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La letterina del sabato 22 luglio 2023

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 22 Luglio 2023 10:50
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,

domenica scorsa abbiamo assistito al concerto dell’Orchestra Sinfonica Giovanile Europea, il grande evento musicale che avevo presentato ai miei eroici ventitré Lettori. Di quella serata non avevo anticipato la parte più importante per noi Miglianichesi, quella non musicale ma riservata al conferimento della Cittadinanza onoraria di Miglianico al Maestro Andrea Di Mele. La decisione del Consiglio Comunale è stata adottata sabato mattina, è vero. Ma ho voluto aspettare a raccontare la vicenda per intero, a cose fatte, così da avere quel quadro completo che non riuscivo a vedere in tutti i suoi dettagli e neppure nella sua vera cornice. Ho fatto bene. 

 

Il Consiglio comunale, convocato d’urgenza, ha approvato all’unanimità la proposta del Sindaco, esplicitata da una bellissima motivazione che, questo lo anticipo, avrebbe meritato poi, reazioni e commenti di altro spessore soprattutto perché non erano commenti a caldo ma ben meditati. 

Qualcuno ha cominciato subito, cioè sabato scorso a mostrare la sua “genuina” posizione in merito contestando il fatto che “peccato che il Sindaco abbia dimenticato di invitare il festeggiato”. Contrariamente a quanto messo in scena nel peggior quinquennio amministrativo della nostra storia repubblicana (cosa che non ho ricordato in quel frangente), ho spiegato a chi contestava questa presunta, grave dimenticanza, che il Consiglio comunale prima delibera la concessione dell’alto riconoscimento e, in un secondo momento, il Sindaco conferisce l’onorificenza al neo Cittadino onorario nel corso di una solenne cerimonia. 

Questa cerimonia di fatto c’è stata domenica sera, 16 luglio 2023. Però non la si poteva e non si può definire solenne. Spontanea, gioiosa, festosa, simpatica ma non solenne. Del resto, lo stesso evento che conteneva il concerto dell’OSGE ha mostrato gravi carenze sul piano del cerimoniale: le bandiere della sfilata d’ingresso sono state recuperate come bandierine dei segnalinee e messe via piuttosto che essere collocate in evidenza nell’ordine previsto; non è stato eseguito l’Inno europeo (!); l’organizzatore, cioè il Presidente dell’Accademia ospitante, l’Amico Orfeo Patrizio, avrebbe dovuto parlare per primo, salutare gli ospiti e introdurre Maestro e orchestrali. Detto, ripetuto e confermato che si è trattato di un bel momento, faccio ora qualche altra notazione per far capire perché la cerimonia di conferimento della Cittadinanza onoraria non è stata una vera cerimonia solenne: la Cittadinanza non è stata invitata; il Sindaco (senza fascia) non ha avuto accanto chi ha attribuito l’onorificenza, cioè l’intero Consiglio comunale al quale gli organizzatori dell’evento non hanno riservato i posti loro spettanti (Carlo Biasone è stato per un po’ in piedi ai margini della piazza e la vice Sindaco, Ester Volpe, è stata chiamata come fosse stata improvvisamente assente quando invece c’era e avrebbe dovuto esser  preventivamente accolta ed accompagnata al suo posto, a fianco del Sindaco); non sono state invitate le altre autorità locali e non è stato riservato loro un posto; non è stato eseguito l’inno nazionale (eppure c’era un’orchestra di valenti concertisti); non è stato esposto il tricolore; il Sindaco, soprattutto se in veste così ufficiale, non viene fatto intervenire a metà, come si trattasse di uno qualunque, ma doveva esser riservata a lui e alla cerimonia lo spazio finale o quello iniziale; i ringraziamenti e i doni potevano, quelli sì, esser distribuiti qua e là così anche lo spottino elettorale per le prossime regionali; il presentatore, l’Amico Nicola Mincone, che pure è stato a lungo Sindaco, prima ancora vice Sindaco, poi primo Presidente del Consiglio comunale oltre che Consigliere provinciale e regionale, ha parlato di sorpresa (sorpresa!!!) e l’insignito ha retto il gioco fingendosi sorpreso quasi si trattasse di uno show televisivo. Il Maestro Di Mele, che negli anni ci ha abituato a discorsi davvero molto belli ed emozionanti, proprio quest’anno ha accolto questa onorificenza limitandosi a dirsi sorpreso ed onorato, poco più. È chiaro che sapesse, non poteva non sapere. 

Ora, uno fa peccato a pensare male e peccato sarebbe stato se poi non ci fosse stata la controprova che qualcosa era stato pensato e deciso per “frenare” la cerimonia. Non parlo della “claque” che ha mostrato di essere fin troppo di parte al limite del ridicolo. Parlo della narrazione complessiva dei fatti. Chi stava vicino a me ha avuto la stessa impressione: sembrava che, ancora una volta, l’iniziativa legata all’Orchestra Sinfonica Giovanile Europea, sia stata tenuta “distinta e distante” quantomeno dall’Amministrazione comunale, cioè da Fabio Adezio Sindaco e da “Miglianico Cambia” gruppo di maggioranza. È stato tra l’altro disdicevole, inappropriato al momento cerimoniale, inaccettabile perché fatto in presenza di ospiti stranieri, aver voluto legare il riconoscimento concesso al Maestro Di Mele con la richiesta di denari pubblici che l’Amministrazione comunale dovrebbe sborsare in maggior quantità a partire dal prossimo anno…pur facendo restare distinta e distante l’iniziativa. Il peccato vero sarebbe se questa impressione si rivelasse poi confermata da ulteriori fatti. 

Ci sono altri fatti che andrebbero analizzati (casomai risolti in quanto problemi) che stanno nell’essenza stessa della iniziativa curata e organizzata dall’Accademia Musicale Mellianum. Ne cito due che mi son venuti in mente ascoltando l’Amico Dino De Marco, che alla manifestazione è molto legato e per la quale lodevolmente molto si spende ma che non si è capito a quale titolo ha parlato più a lungo di altri: il titolo deve averlo ma non è stato accompagnato al suo nome. Il primo fatto è legato agli sponsor che lui ha ringraziato (toccava a Orfeo farlo ma vabbè) “aziende non di Miglianico ma legate a Miglianico”. Possibile che nessuna azienda di Miglianico abbia voluto dare un piccolo contributo? Possibile che personaggi come Dino e Nicola, ambedue ex Sindaci, non siano riusciti a mobilitare imprenditori e benefattori locali? Possibile che i dirigenti dell’Accademia non abbiamo avuto aiuto nella ricerca di sponsor locali dall’Amministrazione comunale o dalla Pro Loco? Possibile che si siano dimenticati di chiedere aiuto o di farsi aiutare? (con o senza punto interrogativo). L’altro fatto riguarda l’ospitalità dei ragazzi che vengono dalla Polonia e dalla Repubblica Ceca. Dino De Marco, segnalando giustamente la generosità dei cognati, i soli ad aver ospitato qualcuno, ha sottolineato che le altre sistemazioni hanno avuto tutte un costo di affitto delle case. Beh, non era così, non è stato così fino a poco tempo fa. Quando l’Accademia musicale presieduta da Diego Tiberio inventò il “Mellianum Musica Festival”, tutti o quasi venivano ospitati nelle case dei nostri ragazzi che suonavano in Accademia. E pagavamo noi, loro genitori. Pagavano tutto e, anche se in certi frangenti il sacrificio economico era non trascurabile, lo facevamo con grande gioia perché era uno scambio di esperienze tra i nostri figli e i loro amici di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. A proposito, che fine ha fatto la delegazione dell’Ungheria? Ora i nostri ragazzi praticamente non ci sono nell’Orchestra che si vuole più “professionale” probabilmente non “abbassata” a repertori più agevoli ma sempre gradevoli per il pubblico. I nostri non vanno più a far visita ai loro coetanei all’estero e quindi non ospitano chi viene a render loro la visita “musicale”. Oggi sembra più un incontro di conservatori e non un incontro di ragazze e ragazzi che vivono, suonano e fanno amicizia ora a Miglianico, poi in Ungheria (no, quella no), poi in Polonia e poi ancora in Repubblica Ceca. Lo scambio di ospitalità - ha raccontato Dino De Marco - ha riguardato i dirigenti dell’Accademia, solo loro. Non è più com’era qualche anno fa. Resta tanto altro, tanto altro di buono e di bello di cui andare orgogliosi. Ma quel che manca andrebbe recuperato, presto e bene, soprattutto senza diffidenze, senza preconcetti e senza “divisioni”. Eh si. Perché il mio Amico Nicola Mincone deve accettare quel che a lui non piace: scrivo di chi le divisioni locali le ha volutamente, pervicacemente, artatamente introdotte e li classifico insieme-che-divide. Da quattro anni i fatti mi danno ragione. Ora hanno anche una colonna sonora.                            

Care Amiche e cari Amici, vorrei raccontarvi qualcosa della “Miglianico Calcio” o di quel che ne resta. Aspetto però che si chiariscano non pochi aspetti di una vicenda non facile da capire e ancor meno facile da raccontare, consapevole di una cosa che non penso sia contestabile: il calcio che abbiamo conosciuto noi qualche decennio fa non c’è più. Forse non siamo neppure in grado di capire, quindi neppure di giudicare.

Questa è la settimana delle nostre Feste Patronali. Andrebbero evidenziate tante cose. La più importante è dire grazie al Comitato Feste, alla sua Presidente, Olivia Sarra, alla vice Lidia Palladinetti, a tuti i dirigenti, agli sponsor e, soprattutto e tutti quelli che hanno fatto la questua casa per casa. C’è un’altra cosa da dire. In realtà è quella che oggi va semplicemente e chiaramente ripetuta: le Feste Patronali si faranno anche quest’anno ed è una cosa molto bella, molto importante. Giudizi e valutazioni possono e devono aspettare la loro conclusione. L’unico aspetto che mi permetto di riproporre è che si faccia attenzione, che si porti rispetto al festeggiato, cioè a San Pantaleone. Se passa in processione, la strada sia libera e in festa solo per lui. Se si celebra la Messa in piazza, si tenga presente la bella e rigorosa raccomandazione che diede don Vincenzo all’allora presidente del Comitato Feste, Lorenzo De Lutiis, il primo ad aver pensato e realizzato la Santa Messa in piazza per San Pantaleone: la piazza diventa chiesa e non può ospitare bancarelle, tavoli con bevitori chiassosi e volgari, rumori di giochi e altre presenze non consone ad un luogo di culto.  Detto questo, ricordo ai miei ventitré Lettori e li invito a considerare che la Festa è festa, e quando è festa si fa festa, e basta. Si ringrazia chi la organizza, si sta in allegria con parenti ed Amici, ci si gode quel che c’è. E si fa festa.

Un ultimo pensiero in questa Letterina lo metto per dire, anche a nome dei miei ventitré Lettori, “Grazie” a Gianna Di Meo che sabato scorso ha festeggiato, semplicemente ma gioiosamente, i suoi primi 50 anni di attività. Lei ha voluto dire grazie a tutti. Ma dobbiamo esser tutti noi a dire cordialmente “Grazie” a lei per questo lungo ed duraturo esempio di serietà e di tenacia in un lavoro che sembra facile ma che facile non è perché porta a trattare le teste delle persone, delle Donne in particolare. Ma un grazie speciale a Gianna lo dobbiamo perché lei, trasferitasi a Tollo per seguire il marito, non ha mai smesso di essere una Miglianichese, di sentirsi Miglianichese, di sbandierare l’orgoglio di esser una Miglianichese. Che cosa meravigliosa! Grazie Gianna.           

Buona Domenica.