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La letterina del sabato 14 maggio 2022

Care Amiche e cari Amici,

ho sussultato per un misto di sorpresa e di curiosità al sapere dai miei “scout social” che il mio Amico Carlo Biasone, capogruppo dell’opposizione in Consiglio comunale, ha riavuto il dono della parola, in senso politico-amministrativo, si intende. Lo scrivo senza doppio senso e senza alcuna concessione a malevoli letture. Il silenzio dell’opposizione non è un fatto positivo, a meno che non sia una estrema scelta di protesta, la qual cosa non è certo in corso qui a Miglianico. Il capo dell’insieme-che-divide aveva dato segno di sé solo per gli auguri di rito a Natale, Capodanno e Pasqua. Nulla di rilevante sul piano politico-amministrativo. Era comprensibile, da un lato, dopo le magre legate all’abbozzo di telenovela sulla edificanda Scuola Media.

 

Non era affatto giustificabile, dall’altro lato, per il ruolo che gli è stato assegnato dai Cittadini di Miglianico, quello di oppositore, quindi di controllore, proponente di domande e chiarimenti, autore di controproposte, protagonista di informative alla Cittadinanza. Da ormai troppi mesi lui, il capo dell’opposizione consiliare, taceva. Ora è tornato a parlare, sui social non in un incontro pubblico. Ma è qualcosa, più di qualcosa al posto del niente o dell’inconsistente cui ci stava abituando. Orbene il nostro Carlo ha elevato la sua protesta perché la seduta del Consiglio comunale del 28 aprile scorso si sarebbe svolta quasi in segreto, “nell'assoluto riserbo, quasi di nascosto”, ha precisato in modo forbito. A prima vista verrebbe da dargli ragione e forse un po’ di ragione comunque l’ha. Il Sindaco ci ha abituati a messaggi e a dirette. Per questo fatidico Consiglio comunale di fine aprile, invece, pare non abbia informato nessuno. Come mai? Lo dirà, lo dovrà spiegare lui. Probabilmente lo avrà già spiegato proprio in quella sede e lo leggeremo nei resoconti consiliari. Non abbiamo fretta. La verità non teme il tempo.

In attesa di ciò, va però detto che Carlo Biasone un po’ si è data la zappa sui piedi. Conferma di aver ricevuto la convocazione il 22 aprile, non il giorno prima, non la notte prima, ma nel tempo legittimo. E lui con i suoi colleghi di minoranza o lui senza i suoi colleghi di minoranza o i suoi colleghi di minoranza senza di lui (che non sarebbe la prima volta da quelle parti) o il loro ghost-writer senza di loro (come accade invece più spesso) ha/hanno aspettato in silenzio, senza fare quel che tocca fare loro, cioè l’opposizione. Non hanno informato nessuno. Non hanno approfittato del silenzio o presunto tale del Sindaco per prenderlo in castagna e rimproverarlo. Non hanno neppure sollecitato quel che resta dell’insieme-che-divide per animare una protesta. Niente. Si è preferito attendere lo svolgimento dei lavori consiliari per lamentarsi a cose fatte. Perché di puro lamento si tratta. Se ci fossero state irregolarità nei tempi e nei modi della convocazione tali da renderla effettivamente “segreta”, la seduta del 28 aprile, una volta fatte le dovute segnalazioni alle autorità competenti, sarebbe invalida e con essa tutti i provvedimenti adottati. E si tratta di delibere importanti, come sottolinea il capo dell’opposizione. Evidentemente non tanto importanti da meritare proprio da lui, il capo dell’opposizione consiliare, una illustrazione dettagliata delle proposte della maggioranza e la motivazione delle votazioni adottate dai quattro consiglieri di minoranza. 

Carlo Biasone sembra si sia lamentato anche del fatto che i punti in discussione erano troppi. Sedici punti all’ordine del giorno sarebbero troppi? Per chi? Per chi pensa che il Consiglio comunale sia un fastidio, una robetta da sbrigare in mezz’ora per poi tornare a fare i fatti propri? Eh, no! I Consiglieri comunali hanno il dovere di dedicare anche l’intera giornata a quell’impegno oltre al dovere di prepararsi per tutto il tempo necessario e con tutti i supporti necessari e disponibili per arrivare preparati a quell’impegno. Il quale impegno di oppositori, se da un lato è stato loro assegnato dai Cittadini elettori, dall’altro è frutto diretto della personale, libera e, giustamente, anche ambiziosa scelta di quei consiglieri di candidarsi per servire il Popolo. 

Nella vituperata Prima Repubblica - immagino anche dopo, in questa scadente cosa della mai compiuta seconda o terza repubblica - i Consigli comunali, soprattutto quelli non straordinari, avevano sempre molti punti da discutere. E la discussione c’era, eccome. E alla fine tutti sapevano quasi tutto, senza aver bisogno di messaggi whatsapp o cinguettii social. 

Lamentarsi no, l’opposizione non può farlo in queste condizioni. Deve e fa bene a segnalare se sono stati approvati con il proprio voto contrario provvedimenti che loro ritengono sbagliati o se non sono stati invece discussi e analizzati altri provvedimenti che loro ritengono prioritari o più importanti. Dovrebbero farlo informando i propri sostenitori e, contestualmente, o subito dopo, la Cittadinanza. Così dovrebbero funzionare le cose. L’opposizione di questo trarrebbe beneficio, ammesso che riesca a far bene tutto il lavoro sopra descritto. Il mio Amico Carlo Biasone spero non sia stato così irrimediabilmente contagiato dai super-lamentatori, veri campioni della lamentela e del vittimismo elevato alla massima potenza, che lo hanno candidato e sostenuto in campagna elettorale. Se vuole ricandidarsi (si può rileggere a tal proposto la Letterina di sabato scorso) Carlo deve cambiare registro, deve cambiare marcia, deve cambiare atteggiamento. Ah, cambiare, il cambiamento. Forse è questo che non riescono a capire dalle parti dell’insieme-che-divide. Cambiare è un verbo incompatibile con il loro essere e il loro essere non-gruppo.

Senza voler azzardare facili previsioni attendo qualche sviluppo dalle parti dell’opposizione consiliare. Probabilmente ci sarà un po’ di can-can per poi tornare al sonnolento vivacchiare alternato dalla sola pubblicazione dei “cartelli autovelox”, lo stucchevole e diseducativo esercizio sul quale si sta ripiegando questa cattiva opposizione.

Care Amiche e cari Amici, dopo aver salutato ier l’altro Peppe Amicone, “zio Peppe”, nell’ultimo suo viaggio, è arrivata la tristissima notizia della scomparsa di un altro grande Amico che oggi potremo accompagnare all’ultima dimora terrena, sala d’attesa dell’a vita eterna. Se n’è andato Wilson, Adelmo D’Onofrio, un uomo dal gusto apparentemente guascone che lo rendeva simpatico ed inconfondibile; un Amico generoso, cordiale, sempre vicino ed attento, esemplare per tenacia e buona volontà. È stato lui, Wilson, il promotore e l’organizzatore delle serate teatrali legate alla solidarietà con l’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), quelle che hanno fatto della nostra bella estate in piazza un “buona estate”. Sapeva che la ricerca, che quegli spettacoli volevano sostenere con la raccolta di fondi, non era per lui ma per chi, in futuro, avrebbe potuto malauguratamente trovarsi a combattere contro un male lento ma spietato. È stato bravo anche in questo, È stato appassionato, spassionato e generoso anche in questo. Lo era stato, tante altre volte, in particolare quando nella sua Montupoli era attivo il Circolo intitolato al compianto ed indimenticato Italo D’Onofrio, quel fratello che aveva la musica e lo spettacolo nel sangue. Lo è stato in tutta la sua vita, oltre che come Marito, Padre e Nonno, anche come riferimento dei tanti Amici che, come me, gli hanno voluto bene e oggi sono affranti per la sua morte.

Buona Domenica.                       

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