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La letterina del sabato 8 febbraio

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 08 Febbraio 2020 16:21
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici, 

come vi avevo accennato nelle settimane scorse la politica, quella dei partiti, si sta per ripresentare nella nostra Miglianico. Da non pochi mesi, diciamo pure da qualche anno, c’è l’assenza di sedi di partiti ed anche di manifestazioni di partito. Le ultime campagne elettorali hanno visto attività di propaganda ma, almeno a memoria, non si sono svolte nelle sedi dei partiti nazionali né sono state organizzate e condotte da segretari e presidenti di sezioni o di circoli locali facenti riferimento alle sigle che ora animano (si fa per dire) lo scenario nazionale e regionale. La presenza dei “grillini” le cui stelle sembra si stiano almeno in parte spegnendo, del resto, fin quando c’è stata in modo organizzato a Miglianico, ha avuto la caratteristica tipica di quel movimento, prevalentemente virtuale e operativamente slegata da una sezione locale, intesa come luogo fisico con tanto di stemma.

 

Non vi eravate accorti di questa assenza, vero? E ora che ci pensate starete dicendo che in effetti è così. Nulla di strano. La politica è cambiata. Quella dei partiti non è più attrattiva poiché non ha messaggi né momenti di mobilitazione veramente popolari. Non è più invasiva a livello di presenza fisica. I social la fanno da padrone. I leader di partito non hanno interesse ad avere una base attiva se non al momento del voto, del voto per sé stessi perlopiù, senza coinvolgimenti attivi o passivi del cosiddetto territorio. Il distacco tra elettori ed eletti a livello nazionale non è mai stato tanto grande. 

Ma i partiti ora stanno tornando. La cosa è buona o cattiva? 

Non importa. Non ci interessa in questo momento. Il mio pensiero sul funzionamento della democrazia penso di averlo espresso più volte, comunque non conta nulla neppure ora. 

Ora ci interessa sapere che qualcosa si sta muovendo. E si sta muovendo in un tempo nel quale, al netto di colpi di scena sempre possibili, non si avvicinano elezioni politiche generali o regionali. Ci potrebbero essere dei referendum ma non certo a marchio partitico così forte da richiedere la riorganizzazione di una presenza sul nostro territorio comunale.

Cosa sta accedendo? Perché? Con quali possibili conseguenze? 

Cosa sta accadendo? 

Nulla di molto concreto anche se è più di un’intenzione. Ad esempio è comparsa una targa accanto alla vetrina lasciata vuota recentissimamente dall’oreficeria “Farina”, in via Martiri Zannolli. È quella della “Lega (Nord)”. La sede non è ancora aperta e funzionante ma l’annuncio è indiscutibilmente chiaro. Sarà questione di giorni, al massimo di qualche settimana: a Miglianico ci sarà una sede della “Lega”. Non ho indagato e non sto certo morendo dalla curiosità. Ci sarà tempo per sapere ufficialmente chi guiderà quel partito a Miglianico, chi ci sarà tra i suoi dirigenti e chi tra i suoi iscritti. 

Altri partiti non hanno certo aspettato lo spuntare di quella targa per rimettersi in movimento. Si sono mossi prima. Non hanno opzionato sedi ma persone. 

Il PD ha messo in mostra, in occasione di una riunione svoltasi a Pescara, alcuni nostri Concittadini. C’era Silvio De Lutiis, politico ormai di lungo corso, al tavolo dei relatori. Insieme a Gabriele Sisofo, anch’egli ex-giovane attivista e dirigente di partiti di sinistra, c’era l’assessore comunale Antonio Palombaro in prima fila ad ascoltare gli interventi della giornata. 

La presenza a Miglianico dell’Assessore regionale Mauro Febbo, in occasione del convegno sul commercio, è stata determinata dall’ottimo e continuo rapporto politico che quell’esponente di Forza Italia ha con il Presidente del Consiglio Comunale, Mimmo Cicchitti.

Non ho ancora riscontri ma singoli esponenti della maggioranza di “Miglianico Cambia”, che non hanno mai abbandonato posizioni di simpatia per il M5S, sono vicini, forse già pronti ad una presenza attiva e riconoscibile, con “Fratelli d’Italia”, il partito della Meloni, e con “Italia Viva”, la neonata formazione voluta da Matteo Renzi. E potrebbero anche occupare, direttamente o attraverso persone “gradite”, il posto di guida della “Lega” a Miglianico, soprattutto dopo le recenti nomine dei vari coordinatori regionali e provinciali di quel partito.  

La minoranza consiliare, cioè il non-gruppo dell’insieme-che-divide ha già espresso al suo interno la candidatura della dottoressa Chiara Coletta, dirigente territoriale della “Lega”, candidatasi puntando anche sul quel ruolo partitico. I suoi attuali consiglieri eletti, almeno due su quattro, non li vedo sinceramente con la tessera della Lega in tasca. Potrebbe farlo Antonio Di Sipio, se ne avrà voglia. Carlo Biasone potrebbe invece aderire alla “Lega” solo se si procurasse una massiccia trasfusione di coerenza ideale e politica. Stranamente, lo stesso dovrebbe fare il suo nemico diretto, il Sindaco Fabio Adezio. In questo sono più vicini di quanto si possa supporre.    

Questa velocissima panoramica ci porta a poter tranquillamente rispondere alle altre due domande. Perché i partiti stanno tornando a Miglianico? Quali saranno le conseguenze?

Perché stanno tornando le sezioni di Partito a Miglianico? 

I Partiti devono tornare a Miglianico. E, secondo me, Miglianico deve avere le sue sezioni di partito. Si può amministrare la cosa pubblica con aggregazioni squisitamente civiche, com’è egregiamente accaduto e come accade qui da noi con “Miglianico Cambia”, che ha una sua formula tanto valida da aver subito non pochi tentativi di imitazione. Ma non si può alzare un recinto e pensare che siamo una libera repubblica. La politica nazionale è elemento inevitabile. Per non subirla soltanto, va partecipata, così come vuole la nostra Costituzione, così come è sacrosanto che sia, perché è anche utile che sia così. 

Siamo stati non poco tempo senza rappresentanze locali fisicamente individuabili dei partiti nazionali. Era, è inevitabile che ora le cose cambino e si torni a quelle presenze. Non è importante che questo stia accadendo con un effetto quasi a catena. Potrebbe essere, forse è solo un caso.  Più probabilmente si tratta di un fatto naturale, spontaneo, come lo è il respiro. Non c’è dietrologia da spendere su questo.

Quali saranno le conseguenze? 

È davvero difficile dirlo oggi. Certo ci sono persone che hanno interesse o interessi a voler essere protagoniste della vita politica attuata dai partiti. Non è sempre stato così, come qualcuno semplicisticamente starà pensando, ma in passato è stato anche così. Certo ci sono pressioni interessate da parte dei partiti provinciali a mettere la propria bandierina in un Comune, come Miglianico, che non è di secondaria importanza, anzi, che spesso è portato ad esempio per la sua ottima amministrazione comunale. Anche in questo la Miglianico amministrata dalla squadra guidata da Fabio Adezio è attrattiva. Il ritorno dei partiti, in fondo, è un effetto naturale, qui come altrove. Nulla di strano. 

Che peso avrà questa rinnovata o nuovissima presenza lo vedremo tra non molto. Dipenderà dalle alchimie dei singoli partiti e dalle capacità personali dei nostri Concittadini che si impegneranno al loro interno, divenendo casomai protagonisti e scalandone le posizioni di maggior prestigio e responsabilità. 

C’è però una curiosità che può essere notata. 

Quel che sono state le parti in campo nelle ultime elezioni comunali non saranno affatto le stesse se si dovrà far propaganda nazionale seguendo gli attuali partiti politici. I protagonisti di oggi si mischieranno certamente, non so se con fastidio o con indifferenza delle vicende amministrative. Ma accadrà sicuramente. Accadrà se la coerenza resta un valore per i singoli soggetti, parlo dei nostri consiglieri comunali. Tra non molto lo potremo verificare tutti. Non sarà una sorpresa. Sarà uno degli effetti naturali del ritorno dei partiti nella politica locale.

Porterà tensioni all’interno dei due gruppi consiliari? Ci saranno indebolimenti nella loro compattezza? Ci saranno addirittura rimescolamenti? Per ora dobbiamo dire di no. Da ora dico che potrà succedere. 

Più in là, in vista delle prossime elezioni comunali, le conseguenze potrebbero essere invece sorprendenti se si fa riferimento alle due liste che si son date battaglia nel maggio scorso. Se si radicheranno e avranno qui esponenti attivi per impegno e per logica ambizione personale, i partiti diranno la loro e lo scenario sarà diverso, forse molto diverso rispetto a qualche mese fa e anche rispetto a quello che fino a oggi qualcuno ancora immagina, cioè non ci sarà una semplice rivincita tra i contendenti della primavera 2019. 

Quel che intanto accade di bello e di concreto non riguarda i partiti. 

La nostra Pro Loco ci riserva un’altra sorpresa, non teorica né partitica, ma politica allo stato puro, come lo è ogni iniziativa che ha al centro della sua attenzione il bene della “polis”, della comunità cittadina. Tra breve la sua sede di piazza “G.G. Valignani” (la piazzetta della omonima Scuola Media, ndr.) sarà aperta ogni giorno come luogo di lavoro degli operatori del servizio civile che cominceranno la loro attività a Miglianico grazie al progetto portato avanti brillantemente da questa nostra fantastica associazione. È un altro successo. Un altro applauso va alla nostra Pro Loco e ai suoi eccezionali Dirigenti.

Prima di chiudere voglio segnalarvi che lunedì prossimo, 10 febbraio, è il “Giorno del Ricordo”. Dal 2004, quando fu istituita questa ricorrenza, essa intende “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. È una pagina della nostra storia non ancora ben conosciuta come invece è accaduto per altre, altrettanto drammatiche e dolorose. La storia, in realtà la storiografia, spesso è scritta dai vincitori. Ci vuole più tempo per conoscere tutta la verità in certi casi. Il dolore intanto è stato vissuto. L’umanità può provare la stessa vergogna che ha sentito per i campi di concentramento nazisti, per i gulag sovietici, per i desaparecidos argentini, per i campi di “rieducazione” dei khmer rossi, per i genocidi compiuti ad ogni latitudine in tante fette della storia umana e per tanto altro ancora. 

Ho avuto testimonianza quasi diretta di cosa hanno subito i nostri connazionali in Istria, soprattutto di cosa hanno subito le Italiane dell’Istria. Esse non hanno avuto più il coraggio di raccontarlo a parole ma lo hanno mostrato vivendo una vita ferita in modo irrimediabile. 

I morti, tutti i morti, anche quelli gettai nelle foibe, non parlano più. I vivi a volte non ce la fanno a parlare per la vergogna, per lo scoramento, per l’abbattimento che li ha atterrati definitivamente. Noi, tutti noi, dobbiamo avere il coraggio di dire certe cose, la tenacia di spiegare, la fermezza di condannare ma anche l’amore per perdonare e per comprendere. Solo così potremo aiutare il nostro povero mondo a non dover più vivere certe vicende che ci fanno dubitare se l’umanità sia degna di umanità.

Buona Domenica.