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La letterina del sabato 29 gennaio 2022

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 29 Gennaio 2022 12:03
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,

tra le tante cose lette e ascoltate in relazione alle votazioni per la elezione del nuovo Presidente della Repubblica, non poche sono state e continuano ad essere il segno vero della nostra attuale condizione politica. Oltre ad una ormai irrimediabile - visto che siamo a quasi 75 anni dalla sua approvazione - ignoranza della nostra Costituzione nelle parti che regolano appunto la nostra vita politica, c’è un diffuso populismo che non lascia sperare in nulla di buono. Da un lato assistiamo ad uno spettacolo di terz’ordine, che è il meglio che il nostro personale politico in fondo è capace di offrire. Non dobbiamo meravigliarci e men che mai indignarci. Se mandiamo certi soggetti a rappresentarci, da loro non possiamo aspettarci di più. Anzi, devo confessare che, alla fine, anche se sono di scarso livello, i nostri politici si dimostrano migliori della media dei Cittadini elettori, certamente molto meglio di certi trinciasentenze che occupano le piazze virtuali.

 

Dall’altro lato assistiamo a fatti che molti si affrettano a giudicare in modo grossolano senza riflettere seriamente. La sequela di candidati bruciati c’è sempre stata. Certo la fesseria, giustificata come “spallata” (sic), di mandare la seconda carica dello Stato a sfracellarsi per un puntiglio di parte non è facile da rinvenire nella storia repubblicana. Ma che ci siano bocciature di nomi che possono anche sembrare buoni è nella logica delle cose. Dietro il paravento del “nome di alto profilo” o di una “personalità al di sopra delle parti” o “capace di unire”, ci sono trattative, spinte di lobby, ambizioni personali e vendette politiche oltre che il solito e pur giustificabile calcolo che ogni partito, gruppo o sottogruppo parlamentare o extra-parlamentare fa per il proprio tornaconto. Un po’ di storia repubblicana andrebbe ripassata. Qualche serena riflessione sullo stato di fatto andrebbe anteposta ai giudizi sommari sempre facili da fare e ancor più facili da affidare ai social. 

Il vocio dei commentatori copre inopportunamente la cronaca televisiva dello spoglio che andrebbe ascoltato senza interferenze. Quando un grande elettore vota un nome che a molti sembra strano, forse lo fa anche perché abbiamo qualche (più di qualche) grande elettore (ci sono anche i delegati delle regioni…che non è che sono campioni…) non all’altezza. Ma più probabilmente lo fa per dare segnali precisi che vanno dalla insofferenza agli ordini dei capi partito alla esigenza di farsi riconoscere e valutare come votante senza padrone. Comunque, anche se più d’uno si è mostrato scandalizzato e sconsolato, il grande elettore chiamato a eleggere il Presidente della Repubblica non ha vincoli se non quello imposto dalla Costituzione, cioè di dover votare per un Cittadino italiano che abbia compiuto i 50 di età. Se, in mancanza di indicazioni serie (che scarseggiano ancora), si vota un campione dello sport, un giornalista, un vecchio politico o un uomo di spettacolo non si offende la Costituzione e neppure il buon senso. Dino Zoff (che ha preso qualche voto) avrebbe certamente più equilibrio e saggezza di certi nostri parlamentari. Ricordo uno dei tanti scrutini che portarono alla elezione di Giovanni Leone, uno dei più grandi Presidenti della Repubblica. Sandro Pertini, essendo Presidente della Camera, leggeva i nomi dei votati con quella fretta mista a solennità che diventa il ritmo dell’ennesimo scrutinio. Ad un cero punto lesse "Sofia Loren". Riprese la scheda la riguardò e commentò "Però se ne intendono". I franchi tiratori di allora avevano più gusto o forse più ironia. Ma allora come oggi non deve suscitare scandalo se piuttosto che annullare la scheda o votare in bianco si segnala il proprio disappunto per le magagne dei capipartito e, facendolo, si onora con quella citazione elettorale un Cittadino che forse non saprebbe fare il Presidente della Repubblica ad alto livello ma che certi livelli li ha meritatamente raggiunti nel proprio campo. 

La politica vive da tempo la sua sconfitta senza mostrare segnali di riscatto, senza mostrare orgoglio. Si va a caccia di nomi non politici per far guidare la politica. Invece la politica deve guidare la società. La politica deve saper ascoltare i Cittadini, deve saperli rappresentare, soprattutto i più deboli, deve saper anticipare i tempi con scelte capaci di preparare le soluzioni che il tempo prossimo futuro richiederà.

Il politico dovrebbe seguire, tra gli altri, quell’insegnamento che ho sentito ripetere da Benigno Zaccagnini in uno speciale scovato su RaiPlay (Benigno Zaccagnini la Politica mite): "La politica è non appagamento". È ricerca incessante della perfezione possibile, quella che mira al perfetto raggiungimento del bene comune.

Buona Domenica.