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La letterina del sabato 3 settembre 2022

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 03 Settembre 2022 10:10
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,

siamo entrati in campagna elettorale, una campagna elettorale molto, forse troppo diversa dalle altre e non solo per la stagione in cui è collocata o per le modalità con le quali si va svolgendo. 

Ora però non è questa fase elettorale che ci interessa. Ci tornerò dopo per quel che più ci è vicino. 

Viene prima la Festa della Madonna delle Piane. Viene prima non solo nel calendario che la colloca all’8 settembre, giorno nel quale la Chiesa Cattolica ricorda la Natività della Beata Vergine Maria. Viene prima perché la Madonna delle Piane, come ci ha disvelato il nostro Parroco, don Gilberto, è “la Madonna dei Miglianichesi”. Il suo aiuto, la sua celeste intercessione è davvero importante soprattutto ora, particolarmente ora. 

 

Anche per chi non crede, non credendo a nulla o credendosi pari se non superiore a Dio, questa nostra festa dell’8 settembre è comunque importante perché segna un appuntamento speciale nella tradizione locale. Nonostante tutto, a dispetto di certe scorciatoie recentemente tracciate per altre feste dalla pigrizia e dalla superficialità, la Festa della Madonna delle Piane ha resistito benissimo, mantenendo anche tutto il suo assetto tradizionale. È un giorno di festa fisso, che non si sposta al più vicino fine settimana. Ha un programma semplice, non modificato forse proprio perché semplice fino all’essenziale. Ha un momento unico nella tradizione locale, probabilmente unico anche nelle tradizioni sopravvissute e conservate a livello regionale, quale quello della “Cuccagna”: che si fa lì, solo lì, da sempre lì, alla Madonna delle Piane, l’8 settembre di ogni anno. Addirittura c’è il recupero di quel che era stato un po’ trascurato qualche volta: quell’andare e tornare della statua della Madonna dalla chiesa madre di San Michele alla bella chiesetta sorta un secolo e mezzo fa sulla sponda destra del Foro, con la suggestiva processione serale del 7 settembre, quella che noi, da bambini, illuminavamo portando le lanternine, “li lampiungine” di carta con dentro una candela. Ecco, la Festa della Madonna delle Piane è parte importantissima del nostro piccolo patrimonio immateriale. Si attende la valorizzazione della “Cuccagna”, che la Pro Loco, la nostra super Pro Loco ha già annunciato di aver programmato e avviato a realizzazione. Ovviamente occorre che ogni anno ci sia la sensibilità, l’attenzione e la fattiva passione del Comitato Feste.

Tornando un attimo al programma, pubblicato a cura del Comitato Feste, egregiamente presieduto da Giuseppe Volpe, si notano il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e il sostegno pieno della Pro Loco. A proposito della quale, in questo specifico frangente, mi viene un piccolissimo dubbio, che sicuramente troverà solide e rassicuranti spiegazioni. Non avendole ancora chieste, per ora il piccolissimo dubbio resta tale. Lo voglio condividere spensieratamente, senza alcuna polemica, con i miei eroici ventitré Lettori. Gli stand gastronomici della festa saranno “a cura della Pro Loco”. La dimensione della festa non è certo molto estesa. I nostri bravissimi produttori di porchetta e qualche bravo operatore locale nel settore dello street-food (arrosticini, panini, patatine e bevande), che pure abbiamo, sarebbero stati più che sufficienti per garantire un gustoso e gioioso ristoro ai pellegrini. Allora perché tocca alla Pro Loco?  Da semplice socio, in occasione della prossima assemblea, manifesterò l’idea che la Pro Loco non può sostituirsi a tutto quel che manca solo perché è oggettivamente molto, molto, molto brava a far quello che le si chiede. Non può essere, per dirla in modo non preciso ma più comprensibile, il tappabuchi da utilizzare ogni volta. Si rischia sennò che il suo pregevole impegno scada in una ordinarietà quasi scontata. E si rischia anche lo sfinimento fisico dei suoi bravissimi Dirigenti. Ci sarà tempo e serenità per capire meglio. 

Intanto godiamoci questa nostra festa, bellissima nella sua genuina semplicità, la Festa della Madonna delle Piane, la Madonna dei Miglianichesi.  

Vengo ora ad un non brevissimo ma indispensabile chiarimento su quanto è stato scritto (e mi è stato fatto leggere) a commento della Letterina di sabato scorso. La sua seconda parte, come ricorderanno i miei ventitré Lettori, era dedicata alla candidatura del carissimo Antonello Antonelli alla Camera dei Deputati. Si può essere d’accordo o in disaccordo politicamente. Si può anche restare indifferenti. Si può cogliere la notizia come pretesto o occasione per dar fiato alla propria propaganda, anche andando fuori tema, in un certo senso. Ad esempio l’Amico Silvio De Lutiis ha annunciato addirittura battaglia politica contro Antonello, come se Antonello fosse diventato di colpo il nemico da sconfiggere. Ma va bene. Questo del resto è un vecchio vizio della sinistra locale, della quale Silvio De Lutiis da molti anni è uno dei personaggi meritatamente più in vista e tra i più attivi. Ad ogni candidatura di un Miglianichese non schierato a sinistra, a qualunque elezione sovracomunale, i locali “sinistri” (cit. Nicola Cucullo) hanno sempre opposto un fuoco ad alzo zero. Mai hanno dimostrato alcuna capacità di dare a quelle candidature l’occasione per far emergere uno di Miglianico, con le opportunità che questo passaggio ogni volta avrebbe potuto generare per l’intera comunità locale, come di fatto è avvenuto quando l’elezione fortunatamente c’è stata e non per merito loro. Tanto è stato accanito questo esercizio di guerra totale ai candidati locali non di sinistra, una vera anti-Miglianichesità, che poi si son trovati incapaci di sollecitare loro un voto locale per eleggere uno di sinistra quando ce n’è stata la possibilità, cioè alla Provincia (solo lì, mi sembra), come accadde a Francesco Cataldo, a Carmine D’Alessandro, a Francesco D’Adamio, a Renato Ricci, ad altri dopo di lui ed in ultimo all’Amico Gabriele Sisofo, affossato sul traguardo dai suoi compagni proprio perché incapaci di sollecitare il voto per un Miglianichese, che pure lo avrebbe ben meritato. A meno che lo abbiano fatto apposta, il che sarebbe peggio. 

Quando mi è stato possibile, anche forzando non poco le mie solide e conosciute convinzioni politiche, ho votato volentieri per candidati di Miglianico, spesso contribuendo a farli eleggere. Ho sempre provato, pur se incapace, pur se impopolare come sostenitore, a dare una mano a una Concittadina o a un Concittadino anche se collocato in liste difficili da amare. Ho cominciato con Mario Amicone alle provinciali del 1985, votandolo poi anche quando eravamo in partiti diversi. L’ho fatto per l’avvocato Eva Miccoli che pure fu candidata in AN. Ho sostenuto e votato per il mio Amico Amerigo Timperio che si candidò con i Verdi. L’ho fatto più di una volta per l’Amico Nicola Mincone, da compagno e da avversario di partito, In ultimo ho avuto la gioia di sostenere sinceramente Daniela Palladinetti alle regionali del 2019. In quella tornata avrei votato comunque per Giovanni Legnini, perché, a differenza del paracadutato Marsilio, lo conosco. Conosco Giovanni dai primi anni ’90 del secolo scorso, lui giovane sindaco comunista di Roccamontepiano e io giovane segretario della DC di Miglianico, avversari cordiali, tant’è che l’ho votato anche prima del 2019, quando si candidò al Senato…e fu eletto. 

Vengo al punto essenziale del chiarimento. 

Gabriele Sisofo, censurando in modo lapidario quanto scritto da altri a commento della Letterina di sabato scorso, ha sentenziato “Probabilmente ti sei sempre sbagliato. Antonello e Maurizio vogliono proprio questo, portare la destra al governo del paese”. Maquandomai!

Antonello, se vorrà, dirà la sua in merito. Non sono il suo portavoce e lui sa fare molto meglio di me sia il giornalista sia il comunicatore.

Parlo per me, perché quel Maurizio sono io, non ho dubbi.

Gabriele ha scritto una sciocchezza. Direi una fesseria, ma in tempo di campagna elettorale poi la gente si offende e si accende anche per niente. 

Diranno i miei ventitré Lettori:ma perché non glielo dici direttamente al posto di scriverlo qui?” Perché lui l’ha scritto e allo scritto si replica per iscritto. Ma soprattutto perché spero che quel che scrivo ora serva non certo a Gabriele o all’altro antico dioscuro della sinistra locale, Silvio De Lutiis, ma si utile a chi improvvidamente scrive e commenta, commettendo errori, dicendo fesserie, castronerie direi, ancor più gravi.  

Quando scrivo provo a non usare le parole a casaccio. Gabriele Sisofo e chi può pensarla come lui, prima di commentare quel che ho scritto, deve leggere, deve leggere tutto e con calma. Lo scrolling è nemico della comprensione. Poi, prima di sentenziare, casomai deve rileggere. Se lo avesse fatto avrebbe forse poi capito lo stesso quel che voleva o gli conveniva. Ci mancherebbe. Però un dubbio gli sarebbe venuto, doveva venirgli onestamente. 

Nelle quasi 1.000 (mille) parole che ho scritto per parlare dell’allora freschissima candidatura del professor Antonello Antonelli, non ce n’è una, neppure una dedicata alla destra e neppure al centro destra. La parola destra non compare perché non l’ho usata, volutamente. Tranne la citazione dell’on Lupi, per il necessario riferimento della lista “Noi Moderati”, non ho scritto nomi di politici né di candidati, di nessuno. Non ho fatto alcun riferimento a scenari nazionali né ho auspicato vittore e sconfitte. Ho parlato solo di Antonello, della sua scelta coraggiosa, della sua coerenza, della sua sperimentata e nobile capacità di servire la nostra Comunità, e, soprattutto, delle sue indiscutibili doti personali, professionali e civiche che nessuno può discutere. Ho aggiunto che, in questo marasma elettorale che confonde molti e che molti rischia di tenere lontani dalle urne, avere un ancoraggio come Antonello, consente a più di un Concittadino indeciso di poter scegliere lui, il nostro Antonello, dando fiducia a chi come lui può ben meritarla. Aggiungo questo: della indecisione e del sollievo di avere un valido candidato locale come motivo per andare a votare, ho avuto più di una conferma nei giorni scorsi. Non solo il solo a pensarla così. 

Non sono andato oltre. Ho volutamente lasciato la politica nazionale fuori dalle mie riflessioni. Sono rimasto esattamente dentro i confini di Miglianico.   

Se avessi voluto affrontare il discorso elettorale senza aver avuto la novità della candidatura di Antonello Antonelli, avrei solo ripetuto ad ogni Letterina l’invito ad andare a votare, senza farsi ingannare dalla propaganda social che nulla approfondisce e tutto nasconde. Nei discorsi privati avrei confessato la propensione di quei giorni ancora senza campagna elettorale per la strana coppia Renzi-Calenda (più per il guascone Renzi che per il più bravo e preparato Calenda). Avrei confermato ai miei Amici, i quali possono testimoniarlo serenamente quante volte l’ho fatto, la mia coerente, costante e solida diffidenza, senza appello, verso la Lega e, ancor più, la chiara avversione verso Fratelli d’Italia per le sue radici, per la sua propensione a guardare ad un drammatico futuro di nazionalismi e per la poca qualità della sua guida. Così come, dall’altro lato, avrei confermato l’altrettanto coerente, costante e solida diffidenza per la sinistra radical-chic che alberga nel PD e per i gruppuscoli dell’estrema che con essa fanno esercizi teorici vuoti di vere proposte e costellati di disastrosi NO. Son quelli che, come diceva Flaiano, “più son di sinistra e più abitano in centro”.

Un vecchio democristiano può oscillare tra Franceschini e Tajani, passando per Mastella, cioè può andare a scegliere dalla parte buona del Pd, quella che viene dai Popolari, fino a quel poco che in Forza Italia è sinceramente legato al Partito Popolare Europeo. Oltre non può. Dando il voto ad una lista collocata in questo settore non si è felici di doversi trovare ad appoggiare una determinata coalizione, ma si prova coerentemente a dar forza a chi può garantire valori e di serietà. Insomma, è il possibile non l’ideale. 

Se c’è poi la stima, in questo caso anche l’antico e sempre nuovo affetto, verso un candidato vicino e collocato nell’ambito di quella che è l’accettabile porzione di arco politico, la scelta diventa quasi liberatoria.

Se non ci fosse stato il prof. Antonelli come candidato a queste imminenti elezioni, cosa avrei potuto fare? Cosa potrebbe fare una Elettrice o un Elettore di Miglianico che, nel vero segno della democrazia rappresentativa, volesse scegliere un candidato? Dovrebbe conoscerlo oltre che condividerne casomai le idee e i programmi, ammesso che lo si possa fare seriamente questa condivisione. 

Ecco, sfido tutti a trovarne almeno uno in ogni lista di candidati conosciuti. Non parlo di quelli conosciuti sui social. Parlo di una o di uno conosciuto davvero, vicino territorialmente. Vado a memoria e non perdo tempo a spulciare le liste. Conosco Luciano D’Alfonso (candidato PD) dai tempi del Movimento Giovanile della DC. Conosco Nazario Pagano, candidato FI, per motivi non politici. Conosco meno Camillo D’Alessandro (Renzi-Calenda) che pure viene dalla DC. Conosco molto, molto, molto di più Daniele D’Amario, candidato FI, anch’egli di origine democristiana, anch’egli aclista. 

Sarebbero 4 su più di 200. Quattro su più di duecentocinquanta, tanti ne conosco.   

Penso che molti Concittadini non possono arrivare neppure a quattro candidati conosciuti. Ci si può fidare di qualcuno senza che lo si conosca per niente? È questa la democrazia rappresentativa, quella che mi fa affidare il mandato a una persona di cui mi fido? Come dovrei poi dare fiducia a chi ha votato il taglio dei parlamentari che è un atto stupido oltre che contro la democrazia rappresentativa? Per non parlare del resto. 

Al netto di quel che ho già detto su Antonello e che confermo, alla fine lo devo anche ringraziare, perché avendo lui come candidato conosciuto, vicino, degno di fiducia, mi consente di tenere accesa la speranza nella democrazia, quella che abbiamo ricevuto da grandi Italiani, quella per la quale molti sono morti. Posso andare a votare serenamente convinto.            

Aggiungo che sono contro il presidenzialismo, soprattutto per come viene presentato e propagandato in Italia da chi lo mena come prossima, imminente riforma, quasi una cosa già fatta. La nostra Costituzione andrebbe rifatta da capo. Potevano votare il referendum di Renzi se avessero voluto cambiarla davvero.

Non posso neppure dimenticare che il commento lapidario del mio Amico Gabriele Sisofo è stato pretesto per il ritorno sconsolante di una polemica che davvero comincia a diventare inaccettabile. Antonello, secondo qualcuno, sarebbe l’ultimo di una schiera infelice di persone manovrate da me che non ho il coraggio di metterci la faccia. Beh, ci vuole la faccia tosta a scriverlo. Ci vuole spudoratezza e anche una profonda ignoranza delle persone e dei fatti per dileggiare e svilire Antonello dipingendolo come uno stupido burattino. In Italia bisognerebbe fare una campagna di somministrazione del senso della vergogna.

Aspetto ancora un po’. Se avrò voglia, tornerò a smontare di nuovo, per l’ennesima volta, spero l’ultima, questa sciocchezza, la favola di Maurizio che manovra gli altri e non ha il coraggio di metterci la faccia. Chi vuole può cercare qui, su questo spazio di libertà, le ampie, incontestabili e, di fatto, incontestate argomentazioni proposte a questo proposito. 

Non voglio distrarmi, non voglio distrarre i miei ventitré Lettori dalla cosa ora più importante. 

Resta tutto valido e sempre più valido l’invito a votare per Antonello Antonelli. Lo si può fare anche forzando un poco le simpatie politiche (di convinzioni politiche ne vedo davvero pochissime in giro). Lo si dovrebbe fare recuperando un po’ di sano campanilismo. Lo si potrebbe facilmente fare anche per vincere la voglia di non andare a votare. Lo si dovrebbe fare innanzitutto e soprattutto perché prima che il candidato professor Antonello Antonelli, l’uomo Antonello Antonelli merita il voto dei Miglianichesi e degli Amici di Miglianico.

Buona Domenica.