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La letterina del sabato 26 maggio

Categoria: Notizie
Pubblicato Sabato, 26 Maggio 2018 15:14
Scritto da Maurizio
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Care Amiche e cari Amici, 

in questi giorni ho avuto poco tempo per farlo ma non ho dimenticato di dover chiarire e rispondere ad alcuni commenti postati sulla pagina Facebook di questo spazio di libertà. Alcuni di essi hanno confortato ancora una volta la scelta fatta di non avere un mio profilo. È vero, come dicono molti miei Amici, che è comunque utile e che potrei dare un contributo, qualunque sia. È più vero che non ho motivo di incappare in commenti che definire disinvolti è poco. Credo che Umberto Eco abbia colto in pieno il problema complessivo dei social quando ha detto che abbiamo avuto l’invasione degli imbecilli. 

Prima di passare a questo dolce dovere di corrispondenza, segnalo anche a Voi una novità straordinaria. Miglianico Cambia ha fatto un manifesto non per annunciare cose fatte e iniziative avviate né per invitarci alle periodiche riunioni sul territorio, ma lo ha fatto per attaccare i responsabili di un grave danno causato a tutti i contribuenti di Miglianico. Il manifesto riporta cifre esatte e motivi di queste spese non previste ma causate dalle attività messe in campo da sedicente comitato “Salviamo la piazza Umberto I”.

 

Su questa vicenda ho raccontato e commentato ogni volta che ho avuto modo e possibilità di farlo. Ora conta quel che abbiamo davanti: una somma notevole che abbiamo speso non per fare opere, non per dare servizi, non per progettare nuove realizzazioni ma per i danni causati da chi ha provato in ogni modo a ostacolare un’opera regolare, regolarmente finanziata, regolarmente progettata, regolarmente appaltata. 

Se fossi un consigliere comunale chiederei di pubblicare gli atti che dimostrino il collegamento delle maggiori spese ammontanti a oltre 90.000 euro con le specifiche attività del sedicente Comitato o dei suoi tre unici volti noti. Se i documenti dimostrassero questo, chiederei di spendere altri mille o duemila euro per far comparire chiaramente e in modo esatto nella cartella esattoriale di chi a Miglianico paga le tasse comunali un rigo con la cifra di quanto ciascun contribuente ha dovuto o dovrà pagare.

Come Cittadino, se avessi un tale documento, andrei poi da ciascuno di quei Concittadini e gli chiederei di restituirmi i soldi. 

Inviterei tutti a far lo stesso. 

Se uno sbaglia a votare e paga più tasse vabbè, il governo e anche l’opposizione siamo noi, sono i nostri rappresentanti, quelli che abbiamo votato. 

Ma qui si tratta di pagare i danni causati da chi non è amministratore, non è nulla come rappresentante politico o associativo, da chi non ha mai detto pubblicamente e chiaramente perché ha fatto quel che ha fatto e non ha mai detto cosa avrebbe voluto ottenere. Allora è giusto che non paghi il Cittadino contribuente ma che si faccia pagare chi il danno direttamente o indirettamente lo ha causato. 

Non è possibile che a pagare siamo sempre noi contribuenti, anche quando qualcuno fa certi giochetti.

A spanne, ammettendo che siamo in poco più di mille Famiglie a pagare le tasse comunali, significa che mediamente ciascuno pagherà tra i 50 e i 130 euro. 

Credo sia giusto andar a farceli ridare dai promotori del sedicente comitato. 

Non ce li ridaranno. Pazienza. Sapranno almeno di avere un debito non morale ma materiale di quasi 100.000 euro con i Miglianichesi. 

Se ci vengono a chiedere il voto sappiamo che ci hanno già caricato di tasse. Staremo molto attenti. 

Vengo alle dolci Signore che hanno commentato le recenti note pubblicate sui questo spazio di libertà.

La signora Rosella Patricelli ha risposto a nome del Gruppo Walking. 

Dire che ha risposto lei stranamente significa che dovrebbe rispondere il Presidente o il responsabile del gruppo. Se è lei il Presidente o il Capo del Gruppo Walking avrebbe dovuto qualificarsi come tale. Sennò, forse, toccava prima ad altri rispondere.

Sulla storia dell’ADES credo di non dover prendere lezioni da chi ne sa meno di me. La signora Rosella Patricelli sa che non ho fornito elementi dettagliati, che evidentemente conosco, per delicatezza, per stile ma soprattutto perché non servivano a dimostrare quel che è sotto gli occhi di tutti. Le cause della divisione che c’è stata perché voluta sono state pretestuose. Lo sport è altra cosa. Non son stati certo presentati documenti per chiarire e le riunioni fatte, se ne son state fatte più di un paio, non son state dominate da un clima di coesione. 

Ho fatto riferimento ad un argomento delicato, sapendo bene che si trattava di un argomento delicato sul quale tutti possono darmi lezioni: quello della partecipazione del Gruppo Walking alla processione del Venerdì Santo. Penso di aver sottolineato due elementi: la regia che ha creato il momento da molti letto in un certo modo, quello che ho raccontato; gli effetti possibili e sperati che avrebbero potuto e dovuto seguire quella partecipazione. 

Si può partecipare ad una processione con lo spirito di chi pensa di esser parte di un evento folclorico. Molte grandi processioni sono anche questo. 

Si può partecipare per convenzione o per abitudine. 

Si può partecipare per pregare e per vivere un momento importante, come nel caso della processione penitenziale del Venerdì Santo. Se il gesto bellissimo e lodevole (ripeto, bellissimo e lodevole) di aver portato la pesante e scomoda croce del Cireneo avesse avuto questa intenzione penitenziale, ripeto, avrebbe dovuto portare ad un supplemento di pace nei cuori dei volenterosi portatori. 

Si deve provare ad amare senza misura, senza soste. Altrimenti non abbiamo capito quanto è stato grande l’Amore di Cristo. Ci riusciamo, bene. Non ci riusciamo, proviamo a farlo. Non tocca a noi giudicare. Tocca a noi sperare che questo accada. Se fosse prevalso questo supplemento di misericordia oltre il gesto simbolico e molto bello, la situazione attuale sarebbe diversa e la divisione forse non ci sarebbe stata.

Non mi interessa quella che sembra, lo ripeto, una minaccia che la signora Rosella lascia inespressa quando parla di commenti letti su Facebook. O li cita chiaramente così uno capisce di cosa si tratta o evita di farne cenno con chi, come me, non pratica certi spazi. 

Torno sui disastrosi effetti di Facebook dopo aver precisato un’ultima cosa che è solo un promemoria per una nota che mi riprometto di pubblicare nelle prossime settimane. Dalla estinzione del GS ADES si è passati alla costituzione dell’ASD ADES. Forse ricordo male ma mi sembra che l’organigramma del nuovo ASD ADES nato all’inizio del 2014 comprendeva persone che ora non sono più presenti anche se non trovo il nuovo organigramma. Che si siano allontanati o che siano stati messi in condizione di mollare, qualcosa non va. E non ho mai capito perché non c’è stata mai la totale fusione tra quell’organigramma e quello che gestisce la Miglianico Tour, che sembra una stanza riservata. Alla Miglianico Tour ogni anno, da quando è nata (io c’ero, Signora Rosella) auguro ogni bene e per la Miglianico Tour faccio il tifo, anche quando non capisco certi particolari. Non lascio in sospeso, ne cito uno: sul sito della Miglianico Tour c’era, non so se c’è ancora, un pezzo che ne racconta la storia della nascita. Lo scrissi io. È stata pubblicata, dopo alcune mie prese di posizione che ovviamente nulla c’entravano e c’entrano con la Miglianico Tour, senza la mia firma. Questa è una scorrettezza indegna dello sport e soprattutto dello spirito della Miglianico Tour.  

Ogni Miglianichese dovrebbe fare la Miglianico Tour almeno una volta. L’ho fatta due volte. E tante altre volte ho dato una mano a organizzarla, il che ha richiesto più tempo e più fatica fisica della semplice camminata sui 18 km del suo percorso.

Per questo mi è sembrato strano che alcune Amiche e un Amico mi abbiano girato di buon mattino un post pubblicato dalla signora Rosalba Leve Antonelli sul suo profilo Facebook nel quale la stessa ha attaccato un soggetto descritto come un mostro, un individuo che non ha mai fatto 30 secondi di attività fisica, un uomo senza volto che, chiuso in una stanza, divide e elimina persone e iniziative godendone; un onanista compulsivo; un uomo che deve stare attento al cuore, ammesso che abbia un cuore, perché quel cuore potrebbe cedere. Non ci sono prove scritte, se non quelle confidenziali, che quel mostro sia io. Il post, pessimo sotto ogni aspetto, etico, sociale, umano e civico, è stato rimosso con motivazioni ancora peggiori e non ha mai contenuto un nome e cognome. 

Torno alla riflessione sugli accidenti che accadono negli spazi di Facebook. La cosa che mi ha fatto riflettere non è stato quel piccolo post, piccolo in ogni senso, oltre che miserrimo, ma i commenti che ho potuto leggere nella videata che mi è stata trasmessa.

Una, che evidentemente sapeva di chi si parlava, si è esibita in un commento degno di lei, mostrandosi capace di giudicare una storia locale che non conosce e di trinciare un giudizio che serve solo a qualificare la sua sobrietà e la sua adeguatezza.

Più elegantemente una signorina ha quasi voluto indagare senza condannare, mettendo però un paffuto animale su una tastiera.

Altri soggetti hanno celebrato questo squallore con il loro like.

Bene, se questi sono gli incontri che si fanno su Facebook, se mettere la faccia su Facebook significa questo, se questi sono gli “amici di Facebook”, penso di far cosa buona e giusta standone fuori.

Ammiro chi ci sta e ci sa stare. 

Rispetto profondamente chi ci sta così come può e vuole.

Mi faccio una ragione di chi ci sta perché sembra lo faccia proprio per dar ragione a Umberto Eco.

Buona Domenica!