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Piccola cronaca del Consiglio di fine quinquennio

Sappiamo come sta iniziando questa difficile, strana e attesa campagna elettorale per le prossime Comunali che riserverà non poche sorprese. Nessuno onestamente può dire come andrà a finire. Ora, però, sappiamo come è finito il quinquennio di attività del Consiglio Comunale. Il finale merita di essere raccontato per le tante cose belle, utili e anche alquanto divertenti.

Lunedì sera, come anticipato nell’addendum alla Letterina di sabato 6 aprile, si è riunito il Consiglio Comunale. La seduta, fissata per le 18,00, è iniziata con più d’un quarto d’ora di ritardo. Questo ha consentito alla Sala civica di riempirsi come raramente è accaduto nel passato più o meno recente per le sedute di Consiglio ordinarie. Tra gli elementi accorsi ad assistere alla civica assise sono comparsi anche soggetti la cui presenza è stata utile non solo a loro ma anche a chi ha avuto modo di giudicarli in questo loro repentino e non spontaneo sorgere dai luoghi nei quali si sono rinchiusi per anni. 

 

Arrivato in orario, sono andato a sedermi in fondo. Alla mia sinistra è venuto poco dopo a sedersi il mio Amico Carlo Biasone, con alla sua sinistra l’Amico Luigi Porreca e, sparsi qua e là, pochi altri adepti dell’insieme-che-divide; un’apparizione l’ha fatta anche la carissima Simonetta Firmani, pochi minuti, un conciliabolo e un arrivederci ai suoi interlocutori. All’appello, fatto dal Presidente dell’assemblea, Tony Mattioli, hanno risposto “presente” tutti i consiglieri ed assessori esterni, tranne il consigliere Di Sipio e la consigliera di “Progetto Miglianico” Catia Giovina Mattioli Stella. 

Il Sindaco, Fabio Adezio, nel fare le comunicazioni, ha annunciato che quella sarebbe stata l’ultima seduta del Consiglio Comunale nella Sala Civica, visto che è imminente l’inaugurazione del riedificato Municipio. Non lo ha detto ma va ricordato che da troppi anni non c’è una sala consiliare a Miglianico. Se non ci saranno sorprese Miglianico avrà nuovamente un Municipio con la sede del suo Consiglio Comunale, luogo principale della nostra democrazia locale. Il Sindaco, prima di annunciare altre due o tre inaugurazioni che si terranno nelle prossime settimane, ha comunicato che è stata pubblicata la relazione di fine mandato (quella che il mio Amico Dino De Marco non aveva pubblicato nel 2014 eludendo un obbligo di legge, ndr.). Ha tratto da essa alcuni elementi relativi ai 28 regolamenti riscritti e approvati, alle opere e alle altre attività messe lì nel consuntivo di cinque anni di amministrazione. Ha poi comunicato una decisione molto bella: si apprestava a consegnare a Camillo Cavuti un riconoscimento, quello di “Cittadino benemerito”, per la sua lunga attività di fotografo a Miglianico e per la decisione di donare il suo archivio alla Comunità Miglianichese.

Uno pensa: ecco perché c’è tutto questo pubblico; anche quelli dell’insieme-che-divide, dopo aver letto la notizia su Viva Miglianico, saranno accorsi per Camillo, che è sempre un voto da conquistare. Invece no. O meglio, sono accorsi anche per Camillo, tanto per stare in campagna elettorale. Infatti prende la parola il consigliere di “Progetto Miglianico”, dott. Fabrizio Papponetti, che attacca il Sindaco di aver lasciato i consiglieri di minoranza all’oscuro delle sue decisioni, di aver fatto propaganda al posto di dare comunicazioni al consiglio e di aver raccontato anche cose non vere oltre a non aver detto che le opere fatte sono frutto dei molti milioni di euro lasciati alla precedente amministrazione. Mentre si capisce dove vuole andare a parare, cioè trenta secondi dopo che ha iniziato a parlare, sussurro a Carlo Biasone "Ma chi glielo ha scritto? Si sta dando la zappa sui piedi!". "Certe cose bisogna dirle" - mi bofonchia Carlo. Aspetto poco per aver ragione. Nel mentre penso con un pizzico di delusione che Carlo deve essere cambiato non poco se oggi può esser d’accordo con chi tesse le lodi dell’amministrazione di “Progetto Miglianico”, che non poteva, non può essere coerentemente la parte a lui gradita, o deve aver accettato un ruolo non naturale per lui in questa fase di riposizionamento. A meno che non abbia cancellato tutto quel che deve aver appreso alcuni anni fa: nella Sezione della DC si imparava l’abc della politica. E mi fermo qui. Il Sindaco non replica subito a Fabrizio Papponetti. Procede con la semplice, bella e sentita cerimonia di consegna della targa a Camillo Cavuti, che, giustamente emozionato, riesce a ringraziare e a non poter dire più di tanto. Ci pensano gli applausi di tutti a commentare la cerimonia.  Il Consiglio Comunale passa quindi alla ratifica di una delibera di giunta avente ad oggetto una variazione di bilancio. Si rialza il prode Fabrizio Papponetti e parte con una filippica intercalata più volte con un "ma state scherzando davvero?!", attaccando il Sindaco di non illustrare la delibera, di arrivare in Consiglio impreparato, di non studiare le carte e di non poter demandare (secondo lui, ma le cose non stanno così) al funzionario del Comune l’illustrazione del contenuto della delibera. Chiamata direttamente in causa, la dottoressa Gigliola Quintili, capo settore del Comune, spiega dai banchi del pubblico che la delibera di giunta risale al 25 marzo, che è stata regolarmente pubblicata, che lei non ha con sé le carte di un atto che si ritiene perciò legittimamente conosciuto e che se il consigliere Pappnetti vuole può andare in ufficio a vedere tutti i documenti del caso. Il Sindaco, dopo che il Presidente del Consiglio Mattioli ha bloccato sul nascere il tentativo di caciara che rischiava di innescarsi, prende la parola e bacchetta sonoramente il consigliere Fabrizio Papponetti. "La ratifica significa decidere di ratificare o meno un atto già completo, assunto legittimamente dalla Giunta. - ha detto il Sindaco - L’atto è stato pubblicato sull’albo pretorio il 25 marzo scorso e tu dovresti saperlo. Noi - precisa - non solo lo pubblichiamo ma ve lo mandiamo pure a casa con posta certificata. Tu come sempre non hai letto, tu non hai studiato e vieni qui ad accusare me di esser impreparato. - contrattacca deciso il Sindaco, Fabio Adezio, -  Studia, leggi le carte prima di parlare perché così eviti di fare brutte figure. Dopo cinque anni da consigliere nei quali non hai fatto nulla continui a non studiare a non leggere le carte che hai a disposizione e vieni qui senza sapere quel che dici solo per far polemica. Mi hai accusato di aver fatto propaganda - ha proseguito il Sindaco - Io ho il diritto di dire quel che ritengo opportuno nelle comunicazioni che faccio al Consiglio. È un mio diritto dire quel che è stato fatto, quel che si sta per fare e quello che è stato pubblicato. Il consuntivo è lì per essere letto e contiene le cose fatte non la propaganda". Non c’è replica del consigliere Papponetti. 

Lo avevo detto a Carlo: quello che ora è il suo consigliere di riferimento (e tanto basta) si stava dando la zappa sui piedi. Carlo da tempo non frequenta i luoghi della politica a Miglianico e non sa chi c’è e cosa fa, non sa come sono davvero cambiare le cose, in positivo. Ha constatato direttamente per la prima e ultima volta, visto che era l’ultimo consiglio di questo quinquennio, che Fabrizio Papponetti ancora una volta era stato lanciato senza armi e senza scudo in un attacco pensato da altri che non sanno come stanno le cose e non hanno il coraggio di dire certe cose in prima persona. In un successivo punto all’o.d.g., lo stesso Papponetti ha riecheggiato il nuovo tono usato da Carlo Biasone nell’ultima riunione fatta dall’insieme-che-divide, quella del 1° aprile scorso. Trattando di un provvedimento relativo al piano regolatore, il consigliere Papponetti ha accusato la maggioranza di aver deciso di portare in consiglio quella delibera per soddisfare "sostenitori e amici di Miglianico Cambia". Come Carlo quando ha annunciato rivelazioni su incarichi professionali e appalti pubblici, non ha detto di più: un pizzino difficile da tradurre e ancor più da capire. Si tratta di una zona non grande, quella di Sconchiglio, ma senza neppure l’indicazione indicazione dei terreni oggetto del presunto e non dimostrato favoritismo si capisce solo la minaccia di rivelazioni ma non contro chi e per cosa, non è un pizzino, è peggio. Il Consiglio ha approvato a larga maggioranza. 

Se a consigliare Fabrizio Papponetti ci fosse stato qualcuno meno astioso e più riflessivo, più accorto e attento alla prossima campagna elettorale oltre che alla dignità di un amico come dovrebbe essere per lui lo stesso Fabrizio gli avrebbe consigliato di polemizzare poco o nulla e di riservarsi due momenti. Il primo per far accompagnare con ulteriori accenti il riconoscimento di benemerenza che Camillo ha meritato. Il secondo, molto più ampio e appassionato, per lodare il senso del dovere dei nostri Carabinieri, dimostrato nel corso di una presenza ormai storica a Miglianico, casomai anche prendendosi qualche merito per la ristrutturazione della caserma. Avrebbe chiuso il suo improduttivo e grigio quinquennio da consigliere con un bel discorso che avrebbe avuto l’applauso di tutti. E quando gli ricapita?!      

Va precisato e soppesato che l’opposizione del gruppo “M5S”, presente al completo, non ha detto nulla, sia quando ha approvato sia quando ha votato contro, soprattutto nulla ha eccepito sulla ratifica, immagino per dignità e per conoscenza dei regolamenti e delle cose, e nulla sul provvedimento urbanistico. Quelli del M5S, lo hanno dimostrato in questi cinque anni in consiglio comunale, non sono certo tipi da minacciare future rivelazioni, perché se hanno elementi li tirano fuori carte alla mano. Questa precisazione non è senza peso specifico in tutto ciò. 

Rinvio alla Letterina di sabato prossimo il dovuto approfondimento che la vicenda di “Progetto Miglianico” merita. Ora ruberebbe troppo spazio e rischierebbe altrimenti di essere ingiustamente compressa. Ha diritto a tutto quel che merita.

C’è qualcosa che merita di più e che non può attendere sabato prossimo. 

Il Consiglio Comunale ha affrontato l’ultima proposta di delibera, quella prevista nel punto aggiunto all’ordine del giorno: l’encomio solenne al comandante della nostra stazione dei carabinieri, maresciallo Perseo, ed all’appuntato Calabrò per aver prontamente soccorso e probabilmente salvato la vita a un giovane operaio di Miglianico, il 19 marzo scorso, che era anche la Festa del Papà. Sono tornati a risuonare applausi da parte di tutti, gli stessi che all’inizio della seduta hanno accompagnato la premiazione di Camillo Cavuti. Il comandante ha ringraziato dicendo che a Miglianico i Carabinieri possono lavorare bene perché qui è meglio che in altri posti. Poi ha detto una cosa che appare scontata invece è meravigliosa: "Abbiamo fatto il nostro dovere". In Italia, oggi, questa è una cosa meravigliosa. Poi c’è stato un piccolo rinfresco e l’occasione di fare delle foto ai presenti. Almeno in una delle foto maggioranza e opposizioni di son messe nello stesso gruppo: anche questo è segno di un cambiamento vero, un cambiamento come altri che c’è stato.

Viva Miglianico.   

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