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La letterina del sabato 18 agosto

Care Amiche e cari Amici,

si avvicina la campagna elettorale per le prossime Comunali e non solo. Questa considerazione basterebbe a far capire i giochetti che lo stesso manovratore sta facendo scrivendo manifesti e post sia per Palazzetto Martinelli, sede data in uso ad libitum suum dal mio Amico, dr. Dino De Marco, a quel che resta di Progetto Miglianico, sia per via Roma 90, sede dell’insieme che divide. 

Provo pena per le zappate che si sono date sui piedi. Hanno prodotto, ovviamente in tempo di festa comandata, testi che sono clamorosi autogol. 

Sinceramente non ho tempo ed energia da spendere in questo fine settimana per spiegar loro quante corbellerie hanno saputo mettere insieme. Non lo meritano e quindi non lo faccio. Sarò presuntuoso? Può darsi. Ma loro spendono il loro tempo a far certe cose pensando di esser sempre più furbi e più bravi degli altri. Io non posso arrivare a quei livelli e preferisco spendere il mio tempo per altre che mi danno gioia. Se lo avessi dedicato nel far quel che hanno fatto loro avrei solo vergogna.

 

Prima di dedicarmi a queste cose però una notazione voglio offrirvela per capire se condividete un punto di vista che, in verità, dovrebbe essere già emerso in più di uno di voi. 

In piena emergenza, con strade allagate, fiumi di fango, linee elettriche interrotte, danni de fulmini e sbalzi di corrente in più case e, per non far mancare nulla, anche il ritorno della paura da terremoto questi signori e signorotti che si riempiono la bocca di belle parole e solenni proclami civici a cosa stavano pensando? Quale è stata la loro attenzione per Miglianico? Hanno avuto voglia di scherzare? O gli son partiti i manifesti e non hanno fatto in tempo a fermarli. Al posto di sollecitare mobilitazione, al posto di scendere dai loro palazzi a dare una mano, al posto di sostenere chi stava lavorando a Ferragosto non hanno trovato divertimento migliore che scrivere certe cose e di commentarle pure?!! Se questo è il loro senso civico siamo messi bene.

Di questo davvero dovremo ricordarci quando sarà il momento.

Il lobo destro del gran cervello che cura i testi dell’insieme che divide deve essere stato scosso da qualche scapaccione e, mantenendo lo stile fariseo che caratterizza quel vecchio-mal-ritinto-di-nuovo, ha tritato mezza cipolla per tirar fuori lacrime cinematografiche con le quali far vedere che c’era partecipazione per la tragedia di Genova. Non avendo un’altra mezza cipolla da tritare dentro Palazzetto Martinelli il lobo sinistro non ha potuto far uscire lacrime di facciata a nome di Progetto Miglianico. O forse lo ha evitato perché da quelle parti un po’ sanno come si fanno male le opere pubbliche, come ad esempio la ripavimentazione della Piazza e di via Roma che fa allagare case dove l’acqua non era mai entrata.

Una domanda me la porto dietro da qualche giorno. Ma l’insieme-che-divide ha già gettato via annunci e progetti di unire e di fare tante cose belle per coinvolgere tutti? È già una lista che si oppone all’attuale Amministrazione comunale? Coltiva già e così apertamente odio e disprezzo verso il Sindaco Fabio Adezio? 

Deve essere così. Lo sapevo e l’ho scritto in tempi non sospetti. Ma occorreva una conferma indiscutibile. Ora è arrivata con gli ultimi scritti (oh, la Lettera aperta al Sindaco non vi ricorda l’avvio del sedicente Comitato Salviamo la Piazza?). Oltre al tono saccente e strafottente emerge solo la auto-qualificazione che Miglianico insieme si attribuisce come nemico-a-prescindere del Sindaco e della sua Amministrazione.

Lo scritto che più mi interessa è quello relativo al commento che l’insieme-che-divide ha postato sul suo profilo dopo la conversazione tenuta dal dott. Roberto Terenzio il 10 agosto scorso sulla nascita della Miglianico Tour. Uno può pensare quel che vuole. Può dire quel che vuole. I fatti però vanno conosciuti e analizzati prima per quel che sono.

Il Gruppo di studio per la promozione della cultura, presieduto dal prof. Antonello Antonelli e che opera gratuitamente per il Comune di Miglianico, ha organizzato un ciclo di eventi destinati alla appena ristrutturata Casa delle Monache. Ha deciso di invitare il dott. Terenzio al primo di quei quattro eventi, tutto dedicato alle origini della Miglianico Tour.

Solo Roberto Terenzio poteva tenere quella conversazione. È stato lui a inventare la Miglianico Tour. Chi voleva sapere come è nato questo mito poteva apprenderlo solo da lui. Chi organizzato quella serata doveva guardare a questo. A questo solo si è guardato. 

Il fatto è che in certe stanze era stato già deciso il boicottaggio dell’evento. Roberto Terenzio, che deve aver avuto direttamente questa informazione, signorilmente quella sera, prima di ricordare che alla termine della sesta edizione passò microfono e testimone a Nicola Mincone, ha giustificato quelle assenze ostili dicendo che in quelle ore si stava lavorando ad allestire la corsa. È stata un pietosa bugia smentita dai fatti. A fine serata siamo passati in piazza e, tranne quelli lasciati lì per controllare, non c’era attività di sorta da parte degli organizzatori della Miglianico Tour.

Oggi, dopo i classici otto giorni, serenamente e schiettamente, a chi non ha voluto partecipare con l’intento di boicottare quell’evento dico: vergogna.

Chi ha il senso delle istituzioni ma anche solo quello della buona educazione deve vergognarsi di non aver voluto essere presente. E spiego il perché, sfidando pubblicamente chiunque a dimostrare il contrario. 

Innanzitutto Roberto Terenzio è indiscutibilmente l’ideatore, il creatore e il fondatore della Miglianico Tour. Chi ama la Miglianico Tour e chi ama Miglianico e la sua storia doveva far di tutto per esser presente ad ascoltare un racconto vero che veniva dall’unica fonte diretta disponibile. 

In secondo luogo nessuno di quelli che lo hanno aiutato direttamente allora è stato invitato a parlare insieme a lui. Quella serata era un momento di storia narrata e non un raduno di vecchi commilitoni. Del resto persone educate e appassionate che, a vario titolo, stettero vicino a Roberto Terenzio in quei primi momenti c’erano e nessuno li ha portati lì con un invito ufficiale. Parlo ad esempio di Emidio Biasone e di Giovanni Ciampella e di qualche altro. I protagonisti di quel primo avvio, che Roberto Terenzio ha voluto ricordare, non ci sono più, a partire dall’avv. Aloè, fiduciario della Federazione per il podismo, passando per Walter Sallustio, Primo Presidente dell’ADES, Delmo Adezio, primo finanziatore della corsa e a lungo grande sponsor della Miglianico Tour, Adriana Del Torchio Terenzio, l’indimenticata Mamma di Roberto, gli Zii di Roberto, gli altri parenti  e gli Amici, come Giancarlo Borroni, che con lui venivano da Milano a passare qui le vacanze. Lo dico senza polemica, Nicola Mincone non c’era in quel gruppo. È arrivato dopo e ha fatto tanto, tantissimo, ma dopo.  

In terzo luogo Roberto Terenzio è un Cittadino onorario di Miglianico, fiero di esser tale. Non può esser ostracizzato come un qualunque avversario politico  né lo si può ritenere colpevole di essersi messo al servizio del “nemico” come invece qualcuno incredibilmente ha fatto. Ma scherziamo?!!

Ancora, Roberto Terenzio ha fondato il GS ADES-Amici dello Sport di Miglianico, ha curato la scelta dei colori sociali, ha fatto realizzare lo stemma, ha seminato e atteso che la semina desse i frutti necessari a generare un gruppo che poteva proseguire nell’impresa. Ha sempre saputo che un grande uomo è tale quando riesce a coinvolgere gli altri e a passare il testimone nel momento in cui sa di poter lasciare, non di dover lasciare. Gli iscritti all’ADES di oggi dovevano essere presenti per rendere il meritato onore a chi ha creato allora le condizioni perché loro oggi possano chiamarsi ADES. Bisogna avere senso della serietà e di una certa educazione sociale oltre che spirito sportivo, altrimenti lo sport è solo esercizio muscolare.      

Ancora e soprattutto, quando il Comune invita, si va, si partecipa. Poi si può apprezzare o criticare, ma si va. Perché il Comune rappresenta tutti e invita tutti. Quando ci sono cerimonie ufficiali si segue il protocollo, quando si tratta di convegni si comunica l’invito a tutti e basta. Se non si può andare non si va. Ma non ci si giustifica facendo polemica. Se non si vuole andare non si va, perché nessuno viene a prenderti per la collottola. Ma chi si dice Amico dello Sport non può avere una volontà negativa in certi casi. Altrimenti diventa molto poco credibile.

Penso che richiamare gli assenti volontari al senso della vergogna sia per questi motivi più che giusto.

Il senso della vergogna non lo si può ricercare in soggetti lanciatisi in scritti e commenti che li qualificano oltre ogni aggettivazione, soprattutto se quegli scritti e quei commenti possono esser attribuiti a chi un qualche ruolo pubblico lo ha avuto. E non parlo del mio Amico, dott. Prof. Avv. Carlo Biasone, che merita ben altra attenzione. Oltre ai tripli salti mortali per giustificare certi nuovi abbracci di convenienza, oltre alle amenità che hanno scritto, al di là della eccessiva leggerezza palesata nel parlare di cose che non si sono ascoltate e che non si sono conosciute neanche de relato, la superbia di chi annuncia cieli nuovi e terra nuova tra uno o due anni fa capire che sono persone che amano dividere. Sono così accecate dall’odio preconcetto che non hanno soppesato un fatto importante: la divisione che vogliono creare a tutti i costi e che vogliono mantenere ricacciando indietro quelli che hanno scelto come nemici a prescindere rischia di portare effetti disastrosi anche sulla Miglianico Tour, che, mi permetto di riaffermare, è un patrimonio comune non è un giocattolo per far divertire il proprio gruppo. Loro hanno scritto non pensando alla Miglianico Tour. Hanno trinciato accuse e condanne senza sapere, senza chiedere per sapere, senza metter cautela nei giudizi. Tutto ciò ha un nome: pregiudizio. 

A questi soggetti, proprio a loro, agli illuminati postatori, mi permetto di ricordare che il pregiudizio, cioè la condanna dell’altro che non si conosce e non si vuol conoscere, che si ritiene perciò diverso o inferiore, è alla base dell’intolleranza verso gli altri popoli e gli immigrati di ogni tempo, ha generato il razzismo, la schiavitù, lo sfruttamento degli uomini da parte di altri uomini, tante stragi, le terribili persecuzioni degli Ebrei da parte di Hitler e di Stalin, quelle dei Curdi, dei Rom, degli Armeni e non solo loro, purtroppo. 

Buona Domenica.   

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