Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

L'insieme che divide (terza parte)

Categoria: Notizie
Pubblicato Mercoledì, 23 Maggio 2018 17:02
Scritto da Maurizio
Visite: 1075

Nella terza di questa piccole riflessioni su alcuni effetti della perversa alchimia chiamata “L’insieme che divide”, arriviamo a trattare velocemente di uno dei due personaggi più importanti rispetto a quelli già presentati. I Concittadini (originali e di importazione) illustrati in precedenza, almeno sul piano della nostra piccola storia locale, hanno una dimensione nettamente inferiore ai due le cui rughe non solo fisiche, vengono illuminate in questa nota.

Parlare del mio Amico Nicola Mincone potrebbe sorprendere qualcuno o annoiare chi ha letto con assiduità e serenità le note su questo spazio di libertà. Dirà il solito amico equilibrista che l’immagine che tutti hanno di Nicola è quella di uno senza nemici, attore che sulla scena locale ha interpretato il paternalismo dozzinale e tutto quel che si può racchiudere nello stereotipo del buon Nicola”.

Così non è. 

 

Nicola Mincone è stato sempre molto abile a costruire la sua carriera di politico, così da risultare effettivamente e non a caso il più longevo occupatore di pubbliche poltrone della storia miglianichese. Lo ha fatto proprio avvolgendosi nel tranquillizzante mantello del buonismo.

Si può esser divisivi senza far a pugni, senza urlare, senza fare l’oppositore. L’oppositore, quello serio, non lo ha fatto mai, soprattutto quando era suo dovere politico e civico farlo, dal 1975 al 1985. 

Ha sempre gestito bene sé stesso, solo sé stesso, utilizzando le persone sempre più spesso per il ritorno possibile che puntava ad avere.

Questa è indubbiamente una abilità che i politici hanno. Ma la sommano a doti culturali, operative, strategiche e eminentemente politiche che il nostro Nicola non ha mai posseduto. Per Miglianico, però, questo è bastato. Eravamo nella fase di inerzia del grande successo costruito da e attorno a Mario Amicone. Né va dimenticato che nello stesso periodo s’è registrata una oggettiva incapacità degli altri di opporre qualcosa di credibile per gli anni successivi. La situazione, in brutale sintesi, è stata questa fin quando Nicola Mincone ha dovuto affrontare il conto con la storia, in particolare con la data di scadenza che ineluttabilmente è impressa nella vicenda di un politico ad ogni livello, dittatori inclusi.

In questo non breve periodo prima della data di scadenza, si è manifestata la sottile e devastante capacità di divisione che Nicola Mincone ha saputo mettere in campo. Non ha consentito a nessuno di fare quello che a lui è stato concesso molto generosamente, cioè il poter aspirare a far qualche passo in avanti nella responsabilità pubblica di amministratore locale. Ha spremuto Amici e Avversari senza che nessuno dei nostri Amici (gli avversari ora non contano) abbia mai avuto la speranza di una sola possibilità. Potrei ricordare i nomi. Li conosciamo tutti, sono nella nostra piccola storia locale. Loro, prima di noi, sanno. Dovrebbero ora avere la consapevolezza di questo percorso sempre stoppato che li ha visti impegnati, sempre pronti a fare con passione e mai premiati. Chi c’era può testimoniare che ogni volta che si è liberato un posto da candidato Nicola Mincone aveva già organizzato tutto, insieme ad Amici a lui leali, perché il candidato fosse lui e nessun altro: elezioni comunali, provinciali e regionali dal 1995 in poi.

Tra l’altro ha cambiato una serie di partiti senza concordare il passo con gli Amici che lo avevano appena votato sotto il simbolo precedente.    

Ora verrà fuori il cretino, più probabilmente la scema di turno, ben imboccati l’uno e/o l’altra, che si starà apprestando a postare il commento acido: “Scrivi queste cose perché non ti ha fatto fare mai niente”. Falso. Rimettete il post nella tasca post-eriore. Nicola Mincone è stato l’unico candidato Sindaco ad avermi chiesto ufficialmente di candidarmi alle elezioni. Lo ha fatto davanti e con il supporto di non pochi Amici nel corso di una conviviale appositamente convocata nella primavera del 1999 al ristorante “Lu Chiappine” di Cerreto. Rifiutai subito la proposta con la motivazione secca che avevamo deciso di avere la seconda figlia e non avrei potuto impegnarmi a tempo pieno in quell’avventura amministrativa. Era una risposta leale. Anche allora dissi la verità. Dopo un paio di settimane, un sabato a ora di pranzo lessi telefonicamente le analisi appena ritirate dal laboratorio “Bios” al dr. Dino De Marco. Mi rispose soltanto "Auguri papà. Sei stato di parola" (io sì, anche allora). 

Ma torniamo a Nicola Mincone. Non è stato divisivo come ho appena detto solo in campo amministrativo. Ha eroicamente tenuto in vita e gestito la nostra Miglianico Tour in tempi difficili. Ha continuato a farlo in tempi di grande, grandissima abbondanza di contributi pubblici e privati. Continua a farlo ora. Non è stato sempre lui il presidente del GS ADES. Non è il presidente dell’ASD ADES, che, andrà spiegato una volta, ha dovuto sostituire il glorioso GS ADES Miglianico. Eppure gestisce lui. Nessuno può far altro che il collaboratore. Ci sono, come dicevo motivi lodevoli. Ricordo che il titolo di Patron della Miglianico Tour l’ho inventato e imposto con il continuo ripeterlo sui media regionali. Ci sono motivi di perplessità che hanno fatto chiedere ad alcuni il perché di questo ruolo volutamente insostituibile, mai delegato se non per parti da comparsa o da attrezzista. Qualcuno se l’è chiesto ingenuamente a voce alta. Non è più nell’ASD ADES, qualcun altro che di titoli ne ha per chiedere e per capire, casomai anche per fare, non riesce ancora a darsi una risposta. 

Non è mai superfluo ricordare il ruolo che Nicola Mincone ebbe nella travagliata fase di allestimento della lista di “Viva Miglianico Viva e nella scelta della sua capolista nella primavera del 2009. La sua capacità divisiva toccò allora vette mai esplorate.

Ha poi perso i freni inibitori ed è diventato elemento di divisione civica, promuovendo e intestandosi, senza farlo mai pubblicamente e correttamente, il sedicente comitato “Salviamo la piazza Umberto I. Ha mostrato tanto livore da aver perso volutamente tutte le occasioni di dialogo per presentare le presunte e mai dimostrate potenzialità di quella presa di posizione che era e resta contro gli interessi della generalità dei Miglianichesi, fatte salve le evidenti eccezioni. Il sedicente Comitato ha fatto danni, non ha portato una briciola di bene. Ha comportato divisioni che rischiano di produrre conseguenze negative per molto tempo ancora. Se questo non è dividere, cos’è? Il buonismo dov’è?              

Operando così nella fase calante della sua vicenda politica, si è forse illuso di poter evitare il fatto inevitabile: la sacrosanta e giustissima divisione del suo fondoschiena dalle varie poltrone, sedendo sulle quali si potevano scalciare ciotole e trogoli. 

L’unico insieme che va riconosciuto al mio Amico Nicola Mincone è quello segnalato testardamente da un Amico, per troppo tempo inascoltato "Nicola e Dino stanno sempre insieme. Non vi fidate". Il loro esser legati, non certo sentimentalmente ci mancherebbe, ha portato e può portare frutti politici per loro se riescono a generare la divisione tra chi li sostiene: Amici buoni uno ad uno, buoni per far massa, buoni per votare, utili per far scudo. Amici che rimanendo soli nel momento necessario poi non buoni, non sono ancora pronti, non sono all’altezza per qualunque cosa che li metta sopra i nostri due campioni di finto insieme e vera divisione.