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La letterina del sabato 4 aprile

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 04 Aprile 2020 11:54
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici,

siamo alla viglia della Domenica delle Palme che vivremo come mai l’abbiamo vissuta e, lo spero vivamente, mai più la vivremo. Non avremo rami d’ulivo da sventolare durante la benedizione, non avremo palme da portare a casa e nessuno ci darà un rametto dei suoi tornando dalla Messa. Sono un po’ triste ma anche curioso di vivere la Settimana Santa che sta per iniziare in questo tempo di vita senza contatti, obbligati alla distanza. Importante è esserci, anche a distanza, anche con l’immagine miniaturizzata sullo smartphone, che, spero lo si stia capendo, è meglio riservare ai riti religiosi che al pettegolezzo, alla maldicenza e alla propalazione di false informazioni. Importante è ricordarci che questo “momento forte” dell’anno liturgico forte è e forte rimane e che, alla fine, c’è la resurrezione, la salvezza dell’umanità, lo spalancarsi dell’eternità nella quale vivere al cospetto del Padre celeste.

 

Altri pensieri mi si presentano man mano che i giorni scorrono e le date del ritorno alla cosiddetta normalità vengono spostate sempre più in là. Non è solo la Pasqua che vivremo a casa, non è solo la scampagnata del Lunedì dell’Angelo che dovremo rimandare di un anno. Ci sono San Rocco, il nostro San Rocco di aprile, ci sarà il 25 aprile e poi anche il Primo maggio, forse anche il 2 giugno che non saranno come li abbiamo sempre conosciuti e vissuti. Sarà una prova per vedere se e quanto ci teniamo a questi giorni segnati da tradizioni locali a noi care o da valori nazionali importanti. Temo, e spero di essere presto smentito, che non ci saranno come sempre ci sono stati, i nostri piccoli “momenti forti”, quelli che ogni anno attendiamo sapendo che arriveranno con la loro diversa ritualità. Parlo delle nostre Feste Patronali, delle “Contrade del Piacere” e della nostra “Miglianico Tour”. Abbiamo la Pro Loco che non la ferma nessuno, certo. Ma non abbiamo il Comitato Feste. E penso ogni giorno al mio Amico Nicola Mincone e agli Amici dell’ADES, a come stanno rimodulando l’organizzazione della “Miglianico Tour” che quest’anno deve, non dovrebbe, deve festeggiare i suoi primi 50anni. 

Provo a non pensarci oggi. Ma so che tra due o tre settimane questo pensiero tornerà e con esso dovremo fare i conti, dovremo essere capaci di affrontare bene un’altra fase della nostra esperienza di Comunità locale che non sarà uguale a prima.

A questo proposito devo fare poche notazioni prima di salutarvi. Qui a Miglianico stiamo facendo bene, stiamo facendo cose ben fatte, con le eccezioni che certo non mancano. Abbiamo, ad esempio, anche cose egregie, come il bel gesto del nostro Simone Racioppo, stilista di fama internazionale, che ha voluto donare il costo di una delle sue bellissime creazioni per aiutare chi sta combattendo in prima linea contro l’epidemia. Bravo, bravissimo Simone. Siamo orgogliosi di te e non solo per il tuo talento ma anche per qual tratto di umanità e per la generosità che ti rendono eccezionale. 

Dicevo, stiamo facendo bene, stiamo facendo cose ben fatte. Ma qui, a Miglianico, nella nostra Comunità locale, avremmo dovuto aspettarci ancora qualcosa in più? Sì, sinceramente sì. Avremmo potuto avere un segnale del necessario oblio che avrebbe dovuto avere la divisone, introdotta poco più di una anno fa in questa nostra comunità, proprio per quello che questa esperienza ci sta insegnano, martellando il suo monito ogni giorno. Ci sono poche polemiche, è vero. Ma a questo punto avremmo dovuto avere zero polemiche. Al loro posto avremmo dovuto avere condivisione senza o con poche riserve e incoraggiamento e plauso e anche le giuste lodi per chi tanto e tanto bene sta facendo, a partire dal Sindaco, passando per i volontari della Protezione Civile Comunale, guidati dal “guerriero” Luca Marinozzi, un vero cuor di leone, passando per commercianti, Forze dell’Ordine, farmacisti, medici, il nostro Parroco, dipendenti pubblici (sì quelli che il loro dovere lo fanno, eccome! Altro che sfaccendati che aspettano il 27) e tanti altri che sono motivo nel nostro applauso quotidiano. 

L’insieme-che-divide, non è ancora pienamente consapevole che la divisione ormai è scaduta e fa solo male. Non è riuscito a plaudire apertamente, a incoraggiare, a lodare non tanto il Sindaco, che lo merita ma che evidentemente continuano a avere sullo stomaco, ma neppure la Protezione Civile Comunale che non è parte della maggioranza. Ha concesso qualche generico riconoscimento. È già qualcosa, direte. Sì. È qualcosa e va apprezzato. Però è poco. 

Il gruppo di minoranza, moderato dalla cautela di Carlo Biasone, ha prodotto una richiesta a Sindaco, assessori e Consiglio comunale con alcune proposte/richieste. È un documento, in fondo, positivo ma che trasuda di scontato e di populismo d’occasione. Sono buone intenzioni, sono belle parole ma superate dal tempo già mentre i consiglieri di minoranza, armati di perfetta buona fede, se passavano il foglio per sottoscriverlo, come ad esempio l’ipotesi della visita contingentata al cimitero: una idea genericamente buona, nulla più, ma divenuta impraticabile poche ore dopo. Che i consiglieri di minoranza debbano essere consultati il più possibile è sacrosanto, tutti devono esserci ora. E poi, in fondo in fondo, a loro darà giovamento vedere come si amministra bene un Comune. Chissà che non si ricredano su non poche cose. Migliorerebbero molto.     

Quel che mi preme non è tanto l’aver visto l’affanno nel rincorrere una qualche visibilità da parte dell’insieme-che-divide, è una cosa che ci sta, per carità. Almeno non si son messi a fare interrogazioni strumentali. Qualche proposta l’hanno fatta, va a merito loro. Ma c’è stato, c’è altro, che non va. Di fronte ad una iniziativa, certo non decisiva ma tutta positiva, come quella delle mascherine “Made in Miglianico”, c’è chi ha avuto da ridire, lamentando sussiegosamente un presunto e non vero, assolutamente non vero sfruttamento della “comunicazione istituzionale” da parte dei nostri Amministratori comunali, Sindaco in testa, ovviamente. Qualcuno, perché c’è sempre qualcuno che deve fare il cretino per farsi notare, ha addirittura ironizzato facendo stupidi paralleli con note trasmissioni televisive e non s’è fermato lì. Il fatto che Miglianico, non il suo Sindaco, non i singoli Cittadini capaci di tanta generosità, ma Miglianico tutta sia assurta agli onori della cronaca, collocandosi ancora una volta, come altre volte è accaduto negli ultimi anni, in testa all’intero Abruzzo e non solo, avrebbe dovuto far gioire tutti, avrebbe dovuto farci avere un sobbalzo di orgoglio. Così non è stato. A certi Concittadini non è andato giù vedere Miglianico in prima pagina. Non ce la fanno proprio a gioire e basta, neanche quando sarebbe giusto e anche facile farlo. È sbucata fuori perfino una gretta acrimonia, malamente mascherata, verso determinate persone da parte di chi, ormai evidentemente incapace di fare del bene, si è arrogato il diritto di non accettare lezioni di solidarietà da parte di chi invece la solidarietà non l’ha voluta insegnare né ha cercato di accampar meriti personali. La solidarietà l’ha semplicemente fatta, senza se e senza ma. Si tratta di tutte le protagoniste e di tutti i protagonisti dell’operazione mascherine “Made in Miglianico”.  

È vero, forse si tratta di scorie lasciate dalla brutta stagione divisiva progettata e tenacemente attuata lo scorso anno dai soggetti che ben sappiamo. 

Semplicemente speravo che, ora, giunti a questo punto, non ci fossero più neppure queste scorie. 

Continuo a sperare che questo tempo che viviamo ci liberi dalle tensioni pregiudizialmente divisive, lasciando aperto il confronto tra le diverse opinioni e posizioni, e ci dia la possibilità di ragionare serenamente su una modello di Comunità che è indispensabile avere ben pronto e ampiamente condiviso quando si tratterà di ripartire. 

Abbiamo il rinascimento a portata di mano, anche e a Miglianico, anche nel nostro piccolo. Non possiamo fallire. 

Se amiamo Miglianico e i Miglianichesi dobbiamo usare la pazienta positiva di questi giorni per farci trovare pronti, con idee e energie nuove, alla sfida che ci attende.

Buona Domenica.