Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

La letterina del sabato 6 ottobre

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 06 Ottobre 2018 16:21
Scritto da Maurizio
Visite: 2120

Care Amiche e cari Amici, 

avevo programmato di dedicare questa Letterina ad un altro appuntamento che celebra il nostro rapporto ormai duraturo. Infatti, alla fine del mese scorso questo spazio di libertà ha compiuto 6 anni, tutti filati senza interruzioni. Da quel fine settembre del 2012 son passati tanti giorni, tantissimi fatti e i tanti racconti e i commenti che avete potuto leggere qui. Un tale anniversario meritava una Letterina tutta intera. Invece no. 

Come talvolta accade, gli eventi arrivano come palle da bowling e spazzano via quel che si era sistemato. Sicché dovrò trovare un’altra occasione per celebrare il compleanno di “Viva Miglianico”. Poco male. Il tempo nulla toglie a questa forza. 

Ieri pomeriggio, mentre già si faceva sera, sono andato in Chiesa perché c’era la Santa Messa in suffragio dell’anima dell’indimenticato Remo Coletta, per tutti noi Padre Remo. Se n’è andato vent’anni fa. Come si dice, sembra ieri. Non è così. Il tempo è passato davvero. Il ricordo invece è vivissimo e distorce la visione del calendario che ha segnato il passato.

 

Durante il sacro rito ho accantonato il progetto già ideato per la Letterina e ho deciso di dedicare queste poche righe al ricordo di un vecchio Amico, di un personaggio indimenticabile, di un uomo mite e gioviale, sempre disponibile a dare una mano per la nostra Miglianico, ma anche un carattere brillante e un soggetto capace di coniare definizioni fulminanti e battute folgoranti, soprattutto un uomo buono, forse troppo buono.

Ciascuno di noi ora vede comparire cento e cento piccoli aneddoti, ricordi di tante occasioni nelle quali lui, Padre Remo, al secolo Remo Coletta, ha meritato di essere ricordato.

Pochi forse sanno e pochi rammentano che è stato uno dei nostri vigili urbani. Molti di più invece ricorderanno le sue instancabili scorrerie con l’auto attrezzata per gli annunci dei comizi nelle più intense campagne elettorali svoltesi verso la fine del secolo scorso. Nel 1990 gli affidammo il coordinamento delle radio montate sulle auto durante la campagna per le Comunali di quella primavera, la sua verve rese indimenticabili quelle notti intense e senza sonno, la più indimenticabile fu quella delle fucilate minacciate ed poi esplose veramente, trasmesse indiretta radio. Nel 1992, quando Mario Amicone fu candidato alla Camera dei Deputati, il nostro Padre Remo percorse senza mai fermarsi tutta la provincia di Chieti, affiggendo manifesti e distribuendo fac-simile, facendosi poi trovare sempre pronto nel momento degli annunci per i comizi e le riunioni elettorali. Pochissimi sanno che fu anche un eccellente ghost-writer, autore sconosciuto di manifesti e comizi a metà degli anni ’70. Aveva una buona penna e un efficace capacità di rappresentazione con lo scritto. Era anche capace di imitare le grafie altrui. Fu inseparabile compagno di belle serate di un altro indimenticabile Concittadino, l’avv. Carlo Pier Maria De Cata. Le non poche cene che ci fecero incontrare allora furono sempre allegre, piene di grande gioia e di non pochi commenti acuti e preziosi fatti della nostra Miglianico.       

Padre Remo era abile anche con il microfono. Lo tenne attivo e vibrante per ore in occasione di più edizioni della Miglianico Tour, commentandola con vivacità e brio certamente maggiori rispetto agli austeri e poco interessanti addetti ai lavori che sono arrivati dopo, quando la nostra Corsa di agosto è diventata più importante. 

Ecco, in questa piccola vicenda c’è anche la parabola della sua vita pubblica, come del resto è accaduto e accade anche per altri Cittadini pronti a dare una mano e poi mano a mano dimenticati. Padre Remo dopo un po’ è rimasto sempre più dimenticato, soprattutto quando le cose presero a non andare proprio benissimo per lui.

Non se ne accorse nessuno o quasi. Non ce ne accorgemmo noi che invece avremmo dovuto.

Fummo richiamati a vergognarci di questa nostra mancanza da un grande e attento osservatore. Vent’anni fa, celebrando il funerale di Remo, don Vincenzo concluse la sua intensa e sentita omelia dicendo “Che il Signore conceda al nostro fratello Remo la compagnia che non ha avuto in questi ultimi anni di solitudine”.

È difficile dimenticare quelle parole di don Vincenzo.

È impossibile per me dimenticare un Amico intelligente e gioviale, un uomo buono, forse troppo buono, come Padre Remo, al secolo Remo Coletta.

Buona Domenica.