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La letterina del sabato 16 marzo

Care Amiche e cari Amici,

nel ricordo che ho ancora vivissimo, questa data è stata ed è l’inizio di quei terribili e ancora inspiegati giorni che hanno stravolto la storia d’Italia quarantuno anni fa. Il 16 marzo del 1978 fu rapito Aldo Moro. Per farlo le BR e chi le aiutò in quel momento fecero strage di Servitori dello Stato in via Fani a Roma. Il calendario mi ha riportato per quarantuno anni questa data. Non so per quanti anni ancora essa ripasserà nella mia vita. Quel che provai allora lo provo ancora e penso che mi resterà dento per sempre. 

Avevo lasciato tutto lo spazio di questa Letterina di metà marzo per commentare il piccolo mistero svelato ieri sera, quello del candidato sindaco che guiderà la lista del “M5S” alle prossime elezioni comunali.

Ci arrivo subito. 

 

Non solo per motivi di ordine cronologico ma per altri ben più importanti, devo segnalare qualcosa che ai più sarà passato davanti senza che se ne siano accorti. Nulla di straordinario, sia chiaro. C’è solo questo. Son trascorsi dieci anni dalla morte di Francesco “Ciccillo” D’Adamio. È stato innanzitutto il Papà di un’Amica carissima qual è Cinzia, alla quale mi accomunano ricordi bellissimi dell’infanzia e della gioventù e che rivedo e abbraccio sempre con quella straordinaria emozione che si prova quando si incontra una persona speciale. “Ciccillo” D’Adamio, nella vita pubblica è stato un personaggio che ha avuto la sua importanza nella nostra piccola storia locale. È stato il segretario della nostra Scuola Elementare ai tempi della frequenza della mia generazione e di qualche altra precedente e successiva. È stato anche un esponente politico non secondario. Passatoci dalla DC, è stato segretario e più volte dirigente locale del Partito Socialista Italiano e, sotto l’egida di quel partito, fu candidato alla elezioni provinciali mancando l’elezione. Ma ebbe un ruolo anche nello sport. Appassionato di calcio, allenò “sportivamente” il Miglianico in occasione di un paio dei Tornei estivi che furono organizzati negli anni ‘70. Tifoso milanista e ammiratore di Gianni Rivera, che lui chiamava “l’architetto”, fu per me un commentatore speciale delle partite di “Mexico ’70”. In quelle notti calde di passione calcistica per la nostra nazionale, durante l’intervallo, affacciati ai rispettivi balconi (allora abitavo con la mia famiglia nel palazzo della cooperativa “Labor” in via Papa Giovanni XXIII) commentavamo velocemente insieme a lui la prima parte di gioco. Rientrando per vedere il secondo tempo, quando si verificava la staffetta Mazzola-Rivera, “Ciccillo” chiudeva con la sua ottimistica previsione:"Ora entra l’architetto e cambia la partita".               

Lascio anche questo ricordo a Voi Care Lettrici e cari Lettori e torno alla nostra cronaca.

È il dott. Pasquale Di Crosta il più che probabile candidato-sindaco del “Movimento 5 Stelle” a Miglianico. Ieri sera, dopo una breve e sentita introduzione, l’annuncio è stato dato in Sala civica dal dott. Carlo Di Federico, che fu candidato-sindaco nelle passate elezioni. Parlare di più che probabile candidato non è un modo per sminuire l’annuncio, anzi. Si tratta di una cautela dovuta. È stato lo stesso Di Crosta a suggerirla per due motivi. Il primo è legato al fatto che il riconoscimento della lista da parte del “Movimento” è un iter avviato positivamente ma non ancora chiuso, con l’attesa certificazione che dovrebbe arrivare entro due o tre giorni. Il secondo motivo è che, senza sbandierare come qualcun altro un’umiltà di facciata, è stato lui stesso quasi al termine del suo intervento, sollecitando l’ingresso in lista di chi se la sente, a mettere a disposizione il suo posto se ci sarà chi vorrà proporsi ottenendo la fiducia del gruppo di Miglianico.

Questo andava detto come va detto che non ci saranno sorprese. Pasquale Di Crosta non è uno sprovveduto. Se si è presentato ai Concittadini sa che la lista otterrà la certificazione del “Movimento” e sa che non c’è alle viste chi uscirà dal nulla e avrà titoli e capacità per prendere il suo posto.

Nel suo intervento il prossimo candidato a sindaco ha illustrato schematicamente e con chiarezza, senza gli inciampi e le indecisioni oratorie ascoltate quindici giorni fa, i motivi che accompagneranno la sua campagna elettorale. Prima ancora e soprattutto ha spiegato i motivi del suo appassionato impegno politico. Ha simpaticamente mentito quando ha voluto far credere che lui non ha voluto studiare effetti speciali per presentarsi. Invece ha usato un vecchio meccanismo oratorio che funziona sempre, se lo si sa usare come lui ha fatto. Infatti non ha elencato le tante o poche cose positive a suo favore ma ha fatto il contrario, spiazzando tutti con i motivi per i quali lui non dovrebbe essere votato. È riuscito così a tenere inchiodato ed attento l’uditorio. La sala era piena, non stracolma. Ma lui e i suoi non hanno stressato i Cittadini con telefonate e messaggini insistenti e assillanti. Usando alcune slide ha snocciolato i “nove motivi più uno” per i quali i Miglianichesi non dovrebbero votarlo. Ha fatto ricorso a frasi fatte di personaggi apparentemente antitetici, come sono stati Almirante e Marx, per dettare i confini etici del suo impegno politico. Anche senza quei richiami strumentali sarebbero stati comunque condivisibili dai più, visto che si tratta di onestà e di sostegno a chi ha meno consentendo a ciascuno di mettere a frutto le proprie capacità per il bene comune. Più efficace sarebbe stato se avesse usato il Vangelo, che, anche a proposito di "verità e libertà", altri totem piantati ieri sera, è molto più affidabile di filosofi e politicanti di ogni tempo. 

Un piccolo neo nel discorso molto ben preparato che Pasquale Di Crosta ha fatto all’uditorio è stato notato da molti: ha troppo insistentemente ripetuto che alla fine potrebbe non vincere. Che sia consapevole della difficoltà di arrivare primo o che sia un modo per sollecitare più impegno da parte dei suoi, l’impressione avuta a pelle è che non corra per vincere. Non è vero, lo sappiamo tutti, ma ieri sera ha dato questa impressione. 

Pasquale Di Crosta è partito dal tema più immediato: "Non sono di Miglianico". Ovviamente sa, come ogni persona di buon senso sa, che se vivi qui da dodici anni con la tua Famiglia, non avrai origini locali ma sei di Miglianico senza se e senza ma. Se poi uno ama Miglianico e si impegna per questa Comunità, anche se vive qui da tre giorni è uno dei nostri. Questo artificio oratorio, usato anche nei passaggi immediatamente successivi, gli ha consentito di marcare la differenza dagli altri candidati. In questa prima fase particolarmente da Carlo Biasone che ha rimproverato per aver usato strumentalmente frasi come "prima i Miglianichesi". Poi ha segnato differenze anche da Fabio Adezio, sollevando un dubbio sul fatto che forse non ha un lavoro, almeno lui non ha ben capito che lavoro fa, e quindi rimarrebbe senza nulla da fare se non facesse il Sindaco. Ha avuto gioco facile in una uscita un po’ populistica del genere "Non avendo parenti a Miglianico non ho nessuno da sistemare". Giusto, in teoria. Abbiamo avuto altri Sindaci senza parenti a Miglianico, onesti e disinteressati come potrebbe essere lui e come è Fabio Adezio. Ma Pasquale Di Crosta ha fatto finta di non sapere che avrà in lista candidati che, se la sua lista vincerà le elezioni, saranno decisori e lo faranno avendo parenti a Miglianico. Non penso che si candideranno solo persone senza origini o parenti di Miglianico. 

Un Sindaco onesto è tale anche se ha un esteso clan familiare. Uno disonesto briga e intrallazza per persone che non gli sono parenti ma che comunque sono oggetto di attenzioni speciali e poco legittime.

Non potendo ora elencare nel dettaglio tutti i temi, tutti molto interessanti, toccati con la stessa efficacia da Pasquale Di Crosta, ne cito uno che penso di aver spesso toccato. Chi fa opposizione deve studiare, solo così può controllare e, casomai, fare proposte. Fare opposizione significa pensare al bene della propria Comunità e non a sprecare energie per odiare chi amministra. Sui metodi abbiamo idee non esattamente collimanti ma quel che conta è il concetto di base.

Non voglio arrogarmi meriti. Ma devo segnalarvi con giusto orgoglio che, nel suo intervento, direttamente e indirettamente, i piccoli contributi scritti per voi sono stati citati più di una volta. Lo ringrazio per questo atto di onestà intellettuale. Non è per l’aver letto questi contributi ma per le maggiori capacità che ha, che ha demolito Carlo Biasone e l’insieme-che-divide (si, ha usato lo stesso termine). Ne ha avuto anche per il Sindaco, Fabio Adezio, ma, per quel che mi è sembrato di capire, oltre l’equidistanza che ha segnato chiaramente dagli altri, una maggior delusione l’ho ascoltata verso uno dei due prossimi “antagonisti”, Carlo Biasone appunto.   

Un tema che mi ha molto interessato e che spero venga pienamente sviscerato da oggi al 24 maggio prossimo, quando si chiuderà la campagna elettorale, è quello che Pasquale ha presentato allo stesso tempo come accusa all’amministrazione di “Miglianico Cambia” e come progetto strategico del suo impegno al Comune. Secondo lui sono state fatte tante opere ma sono come semplici costruzioni fatte con i “Lego”. Non c’è, lui non vede, un progetto strategico per disegnare la Miglianico del futuro. Ha poi precisato che un piccolo centro, se non riesce a caratterizzarsi, è destinato a scomparire con la sua identità, fagocitato dai centri vicini più grandi. Il tema mi interessa anche perché presenta le tracce di una riflessione fatta più volte su questo spazio di libertà, con specifici riferimenti soprattutto alle nostre feste e tradizioni locali. I testi scritti, come dice lo stesso Pasquale Di Crosta, non sono chiacchiere, restano e su quelli si può ragionare alla ricerca della verità. Naturalmente non penso affatto che abbia tratto suggerimento da quanto ho scritto qui. Non ne ha bisogno. Ma è un fatto che chi pensa a questa Comunità con passione e con disinteresse personale arriva nello stesso punto, che poi è il punto di partenza o di ripartenza. Con la stessa onestà devo dirgli che un’idea strategica del futuro a Miglianico fu messa in campo dalla DC a partire dal 1985. Non fu forse un piano planetario ma non erano solo opere e raccolta di consensi. Come non ritengo condivisibile la semplificazione populistica delle costruzioni “Lego”, almeno per quel che ha detto ieri sera senza portare un solo esempio di opera che non sia in grado di garantire utilità al futuro della nostra Comunità. Ripeto, il tema è affascinante oltre che drammaticamente serio. Per i motivi già esposti non mi aspetto nulla dall’insieme-che-divide. Penso che, come è stato già fatto in questo quinquennio amministrativo, il confronto e la voglia di far cose positive già attuato da “Miglianico Cambia” con le sue realizzazioni e dal “Movimento 5 Stelle” con le sue 25 mozioni e le sue 35 interrogazioni possa proseguire. Sarà un fatto oggettivamente positivo se questa campagna elettorale servirà a delineare una strategia con quanti più punti in comune possibile, punti che poi ciascuna parte interpreterà con le sensibilità che le sono proprie.

Ci sarebbero, ci sono altri argomenti importanti tra quelli trattati ieri sera da Pasquale Di Crosta che meriteranno attenzione e riflessioni anch’esse di non secondaria importanza. Ci sarà tempo e piacere nel condividerle prossimamente.

Buona Domenica. 

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