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La letterina del sabato 29 settembre

Care Amiche e cari Amici,

scrivo poche righe perché questa Letterina celebra sé stessa e quindi anche Voi.
Sono passati da poco due anni dalla prima Letterina del sabato, scritta per Voi il 10 settembre del 2016. Ho iniziato questa rubrica allora e, sinceramente, mi rendo conto che due anni sono fatti di tanti appuntamenti e di tanta puntualità. Sono ormai centodieci o qualcuna in più le Letterine che Vi ho indirizzato da questo spazio di libertà, visto che ho dovuto aggiungere uno o più post-scriptum o dei seguiti a quelle pubblicate. La nostra non è una corrispondenza in senso stretto ma ho la certezza che Voi avete letto con la stessa cadenza e con la stessa puntualità che ho messo nell’inviarvela, settimana dopo settimana. E questo rende la nostra una corrispondenza vera.
Grazie di cuore.

Ringrazio chi ha letto con attenzione e anche chi ha dedicato solo un rapido scrolling alle Letterine pubblicate. Devo dire grazie a chi ha apprezzato, a chi qualche volta ha condiviso, a chi molte altre volte ha stramaledetto lo scritto e il suo autore. Anche questo è un legame. Anche a questo riflesso spietatamente critico è dedicato l’impegno di non tralasciare mai l’appuntamento che abbiamo ogni sabato. Scrivere non è incensare, leggere non è subire. Si scrive con spirito libero, con spirito altrettanto libero si legge.
Non ringrazio gli analfabeti volontari, gli imbecilli di complemento, cioè quelli in malafede animati da cieco pregiudizio, che ogni tanto hanno commentato solo per spargere malevolenza. Senza avere mai il coraggio di scriverlo hanno detto che le Letterine sono state dedicate volontariamente a fare del male. Secondo questi inqualificabili soggetti avrei volutamente, ripetutamente, assillantemente “infamato e infangato tutti, senza lasciarci nessuno”. Questo non lo accetto. Chi ha detto queste cose non è un cretino, come può sembrare, non è un vivace polemista, macché. È, anzi, sono persone animate da odio preconcetto, un pregiudizio personale che li qualifica e li squalifica. Tra l’altro non hanno neanche la furbizia di leggere tutto e bene prima di sparare le loro castronerie. Forse si affidano a quel che dei veri cretini evidentemente raccontano loro farfugliando sciocchezze in ristretti conciliaboli ammantanti di falsa serietà o digitando commenti in un improbabile italiano. Devo accettare che ci siano anche loro con la Letterina in mano ogni sabato. Ho commiserazione per loro, preferisco considerarli analfabeti assoluti. Non lo sono per formazione, anzi tutt’altro. Lo sono per convinzione e malanimo. L’infelicità di certe persone si manifesta anche così.
Care Amiche e cari Amici, non ho potuto ancora rileggere tutte le missive che vi ho dedicato. Posso però confermare che in esse ci sono piccole tracce, spunti, testimonianze e richiami alla nostra piccola ma importante storia quotidiana, quella che si è andata svolgendo a Miglianico nelle ultime cento settimane.
Un giorno, forse, come per altre rubriche apparse su questo spazio di libertà, qualcosa resterà di scritto in un libro. In verità, come qualcuno ha acutamente notato, questi sono testi pensati davvero come scritti e non come veloci sequenze di caratteri senza inchiostro.
Il tempo non mancherebbe, le energie non sono illimitate. La voglia di metter insieme qualcosa che possa sfidare l’obsolescenza con la forza flessibile della carta stampata c’è sempre. Vedremo.
Intanto resta la voglia, tenace e gioiosa, di continuare a vederci qui ogni sabato, o anche dopo, quando siete comodi voi.
Buona Domenica.

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