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La letterina del sabato 25 luglio

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 25 Luglio 2020 11:14
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici, 

siamo alla vigilia delle nostre Feste patronali. Le vivremo in questa edizione non proprio usuale anche se il nocciolo della nostra tradizione verrà ben garantito. 

Ora contano due cose: la prima è la devozione verso San Pantaleone al quale è affidato lo speciale patrocinio celeste dei Miglianichesi, la seconda è lo spirito di grande gioia nell’accogliere la festa così come ci verrà offerta. A tal proposito è bene che ricordiamo anche una cosetta non proprio trascurabile. Le cassette distribuite dalla nostra eccellente Pro Loco nelle varie attività commerciali non sono arredi o gingilli di promozione turistica. Servono per raccogliere i soldini necessari a pagare le spese che ci saranno e che devono esser frutto del contributo dei Cittadini, così come sarebbe avvenuto se fosse stata fatta la questua casa per casa. Vano utilizzate per metterci banconote, meglio se da 10 o da 20 euro, se poi si ha una da 50 e non si riesce a cambiarla…meglio. 

 

Quel che si chiamava il grande “concorso di pellegrini”, cioè l’afflusso di gente, sia domenica sera sia nella giornata di lunedì 27 luglio, quest’anno sarà attratto inevitabilmente dal cantiere che da alcuni giorni preclude l’utilizzo della piazza antistante il Municipio. 

Ieri, tra le 10:00 e le 11:00, c’è stato lo spettacolare spostamento del monumento. Imbracato tutto intero e sollevato da una potente gru, è stato traslato di pochissimi metri, quanti son quelli giudicati necessari per liberare l’ipotetico corridoio visuale e di accesso frontale al palazzo municipale, secondo l’impostazione progettuale del Municipio appena riedificato.

A parte la parentesi spettacolare restano notazioni già fatte e altre che ne ricalcano sostanzialmente i principali argomenti. Il progetto è stato annunciato ma non discusso in pubblica assemblea. È vero. Ma nelle non poche assemblee degli anni passati il Sindaco ha sì presentato lavori pubblici da realizzare ma erano naturalmente già confezionati nel loro progetto esecutivo. Una pubblica assemblea sarebbe servita non a poter modificare il progetto ma semplicemente a conoscerlo nel dettaglio senza dover attendere la fine della realizzazione per vedere come sarà. Nulla di più. 

La piazza che verrà sarà più bella, più funzionale e più sicura di quella cervelloticamente ideata e realizzata durante il triste quinquennio amministrativo targato “Progetto Miglianico”. Beh, non sarà difficile. Difficile, quasi impossibile sarebbe far peggio. Ora tutti o quasi tutti si son resi conto che la piazza senza il monumento sarebbe stata la soluzione ideale. Qualunque intervento si faccia in quel sito, l’ideale non verrà raggiunto fin quando non si restituirà al Municipio una piazza libera da ingombri che non siano la leggera delimitazione tra strada e area pedonale alberata e eventuale arredo di panchine non monumentali. 

Arriverà, finalmente, il senso unico in piazza direzione Borgo Forno. Sarà una novità positiva o no? I sensi unici son sempre soluzioni che migliorano il traffico, se finalizzati ad un flusso più snello. Lo sono anche se creano fastidi a chi è abituato a certi percorsi. Accadde quando fu messo in via Roma, il “disagio” degli habitué durò un paio di settimane. Il senso che si preannuncia, anzi che dovrebbe già essere effettivo e che va ancora valutato evidenzierà sempre di più un problema generato qualche anno fa. A Borgo Forno fu abbattuta una casa ma non si migliorò la viabilità, già allora sacrificatissima, bensì si realizzarono spazi forse belli ma sostanzialmente inutili. Negli anni, nella incapacità di tutte le parti di guardare oltre le “esigenze” del momento, la via che da Borgo Forno porta al Pattinodromo ed al campus scolastico, non è stata mai pensata e quindi mai tutelata come arteria comoda e sicura, tant’è che manca di una adeguata carreggiata e non ha neppure un accenno di marciapiede. Ancor peggio, di fatto entra nelle porte di alcune case, una delle quali comincia a rischiare un ripetuto grattamento del proprio angolo esterno. Quella stradina non può accogliere molto traffico. Forse si può fare tutto più sicuramente prolungando il senso unico ad uscire lungo via Costa della Forma e a entrare lungo via Scimonetti che hanno un buon collegamento a mezza costa con via F.P. Antonelli. Si allunga? Si ma 2/300 metri di maggior percorrenza son niente se si considerano la sicurezza e anche la fluidità del traffico. In futuro ambedue le strade potrebbero avere in dotazione un marciapiede e sarebbero a quel punto vere vie cittadine. Probabilmente le proteste che verranno faranno tornare questo avvio di senso unico ad una doppio senso sempre più problematico, visto il ritorno ormai ovunque del parcheggio selvaggio, che ormai si pratica con estrema disinvoltura anche sotto gli occhi dei tutori dell’ordine. 

Ci sono altri sensi unici che occorrerebbe attuare. Su questo spazio di libertà sono stati già segnalati, per ora inutilmente. 

Torno allo spettacolo di ieri mattina per un necessario approfondimento.   

Non si è potuto spostare il monumento ai caduti (uno dei due monumenti ai caduti che abbiamo a Miglianico, forse un piccolo record nazionale, ndr.). Si poteva delocalizzare il bel monumento? Pensavo di sì. Pare che autorità competenti sovracomunali abbiamo imposto un no. Consapevole di non aver elementi diretti e i documenti ufficiali, resto ancora un poco convinto che anche quelle autorità avrebbero potuto essere messe davanti a soluzioni diverse e avrebbero potuto diversamente rispondere. Ma ormai è fatta. Se ne riparlerà al prossimo finanziamento. A proposito, ho sentito un agit-prop dell’insieme-che-divide sibilare che il Comune spreca i soldi in piazza e abbandona le contrade. Non sono intervenuto per replicare e spiegare, non lo meritava quel soggetto. È pluri-recidivo come propagandista da strapazzo. Insomma, ci risiamo: un asino può fingere quanto vuole di essere un cavallo ma alla fine raglia. Il finanziamento che il Comune ha chiesto, ha saputo meritare e sta utilizzando è destinato unicamente alla valorizzazione del borgo, del centro storico, non a generiche opere comunali. Il resto è fuffa, è propaganda stile anni ’50. 

Sul monumento, o meglio su uno dei due monumenti ai caduti, quello appunto che si trova in piazza da oltre cinquant’anni, va detto che si tratta di un’opera pregevole di un artista oggi per me anonimo che si aggiudicò il concorso di idee che il Comune bandì per utilizzare il finanziamento statale legato alla celebrazione dei 50 anni dalla vittoria nella guerra del 15/18. Se non ricordo male quel che mi fu spiegato allora, il nostro monumento rappresenta “l’umanità schiacciata dalla sofferenza” della guerra degli uomini contro gli uomini. Insomma non si tratta di una banale stele con una iscrizione. Avrebbe dovuto esser realizzato con due blocchi di marmo e non con cemento rivestito in pietra ed al centro la scultura in bronzo. Era destinato alla piazzetta antistante la scuola media, che però non era ancora completata quando il monumento invece fu pronto. Come spesso accade anche in Italia, il provvisorio pare sia divenuto poi definitivo. Un curiosità riguarda la lapide, non prevista dall’artista che rifiutò di far collocare ai piedi della sua opera la iscrizione marmorea approntata a quel tempo. Quella lapide restò accantonata in Municipio, nella stanza con balcone. E fu utilizzata quando fu realizzato il bel monumento ai caduti (il secondo) opera di Benito D’Aversa. Esso fu collocato all’ingresso del cimitero, al posto del Parco della Rimembranza, semplicemente eliminato dall’allora Amministrazione comunale, benché fosse opera voluta da un’apposita legge dello Stato per onorare i caduti della Prima Guerra Mondiale sepolti nei sacrari militari o dispersi. Allora gli uffici sovracomunali, benché sollecitati, non imposero la conservazione di quel “Parco”, mentre oggi pare quelli o altri uffici sovracomunali abbiano imposto la non delocalizzazione del monumento seppur in un sito probabilmente più grazioso e carico della più bella attenzione quale poteva essere il plesso scolastico comunale. 

Prima dei saluti una buona notizia. È stato risistemato e ben posizionato il totem che narra la parte delle nostre tradizioni legata a San Giacomo. È uno di quei pannelli che lo scorso anno il Comitato Feste, presieduto dalla dottoressa Annalisa Palladinetti, ha voluto donare alla nostra Cittadina compiendo con ciò un’opera molto lodevole. Il pregevole e utilissimo manufatto in questione è quello che si trova tra la fontanella di San Giacomo e la casa dell’indimenticato maestro Cesidio D’Amato. Da tempo era in parte divelto, forse dal vento, forse da qualcuno che ha fatto una bravata, forse solo perché non ben ancorato a terra, ed era tristemente appoggiato alla rete del giardino di quella casa. Ieri, come mi era stato anticipato qualche giorno a dal Presidente della nostra Pro Loco, il validissimo Nicola Santalucia, Vincenzo Marinucci, uno dei bravissimi dirigenti della Pro Loco, ha provveduto a sistemare il totem che, grazie al suo intervento, ha riacquistato la posizione eretta sua propria. Bravo Vincenzo e sempre Viva la nostra Pro Loco.    


Eccovi infine un’altra bella notizia. L’ottimo Roberto Terenzio, il Papà della “Miglianico Tour”, continua nel suo lodevole lavoro di pubblicazione della documentazione storica relativa alla nostra corsa d’agosto. È arrivato a pubblicare i video dalla seconda fino alla quinta edizione della “Miglianico Tour”. Sono ricordi straordinari. Generano emozioni bellissime.  

Ma sulla “Miglianico Tour”, che quest’anno avrebbe dovuto vivere la sua 50^ edizione, vi intratterrò forse nelle prossime Letterine.

Ora è già festa. Viva San Pantaleone! 

Buona Domenica.