Questa poesia del maestro Cesidio D’Amato racconta un rito contadino ormai scomparso. La rappresentazione che il poeta ci offre ha un’efficacia quasi cinematografica. Sembra davvero di esserci in quell’aia pronta a “la scujtùre de le marròcche” e poi animata di lavoro, di sentimento, di passione, di canto e di danza.
La gioia che pervade questa pagina della quotidianità d’un tempo nasconde ogni ombra, tutto è luminoso e pieno di vita.