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La letterina del sabato 23 febbraio

 

Care Amiche e cari Amici,

è difficile scrivere questa Letterina. È stata una settimana devastata da lutti. Una dopo l’altra mi sono arrivate notizie che di persona scomparse: il collega da poco in pensione Gino Di Meo, il bravissimo Giuseppe, il Papà del nostro consigliere comunale Antonio Di Sipio, il Papà del nostro amato Parroco, don Gilberto e il carissimo Zio Pino morto in Canada. È da tanto che ho superato la paura e soprattutto la scaramanzia che cerca stupidamente di cancellare la paura della morte. E da ancor più tempo cerco di affrontare il mistero della morte che è comunque un passaggio indecifrabile verso l’eternità della quale sono certo. Eppure quando arrivano queste notizie, tutte in una volta, mantenere il distacco, pensare che si è difronte all’inevitabile, proteggersi con la fede che illumina quel che c’è dopo, non mi evita uno scombussolamento che altro non è se non il sentimento umanissimo che travolge ogni persona normale. Vorrei dedicare, perché lo meritano, alcune parole a ciascuno di loro, soprattutto allo Zio Pino, ma le tengo nel cuore perché oggi non saprei metterle in fila in modo comprensibile. 

 

Voglio solo condividere una piccola riflessione che mi è tornata alla mente dopo un po’ di tempo. Riguarda la solitudine dei nostri sacerdoti. È vero che Dio è sempre con ciascuno di noi. È vero che i sacerdoti fanno una scelta con pienissima consapevolezza, che credo sia anche eroica soprattutto rispetto ad altre più facili che chi tanto studia e si impegna potrebbe fare. È vero che non sono generati in provetta ed hanno genitori, sorelle, fratelli, nipoti come tutti noi. Però mi ritorna il pensiero di don Vincenzo, quando aveva perso anche la Mamma, al suo tornare a casa sapendo di non trovare nessuno, mai nessuno con cui scambiare una parola, commentare un fatto, vedere la televisione, uscire per una passeggiata. Ho ammirato tanto anche per questo don Vincenzo e, attraverso lui e oggi pensando a don Gilberto, tutti i sacerdoti che hanno vissuto e vivono quel pezzetto di esperienza umana difficile da capire se uno non si spoglia di facili pregiudizi e di ancor più facili commenti. Questa riflessione forse a molti può sembrare banale, scontata, inutile. Ma è uno degli elementi che mi hanno portato ad avere anche una grande simpatia umana verso i sacerdoti, ad avere clemenza per i difetti umani che non possono non avere, ad avere comprensione per le difficoltà che incontrano ogni giorno e che non vediamo perché non possiamo capire. Dedicare tutta la vita a questa missione non è una cosa facile e non lo si può fare per finta senza avere, oltre alla fede e tra le altre doti, un sereno e solido coraggio.

L’argomento di questa Letterina arriva solo ora, dopo questa sincera confidenza che non ho potuto trattenere.

Come sapete andremo a votare per Sindaco e Consiglio comunale il prossimo 26 maggio. C’è tempo per parlare di strategie, riposizionamenti, campagna elettorale e elezioni vere e proprie. 

La questione civica che viene prima delle elezioni è quella del nostro piccolo ingorgo istituzionale. Accade, o meglio, può accadere a livello nazionale che, in coincidenza con il semestre bianco che chiude il settennato del Presidente della Repubblica, periodo nel quale, ad esempio, non può sciogliere le Camere, ci siano scadenze istituzionali che invece richiederebbero la pienezza dei poteri anche da parte del Capo dello Stato.

Da noi la questione non è certo di quel livello istituzionale ma, pur se nei limiti dei problemi civici di questa Comunità, ha la sua importanza.

È in scadenza il mandato del Presidente e del Consiglio Direttivo della nostra Pro Loco. Questo è il primo problema. In questo caso le elezioni possono essere collocate in data utile per evitare problemi di sovrapposizione, di confusione o, malauguratamente, di deleterio momento polemico legato alla divisione politica locale che certamente ci sarà e non sarà leggera questa volta.

Quella che non può essere spostata a piacere è la costituzione del Comitato Feste 2019. Qui la cosa è un po’ più complessa. Correttamente un Comitato Feste, una volta portato a termine il programma annuale che si è impegnato a svolgere, chiude i conti e va dal Sindaco a rimettere il mandato ricevuto. Solitamente il Sindaco rinnova fiducia e mandato e si passa a ricostituire il Comitato con le eventuali sistemazioni di organigramma che il momento richiede. Va precisato, perché è sempre bene farlo, che tocca al Parroco nominare il Comitato. Ma tuti sappiamo che nessun Comitato dovrebbe nascere contro l’Amministrazione comunale. Nei fatti sono ambedue a dare il via libera al gruppo di generosi e volenterosi Cittadini che si propongono come Comitato,

Chiunque sia a dover dare mandati e investiture, questo passaggio a Miglianico non può/non dovrebbe avvenire troppo tardi. Detto chiaramente, non si può aspettare che ci siano le elezioni comunali, anche se molti sanno che un Sindaco uscente dopo i suoi primi cinque anni ha elevatissime probabilità di essere confermato, soprattutto quando ha fatto tanto e tanto bene. Ma non è sulle previsioni che ci si può regolare.

A Miglianico il Comitato va costituito in tempo e per tempo. La prima date cade il Lunedì dell’Angelo, con la Festa di Sant’Antonio a Cerreto. Quest’anno sarà il 22 aprile. Sei giorni dopo, il 28 aprile, sarà la Festa di San Rocco. Anche a voler fare lo stretto indispensabile, un Comitato deve essere in carica e in funzione almeno ai primi di aprile. Ma non è solo l’arrivo di queste date primaverili a richiedere la presenza del Comitato 2019 già attivo. Chi ha fatto questa esperienza sa che i contratti per bande e spettacoli musicali destinati alle Feste Patronali di luglio sono più favorevoli se vengono discussi e chiusi il prima possibile. Aspettare che si insedino Sindaco e Consiglio comunale dopo le elezioni di fine maggio significa andare alla fine di giugno, cioè a meno di un mese dalle Feste Patronali. 

In passato non sempre questi passaggi sono stati tranquilli negli anni segnati dalle elezioni comunali. 

Forse occorre che si proceda subito a nominare il Comitato Feste 2019, che lo facciano il Parroco e il Sindaco, Fabio Adezio, che lo si faccia come è stato fatto negli ultimi anni, cioè pensando ad allestire un Comitato valido, che tale è stato sia sotto la guida di Osvaldo Santalucia sia sotto la guida di Melita Tropea (la prima Presidente della storia locale) e non un Comitato obbediente o politicamente allineato come qualcuno potrebbe ora immaginare con la propria visione distorta delle cose. 

Il rischio insito nell’attesa è di pregiudicare seriamente il risultato o di doverlo ottenere sottoponendo il Comitato ad una corsa affannosa e non facile, il che sfiancherebbe e demotiverebbe i suoi componenti prima del tempo.

Una soluzione a portata di mano è quella che consiste nella convocazione, di comune accordo, da parte del Parroco e del Sindaco, del Comitato uscente pregandolo di proseguire e raccomandandogli di tenersi lontano dalle polemiche elettorali, così da non sottoporre la sua attività a speculazioni e strumentalizzazioni, il che il Comitato 2018 saprebbe egregiamente fare come ha dimostrato con il suo brillante impegno che tutti abbiamo apprezzato.

Buona Domenica

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