Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

La letterina del sabato 1 dicembre

Care Amiche e cari Amici,

la settimana dei miracoli appena trascorsa mi aveva sinceramente fatto sperare che qualcosa di buono, sul piano civico, si stesse muovendo.

Forse mi sbagliavo. Eppure sono certo che non è stata una illusione. 

Però non ho tenuto conto che ci sono concittadini che pur di fare polemica non guardano proprio a niente, a partire dalla propria dignità di persone impegnate nelle associazioni. 

L’insieme-che-divide ha deciso di pubblicare un manifesto che, non solo a me in verità, ha dato la netta impressione che fosse un altro di quei manifesti semi-anonimi a cui ci aveva abituato il sedicente Comitato “Salviamo la Piazza Umberto I”, nella ingloriosa fase di ostruzionismo alla riedificazione del Municipio.

Il contenuto del manifesto è quello che è. Lo giudicheranno i Miglianichesi.

 

La coerenza e la serietà dei suoi autori sono invece criticabili subito, anche da parte di un semplice cittadino come chi vi scrive.

Ci sono elementi di stridente incoerenza in quelle poche e astiose righe. Uno può accusare il Sindaco di arroganza senza problemi, ci mancherebbe. Sarà lui, il Sindaco, a decidere se e come rispondere, poiché son fatti suoi. Ma parlare di arroganza come se fosse un crimine dimostrato carte alla mano affermando che il Sindaco non ha voluto informare è ben altra cosa. Per quel che so e che è nella nostra storia attuale quel gruppetto di signorotti riunitisi nella lussuosa sede di via Roma 90 non ha mai chiesto un incontro con il Sindaco e non ha mai organizzato un confronto pubblico per parlare di questo argomento. Allora da dove viene questa uscita? 

Si vuol far credere ai Miglianichesi che il Sindaco abbia deciso di rifare la piazza antistante la sede storica del Municipio in modo arrogante, cioè senza sentire e informare nessuno. E lo si afferma senza portare nessuna prova né documentale né di testimonianza. Vogliamo ricordare lo scempio fatto da Progetto Miglianico con via Roma, Sala Civica e dintorni? Lasciamo perdere.

Si aggiunge ad arte, in modo evidentemente strumentale, il lamento sul destino del monumento ai Caduti di tutte le guerre. 

Al Bar dello Sport certe fesserie si possono dire. Nella sontuosa sede di via Roma 90, casomai in streaming con Palazzetto Martinelli, sede di Progetto Miglianico, certe amenità si possono recitare con la faccia tosta che in quei luoghi è consueto abito di scena.

Ma fuori, dove la gente legge e sa, bisogna essere un po’ più seri. 

Il progetto del Municipio fu presentato in Consiglio comunale e ai Miglianichesi ai primi di novembre del 2015. 

Uno può anche non aver ascoltato. Infatti quelli di Progetto Miglianico scapparono prima di ascoltare e di poter capire. 

Uno può non aver capito quel che fu detto. Ma le immagini le capisce anche chi è sordo e chi è un analfabeta-volontario come certi soggetti di cui vi ho già detto in altre occasioni. Tra le immagini del progetto presentate pubblicamente c’erano quelle che mostravano la piazza antistante il riedificato Municipio come dovrà essere, cioè sgombra da quel che c’è ora e che, per larga parte, non è neppure a norma sul piano della sicurezza. Se così non fosse l’ingresso e la stessa idea progettuale del Municpio sarebbero sbagliate. 

Su questo spazio di libertà quella vicenda fu raccontata e le immagini furono pubblicate. Per chi vuole allego il link dal quale si accede a quella nota (clicca qui), utile da rileggere anche per chi la lesse allora.

Parlo per un attimo del monumento e della sua storia, che non è una storia segreta. Racconto quel che so perché l’ho vissuto e perché certe cose mi son state dette allora ed in seguito. Non ho documenti sottomano. Sono pronto a rivedere ogni cosa se qualcuno ha documenti che dicano il contrario. Del resto non sto trattando verità di fede ma fatti di qualche decennio fa.  

Il monumento ai Caduti di tutte le guerre fu realizzato per sostituire le lapidi commemorative presenti sulla facciata del Municipio quando esso venne ampliato perdendo al sua facciata originaria. Siamo tra il 1960 e il 1976. Fu fatto un concorso e venne scelta la realizzazione che conosciamo. Quel monumento rappresenta plasticamente l’umanità schiacciata dalla tragedia della guerra, dalla sua sofferenza. I plastici dei tre monumenti che furono oggetto della scelta finale fatta dal Consiglio comunale quando era Sindaco il barone Arnaldo Valignani li potemmo vedere anche noi che frequentavamo la Biblioteca comunale quando era al piano seminterrato del palazzo Di Bene in via Sud (La casa di Donna Giulia). Infatti in una delle stanze attigue alla biblioteca furono conservati per qualche tempo quei bei modellini che io avevo visto nella sala consiliare del Comune prima che la scelta fosse fatta. Non tutti ricordano che il Monumento ai Caduti era destinato a completare un’opera che aveva stravolto il centro urbano, cioè la demolizione della vecchia Filanda e la realizzazione al suo poso della Scuola Media “Gian Gabriele Valignani”, della piazzetta antistante e del sottostante mercato coperto. Ebbene il monumento da scegliere e che quello che poi fu scelto era destinato appunto a quella piazzetta antistante la nuova scuola. Solo che i lavori si interruppero per consentire il trasferimento delle classi ospitate nel vecchio palazzetto Di Bene, che era alquanto malmesso al proprio interno. Il nuovo edificio fu aperto senza attendere che l’opera fosse completa, con una certa fretta. A sollecitarla ci fu una manifestazione di piazza animata da docenti e studenti (rimase celebre il commento dell’allora Sindaco Valignani sulla inefficacia dell’istruzione data a quegli studenti quando dalle finestre del Municipio lesse un cartello con scritto “Il Sindaco è un porcio”). L’edificio, aperto a metà, rimase senza intonaco esterno e senza il suo accesso da quella piazzetta, che attese poi invano di ospitare il suo monumento. Esso era stato già finanziato e realizzato. Fu perciò collocato al centro della piazza antistante il Municipio. In Italia nulla è più definitivo del provvisorio. La lapide che avrebbe dovuto esser collocata ai piedi del monumento fu ritenuta non adeguata e rimase per anni nella stanza del Sindaco. Fu infine utilizzata per un altro Monumento ai Caduti, quello realizzato dall’ottimo Benito D’Aversa e collocato all’ingresso del Cimitero, dove l’amministrazione della Sinistra Unita aveva intanto eliminato il Parco della Rimembranza.

Miglianico ha quindi ben due Monumenti ai Caduti di tutte le guerre. 

La futura collocazione di quello che ora è in piazza non è certo un argomento vitale per la nostra Comunità. Se dovesse esser spostato, cosa che personalmente auspico da molti anni, troverà una degna sistemazione, forse anche migliore di quella attuale che si è ridotta perlopiù ad un’artistica toilette per cani randagi e non.

Detto questo che a qualcuno potrà tornare utile per farsi una propria idea in merito e non per esser convito di alcunché, mi chiedo quale sia la coerenza di certi soggetti che volevano la piazza libera dal Municipio e che ora la vogliono occupata da un monumento. 

Chiedo a costoro e alla loro coerenza se pensano che si potrebbe mai utilizzare una piazza come è quella attuale per ospitare mercati, spettacoli, attività civiche, parcheggi in determinate occasioni e quando altro può contenere una piazza che per poterlo fare deve esser senza ostacoli e accessibile il più possibile. 

Chi si è stracciato le vesti (i capelli no perché non li abbiamo né lui né io) per salvare quello spazio che non c’è mai stato a Miglianico, che se ne farebbe ora di una piazza che piazza non è. Le attività commerciali e professionali che insistono vicino al Municipio, quelle che ci sono e quelle che stanno per aprire, che vantaggio avrebbero da una piazza-non piazza che per loro sarebbe più un ostacolo che uno spazio? 

Il problema è un altro. Si vuol fare polemica perché si sente aria di elezioni. Ma la si fa senza avere elementi per sostenerla né proposte migliori da offrire. 

L’inchiostro di quel manifesto è la malafede. Chi ha scritto quel manifesto è in malafede. 

Non mi meraviglia intuire chi sia il suo autore materiale, lo si immagina facilmente ma non lo cito, non lo merita uno che scrive certe cose. 

Non mi meraviglia il livore incancrenito di alcuni dei signorotti che hanno messo il loro ok sul manifesto vecchio-stile-salviamo-la-piazza. Così facendo stanno solo peggiorando il loro curriculum civico. 

Mi meraviglia solo che il potente capo dell’insieme-che-divide sia già sceso così in basso avallando una fesseria del genere. 

Ma è anche vero che l’uomo è un animale estremamente adattabile.    

Buona Domenica

Joomla templates by a4joomla