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La letterina del sabato 28 agosto 2021

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 28 Agosto 2021 11:00
Scritto da Maurizio
Visite: 712

Care Amiche e cari Amici,

ho evitato di fare due citazioni speciali al termine dell’ultima Letterina. Non sono state dimenticanze, tutt’altro. È stata una scelta dettata da due motivi. Il primo è stato il non voler comprimere in coda ad un testo non brevissimo qualcosa che meritava e merita una certa importanza. Il secondo è stato quel voler evitare di richiamare l’attenzione di alcuni che vengono a curiosare su questo spazio di libertà ed avrebbero così saputo quel che invece non sapevano perché disinteressati o, se lo avessero saputo e se poi lo hanno altrimenti saputo, lo avrebbero utilizzato per mera esteriorità e non per vero interesse.

Nulla di arcano, nulla di intrigante.

Si tratta della coincidenza di due compleanni che cadevano il 22 agosto scorso. Distinti e distanti tra loro per anni da computare e per ogni altro collegamento diretto se non quello, in fondo casuale, dell’appartenenza alla nostra Comunità locale dei festeggiarti. Eppure ambedue importanti.

 

Il 22 agosto il nostro parroco, don Gilberto, ha compiuto i suoi primi cinquant’anni buona metà dei quali spesi nel sacerdozio. Ecco, il compleanno del nostro parroco è importante proprio perché lui è un sacerdote. I sacerdoti sono figure particolari non solo per l’eroismo della scelta fatta ma anche perché questa scelta li mette in una condizione che molti di noi non considerano, vuoi per distrazione vuoi per disinteresse e indifferenza. I sacerdoti della Chiesa cattolica sono anche uomini soli, almeno in certi momenti. Il celibato, la non vicinanza della propria famiglia, l’inevitabile assottigliarsi numerico degli affetti familiari conseguente al passare degli anni, la stessa necessità legata allo svolgimento del proprio ministero mi fanno pensare ai loro momenti di solitudine, non scelti come tali ma accettati perché tali. Nulla di drammatico, nulla di strano, nulla di nulla se volete. Ma noi dovremmo avere pronto ogni anno un augurio di buon compleanno per il nostro parroco, un augurio sincero misto ad uno speciale ringraziamento al buon Dio. Perché avere un parroco non è una fatto scontato visto che di preti non ce ne sono tantissimi. Il parroco è sì ministro dei sacramenti, presenza officiante dei riti religiosi, amministratore pro-tempore della parrocchia, ma è essenzialmente la guida spirituale della nostra comunità, è una risorsa ricca di quella ricchezza fatta di peculiari capacità umane e di gratuità dell’impegno. 

I miei ventitré Lettori sanno che questa riflessione non aveva urgenza di esser condivisa otto giorni fa, rischiando di essere scansata come la civetteria di chi poteva esser accusato di voler far sapere a tutti che si ricordava prima di altri l’arrivo di un così speciale appuntamento. Loro sanno che non era importante puntare il calendario. Sanno che gli auguri possono non esser freschi se fatti una settimana dopo. Ma l’affetto riconoscente e, soprattutto, il render grazie a Dio per avere don Gilberto come nostro parroco ha una valore pieno, sempre, senza rischio di scadenza.

Lo stesso 22 agosto il mio Amico Pantaleone Anzellotti ha splendidamente tagliato il traguardo dei suoi primi 80 anni. Oltre alla gioia per questo traguardo volante attraversato con grande agilità, devo esprimere qualcosa che va oltre l’affetto personale, oltre la stima, oltre la simpatia e oltre l’ammirazione. Pantaleone Anzellotti è un uomo schivo. Pur essendo protagonista di fatto come commerciante da tantissimi anni, non è certo uno che ama il protagonismo. Anzi. Ha una delicatezza e una sobrietà nel servire ogni cliente che è un piacere guardarlo. Il servire è mestiere difficile, bisogna avere doti speciali ma alla fine il più lo si impara sul campo, in tanti giorni messi uno dopo l’altro. Pantaleone oggi è un esempio, un esempio di longevità e di attaccamento al lavoro, un esempio di costanza abbinata alla qualità, un esempio per chi immagina di voler fare quel mestiere che non è facile e non smette mai di proporre nuove difficoltà. Pantaleone, come il fratello, l’indimenticabile Ovidio, non è nato dietro un bancone ma ha saputo crescere continuamente accettando il sacrificio di una sfida continua vinta giorno dopo giorno. Lo ha fatto e continua a farlo senza accantonare il suo essere marito, padre e anche nonno. Lo fa, appunto, con quella sobria delicatezza che non fa trasparire la fatica, che non fa emergere lo sconforto quando qualcosa non va, che nasconde i problemi personali perché chi è bravo come lui sa che non devono mai essere presenti e visibili all’avventore che entra, al cliente che chiede senza doversi curare di come sta il barista, al cliente che deve essere servito con lo stesso sorriso e la stessa attenzione di ogni giorno. Pantaleone sa che il bancone del bar ascolta, assorbe, sopporta ma non perde mai il sorriso.  

Senza nulla togliere a nessun altro, posso dire che Pantaleone Anzellotti fa il miglior caffè di Miglianico. Da noi si fanno solo eccellenti caffè. Pantaleone lo fa eccellente più qualcosa che è un misto di altre cose, cioè il quel suo segreto che nessuno può sapere né imitare. Senno che segreto sarebbe.

Non c’era bisogno di anticipare i nostri auguri di buon compleanno a Pantaleone Anzellotti, neppure a beneficio dei curiosi più distratti, perché con grande amore la sua Famiglia ha annunciato data e festa. Festa è stata. 

La vera festa è stato abbracciarlo, con quell’emozione che ogni abbraccio dà ma che certi abbracci danno ancor di più.

Buona Domenica.