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La letterina del sabato 12 gennaio

Care Amiche e cari Amici,

la campagna elettorale per le imminenti elezioni regionali avrà effetti molto interessanti a livello locale. Le cose che si affacciano sul nostro scenario però non son così semplici come a qualcuno invece sembrano apparire. Ma non è facile né di breve sviluppo lo spiegare tutto questo. Occorre innanzitutto che ci sia l’ufficialità delle candidature e che alcuni eventi collochino determinati personaggi sullo scacchiere locale. Occorre anche avere lo spazio di una Letterina tutta intera. Quella di oggi non potrei dedicarla tutta alle vicende elettorali e alle loro inevitabili ricadute che non son per niente scontate, anzi, tutt’altro.

Ho lasciato sui tasti qualcosa che forse appassionerà molto meno dei fatti e dei retroscena che vi scriverò già nei prossimi giorni. Ma si tratta di qualcosa che è caro a tanti e non può esser lasciato nello scaffale delle cose accantonate solo per poter scartare le nuove confezioni.

 

Si tratta di ricordare chi non c’è più non solo per il valore affettivo e civico che merita ma anche perché questo spazio di libertà conosce e cerca di praticare l’importanza dell’attenzione verso aspetti della nostra vita locale. Sono valori non barattabili con la curiosità di chi è invece aduso a sprecare ogni cosa con la insensibile e superficiale velocità che mette nel vagare dentro gli spazi dei social.

Prima devo recuperare una notizia importante. Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 è tornata la bella iniziativa del Calendario della Confraternita di San Pantaleone. È, a suo modo, un’edizione un po’ speciale ma conserva il carattere particolare, il valore di simbolo oltre che la gradevole forma editoriale che ne fanno un qualcosa che merita di essere presente in ogni casa di ogni Miglianichese, dentro e fuori i confini comunali.   

Sul finire del 2018 quasi in coincidenza con il primo anniversario della morte dell’indimenticato Remo Firmani se n’è andato Nicolantonio Antonelli, Tonino di Sucone. Stava per compiere cento anni, li ha mancati davvero di pochissimo. Ma queste considerazioni non hanno alcun valore davanti al mistero della morte. Tonino è stato un grande Miglianichese: grande lavoratore, attento padre di famiglia, uomo intelligente e brillante, soprattutto amico generoso e sempre disponibile, indiscutibilmente simpatico nel senso pieno e cordiale della parola. Incontrare Tonino era sempre un momento di gioia e di condivisione di belle sensazioni. Anche negli scorci meno divertenti il suo brio, la sua umanità, la sua carica erano capaci di mettere un raggio di luce e di rasserenare ogni cosa. Lui, che al tempo del servizio militare aveva calcato il palco del Teatro alla Scala come comparsa, lui che era immancabile centro dell’attenzione in tanti incontri, mi chiese di dargli una mano per buttar giù un discorso che voleva fare e che temeva di non saper fare: quello per ringraziare figlie, figli, nuore, generi e nipoti in occasione del suo ottantesimo compleanno. Non feci altro che trascrivere quello che lui aveva appuntato. Mai avrei potuto mettere una sola parola mia in bocca ad un padre come lui. Con quei suoi occhi, vivaci come sempre, ma illuminati di incontenibile commozione, venne poi a raccontarmi quanta emozione aveva provato nell’avere attorno tutta la sua famiglia in quel giorno così importante. Mi regalò poi, senza farsi vedere dall’inseparabile amico Rocco Marini, detto “Lu Pape”, una bottiglia del suo ratafìa. Voleva essere un regalo speciale, come tale lo accolsi e per ciò lo conservo ancora. Mi fermo qui con il suo ricordo anche perché per parlare di lui, del mio Amico Tonino di Sucone ci vorrebbe quasi un libro.

C’è un altro Amico che non posso dimenticare e il cui ricordo viene prima delle vicende che ho accennato e rinviato ad una prossima occasione. Sono già cinque anni che se n’è andato Renato De Luca. Ho riletto le poche ed emozionatissime righe che riuscii a dedicargli qui poco dopo aver avuto la notizia della sua morte (che si possono rileggere cliccando qui). Non provo a farlo nuovamente come Renato merita ancora perché so che a lui non piacerebbe. So invece che è giusto ricordarlo per tutte le qualità che ha speso nella sua vita e per l’impegno esemplare che ha messo anche nelle attività civiche, innanzitutto come Presidente della Pro Loco. So che è ancora più giusto essergli grato non solo per tutto ciò ma per come ha saputo essere Amico. Tutto questo lo rende indimenticabile, non solo per me, ne sono sicuro.

Domani è domenica 13 gennaio. Vent’anni fa moriva il mio Papà. Avrei dovuto andare a prenderlo in ospedale la mattina del 14, perché era in dimissione, invece lo trovai lì e fu per la prima volta senza parole tra noi. Aveva avuto ragione lui. Aveva detto "Questa volta non torno a casa". Non gli avevamo creduto.

In questi vent’anni ho imparato che il dolore per la morte del Papà può non sconvolgere in quel momento ma è un’onda lunga che si continua a solcare per tutto il resto della vita. È un dolore sereno ma profondo. Il mio Papà continua a esser con me. Me lo ricordano in tanti, me lo ricordano tante piccole cose che ogni tanto, chissà come, spuntano da un cassetto o da una scatola. Trovo tracce di lui nei luoghi e tra le persone, anche i più inattesi. Qualche volta lo incontro nei miei sogni: giriamo in posti che forse neanche esistono e parliamo di tante cose. Poi ci separiamo, senza che nessuno abbia cose da lasciare o da portare. Non mi porta con se alla fine del nostro girare, proprio lui che, tendendo in basso l’indice della mano destra, diceva a me bambino:"Appìccete a lu dete". Era il segnale della partenza, l’inizio di una nuova piccola avventura. Ma i sogni sono un’altra cosa.

Buona Domenica.

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