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La letterina del sabato 25 agosto

Care Amiche e cari Amici,

devo mantenere una promessa fatta martedì scorso. Al termine della bella serata svoltasi alla Casa delle Monache con la proiezione del film “L’ora legale” un’Amica mi ha chiesto il perché di certe assenze. Lei le riteneva volontarie. Le ho risposto su due piedi, mentre andavo via, che forse si trattava di un boicottaggio. Mi ha inseguito la sua domanda: <Ma è giusto?>. <Leggi la Letterina di sabato>, questa è la risposta che le ho lasciato insieme ai salutiMantengo la promessa.

Le assenze notate dalla mia attenta Amica sarebbero quelle di certi Concittadini che, proprio per il ruolo che si stanno ritagliando o che hanno già, avrebbero dovuto essere presenti non solo a quella serata ma anche alle due che l’hanno preceduta il 10 ed il 13 agosto. Ora, chi ha provato a ridipingersi utilizzando i colori istituzionali della Regione Abruzzo sotto una sigla scritta e sorretta da tanto vecchio modo di pensare e di essere, avrebbe effettivamente dovuto esserci. Se si predica lo stare insieme, il fare comunità, l’ascolto dei Cittadini e altri proclami simili si deve partecipare a certi eventi pubblici. Quantomeno si deve esser rappresentati così da poter sapere e capire. Soprattutto in modo da poter essere testimoni veri di quel che si va affermando. Se uno è consigliere comunale, soprattutto di opposizione, deve esserci per sapere e per capire cosa si sta facendo di un’opera pubblica appena inaugurata, in particolare quando su di essa si vanno accampando meriti di primogenitura. Se si è esponenti di partiti politici locali si deve esser presenti. Se lo si è di partiti di un certo orientamento si è moralmente obbligati ad essere presenti e ben riconoscibili, meglio ancora, bisogna essere partecipi e quasi protagonisti visto che in una serata di è parlato di Shoah e in quella più recente di legalità e pubblica amministrazione. Sul caso della nascita della Miglianico Tour, oggetto della serata del 10 agosto, credo che il richiamo al senso di vergogna per gli assenti volontari sia stato già opportunamente espresso nella Letterina di sabato scorso. Che poi loro abbiano un senso della vergogna andrebbe ben indagato. L’aver ascoltato, grazie ad una manina amica, le parole che il mio Amico Nicola Mincone ha pronunciato in occasione della cena fatta qualche giorno dopo la Miglianico Tour, mi ha confermato il pregiudizio e l’avversione preconcetta che anche lui ha suggerito a chi, insieme a lui, avrebbe dovuto esser invece presente al racconto della nascita della nostra Miglianico Tour e dell’ADESPossono rigirarla come vogliono, hanno sbagliato alla grande. Il vittimismo che alcuni vanno esibendo aggrava la loro posizione sul piano sociale e morale.

È vero, in uno scenario politico dominato non più dalla ragione e dal ragionamento ma solo da facili slogan, forse è anacronistico pensare che certi soggetti debbano dedicare tempo e buona volontà per esser almeno fisicamente presenti a certe manifestazioni. Ciò non toglie che chi ama ancora il confronto, il ragionare, la proposta e la critica come strumenti della politica non può che condannare la stupidità di chi pensa di esser protagonista politico attuando il boicottaggio di tutto quel che viene realizzato. In altri tempi la mancata presenza ad eventi marcatamente partitici era giustificata per evitare che l’avversario potesse vantare il successo dei numeri e anche perché, cosa molto più importante, metteva allo scoperto chi si mostrava in quei momenti accettando il rischio di essere classificato come appartenente all’altro partito. Ma erano i tempi delle contrapposizioni frontali, comunque molto più civili di quelle attuali, determinate da gigantesche divisioni mondiali. 

Il boicottaggio, come insegna la storia legata alla stessa etimologia del termine, è un’azione forte che va riservata a momenti forti, altrimenti diventa un atteggiamento sciocco e inefficace. Il più delle volte è la scusa per nascondere il disimpegno, la pigrizia sociale, la propria insulsaggine e anche un po’ di vigliaccheria politica. Ad esempio l’averlo attuato il 10, il 13 e il 22 agosto scorsi non ha portato frutti a chi lo ha deciso, perché le manifestazioni programmate hanno avuto un grande successo. Questo stupido tentativo di far fallire quel che è stato promosso e organizzato non da un partito avverso ma dal gruppo che si occupa di cultura locale è stato frustrato anche dal fatto che le assenze sono state notate negativamente e non come elementi di protesta o di evidenza di eventuali problemi.  

Tra tutti quelli recenti, pensati dagli stessi cervelloni, il boicottaggio peggio fatto e ancor peggio riuscito è quello che il sedicente Comitato Salviamo la Piazza Umberto I ha portato avanti cinicamente e spietatamente, senza alcun rispetto per Miglianico e i Miglianichesi, contro la riedificazione del Municipio. L’opera, il suo finanziamento, il suo progetto e la sua realizzazione erano e sono legittimi, trasparenti, validi, ineccepibili. Al sedicente coordinatore del sedicente Comitato interessava colpire il Sindaco e l’Amministrazione comunale. Sperava, voleva che un incidente di percorso, un’indagine, un piccolo scandalo locale potessero portare alla interruzione della consiliatura comunale, così da poter assaltare il palazzo per rioccupare le mai dimenticate poltrone. 

Care Amiche e cari Amici, ho scritto più volte di questa vicenda e ho più di una volta anticipato quel che non potevo comunque scrivere in chiaro. Oggi è lo stesso sedicente coordinatore del sedicente Comitato che mi danno la prova provata di quel che ho annunciato e ora posso scrivere. Nicola Mincone ha fatto anche un esposto alla Magistratura per colpire il Sindaco. Proprio lui che era contrario alle denunce, anche quelle davvero inevitabili, quando era all’opposizione, proprio lui che non avrebbe denunciato neanche Totò Riina anche se lo avesse trovato in flagranza di reato, proprio lui che non è stato denunciato e ha evitato a modo suo fi farsi denunciare anche quando potevano esserci i motivi per chiedere alla Magistratura di verificare certi passaggi amministrativi, proprio lui che continua a vantarsi di essereamico di tutti ha preso carta e penna e ha fatto una denuncia alla Procura della Repubblica. Lo ha fatto e non lo ha detto. Ha preferito una denuncia al confronto pubblico, aperto e trasparente. 

Gli è andata male, molto male. La Magistratura competente ha archiviato la denuncia. Vuol dire che le loro chiacchiere erano tutta fuffa. Come erano tutta fuffa le trovate archeologiche e i colpi a effetto sparati dal balcone di un ben noto palazzo signorile. Solo oggi Nicola Mincone ammette di aver fatto la denuncia. Chissà perché lo annuncia solo oggi. Forse c’è dell’altro che sta per accadere. Oggi scrive che non condivide la posizione del Magistrato. Aggiunge che la rispetta ma potrebbe far riscorso perché è convinto che il Magistrato abbia sbagliatoProva a elevarsi a eroe spiegando che nopropone ricorso per evitare danni alla Cittadinanza (altri danni, dovrebbe ammettere). Poi scrive altre cose senza costrutto solo per provare a giustificare quel che ha fatto. Chiacchiere. 

Una cosa è grave, oggi più di ieri. Continua a sostenere ipotesi e a rivolgere accuse senza proporre, anzi rimangiandosi, senza accettare quel che avrebbe dovuto e che dovrebbe fare: un confronto pubblico con il Sindaco e con i Miglianichesi su questo argomentoE perciò continua a non mostrare prima di tutto di che comitato si tratta e chi ne fa parteMa a lui, al sedicente Comitato che lui dice di coordinare, il confronto e la ricerca della verità evidentemente non interessano. 

Dopo questa ulteriore sconfitta decretata dalla Magistratura competente al mio Amico Nicola Mincone resterebbe da uscire allo scoperto, presentando il Comitato, la sua costituzione, i suoi aderenti e dirigenti, la raccolta di firme sempre sbandierata e mai esibita, le carte, i progetti alternativi e anche i testi delle denunce inviate. Ma questo atto di chiarezza e di vera trasparenza non ci sarà.     

Allora, a questo punto, dopo tutto il danno causato, dopo le acredini e le divisioni create artatamente, dopo la denuncia e la sua archiviazione non resta spazio per il rispetto politico di chi è stato capace di queste cose. Mi spingo a dare un consiglio al Sindaco, pur sapendo che non lo seguirà: da oggi in poi non accetti nessun confronto con Nicola MinconeNon accetti confronti con gli altri due (che tanto non avrebbero mai il coraggio di chiederlo e sostenerlo). Non accetti il confronto su questo specifico argomento con Miglianico insieme che è l’ultima creatura del duo Nicola Mincone-Dino De Marco. Li lasci perdere e parli con i CittadiniIl Sindaco dedichi il suo tempo a completare le opere e a confrontarsi casomai con le forze di opposizione nei modi previsti dal regolamento comunale. Dedichi ancora più tempo a informare i Miglianichesi. Così diraderà il frastuono delle chiacchiere alzate volutamente e strumentalmente solo per distrarre e ingannare i Miglianichesi. Così potrà aiutare tutti capire cosa è veramente successo in questi anni e cosa si sta facendo icerte stanze prima di allestire belle parole da esporre dietro una determinata vetrina.

Buona Domenica.          

 

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