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La letterina del sabato 26 agosto 2023

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 26 Agosto 2023 10:31
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,

il gran giorno sta arrivando, ma che poi di gran giorno si possa parlare questo va precisato in base a criteri e valutazioni non semplici da analizzare. Lunedì prossimo, 28 agosto dell’anno di grazia 2023, ci sarà la cerimonia di inaugurazione della “Passeggiata dannunziana”, la bella strada panoramica che abbraccia il centro storico di Miglianico. 

Prima di parlare di questo importante evento voglio condividere con i miei eroici ventitré Lettori un piccolissimo accenno storico che merita di esser sottolineato a beneficio di chi ha curiosità per la nostra piccola storia locale.

 

Eh, sì, perché siamo di fronte ad un evento storico, storico ovviamente per Miglianico. Sarà un evento storico non solo per quel che verrà illustrato dalle autorità civili che ci presenteranno l’opera nuova fiammante, non solo per le bellissime e affascinanti motivazioni culturali che ci verranno svelate ma anche per quel pezzetto di storia locale che forse non tutti conoscono. Gli aspetti fondamentali sono almeno un paio. L’intervento di consolidamento non è un capriccio né uno spreco di denaro pubblico né tantomeno un pretesto per far propaganda a livello amministrativo. Infatti il colle che ospita il più antico insediamento cittadino ha avuto da sempre qualche criticità. Lo testimonia un importante lavoro di regimentazione delle acque, la piantumazione ed il consolidamento operati nel XIX secolo e attestato da una pregevole stampa curata da Tinari Editore per uno dei bei calendari fatti realizzare qualche anno fa dalla Ditta F.lli ADEZIO snc.:

La seconda curiosità legata alla nostra piccola storia locale non si esaurisce in questo pur significativo richiamo documentale. La strada panoramica che ora diventa realtà era uno dei sogni di tanti Miglianichesi e, seppure in forma non compiuta ed esplicita, è stato sempre tra i progetti futuribili lanciati o richiesti alle diverse compagini che si sono affacciate nell’agone politico-amministrativo locale nei passati decenni della nostra storia repubblicana. Ci fu poi un momento nel quale la sua realizzazione, addirittura carrabile e non solo pedonale, sembrò avvicinarsi decisamente. Eravamo tra il 1975 e il 1977, quando l’Amministrazione comunale della Sinistra Unita, guidata prima dall’indimenticato prof. Francesco Scotti e poi dall’Amico Renato Ricci, presentò una prima versione del nuovo Piano Regolatore, la cui redazione era stata affidata dall’ing. De Ninis di Chieti. Ebbene questa proposta prevedeva una grande circonvallazione che faceva proseguire quella del Colle con un ponte che poi avrebbe portato la strada a circondare il colle della Chiesa. Più che le proteste dell’opposizione e i problemi legati alla staticità dei terrenti chiamati a reggere i piloni di un così imponente viadotto quale quello che avrebbe dovuto congiungere il colle con il Colle della Chiesa, la proposta finì cestinata con tutto il PRG a firma dell’ing. De Ninis per meri motivi politici interni al Pci di allora, guidato in prima battuta dal dr Luigi D’Adamio. Gli equilibri interni alla maggioranza della Sinistra Unita si spostarono dopo la traumatica cacciata del Sindaco Scotti ad opera dei suoi consiglieri dalla Chieti a lui cara (De Ninis era di Chieti) a Tollo, che io ribattezzai allora “il Cremlino d’Abruzzo”. 

Non è certo questa la storia che ci verrà raccontata lunedì sera quando queste vicende saranno ignorate sia perché no direttamente attinti sia perché probabilmente sconosciute a politici, amministratori e relatori chiamati ad intervenire. 

La manifestazione di lunedì 28 avrà tre momenti principali. Dico subito che l’ultimo di essi, il concerto dei Tiromancino, benché più attrattivo per la massa, è per noi il meno importante sul piano civico, culturale e anche politico. Sarà un bel concerto ma non sarà probabilmente un fatto epocale. Il momento più importante, infatti, sarà quello della cerimonia di inaugurazione della passeggiata che vedrà i saluti istituzionali del nostro Sindaco, Fabio Adezio, del Presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri, e dell’assessore regionale alla cultura, l’Amico Daniele D’Amario, nonché le presenze di non pochi politici e amministratori locali e di altri Comuni. Una cerimonia di inaugurazione di una grande opera pubblica è un evento che resta anche nella storia perché segna il passaggio concreto dall’idea alla realtà quotidiana. E apre una pagina decisiva per i Cittadini di Miglianico, quella della cura dell’opera, di viverla, goderla, tutelarla, proteggerla e rispettarla come bene comune. Poi sarà merito dei Cittadini se l’opera, ben ideata e realizzata senza gravami per la comunità e senza debiti per i contribuenti miglianichesi, potrà poi esser di supporto ad uno sviluppo che sia turistico, commerciale, culturale o anche solo civico, cioè luogo di incontro e di sereno svago, che comunque significa tanto. 

La prima passeggiata ufficiale sul belvedere sarà piena di stupore da parte di tanti per la bellezza del panorama che si andrà a scoprire. Sarà anche occasione per ascoltare parole in libertà, critiche di ogni genere, malignità, proteste e recriminazioni alcune delle quali stucchevoli come quella trita ritrita - ma che pare funzioni elettoralmente - della disparità tra centro storico e contrade (a spiegarlo non serve a niente, tanto non lo si vuole capire…). Per non parlare dei dotti di turno che andranno lì indicando errori progettuali, difetti realizzativi, confronti con opere vicine e lontane o ogni altra castroneria adatta all’occasione. Anche tutto questo è inevitabile cornice d’un siffatto evento.  

Una cerimonia di inaugurazione spesso - in questo caso in modo più marcato - è anche occasione per i politici ormai sempre più lontani dalla gente di farsi vedere e conoscere, più che riconoscere. In questo frangente, come i miei eroici ventitré Lettori ben sanno, ci sarà di fatto l’avvio della campagne elettorale per le prossime regionali che ci saranno tra fine gennaio e i primi di febbraio del 2024, un appuntamento elettorale che sembra lontano ma che in realtà è domani per i tempi della politica. Questo frizzante clima pre-elettorale sarà palese anche per i più distratti che noteranno un affollamento di assessori e consiglieri regionali oltre che di aspiranti candidati, tutte persone che negli ultimi anni non avranno mai visto. Bene così. Ci sono assessori e consiglieri che conosciamo e vediamo anche perché abitano vicino. Sarà anche l’occasione per vedere le facce di nomi che qualcuno sente nominare nei notiziari locali o legge qua e là senza immaginare che volto abbiano. Non è molto in realtà. Diciamo che è il ritorno della politica tra la gente. Meglio questo di una calamità naturale.

L’altro momento forte della serata sarà il convegno dedicato al rapporto tra Gabriele d’Annunzio e Miglianico. Ho il dovere, oltre che il piacere, di ricordare che è merito di Viva Miglianico l’aver più volte raccontato, anche in anteprima, vicende e aneddoti legati proprio al rapporto tra il Vate e la nostra Cittadina. Detto questo, che andava detto, invito i miei ventitré Lettori e quanti frequenteranno in queste ore questo spazio di libertà a partecipare al convegno che vedrà i interventi molto qualificati e molto interessanti. Il professor Antonello Antonelli, Presidente del Gruppo comunale per la promozione della cultura, introdurrà l’incontro con un intervento su “Gabriele d’Annunzio e San Pantaleone: il verismo abruzzese nasce a Miglianico”. Seguirà la preziosa testimonianza della dottoressa Chiara Ciavolich, Presidente della rete “Custodes Laureti” nonché Figlia dell’indimenticato avvocato ed ex-Sindaco di Miglianico, Giuseppe, “don Peppe”, sul tema: “Palazzo Ciavolich e Francesco Paolo Michetti: storia di un rapporto speciale”. Chiuderà questo fantastico trittico di interventi la conversazione del professor Andrea Lombardinilo, docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, sul tema: “Michetti e d’Annunzio: un’amicizia che attraversa Miglianico (Il Voto, Gli idolatri e L’Eroe)”.

Lo dico sommessamente ai miei ventitré Lettori: sono curioso di conoscere quale legame invece ci sia tra d’Annunzio ed altri Comuni che si apprestano a proseguire le cerimonie dannunziane nella settimana che si apre il 28 agosto a Miglianico.   

Ovviamente dal punto di vista dell’affluenza di massa l’evento che segnerà maggiori presenze sarà il concerto in piazza dei Tiromancino alle 21.00, uno spettacolo di grande rilievo. Qualcuno di quelli che Flaiano descrisse mirabilmente come “cretino illuminato da lampi di imbecillità” ha provato a usare come pretesto polemico contro Sindaco e Comitato Feste per il diverso impegno organizzativo e la ipotizzabile disparità di spesa rispetto alle feste patronali, ignorando colpevolmente che si tratta di due eventi assolutamente diversi sul piano organizzativo e soprattutto finanziario ma che hanno un solo punto in comune, il luogo del loro svolgimento: la piazza di Miglianico. Tra le cose da segnalare ora, sperando di non doverle dolorosamente ripetere dopo, ci sono quelle legate alla gestione delle persone che accorreranno per il concerto. Alcuni saranno ubriachi a fine serata e gireranno il centro storico vomitando, urinando e schiamazzando se non litigando. Si può prevenire questo? In buona parte si. A una certa ora si stoppano le vendite di alcolici, senza eccezioni, e si comincia vigilare gli accessi a vicoli e strade secondarie, dissuadendo i “curiosi” con cortese fermezza e anche senza cortesia se occorre.

A margine ma, spero, non fuori dai margini, ci potrebbe, ci dovrebbe essere qualcosa di utile per l’immediato futuro e per i mesi che verranno della nostra Comunità. Dobbiamo augurarci che chi si è offerto di dare una mano, parlo ad esempio dell’Associazione Carabinieri di Francavilla al Mare ma non solo, sia coinvolto e possa fare la sua parte in questa e nelle prossime occasioni, nel rispetto delle regole e adempiendo scupolosamente alle disposizioni che verranno date da chi ha la responsabilità di darle. Anche se qualcuno non si è offerto, per orgoglio, per puntiglio, per capriccio, per avversione, per incomunicabilità e per ogni altro motivo valido o pretestuoso, quel qualcuno può e deve esser chiamato a fare la sua parte. Anche solo per essere messo alla prova e poter dimostrare se, come si suol dire da queste parti, “sta a fa’ le mosse” o se è davvero utile e capace di dare il proprio contributo spassionatamente, senza secondi fini e con vero spirito volontaristico. E’ chiaro che a chiamare deve esser chi ha la responsabilità organizzativa e al di sopra di essa di chi governa la Comunità locale, quindi il Sindaco o, per lui, i suoi delegati, assessori o consiglieri che siano. 

La frattura, anzi, chiamiamola eufemisticamente la piccola crepa che si è frapposta tra l’Amministrazione comunale ed alcuni dei componenti del Gruppo Comunale di Protezione civile (che non hanno mai informato gli altri delle loro decisioni, ndr.), viene raccontata con diverse motivazioni, ovviamente opposte a seconda della fonte dalla quale vengono raccolte. Non importa. Una bugia, secondo l’insegnamento di dittatori e capipopolo, per esser creduta va ripetuta abbastanza spesso, così forse è accaduto e sta accadendo per le versioni di questa vicenda. La verità, in questo caso, molto probabilmente non sta neppure nel mezzo. Certamente non sta interamente tutta da una parte. Perché se anche ci fosse chi ha tutta la ragione dalla sua ha anche il torto di non aver saputo agire in un certo modo per evitare quella che oltre che esser un sceneggiata paesana è destinata probabilmente solo a generare confusione a livello locale, e perlopiù, sterile divisione, dispetto e ripicche elettorali da e su singoli soggetti. 

Questi comportamenti sono l’esatto contrario dello spirito di volontariato che deve animare chi entra e fa parte di certe associazioni. È la negazione assoluta del modo di pensare e di agire di chi deve operare nella Protezione civile, che non è un club di Amici che hanno la stessa idea politico-amministrativa e, meno che mai, un clan impermeabile ed ostile verso apporti dall’esterno. 

Care Amiche e cari Amici, il resto sono chiacchiere, sono scuse pretestuose, sono capricci da bambini, sono azioni divisive gratuite che fanno danno e nulla portano di bene alla nostra Comunità locale. Per altro verso fanno anche ridere, amaramente, ma fanno ridere. E mi voglio fermare qui per non mettere alla berlina Amici e Concittadini.          

Penso che ora il vero problema sia l’orgoglio di chi non chiama, l’orgoglio di chi non vuol esser chiamato e forse neppure riverito e che, a sua volta, mai si proporrebbe volontariamente: insomma è la classica incomunicabilità del puntiglio, il dispetto senza costrutto. Utilizzando una categoria che il Sindaco utilizza per chiarire comportamenti e collocazioni, è il male. 

Interpretando, spero, anche il pensiero dei miei eroici ventitré Lettori, faccio appello a chi ha più buona volontà affinché faccia il primo passo, che è tutt’altro che cedere, è tutt’altro che dichiararsi vinto e bisognoso dell’altro, ma invece è saper conquistare senza sconfiggere e senza dover umiliare, è vincere senza sbandierare il proprio vessillo perché pensa all’obiettivo e non alla parata. La situazione attuale interpella le persone di buona volontà, le chiama alla condivisione delle cose da fare, alla soluzione dei problemi che ci sono, ad unire gli sforzi, facendo con ciò diminuire la fatica e lo stress, tende la mano a chi a sua volta potrà tenderla a chi ne ha bisogno, togliendola dalla tasca o slegandola dalle braccia conserte chiuse nella avversione, nel dispetto, nell’amarezza. Chiamate ed abbracciate prima le persone di buona volontà, verranno poi coinvolti anche gli altri, quelli che di buona volontà forse ne hanno poca, comunque molto meno di quel vanno sbandierando sfoggiando le varie pettorine. Anche loro saranno inevitabilmente coinvolti nel fare, nel voler esserci, anche per evitare la tristezza dell’isolamento da bastian contrario. 

E così, soprattutto, finiranno le chiacchiere e il fiato verrà speso per dar lena all’impegno.

Questo è l’auspicio, questo è quel che dovrebbe accadere. 

Temo che non sarà così. Prevedo che per questo appello sarò contestato, avversato forse anche deriso e dileggiato. Non me ne curo. Preferisco rimanere ancora una volta nella piccola schiera di chi è serenamente collocato in una schiacciata minoranza, anzi, forse anche nell’isolamento, perché resta è il solo a dire certe cose. Non me ne dolgo. Tutt’altro! La maggioranza vince, in democrazia vince giustamente. Ma non sempre ha ragione. In fondo poi, se questo che ho scelto è il posto di chi ha torto non mi dispiace esserci se il torto è dire certe cose. Ci sto bene.                      

Buona Domenica.