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La letterina del sabato 11 agosto

Care Amiche e cari Amici,

il titolo di questa Letterina potrebbe essere “Successi manifesti e manifesti insuccessi”. Il gioco di parole è presto spiegato.

Il successo manifesto, cioè palese, evidente, indiscutibile e importante è quello registrato anche quest’anno, soprattutto in questa edizione 2018, da “Le Contrade del Piacere”. La manifestazione, organizzata dalla nostra eccellente Pro Loco, guidata dal Presidente-ovunque, l’Amico Tommaso Palmitesa, ha fatto registrare il tutto esaurito in ognuna delle quattro sere nelle quali si è svolta. Aver precisato che soprattutto quest’anno è stato un grande successo è una considerazione che va fatta tenendo conto non solo delle difficoltà organizzative da superare ogni volta che si allestisce tanta roba in spazi pubblici ma particolarmente tenendo conto della straordinaria concorrenza attiva nel territorio circostante con feste e sagre praticamente in ogni centro vicino e meno vicino. In contemporanea ci sono stati eventi dovunque, a partire da Chieti con lo Street-Food, passando per Guardiagrele, poi per la Fara Cipollara, la Sagra della Birra, le feste e gli eventi di Tollo, Giuliano Teatino, Villamagna, Ripa e quelle senza fine di Francavilla al Mare. Nonostante questo assedio di attrazione distrattive tante persone sono venute ad affollare Miglianico per degustare le svariate specialità (anche le poche che specialità non sono) preparate in occasione de “Le Contrade del Piacere”. 

 

La previsione che tutto sarebbe andato bene e che sarebbe stato un successo l’avevo fatta avendo la certezza di quanto siano bravi gli Amici della Pro Loco ma senza tener conto di quanta concorrenza si stava preparando. Oggi la constatazione che è stato un grande successo serve solo a ringraziare e a elogiare ancor di più i suoi protagonisti. 

Ovviamente non tutto è stato perfetto. È così in ogni cosa fatta dall’uomo. Quindi nessun rimprovero, nessuna critica. Anche qui c’è una conferma di quanto mi sono permesso di segnalare negli anni passati, senza mai volerlo presentare appunto come critica. Occorre blindare questa manifestazione così importante. Non basta la data concordata o imposta al territorio. Occorre puntare su particolari specialità, davvero tipiche. Occorre perfezionare una formula che deve essere unica per rendere unica la manifestazione a partire dal recupero del percorso eno-gastronomico-culturale del borgo antico che quest’anno ha avuto la bella novità della Casa delle Monache aperta e piena di contenuti mentre dispiace aver constatato che sia rimasto chiuso il Santuario di San Pantaleone che i suoi Amici li ha anche tra i frequentatori della nostra sagra.

Si possono abbassare i prezzi dei piatti da degustare? Non lo so. Penso sia difficile. Calmierare alcuni di essi, soprattutto se raffrontati ad altri, forse si può, ma da qui entreremmo nel più classico ginepraio. Si può abbassare qualcosa nei costi generali rinnegando la soluzione eco-festa? Forse sì, forse no. Ma si tratta di una scelta che cancellerebbe quella di tenere al centro dell’attenzione la tutela dell’ambiente oltre che le normative più recenti in materia. A proposito di eco-festa, senza polemiche ma con adeguate ragioni mi chiedo se esista una ecologia della salute dell’uomo. Non so quale sia il limite prescritto o consigliato. Penso che i decibel sparati, anche oltre una certa ora, da alcuni dei gruppi che si sono esibiti abbiano superato quelli indicati per la salute dell’udito umano, soprattutto dei più piccoli. Hanno comunque messo a dura prova il limite di sopportazione di chi pensa che la musica oltre un certo volume sia solo rumore. Voglio ammettere che le esibizioni musicali siano state tutti nella norma. Suggerisco però di tenere conto di un fatto per me molto importante. Quando si sta mangiando, soprattutto in compagnia di ottimi amici, come capita in queste occasioni, occorre poter gioire di tutta l’armonia che una conviviale offre: gustare le bontà offerte al palato ma anche poter fare discorsi con i commensali. Altrimenti buona parte di tutto quel buono che c’è nella convivialità va irrimediabilmente perduta. Come pure vanno perdute non poche energie da parte di chi, come visitatore, cerca di farsi capire nell’ordinare i piatti o di chi, organizzatore o cuoco prova, a capire quel che gli viene detto o a dare anche le più semplici spiegazioni. Meglio street-band e organetti, meglio cori e cantanti con amplificazioni a basso impatto, meglio gruppi classici e moderni, folk o jazz in versione acustica? Probabilmente sì, sicuramente sì. Aggiungo per non lasciar nulla nel non detto, le giostre che occupano vitali spazi parcheggio e scassano i timpani con nulla che sia avvicinabile alla musica servono a “Le Contrade del Piacere”? Forse no. Sicuramente no. Queste, singolarmente e messe tutte insieme, sono piccole imperfezioni, strette nell’ambito del migliorabile che lasciano ben illuminati gli ampi spazi delle tante cose buone, belle e importanti che hanno caratterizzato il successo che tutti abbiamo apprezzato. Insomma e comunque è stato un successo manifesto.  

C’è l’aspetto opposto nel sottotitolo proposto nell’incipit di questa Letterina.

Ci sono insuccessi manifesti, o meglio nascosti e non manifestati benché evidenti. Meglio ancora, ci sono stati manifesti (tanti) che non hanno garantito affatto un successo.

L’insieme-che-divide ha chiamato tutti a raccolta per la presentazione di un libro scritto dal cantautore e ora scrittore Mimmo Locasciulli. L’appuntamento è stato annunciato da un formidabile battage fatto appunto di manifesti e di numerosi messaggi sui social. Pare però che non sono stati poi tanti ad aver risposto all’insistito annuncio. Forse sono stati meno dei manifesti fatti affiggere, il che significherebbe che si siano presentati neanche loro, quelli che hanno chiamato gli altri. Qualcuno dice di aver contato meno di dieci persone. Non ci credo. Credo però che sia stato un flop, clamoroso e non privo di interrogativi. Questa considerazione viene dalla constatazione che, a quanto dicono gli appassionati del settore, il profilo Facebook dell’insieme-che-divide ha accuratamente evitato di dare un report sull’evento, virando in modo alquanto disinvolto su altri fatti per i quali certo non poteva accampare alcun merito. L’insieme-che-divide è stato ideato e progettato da Nicola Mincone e Dino De Marco ed è stato poi avviato formalmente da chi ora ci mette la faccia nuova-o-lavata-con-perlana. L’operazione è stata lanciata millantando bei progetti che non sono mai riusciti a nascondere che tutto serve solo per metter su la lista da presentare alle prossime Comunali. O forse, ma questo lo vedremo tra pochissimo, potrà servire anche a far massa o dar sostegno a non si sa ancora chi in occasione delle orami imminenti elezioni regionali. Tra gli intenti che aveva ab ovo c’è quello di provare ad imitare l’operazione “Miglianico Cambia”. I suoi callidissimi promotori, tessitori e burattinai però non hanno fatto alcune valutazioni, ad esempio queste: è già cambiato il quadro storico locale; di ben altro spessore sono i legami personali tra i rispettivi promotori ed aderenti del gruppo; assolutamente diversi sono gli interessi (e ci siamo capiti); non sovrapponibile è la condizione politica; la qualità delle persone che hanno reso possibile l’esperienza di “Miglianico Cambia” è oggettivamente lontana da quella di chi ha seminato il solco dell’insieme che divide. Tentare di imitare senza sapere queste ed altre cose porta solo a scimmiottare, che è cosa alquanto diversa dal seguire un esempio e per far qualcosa di meglio.

Stasera intanto andiamo far festa, a pregare innanzitutto per San Pantaleone, che se lo merita sempre, nella Chiesetta di località Caramanico, alle Piane. Domani poi ci tufferemo in un'altra festa tutta Miglianichese, la Miglianico Tour, una Signora che non invecchia mai.

Buona Domenica.

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