarebbe poi trasmesso all’altra auto, una Fiat Grande Punto acquistata di recente dal Comune. Le fiamme si sarebbero estese all’interno del portico, dove le esplosioni causate da residui di carburante tra il motore e il serbatoio e dalla pressione negli pneumatici salita di pari passo con la temperatura, avrebbero proiettato le fiamme all’interno dell’edificio. Dove è andato in cenere una parte dell’archivio dell’ufficio tecnico insieme a computer, stampanti, fotocopiatrici e condizionatori. «Una stima dei danni al momento non è possibile», osserva il sindaco, Dino De Marco, «ma almeno l’esame della struttura del portico, che sorregge la facciata dell’edificio, sembra aver escluso danni strutturali. Rimane da fare una disamina dettagliata di quanto è andato distrutto all’interno».
«Da quanto ne sappiamo», osserva il sindaco, «gli inquirenti indagano in tutte le direzioni. Noi ringraziamo i vigili del fuoco e i carabinieri per la celerità dell’intervento e la pronta messa in sicurezza del teatro dell’incendio».
 
 
Paese tranquillo, la gente però ipotizza tensioni su case popolari e prg
 



 MIGLIANICO. Ipotesi accompagnate al timore di trovarsi di fronte a un episodio che rompe con la tradizione di una cittadina tranquilla. Che dietro il rogo ci siano persone, e non fortuiti inneschi a catena tra cortocircuito, fiamme e esplosioni. E le ipotesi che ieri circolavano in paese erano tante. C’è il riassetto delle assegnazioni delle case popolari, per esempio, o la variante al piano regolatore, che introduce molte novità. «Le voci che si sono diffuse sono molte, anche fantasiose», spiega Silvio De Lutiis, segretario cittadino di Sinistra e libertà che appoggia l’amministrazione di Dino De Marco. «Anche se è indubbia la ventata di trasparenza portata dalla maggioranza, noi aderiamo fino a prova contraria all’ipotesi accidentale. Altrimenti, vorrà dire che dovremo confrontarci con qualcosa che a Miglianico non ha precedenti». (f.b.)
 
18 ottobre 2010
 
Auto del Comune a fuoco De Marco: «Nessun attentato i cittadini stiano tranquilli»
 



 MIGLIANICO. «Nessun attentato, perché se in linea teorica è possibile tutto, attenendoci ai fatti così come sono stati ricostruiti fino a questo momento non ci sembra che si possa sostenere un’ipotesi diversa dall’autoinnesco come causa dell’incendio di sabato notte». Il sindaco, Dino De Marco, invita alla tranquillità i suoi concittadini dopo il rogo che ha distrutto due auto del Comune e una parte del pianoterra del municipio. Tra la gente si era fatta strada l’ipotesi che il Comune fosse stato vittima di una ritorsione messa in atto da persone che in qualche modo avessero subito un torto dall’amministrazione. «Non c’è stata fino a oggi alcuna evidenza di risentimenti o propositi di vendetta nei nostri confronti», aggiunge il sindaco, «e del resto non si ha traccia, nella storia di Miglianico, di atteggiamenti di rivalsa che abbiano poi avuto seguito siano poi sfociati in fatti concreti. (f.b.)
 
19 ottobre 2010
 
«Ora ho paura per la mia famiglia»
 


Francesco Blasi
 MIGLIANICO. «Ora ho paura, per la mia incolumità e quella dei miei familiari», rivela il sindaco Dino De Marco. Con lui, l’amministrazione civica e l’intera cittadina sulla Val di Foro non possono più avere dubbi. Miglianico è sotto scacco di attentatori che fanno sul serio. Sabato, poco prima dell’alba, il rogo al municipio, ieri mattina, le due auto del sindaco incendiate nel cortile dell’abitazione, in via San Giacomo. Il secondo episodio dissipa ogni dubbio sulla natura del primo, indicando ai carabinieri la pista su cui indagare ora che è stata esclusa la matrice accidentale dei roghi a catena che tre giorni fa, in piena notte, avevano distrutto due auto comunali con danni pesanti nei locali dell’archivio e dell’ufficio tecnico.
 E se sabato, a fiamme domate, si poteva ancora ipotizzare un cortocircuito in una delle due Fiat Punto del Comune, questa volta gli ignoti hanno lasciato tracce sufficienti a convincere anche i più scettici. Dopo lo spegnimento delle fiamme che hanno avvolto la Golf e la Yaris di proprietà del primo cittadino - la prima divorata dal fuoco e la seconda soltanto in parte - sono stati rinvenuti quattro inneschi incendiari piazzati sotto le ruote della Toyota, che era stata cosparsa di benzina.
 E’ stato lo stesso De Marco ad accorrere per primo, intorno alle 3,45, con l’estintore in dotazione al suo studio medico annesso all’abitazione. «Le fiamme si sarebbero estese alla casa», racconta, «se non fossimo stati svegliati dalle esplosioni che si succedevano mentre andava a fuoco la Golf».
 De Marco è stato invitato nella tarda mattinata a una riunione a Chieti, negli uffici del governo, dove il prefetto Vincenzo Greco e i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza, i colonnelli Giuseppe Cavallari e Paolo D’Amata, gli hanno assicurato protezione per lui e la famiglia e il massimo impegno delle istituzioni per individuare gli autori degli attentati incendiari.
 «Sono episodi gravissimi», aggiunge De Marco, «di una violenza inaudita per Miglianico, che ci rende tanto più inquieti quanto sconosciute sono le ragioni per colpire me e l’istituzione comunale, che ha sempre operato con massima trasparenza e onestà. Se ci fossero stati motivi per temere minacce con vie di fatto o avvertimenti», annota il primo cittadino, l’anno scorso eletto per il secondo mandato con la lista civica Progetto per Miglianico dopo un primo mandato alla guida di un monocolore Udc, «oggi saremmo vicini alla soluzione. Ma un’analisi dei provvedimenti che avrebbero potuto scatenare risentimenti o peggio propositi di vendetta in soggetti estranei agli ambienti della giunta e del consiglio comunale, non ci ha finora dato alcuno spunto da suggerire agli inquirenti».
 Le parole dell’assessore Catia Mattioli simboleggiano lo choc che vive l’intera cittadina di quattromila anime. «Non sappiamo da chi venga questa minaccia. E’ qualcosa con cui non ci siamo mai confrontati visto che perfino la contrapposizione politica è sempre stata contraddistinta da un’estrema civiltà». Solidarietà e vicinanza al sindaco e all’amministrazione li hanno espressi, fra gli altri, il senatore Pd Giovanni Legnini, il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci, il consigliere provinciale e predecessore di De Marco, Nicola Minconee l’ex assessore al turismo Federico Anzellotti.

Piano regolatore e case popolari possibili moventi degli attentati
 



 MIGLIANICO. Prg e assegnazioni delle case popolari come possibili moventi che avrebbero scatenato gli attentati tra sabato e ieri. Ora si ventila l’ipotesi del piano commerciale comunale, che avrebbe negato a una società pugliese di impiantare un centro commerciale a Cerreto. «Anche nel caso del centro commerciale non vediamo collegamenti», spiega il sindaco Dino De Marco. «Li incontrammo una volta, l’anno scorso, ma poi non se ne fece niente, e in seguito come a tutti è noto è intervenuta la legge regionale che congela i nuovi megainsediamenti» Al centro di congetture, secondo le voci che circolano in paese, c’è l’affaire del deposito di stoccaggio dei rifiuti speciali della Globus, cui l’amministrazione non ha concesso le autorizzazioni. «Ma si tratta di un’azienda di Francavilla», obietta l’assessore all’ambiente Catia Mattioli, «di cui conosciamo i titolari. C’è un contenzioso legale, ma solo sul sito e non sulla realizzazione tout-court. Non è pista da prendere in considerazione». (f.b.)
 
 
20 ottobre 2010
 
«Il piromane non può essere uno di noi»
 



 MIGLIANICO. Dicono che un miglianichese avrebbe affrontato di persona il sindaco e che quindi non sarebbe capace, perché non è nella sua natura, di incendiargli le auto per dispetto. «Di certo», aggiungono, «il piromane non è uno di qui». Lui, il sindaco, è meno sicuro dei suoi concittadini. Anche il giorno dopo l’attentato che gli ha bruciato sotto casa la Golf e danneggiato la Toyota, si sforza di trovare un movente. Nel frattempo gira con la macchina che gli ha prestato un assessore.
 La questione sta in un pugno di numeri. Miglianico, conosciuta per le sue colline, il Montepulciano e il campo da golf, ha 4.800 residenti, almeno un terzo dei quali abita fuori regione. Il resto ha casa intorno al centro abitato abbarbicato vicino alla rocca del X secolo, ahimé deturpata una decina di anni fa. Dino De Marco, oltre ad essere il sindaco al secondo mandato e quindi super conosciuto, fa il medico (specializzato in geriatria). Ha l’ambulatorio al piano terra dell’abitazione e segue qualcosa come 1.850 pazienti «mutuati» e dice di avere altre 50 domande di assistenza che aspettano. In pratica De Marco conosce personalmente un cittadino su tre e almeno altrettanti, aggiungiamo, per il suo ruolo di sindaco. E’ possibile che non gli venga in mente una lite, uno sgarbo, che possa aver innescato la mente del piromane? «No, niente, non ho mai ricevuto minacce, né ho avuto diverbi con chicchessia. Anche sul piano politico, i rappresentanti dell’opposizione con i quali mi scontro più spesso in consiglio, questa mattina mi hanno espresso la loro solidarietà e mi sono vicini. Non ho proprio idea su chi possa essere stato».
 Miglianico si è svegliata sotto un velo di umidità sospinto dal vento da nord e con i drappi della corsa podistica Miglianico tour, che si svolge a giugno, arrotolati sui pali della luce. Dino De Marco, 54 anni, non ha dormito dopo la notte di paura dell’altro giorno. E’ rimasto sveglio fino alle 4 e ha fatto compagnia agli agenti e ai carabinieri che, su ordine del questore, si alternano sotto casa sua a scopo preventivo. «Nessuna scorta, per carità, ma controlli più frequenti», sottolinea lui stesso.
 I danni provocati delle fiamme appiccate alla Golf sono ben visibili sulla porta d’ingresso, sul muro e agli infissi. «E’ stata impiegata la benzina», confermano gli investigatori i quali questa volta non hanno avuto bisogno di ricorrere agli esami del Ris per scoprire che l’incendio è stato acceso con una sorta di miccia sotto l’autovettura. Con le stesse modalità probabilmente era stato dato fuoco alla Fiat Punto del Comune parcheggiata vicino al municipio due notti prima. Un gesto questo a cui in principio non s’era data importanza (si era parlato di autoinnesco) e che alla luce del secondo episodio è stato invece collegato all’attività dell’amministrazione della giunta trasversale Pd-Sel- Udc-Pdl. «Chissà, forse è proprio perché il piromane non si è sentito preso in considerazione nel primo episodio che è voluto tornare a colpire in modo più diretto», è la riflessione che fanno gli investigatori nel tentativo di ricostruirne un identikit psicologico.
 Riunioni in questura a Chieti, agenti in municipio per raccogliere testimonianze, auto di carabineri e polizia che passano con frequenza lungo via Roma. Miglianico assiste passiva per colpa, magari, di qualche «scemo», come dicono qui, «che ha qualche problemuccio». In alternativa ci sono gli scenari più inquietanti legati alle scelte del futuro piano regolatore, del piano commerciale e alle controversie giuridiche affidate al Tar sull’ubicazione dell’impianto di stoccaggio di rifiuti pericolosi e sullo sgombero di due alloggi Ater. «Macché, qui ci conosciamo tutti», insiste il sindaco. Sui centri commerciali era arrivata la voce che dall’Aquila se ne stesse occupando la procura distrettuale antimafia. Voce smentita dagli investigatori. Il sindaco: «E’ risaputo che non c’è stata alcuna scelta su dove ubicare il centro commerciale, c’è stata una sollevazione popolare e poi la legge regionale non lo consente». Così, Miglianico resta con le sue piccole certezze. «In 43 anni ricordo solo qualche furto di autovettura o in appartamento», rammenta Pino, rappresentante. E Stefano, 36 impiegato delle Poste, gli fa eco: «I furti sono aumentati da quando sono arrivati i lavoratori stranieri».
 
Si allarga l abbraccio di solidarietà e condanna
 


Francesco Blasi
 MIGLIANICO. E’ un abbraccio di solidarietà e di ferma condanna degli attentati quello che si stringe intorno al sindaco Dino De Marco e alla sua amministrazione. Anche la dialettica politica cittadina si è fermata per riflettere sull’attacco subito dall’istituzione civica tra sabato e lunedì scorsi.
 Di «episodi di gravità inaudita» parla il coordinamento cittadino del Pdl, che in una nota rimarca come «la nostra comunità è sempre stata estranea a fatti di così grave entità, e crediamo che l’agitazione, lo sconcerto e la paura siano i sentimenti che oggi animano le nostre giornate. Pertanto invitiamo le forze dell’ordine», scrive il Pdl, «a compiere ogni sforzo utile affinché verità sia e giustizia venga fatta».
 «E’ necessario considerare tutte le ipotesi possibili», riprende la nota, «passando dal gesto sconsiderato di un’anima inquieta al rigurgito di un sistema, analizzando ogni singolo aspetto per arrivare alla reale motivazione scatenante. Noi faremo la nostra parte». Il Pdl miglianichese conclude invitando tutte le «forze responsabili a sedersi attorno a un tavolo per compiere insieme le scelte per affrontare al meglio il difficile momento che ha colpito il nostro primo cittadino».
 I giovani dell’Udc abruzzese hanno organizzato per dopodomani, venerdì, al Palazzo della Duchessa (inizio alle 18) un incontro pubblico «per dimostrare solidarietà al nostro amico Dino De Marco e per lanciare un chiaro segnale contro questi atti di vandalismo che sono lontani e non appartengono al nostro modo di vedere e vivere la politica come missione al servizio del bene comune».
 Appoggio al sindaco e all’amministrazione anche da Katja Baboro, sindaco di Torrevecchia Teatina, che stigmatizza «la vigliaccheria di chi ha voluto colpire un primo cittadino serio e onesto».
 E’ una lettera che concentra riflessioni istituzionali e umane quella scritta insieme dai sindaci Adamo CarulliConcetta Di LuzioDomenico Bucciarelli,Settembrino GiandonatoBruno Della PelleAntonio D’AristotilePaolo Nicolò e Mauro Petrucci (Roccamontepiano, Casalincontrada, Fara Filiorum Petri, Casacanditella, Vacri, Villamagna e Ripa Teatina). Vi si legge fra l’altro che «colpire un sindaco è colpire il Comune che rappresenta, ma noi resistiamo insieme a lui nella battaglia per la legalità e il bene del nostro territorio».
 
 
21 ottobre 2010
 
I sindaci vicino a De Marco
 



 MIGLIANICO. Il colonnello Giuseppe Cavallari ha coordinato ieri sul posto le indagini dei carabinieri sui due attentati incendiari di sabato e lunedì con bersagli il municipio e le auto del sindaco Dino De Marco. Il comandante provinciale dell’Arma si avvale di investigatori della compagnia di Chieti che affiancano i militari della stazione locale. Insieme ai suoi uomini, Cavallari ha sentito molte persone alla ricerca di elementi utili all’individuazione dei responsabili. «Stanno lavorando con cura, è evidente che non trascurano nessuna pista», osserva il sindaco, da lunedì sotto la protezione speciale voluta dal prefetto Vincenzo Greco dopo la riunione in prefettura convocata sulla scia dell’incendio alle auto del primo cittadino parcheggiate sotto casa in via San Giacomo. Dodici sindaci, in rappresentanza di tutti i comuni appartenenti all’Unione delle Colline teatine più quelli di Fara Filiorum Petri, Bucchianico, Pretoro, Roccamontepiano, Casalincontrada e Rapino hanno scritto a De Marco manifestandogli «solidarietà da estendere alla comunità miglianichese per gli atti di vigliaccheria subiti», preannunciando per i prossimi giorni una manifestazione da tenersi qui per testimoniare la vicinanza delle amministrazioni comunali del comprensorio.
 Infine, una precisazione viene da Stefano, l’impiegato delle poste menzionato su Il Centro di ieri. «Tengo a sottolineare», racconta, «che non ho messo in relazione i furti registrati a Miglianico con la presenza di stranieri, mentre penso che il confronto politico cittadino si è svolto fin qui su binari di assoluta civiltà». (f.b.)
 
25 ottobre 2010
 
Corteo tricolore per il sindaco De Marco
 


Francesco Blasi
 MIGLIANICO. Il tricolore come simbolo della legalità ha sventolato nelle mani di un gruppo di ragazzi che hanno aperto il corteo. Ieri sera Miglianico è scesa in strada per testimoniare l’unità con il Comuneme il sindaco Dino De Marco.
 Entrambi bersagli tra sabato e lunedì scorsi di un duplice attentato incendiario che ha danneggiato il pianoterra del municipio e distrutto quattro auto.
 «Miglianico ha paura, ma dalla paura discende il coraggio che ci ha portati in strada stasera», spiega una donna nel corteo, «per essere solidali col sindaco e con le nostre istituzioni, e in fondo per essere solidali con noi stessi».
 Da casa De Marco è partita la marcia che si è snodata per le vie del centro storico con finale in piazza Umberto I, davanti al municipio ancora in parte transennato per i danni inflitti dall’incendio.
 E’ stata anche la marcia dei sindaci, una ventina che avevano promesso vicinanza e solidarietà al sindaco, alla maggioranza e a tutto il consiglio comunale.
 Un migliaio i partecipanti, quasi l’intera popolazione attiva del centro che si affaccia sulla valle del Foro.
 «A nome dei primi cittadini, una ventina che hanno sfilatro col tricolore, ha parlato Mauro Petrucci. Il sindaco di Ripa Teatina ha detto, nell’incontro pubblico improvvisato nel portico della casa comunale, che «Miglianico ha subito un attacco che poteva coinvolgere un qualsiasi altro Comune di questo circondario. Per questo gli attentati avvenuti qui ci coinvolgono, riguardano anche noi».
 De Marco, che alla fine della marcia ci racconta di «aver sentito fin dall’inizio di questa assurda vicenda la vicinanza e l’impegno di tutti, a partire dalle forze dell’ordine che stanno investigando in ogni direzione», ha invitato a parlare anche il suo predecessore Nicola Mincone, oggi consigliere provinciale.
 
 
IL MESSAGGERO
 
19 ottobre 2010
 
A fuoco le auto del sindaco: è attentato
 
di ALFREDO D’ALESSANDRO

Un botto nel cuore della notte, la Golf già avvolta e distrutta dalle fiamme, la Yaris aggredita dal fuoco, i vetri che vanno in frantumi. E’ lo scenario da incubo vissuto due notti fa dal sindaco di Miglianico Dino De Marco, vittima di un attentato incendiario sulla cui matrice dolosa non ci sono dubbi. E che, poche ore dopo il rogo che ha interessato due mezzi comunali, ha fatto precipitare il piccolo centro nella paura. De Marco è stato svegliato da un botto dieci minuti prima delle 4, in casa con lui c’erano la moglie e uno dei due figli: il primo cittadino, che è un medico, ha avuto la prontezza di afferrare un piccolo estintore, domare tre focolai e spostare la Yaris, completamente cosparsa di gasolio e con gli inneschi sotto le ruote, dal posto in cui era posteggiata, sotto la persiana della taverna. «Se avesse preso fuoco la casa, poteva essere una strage - dice De Marco, ancora sotto shock. Il fuoco ha spaccato i vetri, danneggiato il portone d’ingresso della casa (la villa si trova proprio alle porte del paese ndr), ha divelto un muro di recinzione alto un metro e mezzo. Mi rimane difficile immaginare - ripete De Marco - chi può essere stato l’autore di un fatto simile: non ho avuto nè presioni nè minacce, non ci sono pratiche urbanistiche o concessioni edilizie bloccate o respinte. Stiamo cercando di dare una soluzione a tutto, non capisco perchè tutta questa rabbia e questa violenza. Per quanto riguarda il mio lavoro di medico, poi, non ho nessun contenzioso medico legale. Certo, prima i due mezzi del Comune, ora le mie auto, due più due fa quattro: è qualcuno che ce l’ha con l’amministrazione comunale». Sul fatto indagano i Carabinieri. Diversi gli attestati di solidarietà.
«Sono assolutamente incredulo rispetto alla serie di atti vandalici che ha colpito prima l’amministrazione comunale di Miglianico e poi il suo sindaco - ha detto il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio. All’amico sindaco va tutta la mia solidarietà per questa serie di episodi. Ritengo che le istituzioni e i cittadini debbano stringersi attorno all’amministrazione che sta portando avanti il suo lavoro nell’interesse della comunità e respingere ogni tipo di tensione». Per il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci «non bisogna cedere di fronte alle minacce, neanche a quelle più violente e sfacciate. Si sta alimentando un clima di tensione sociale finora sconosciuto, che va combattuto a testa alta - scrive tra l’altro in una lettera Paolucci. Insieme possiamo farcela, se nessuno sarà lasciato solo di fronte ai rischi». Piena solidarietà da parte di tutto il movimento giovanile Udc e piena fiducia nel lavoro degli inquirenti «che presto metteranno la parola fine su questi brutti episodi che hanno segnato nel profondo l’intera cittadinanza».


20 ottobre 2010

Casa De Marco guardata a vista

di ALFREDO D’ALESSANDRO

E’ un’indagine a tutto campo, che non privilegia piste in particolare ma che punta a far luce innanzitutto su eventuali contasti fra Comune e cittadini quella che i carabinieri stanno conducendo per risalire a chi ha provocato l’incendio che due notti fa a Miglianico ha distrutto due auto del sindaco Dino De Marco, una Golf e una Yaris. Ad agire potrebbero essere state più persone ma elementi in tal senso per ora non ci sono.
Il sindaco, sentito anche dalla Digos, ha ripetuto ai carabinieri che non ci sono stati motivi di tensione tali, legati all’attività amministrativa, da scatenare tanta violenza. E comunque già dall’altro ieri il servizio di vigilanza a Miglianico è stato intensificato ed esteso, oltre che al primo cittadino, all’edificio che ospita il Municipio ed ai componenti dell’amministrazione comunale visto che due giorni prima dell’attentato a De Marco erano andate a fuoco due mezzi del Comune. Il sindaco intanto si affiderà un sistema di telecamere di sorveglianza per la propria abitazione. «Ci stavo pensando - dice - già dopo aver subito un furto a febbraio. Adesso devo metterle per la tranquillità della mia famiglia anche se stanotte sono passati in continuazione i carabinieri». Nel frattempo il sindaco De Marco continua a ricevere solidarietà. «Siamo di fronte ad un attacco contro la persona e contro l’istituzione - dice il senatore del Pd Giovanni Legnini - Quello che è successo a Miglianico è un nuovo episodio che fa crescere la nostra preoccupazione su come il clima si stia facendo teso. L’Abruzzo non può permettersi di precipitare ancora verso sud: questi episodi non vanno sottovalutati né minimizzati. A De Marco ed all’amministrazione garantiamo che non abbasseremo la guardia: è compito di tutti un impegno deciso e forte a difesa della legalità». Solidarietà dal coordinamento provinciale del Pd di Chieti. Piena solidarietà anche dal senatore del Pdl Fabrizio Di Stefano: «Mi auguro - ha detto Di Stefano - si tratti semplicemente di un atto delinquenziale, a cui la magistratura al più presto metterà il punto, chiarendone le responsabilità. Se si stabilisse che invece non si tratta di qualche bravata, ma di un’azione intimidatoria nei confronti del Primo Cittadino- prosegue Di Stefano- alla condanna del gesto, dovrà aggiungersi una profonda preoccupazione, per il clima di violenza innescato nella comunità di Miglianico». I Giovani Udc Abruzzo invece hanno organizzato un incontro per dopo domani alle ore 18 presso il Palazzo della Duchessa per dimostrare solidarietà al sindaco De Marco.


21 ottobre 2010

Miglianico/Attentati De Marco
dodici sindaci preparano
una manifestazione di solidarietà

Dodici sindaci del Chietino (Vacri, Villamagna, Ripa, Tollo, Casacanditella, Casalincontrada, San Martino sulla Marrucina, Rapino, Roccamontepiano, Pretoro, Bucchianico e Fara Filiorum Petri) stanno organizzando una manifestazione di solidarietà al primo cittadino di Miglianico, Dino De Marco, vittima di un attentato incendiario che ha distrutto due sue auto. «È ora di dire basta - affermano i sindaci - a queste azioni rivolte, vigliaccamente, contro quanti sono impegnati nel difficile compito di amministrare, perseguendo principi di legalità. Un gesto ignobile che ha colpito non solo il sindaco e la sua famiglia, ma la comunità intera»