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La letterina del sabato 30 marzo

Care Amiche e cari Amici, 

solo all’ultimo minuto le mie solerti sentinelle dei social mi hanno raccontato di commenti che vengono modificati e addirittura cancellati a margine delle note pubblicate qui nei giorni scorsi. Atti di resipiscenza? Riposizionamenti? Più banalmente o più appropriatamente, visti i soggetti che ne sono le autrici, è solo il semplice “tirare la pietra e nascondere la mano”? Non ho gli strumenti sottomano per approfondire e per poter esprimere un meditato giudizio. Su certe uscite, anche su quelle indirette di altre soggette, vi siete già fatti una idea. Il battipanni in ogni caso non l’ho rimesso a posto.

 

Domani torna una delle iniziative più significative tra quelle che si vanno organizzando a Miglianico, la pulizia del Foro, cioè principalmente delle sue sponde e delle strade che costeggiano il nostro fiume. Dal punto di vista pratico l’impegno potrebbe sembrare inutile, visto che i maleducati sono più tenaci e assidui dei buoni Cittadini. Domani si raccoglieranno quintali di rifiuti gettati volontariamente lungo il fiume. Non sarà la soluzione definitiva. Ma il messaggio va dato. La cifra della civiltà di una Comunità come la nostra deve essere visibile e deve caratterizzare positivamente la nostra gente. Ci saranno tanti che parteciperanno, tanti che non potranno, alcuni che non vorranno. Conta essere innanzitutto d’accordo sul fatto che l’ambiente non va sporcato, sul fatto che chi lo sporca è incivile, maleducato, nemico di tutti. Poi si può mostrare questa posizione facendo qualcosa o anche solo con la solidarietà verso chi fa eccellente volontariato. Applaudire questi Concittadini, lodarli in pubblico e in privato, condannare viceversa furbi e furbetti che ritengono indifferente il gettare i propri rifiuti dove non si deve, è importante. Poi occorrerà tornare a vigilare e bisognerà cominciare a denunciare, senza pietà e senza silenzi di convenienza, gli eventuali futuri scempi piccoli e grandi che si dovessero ancora compiere contro il Foro e contro il nostro ambiente. L’ambiente che ci circonda, non dimentichiamolo, è una nostra ricchezza, deve essere un nostro vanto, deve essere il centro della nostra attenzione. Dobbiamo avere cura nel conservarlo.

Il nostro ambiente è anche fatto di vita sociale e politica.

Sapete che è stata lanciata con anticipo la campagna elettorale per le prossime Europee e Comunali del 26 maggio.

Le notizie di questa settimana sono sostanzialmente queste.

Partiamo dalla più importante. C’è anche un nostro concittadino tra i possibili candidati alle Europee. Si tratta del dott. Carlo Di Federico, attuale consigliere comunale del gruppo M5S che è tra i sessanta nomi tra i quali gli aderenti di quel Movimento si apprestano a scegliere i candidati da schierare nel nostro collegio. Non sarebbe forse la prima volta di un candidato miglianichese alle europee ma sarebbe un fatto di grande rilievo.

Sul fronte delle comunali anche il M5S ha aperto la sua sede elettorale, in un luminoso locale di via Roma. Non ho aggiornamenti ma penso che questi giorni appena trascorsi siano serviti al candidato Sindaco, dott. Pasquale Di Crosta, per avviare concretamente l’allestimento della lista che lo accompagnerà verso il voto. 

Il Sindaco Fabio Adezio, forte del sondaggio sui programmi lanciato e concluso nelle settimane scorse, ha proseguito con gli incontri riservati a gruppi e categorie.

Non avendo avuto alcun interlocutore nelle serate dell’ascolto, che sapevamo esser solo banale fumo negli occhi, il mio Amico, Carlo Biasone, con la sua immagine abilmente patinata, continua a scimmiottare l’epopea di “Miglianico Cambia”. Ha avviato un primo giro per le contrade. Per chi dice di essere in movimento da almeno un anno sarebbe un po’ tardi, ma tant’è. Quel che ho notato però non è solo questo tentativo di scopiazzare ma quello che viene effettivamente presentato ai Cittadini portati ai vari incontri. Si tratta di poche persone che hanno ascoltato il discorsetto loro propinato. Oltre al gruppo dell’insieme-che-divide, una trentina in tutto, probabilmente non arrivano a dieci quelli che sono andati come invitati e che non sono neanche osservatori degli altri due gruppi in competizione. 

Parlo di quel che so e so cosa è stato detto nella riunione di Montupoli il 27 scorso. Dovrei fidarmi di quello che mi è stato raccontato circa quella fatta alle Piane il 28, ma la sintesi del racconto non mi consente di esser certo di alcuni argomenti che invece sono quelli interessanti per una nostra valutazione.

La riunione di Montupoli ha evidenziato alcuni aspetti che posso brevemente commentare. Comincio da quello più importante. I creativi assoldati dall’insieme-che-divide devono aver deciso di giocare ancora a centrocampo con una sorta di melina, stucchevole all’ascolto ma utile a spargere buonismo, voglia di ascoltare, umiltà dozzinale e tutto quanto serve essenzialmente a nascondere la fase due dell’operazione, quella che deve necessariamente arrivare. Se quelli usati a Montupoli la sera del 27 marzo fossero gli argomenti coi quali Carlo Biasone pensa di vincere le elezioni dovremmo pensare che non solo ha vissuto altrove negli ultimi anni (in un certo senso è proprio così) ma che pensa davvero di vivere in un altro posto, un villaggio che gli hanno disegnato, un fumetto da leggere per addormentarsi la notte o per far addormentare qualcun altro. Oltre alla tiritera del Comune, con la quale si è ridato la zappa sui piedi con maggiore insistenza, oltre all’altro autogol della Casa delle Monache, oltre a non pochi passaggi a vuoto fatti qua e là, Carlo Biasone non ha messo in campo né una critica efficace e documentata né una proposta innovativa capace di incidere nel segnare la differenza tra lui e gli altri. Mi metto nei panni dei suoi tifosi e mi sento scoraggiato. Sul Municipio e sulle altre opere fatte, e fatte bene, come può dire che un’amministrazione comunale non deve realizzare, ma deve aspettare, deve pensare e ripensare, poi deve chiedere il parere ai Cittadini perché diano loro indicazioni dimenticando che i Cittadini elettori sono quelli che invece hanno votato per far fare le cose? Come può dirlo lui che amministratore lo è stato e che non ha mai neppure pensato di chiedere ai Cittadini e di aspettare al posto di agire e di realizzare, soprattutto utilizzando i finanziamenti disponibili?! Come fa a dire che, una volta abbattuto il vecchio Municipio, siccome "500 o forse 400 o anche solo 100 Cittadini hanno detto che non erano d’accordo" il Sindaco avrebbe dovuto fermare tutto, restituire i soldi, fare un mutuo di 200.000,00€ per pagare la demolizione appena fatta e lasciare quello spazio senza nulla, casomai "mettendo delle panchine"?!. Se questo è il suo modello di amministrazione spero ci siano tra i suoi ascoltati consiglieri quelli che gli dicano subito di ritirarsi. Miglianico non merita questo disastro. Ha parlato di questi numeri calanti di Cittadini, da 500 a 100, ha citato e lodato Nicola Mincone, che, secondo lui era anche titolare del finanziamento per il campo sportivo, ma non ha detto se lui, almeno lui, Carlo Biasone, ha visto mai queste carte con la raccolta delle firme. Non ha saputo dire perché il Sindaco avrebbe dovuto parlare con chi si è sempre rifiutato di presentare le firme o di convocare i firmatari ad un incontro pubblico. "Mi pento, anche come professionista - ha detto Carlo Biasone – di non aver fatto qualcosa per impedire quel che oggi vediamo. Ma - si è subito giustificato – io ero convinto che il Comune non sarebbe stato fatto lì". Si, Carlo era da un’altra parte del globo. E forse deve ancora tornare.  

Gli devo riconoscere che, ovunque sia, almeno legge quel che viene pubblicato su questo spazio di libertà. Ovviamente disprezza ma non riesce a smentire nulla né a chiarire alcunché. Gli brucia tanto che ho coniato l’insieme-che-divide, preferendolo a quello che pur mi era stato consigliato e che forse gli sarebbe piaciuto, “il minestrone”. Il minestrone è una cosa buona, l’insieme-che-divide no. 

Dimenticavo la cosa più importante. La serata di Montupoli è stata progettata dai creativi dell’insieme-che-divide come una prima vera prova di forza, un caposaldo al quale ancorare tutta la strategia che si andrà sviluppando in queste settimane. Lo si capisce dal fatto che, al posto di dare visibilità alla giovane e brava Annamaria Di Felice che è di Montupoli, la serata è stata affidata alla presentazione e alla conduzione del dott. Antonio Sandro Di Prinzio. Infatti lui è stratega e ghost-writer uno-e-trino (“Progetto Miglianico”, “PD”, “insieme-che-divide” con qualche nefasta influenza forse anche nelle vicende del sedicente comitato “Salviamo la piazza”), la vera punta di diamante della lista che i ri-esumatori di Carlo Biasone stanno allestendo, un osso duro, un avversario temibilissimo per chiunque scenderà in campo, anche se, pare, alle ultime regionali ha portato un solo voto al candidato che ha appoggiato. Come numero due Carlo Baisone non poteva scegliere meglio nel suo gruppo e forse anche fuori da quelle prestigiose stanze sparse qual e là per il centro cittadino.

Allo stato dei fatti, l’avvio della campagna di conquista di Carlo Biasone e dei suoi la possiamo giudicare così. A Montupoli quelle chiacchiere son durate un’ora e mezza. Chiacchiere, fumo senza sugo. Il 1 marzo in sala civica ci son state le stesse chiacchiere per più di un’ora. Alle Piane, mi dicono, ma non ho le prove, son state le stesse chiacchiere per almeno un’altra ora. Ha fatto tre/quattro ore di chiacchiere, nessuna obiezione seria verso chi si va a contrastare, nessun programma, nessun nome, chiacchiere, appunto.  

“Miglianico Cambia” ha pubblicato due messaggi audio-video, uno con l’assessore Mimmo Cicchitti sulle realizzazioni compiute nel campo dello sport e uno ancora più efficace con il capogruppo Massimo Sulpizio sulle tante cose fatte per il mondo scolastico. Sono due messaggi che durano ciascuno un minuto e mezzo e utilizzano circa duecentocinquanta parole, raccontano tante cose vere, concrete, positive, cariche di futuro, emozionanti. In tutto sono tre minuti e cinquecento parole, niente rispetto alle ore e ai fiumi di chiacchiere di Carlo Biasone e dell’insieme-che-divide. A Carlo non basteranno altre dieci ore e altre migliaia di parole, di chiacchiere per smontare o contestare neppure un frame muto di quei due piccoli messaggi. 

La differenza tra “Miglianico Cambia” e l’insieme-che-divide, alla fine non sono neppure i tempi e le parole utilizzati, ma i fatti, il saper fare, l’aver fatto tanto e bene avendo ascoltato, prima e dopo i fatti. È una bella differenza.

Buona Domenica.                

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