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La letterina del sabato 21 maggio 2022

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 21 Maggio 2022 10:17
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,

la notizia del possibile terzo mandato del Sindaco è stata recepita con le più prevedibili (e previste) reazioni. Il gruppo di “Miglianico Cambia” che ora è di fatto la sola compagine amministrativa non avendo altro al di fuori di quell’attività, ha tirato un sospiro di sollievo. Sapere che il Sindaco, Fabio Adezio, potrà guidarli di nuovo ha sistemato molte cose in quasi tutti i suoi componenti. Qualcuno non sarà stato entusiasta. Avrà sorriso. Avrà cominciato ad inneggiare alla possibile terza vittoria di fila. Ma non lo avrà fatto con piena sincerità. Sa che non sarà la sua volta come possibile sindaco e che, comunque vadano poi le elezioni nel 2024, le ambiziose certezze, accarezzate fino a qualche settimana fa difficilmente torneranno ad essere tali tra cinque anni. Erano quasi certezze, ora sono propositi ambiziosi rinviati di un lustro, poi forse saranno sogni riposti nel cassetto. Aggiungo, buon per loro, perché sarebbero stati forse candidati, ma molto probabilmente candidati sconfitti. 

 

Fabio Adezio deve rifare almeno mezza squadra per potersi presentare con una qualche speranza di conferma all’appuntamento con gli Elettori di Miglianico, una prova molto, molto più impegnativa e rischiosa di quanto possano immaginare dalle parti di “Miglianico Cambia”. Deve scegliere candidati capaci di ridare entusiasmo e di garantire un centinaio di voti ciascuno, come minimo. Gli Amici non eletti da utilizzare come assessori vanno bene per gestire dopo che si è vinto. Non fanno vincere le elezioni. Se sceglierà bene si potrà garantire la vittoria: Se sceglierà con coraggio, a costo di scontentare qualcuno dei suoi, potrebbe mettere in campo chi poi, allenato per cinque anni, sarà pronto per succedergli. 

Questa operazione non è di puro restyling ma dovrà esser sostanziale, pesante, molto importante, con necessità di recuperare anche legami con quella parte della vecchia nomenclatura, o meglio, con l’elettorato di quegli anziani seppur giovanili personaggi che nel 2019 non lo hanno votato. Anche questo non sarà facile. Anzi sarà estremamente difficile perché l’aria non è buona, il vento non è favorevole. Il Sindaco confida nelle opere che sta ultimando e in quelle che andrà a presentare e anche ad avviare a realizzazione. Si tratta di interventi di grande rilievo, che probabilmente incideranno in modo positivo per decenni o anche per secoli. Ma non portano automaticamente voti. Miglianico è un vasto territorio senza più manutenzione, sporco e abbandonato ai maleducati, soprattutto in centro abitato e nei luoghi che meriterebbero più tutela, come le aste fluviali e le zone verdi. Per non parlare della viabilità interna, le strade di campagna, quelle che i nostri agricoltori utilizzano per lavoro. Portano pochi voti se son sistemate. Tolgono facilmente voti se sono malmesse. È sempre stato così. Avere finite ed inaugurate tre, quattro o anche cinque grandi opere non convince chi esce di casa e trova un marciapiede sgangherato o abusato come parcheggio, chi percorre strade sporche, chi si imbatte in arredi deteriorati e in tutto quel che incontra ogni giorno, anche il girono in cui va a votare.

Fabio Adezio potrebbe fare anche una operazione a sorpresa. Mentre dalla sua parte e in ogni parte a lui avversa si sta ragionando ormai sul suo terzo mandato, lui potrebbe lavorare a una soluzione sostanzialmente nuova: un nuovo candidato sindaco, molti nomi nuovi con la conferma solo di parte degli attuali consiglieri di maggioranza, lui compreso. Rischioso? Si. Ma, forse, meno che intestardirsi pensando che quel che c’è potrà bastare per vincere ancora, solo sistemando le caselle degli assenti certi.

La nostra storia locale potrebbe insegnare qualcosa a chi vuol capire cosa comporti il voler continuare facendo aspettare un ricambio già possibile pur se nello stesso ambito di Amiche  e Amici che condividono sostanzialmente spirito progettuale e metodologia di azione politico-amministrativa.

Il Sindaco ha un problema in più, oltre quelli legati al lungo periodo di gestione, allo sfilacciamento della presenza di “Miglianico Cambia”, alla demotivazione se non addirittura all’abbandono di sostenitori. Ha il problema della mancanza di una solida opposizione. Quando manca una buona opposizione non solo viene a mancare un importante contributo alla qualità dell’agire amministrativo ma viene a mancare lo stimolo che rende la maggioranza attenta nelle scelte dei ricambi con nuovi candidati, che la fa più attenta a recuperare consensi; meno, molto meno spavalda nel auto-illudersi che aver fatto determinate cose buone, anche molto buone, significhi avere la vittoria in tasca. 

Care Amiche e cari Amici, vi starete chiedendo perché vi parlo di tutto questo quando mancano due anni alle prossime elezioni comunali. Ve ne parlo proprio perché la novità del possibile terzo mandato del Sindaco in carica ha stravolte le prospettive, non solo quelle di chi coltivava e stava accuratamente lavorando a sostenere la propria ambizione, ma quelle dell’intero scenario locale. 

Oggi abbiamo una maggioranza che lavora bene, produce buona amministrazione, non spreca denaro pubblico, non aumenta le tasse, non fa clientelismo, è apprezzata e lodata fuori Miglianico. Ma qui, a Miglianico, non viaggia tra due ali di folla plaudenti. Il perfido lavoro di divisione introdotto dall’insieme-che-divide ha avuto i suoi dannosi effetti. La maggioranza non si è impegnata molto per recuperare. 

Due anni sembrano un periodo ancora lungo. Beh, per certe cose non è così. C’è ancora tempo. Non c’è ancora molto tempo.

Invitato molto cortesemente dall’Autore, ieri l’altro, sono stato al Teatro Marrucino a Chieti, dove il mio Amico, Aurelio Bigi, personaggio monumentale per la storia e le tradizioni locali oltre che per la egregia gestione dello stesso Teatro tra il 1996 ed il 2006, ha presentato il suo ultimo libro “Chieti e l’Abruzzo Citeriore nel Settecento”. In quel pregevole volume si parla anche della nostra Miglianico. La notazione è alquanto breve eppure contiene elementi interessanti. Il primo è che, a quel tempo, il nome era “Miglianica”. Il secondo è che, oltre ad un arciprete qui operava, per l’assistenza dei poveri, la Confraternita del Monte dei Morti costituita nel 1736 nella chiesa di San Michele Arcangelo. La terza e la quarta sono interessanti ed hanno una chiave di lettura utile anche oggi. La sua popolazione - scrive l’Autore - era di 137 Fuochi nel 1732 e di 1.757 abitanti a fine Settecento, in gran parte contadini e pastori”. Sul numero degli abitanti, segnato probabilmente da un secolo che ha avuto peste e vaiolo oltre a due terremoti nella nostra zona, la riflessione è che abbiamo davanti a noi il segno di una crescita dovuta non alla forte natalità, sempre molto bilanciata non tanto dalla mortalità quanto da ripetuti flussi di emigrazione ma a migliori condizioni economiche e di salute registrate a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, frutto quindi della democrazia, della libertà e della scelta occidentale dell’Italia. L’altra notazione che sembrerebbe trascurabile ai nostri giorni è che l’Autore del libro in questione dice cheMiglianica … a fine XVIII secolo apparteneva in parte alla famiglia Tedeschi di Pianella, ed altra parte ai Valignani di Chieti”. Un divisione allora frutto delle linee baronali; una divisione che, forse, fa capire sia la differenza che ancora qualche decennio fa si avvertiva tra alcune contrade e il resto del territorio comunale sia questa nostra congenita - dobbiamo ipotizzarlo senza scandalo - incapacità di essere una Comunità che sa fare a meno delle divisioni. 

Occorre lavoro, fatica e tanta buona volontà per cancellare questa ultima scoria del Medioevo locale.  

Buona Domenica.