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La letterina del sabato 8 giugno

 

Care Amiche e cari Amici,

poche notazioni e pochi commenti occuperanno questa Letterina. 

Devo chiedere scusa a chi mi ha chiesto di spiegare perché l’immagine messa a commento della Letterina di sabato scorso sia stata coperta un paio di giorni dopo da una fascia che è stato un evidente richiamo alla censura. Non è stato uno scherzo. È stata la conseguenza di un gesto preciso, gravissimo. La censura applicata, nel modo in cui l’abbiamo applicata è stata fatta con la volontà di ridicolizzare l’autore di quel gesto. Oggi, per motivi che comprenderete facilmente, non posso ancora spiegare cosa è accaduto. Lo farò con una Letterina straordinaria non appena mi sarà possibile farlo. Non aspetterete molto, questo è certo.

Dovrei ritornare sull’analisi della recente campagna elettorale. Forse è meglio far passare ancora qualche giorno. Tutti abbiamo potuto constatare che, fatte pochissime eccezioni, il rospo a molti non è andato proprio giù. Non leggerebbero con la dovuta tranquillità e perderemmo tutti un po’ di tempo a leggere commenti strampalati e astiosi. Posso, devo dire che non sono pochi i Concittadini che hanno vissuto questa loro sconfitta, meritata e stra-meritata, come fossimo ancora negli anni del primo e del secondo dopoguerra, quando era il mondo ad essere diviso e non Miglianico. Hanno giocato usando metodi vecchi e si sono fatti abbattere poi da un modo vecchio di vivere la sconfitta. Sono stati contro la storia in campagna elettorale, forse devono capire che siamo già da un po’ nel terzo millennio.   

Intanto un mistero è stato svelato. Purtroppo non c’è il lieto fine. 

La “porchetta” fatta preparare dall’insieme-che-divide nella convinzione che avrebbero stravinto c’era davvero. Non vi ho raccontato indiscrezioni senza fondamento. Alla fine se la sono pappata loro, da soli. La cena di consolazione è stata organizzata mercoledì sera in un bell’agriturismo della Val di Foro in territorio di Ripa Teatina. Confermo per chi non mi ha creduto al momento, che se mi avessero invitato sarei andato volentieri, molto volentieri e anche con un certo appetito. Del resto a me non sarebbe andata storta, forse a qualcuno di loro sì, ma non ci avrei fatto caso.     

Giovedì sera c’è stata una festa doppia e doppiamente bella. “Miglianico Cambia” ha invitato tutti a festeggiare la vittoria di Fabio Adezio e della sua lista alle Comunali. Il programma annunciato era quello di una genuina festa di ringraziamento. Così è stato. Pasta all’amatriciana, panini con la porchetta, vino locale, sangria e musica. Una eccellente organizzazione. Una piazza gioiosa con tante persone e con qualche grave assenza. Per quel che ho visto solo Fabrizio Papponetti e Antonio Di Sipio, neo consiglieri dell’insieme-che-divide, hanno avuto la buona educazione e la correttezza democratica di esserci. Onore e a loro. Hanno fatto bene e penso che tutti abbiano sinceramente apprezzato. Certo la loro presenza ha aggravato la colpa di chi non ha voluto esserci, cioè tutti gli altri dell’insieme-che-divide. Peccato. Peccato perché non si hanno notizie né testimonianze della ri-apparizione del mio Amico, Carlo Biasone, che, così mi hanno detto, non ha ancora stretto la mano a Fabio Adezio dopo la chiusura dei seggi. Peccato. Peccato perché già quella di giovedì sera sarebbe stata una occasione eccellente per chiudere davvero ogni polemica, casomai lasciando a rotolarsi nelle loro nefandezze due o tre soggetti che comincio a temere che non lo capiranno mai quanto sono inutilmente stupidi e cattivi. 

Il Sindaco, Fabio Adezio, ha rivolto ai Concittadini presenti poche parole. Ha iniziato con un “Grazie” a tutti, spiegando che si tratta di una parola importante, che ha un grande significato anche se viene detta molte volte senza pensarci. Ha poi giocato sull’inversione di una frase, pronunciata appena dopo la fine dello spoglio e che ha dato fastidio a molti. La sua dichiarazione è stata ed è: “Le forze del bene hanno vinto sulle forze del male”, ma l’ha pronunciata rovesciandola per poi farsi correggere dai suoi più vicini al podio. Lapsus o trucco oratorio? È uno degli escamotage che un oratore usa per far salire l’attenzione. Il concetto era chiaro e resta chiaro, essendo la verità. Ha poi fatto un discorso di alto profilo istituzionale mostrando una profonda e moderna coscienza democratica. Ha richiamato tuti gli eletti a essere parte attiva del prossimo quinquennio amministrativo, senza discriminazioni, senza preclusioni e senza sfuggire alle proprie responsabilità. È stato un discorso di stampo kennediano, breve, senza accenni polemici, senza trionfalismi e senza alcuna sbavatura, interrotto da applausi e circondato da gioiosa serenità.

L’altro motivo di festa è stato l’omaggio che il Sindaco, i Consiglieri nei eletti e tutti i Miglianichesi presenti hanno fatto all’ospite a sorpresa, il nostro campione Dario Cataldo, applaudito a lungo da tutta la piazza. Dario, prima dello scambio di doni, ha voluto rivolgere bellissime parole di ringraziamento ai presenti, ricordandosi, tra quanti lo hanno applaudito al suo passaggio il 17 maggio scorso, particolarmente dei bambini delle scuole. Questa attenzione, questa sensibilità umana sono quelle che fanno di un forte atleta un vero campione dello sport. 

La serata è stata anche l’occasione per una delle simpatiche stornellate della mitica Olivia Sarra. Anche lei, in linea con lo stile “Miglianico Cambia”, ha trattenuto la satira canzonando un poco gli sconfitti senza mai graffiare come qualcuno di loro forse temeva e certamente avrebbe meritato almeno un poco. 

Ora attendiamo l’insediamento del nuovo Consiglio comunale. Il Sindaco ha invitato tutti alla prima seduta che ci sarà lunedì, 10 giugno prossimo alle ore 19,00 nella nuova sala consiliare. Allora sapremo anche chi farà parte della Giunta, chi sarà il capogruppo della minoranza e come le parti si presenteranno ufficialmente.

Ieri, venerdì sera il nostro Parroco, don Gilberto, ci ha fatto dono di una conversazione bella, dotta e godibilissima sul tema “Il Corpo Risorto”, nel corso della quale ha mostrato e spiegato le diverse opere d’arte che, nell’arco di quasi due millenni, hanno raccontato la resurrezione, le donne al sepolcro, l’incontro di Maria di Magdala e quello degli apostoli con Cristo risorto. Sono state due ore ricche di tanti spunti e di riflessioni bellissime. Peccato che sia stato un dono per pochi. Ci sarà chi dirà che non lo sapeva o lo ha dimenticato. Don Gilberto ha annunciato questa iniziativa nel corso delle Sante Messe la settimana scorsa. La Comunità Parrocchiale quindi sapeva. Don Gilberto non poteva e non può imporre un dono andando in giro con gli altoparlanti sulla sua auto né può far tappezzare Miglianico di manifesti. È vero che se i gruppi che animano la vita parrocchiale sono stati largamente assenti uno non può poi richiamare gli altri, o almeno non li può richiamare prima di chi dovrebbe naturalmente esserci. Ma queste sono puntualizzazioni che finiscono per essere oziose. Bisogna far si che certi doni siano davvero per tutti, perché sono belli e utili.

Dobbiamo dirci la verità, che è sempre la cosa migliore, anche quando un po’ scopre i nostri piccoli difettucci: siamo ancora distratti o volutamente indifferenti quando c’è da dedicare un pezzetto del nostro tempo alla cultura e all’arte. Ma possiamo migliorare.

Buona Domenica.

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