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Il 18 aprile del 1948 a Miglianico

Categoria: Il dimenticatoio
Pubblicato Mercoledì, 18 Aprile 2018 13:45
Scritto da Maurizio
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Si votò anche a Miglianico in quel 18 aprile del 1948, giorno in cui gli Italiani, dopo aver riassaporato il gusto della democrazia due anni prima, il 2 giugno del 1946, vennero chiamati ad eleggere il primo parlamento dell’era repubblicana.
Quelle votazioni sono state le più importanti della nostra storia democratica. Votando, le Italiane e gli Italiani hanno deciso di collocare definitivamente l’Italia nel quadrante occidentale dello scacchiere politico internazionale. Hanno affidato la guida del Paese al più grande statista dell’ultimo secolo, cioè ad Alcide De Gasperi, tanto onesto da meritare la beatificazione. Hanno scelto candidate, candidati e programmi della Democrazia Cristiana, che, insieme al Partito Comunista di Togliatti e poi di Longo e di Berlinguer, è stata il pilastro della nostra democrazia e, più di altri, è stata il motore della ricostruzione prima e poi dello sviluppo, perfino del cosiddetto “boom economico” della nostra amata Italia. Hanno garantito soprattutto la libertà, un bene divenuto assai raro nel ventennio precedente.

Le Miglianichesi e i Miglianichesi, andando a votare in massa con una percentuale di oltre il 91% degli aventi diritto alla Camera e di oltre il 93% al Senato, in quel giorno fatidico contribuirono con decisione a comporre questo scenario.
La DC a Miglianico (come si può leggere dai risultati del Ministero dell’Interno: clicca qui per i risultati della Camera dei Deputati e clicca qui per quelli del Senato della Repubblica) si impose con poco più del 71% dei voti sia alla Camera sia al Senato. Per ottenere nuovamente un risultato tanto vistoso dovettero passare non pochi anni, quando nel 1992, con Mario Amicone Sindaco e candidato alla Camera dei Deputati, e chi scrive Segretario della Sezione DC, lo scudocrociato superò di nuovo il 71% del consenso a livello comunale nelle votazioni per il rinnovo della Camera (clicca qui per vedere i risultati di quella tornata elettorale)
La foto in bianco e nero ricorda non il giorno del voto ma quello nel quale, con tanto di Santa Messa davanti al Municipio dei Miglianichesi, fu festeggiata quella vittoria che fu la vittoria dell’Italia nella storia.


I Miglianichesi hanno sempre saputo votare. Qualche volta i politici locali non hanno saputo leggere quei messaggi pur così chiari. Qualche volta hanno imparato a leggerli un po’ dopo. Qualche altra volta hanno continuato a pensare che il risultato a loro sfavorevole era semplicemente ingiusto. Cosa diversa è se uno ha avuto il sospetto di brogli o forzature comunque mai dimostrate. Quando si viene premiati, così quando si viene sconfitti e accantonati bisogna capire e occorre seguire con serenità e umiltà quello che il cosiddetto corpo elettorale esprime nella sintesi dei risultati totali.
Da quel fatidico 18 aprile 1948 ad oggi e anche in futuro, fin quando ci saranno elezioni libere e democratiche, questo insegnamento va ricordato. Di esso dovranno tener conto e su di esso dovranno misurarsi i competitori che ambiranno ad essere gli aspiranti protagonisti della scena politica miglianichese.
In quel fatidico 18 aprile 1948, domenica, nasceva anche il mio Amico Nicola Mincone. Di quel 18 aprile del ’48, come di altri passaggi elettorali, ha goduto come italiano. Non ha imparato a leggere sempre con la stessa serenità i numeri elettorali degli anni in cui ha vissuto come politico oltre metà della sua vita. Forse anche questo deve aver contribuito a cambiarlo non poco nella prima fase della sua terza età, ormai avviata a pienezza da qualche tempo. In questa stagione della vita si può diventare più dolci e più saggi. O si può liberare quel che di egoistico, di interessato, a volte anche di astioso e di negativo si è riusciti ad ammantare negli anni precedenti sotto un tabarro di un buonismo sparso a larghe mani.
Questo ora non conta.
Nicola, il mio Amico Nicola, compie oggi i suoi primi settant’anni. Da tantissimi anni ho sempre ricordato di fargli gli auguri, anche quando questo, venendo da me, ha destato sorpreso in alcuni di coloro che lo hanno circondato di volta in volta forse più per interessi vari che non per vero affetto.
Al Nicola che ho conosciuto con un braccio ingessato mentre intonava un ritmato ”pinze e tenaglie-tenaglie e pinze” su un autobus con gli strapuntini che portava noi giovani e giovanissimi della Parrocchia ad Assisi e alla Città della Domenica nel 1973, al Nicola che scriveva col pennino in caratteri gotici i diplomi della Miglianico Tour che gli passavo, al Nicola che scriveva direttamente a penna i discorsi che mi chiamava ad allestire, al Nicola che mi ha portato a far le scritte sui muri di notte, al Nicola che non riusciva a mantenersi sveglio nelle lunghe notti dopo le riunioni, al Nicola che arrivava sempre, a qualunque ora e in qualunque posto fossimo mentre stavamo scolando la pasta anche se non era stato alle riunioni, al mio Amico Nicola, anche quest’anno, come ogni anno faccio i miei gioiosi auguri di buon compleanno, sinceramente, come si fa ad un vecchio Amico.
L’amico è chi conosce bene i tuoi difetti e nonostante questo continua a volerti bene.
Viva il 18 aprile 1948!
Viva Miglianico!