Messaggio
  • EU e-Privacy Directive

    This website uses cookies to manage authentication, navigation, and other functions. By using our website, you agree that we can place these types of cookies on your device.

    View e-Privacy Directive Documents

Pensieri di Pasquetta

“Pasquetta in piazza” è stata una scommessa vinta. La bella iniziativa ideata e voluta dai titolari dei bar Wishing Well e Kadò di offrire svago, relax, gastronomia e divertimento senza allontanarsi troppo da casa è stata un’idea che ha dimostrato tutta la sua validità. Ha funzionato dall’inizio alla fine, arrivata ben oltre il tramonto. Non occorrevano numeri stratosferici per verificare la bontà di una idea intelligente e coraggiosa. Non occorrevano folle oceaniche per zittire chi passa il tempo solo a criticare. Chi sa proporre cose buone, come ha fatto anche Gustofficina con una sua proposta di tipo diverso, merita attenzione, merita successo, merita plauso, merita gratitudine. Ha fatto bene la Pro Loco a dare il proprio patrocinio che concede a tutti quelli che propongono e fanno cose buone per la nostra Comunità. Ha fatto bene il Comune a garantire la chiusura al traffico della piazza. Se ci fossero margini di legge, andrebbero abbassate le tasse almeno per un giorno a chi ha questo fattivo coraggio. Così i criticoni avrebbero una lezione ancora più cocente.

 

La prima edizione di Pasquetta in piazza ha detto tre cose: 1) chi vuole tenere vivo il centro abitato fa la propria parte e non aspetta che siano gli altri a far qualcosa; 2) un centro storico non ha bisogno di miracoli o di grandi progetti ma di persone vive, possibilmente con un cervello funzionante; 3) chi dedica le proprie energie solo nell’augurarsi l’insuccesso altrui non merita attenzione, va tenuto isolato nella sua invidiosa stupidità.

La processione del Venerdì Santo è stata occasione per due distinti pensierini. Il primo pensierino è che l’idea di strutturare la nostra Orchestra resta sempre più valida. L’ammirevole passione e la disponibilità del giovane Maestro Giuseppe Cupido e dei Musicanti che hanno suonato anche quest’anno merita un poco di attenzione, come dire, preventiva, affinché il numero dei componenti cresca, affinché il gruppo dei Musicanti sia distinguibile grazie ad un abito, anche solo un berretto o un foulard, affinché la nostra tradizione del Miserere del Maestro Tommaso Ciampella, che solo a Miglianico si canta da quasi un secolo, si consolidi e si distingua nel circondario e in tutta Italia. Intitolare al Maestro Ciampella questa Orchestra, chiamandola appunto “Orchestra Tommaso Ciampella”, sarebbe un passaggio storico, carico se non di doverosa gratitudine sicuramente di appropriata dignità civica. Il secondo pensierino sta nell’aver rilevato la strana alchimia che si è creata nella scelta del percorso della processione che quest’anno è stato speciale. La dietrologia locale, ovviamente sempre attivissima, ha lungamente insinuato e fatto echeggiare parole sui problemi che il cantiere del riedificando Municipio avrebbe causato alla nostra tradizionale processione penitenziale (figuriamoci cosa accadrà a San Pantaleone!...). Qualcuno, ignaro di come si vanno svolgendo le cose nella semplicità del loro divenire, ha voluto caricare negativamente la necessità di fare la deviazione del percorso per poter passare al Codacchio (via Sud, ndr.), cosa tra l’altro né indispensabile né dettata da una legge tradizionale che, se ci fosse, caricherebbe di inappropriata superstizione un evento eminentemente religioso. C’è chi invece, per converso, ha visto in questa operazione un geniale gioco di sponda a favore del Sindaco, che è riuscito a far vedere a tutta la popolazione lo stato di avanzamento dei lavori che alcuni detrattori (si dovrebbe dire gufi) avevano provato a far credere fermi da tempo e la diffusione di importanti cantieri, cioè quello del Municipio che sta tornando al suo posto, quelli del cappotto termico e di altre opere alla scuola media e alla scuola elementare, quello che sta facendo sorgere la nuova palestra tra la Scuola elementare e la Scuola materna e quello che sta realizzando la nuova Scuola media collocandola nel prossimo nuovo polo scolastico. Insomma il Sindaco, senza muovere un dito, sarebbe riuscito a mostrare a tutti i Cittadini i lavori che la sua Amministrazione sta realizzando, senza mettere una solo centesimo di tasse in più alla nostra Comunità, anche questo si deve dire. La schiera agguerritissima dei potenti avversari che si vanno riunendo, per ora in stile para-carbonaro, non ha ovviamente preso bene questa vetrina e ha provato a spandere veleno. Troppo tardi, tutti hanno visto i cantieri, le opere, il fare di chi fa e non chiacchiera.

Il fatto che tutti hanno visto è oggetto dell’ultimo pensierino di Pasquetta. A memoria di Miglianichese non si ricorda tanta disinvoltura, tanta sfacciataggine e anche tanta rozzezza come quella evidenziata dal manifesto scritto e fatto affiggere da quelli di Progetto Miglianico. Cominciamo dalla cosa più grave, la rozzezza del gesto. Non è rozzo il fatto di fare un manifesto. Non è rozzo il fatto di credere che i Miglianichesi siano stupidi, visto che i seguaci di Dino De Marco da quando sono (giustamente) all’opposizione, si ricordano di scrivere qualcosa solo in occasione delle varie feste locali. Lo hanno fatto rimediando sempre brutte figure, come questa volta. Stavolta, però, con l’aggravante di un tocco di rozzezza che ha reso sgradevole non la polemica ma il gesto in sé. Si sono affannati a mettere insieme qualcosa che potesse agitare la polemica più populista e dozzinale raccattata ai margini della serietà pur di essere letti in occasione delle feste pasquali. Troppa foga, troppo odio, troppo poca delicatezza hanno fatto dimenticare loro di fare a tutti i Miglianichesi gli auguri di Pasqua, le festa più bella del mondo perché è la celebrazione universale della vittoria della vita sulla morte. Che rozzezza! Ma l’uscita dei nostri scoloriti progettisti ha anche evidenziato un problema che hanno e che hanno provato a nascondere fino a qualche giorno fa: la loro disperazione. La demagogia, arma cara alle correnti totalitarie, la si tira fuori quando gli argomenti favorevoli scarseggiano e non si possono affrontare confronti con proposte e controproposte. La disinvoltura mostrata nel mettere in campo tanta demagogia è carica di sfacciataggine e non li deve consolare l’accapigliamento di un pugno di scelti imbecilli che commentano, come spesso accade, senza conoscere nulla che sia vero, quei consensi di giornata sono occasionali e pronti a diventare ostilità di giornata, a seconda di come gira il vento sui social.

Fare polemica contro il Sindaco utilizzando il tema dell’autovelox ci sta. Lo fanno tutti. Farla senza la dovuta chiarezza non va bene. I progettisti e chi loro mette davanti il nuovo spartito da suonare non hanno indicato da dove viene la cifra stranamente tonda (un milione di euro) dei presunti incassi da autovelox. Non hanno indicato quale è la società che avrebbe già lucrato un’altra cifra tonda (400.000 euro). Non hanno detto in base a quale oscuro accordo questo sarebbe avvenuto. Non hanno detto se e quanto abbia incassato o debba incassare la Provincia (il cui Presidente a la cui Giunta sono amici di Progetto Miglianico, ndr.). Non hanno citato una sola delibera o una sola ordinanza con la quale Comune ha deciso di adottare l’autovelox e alla quale loro si sono opposti e con quali motivazioni. Soprattutto non hanno citato documenti e non hanno raccontato cosa hanno detto o fatto come Consiglieri di Progetto Miglianico laddove hanno il dovere di fare e di dire, cioè in Consiglio comunale. Che informazione è questa così piena di carenze e di reticenze?! Ma la disinvoltura e la sfacciataggine non stanno qui. I progettisti fanno finta di non ricordare che l’autovelox a Miglianico è stato adottato nel 2013 dall’Amministrazione comunale guidata dal mio Amico, Dr. Dino De Marco, proprio quella di Progetto Miglianico che mai e poi mai ha rinnegato quella scelta. 

Ora cosa vogliono farci credere? 

Chi contestò quella decisione, chi la avversò motivando tutto quello che era motivabile, chi propose altro per la sicurezza di pedoni e automobilisti fu Viva Miglianico. Fu una battaglia solitaria, senza sostegni. Chi fa finta di avere dimenticato quella battaglia mai abbandonata può comodamente e serenamente rileggere ciò che su questo spazio di libertà, dileggiato da Progetto Miglianico, è stato pubblicato - e mai cancellato - dal 2013 in poi, anche quando l’Amministrazione disastrosa del quinquennio 2009/2014 è stata sostituita da quella eccellente di Miglianico Cambia.  La nuova amministrazione ha continuato a mantenere vivo quel contratto studiato, voluto e coerentemente, onestamente sempre difeso sempre dal compianto Fernando Ferrara, che mai avrebbe fatto affiggere oggi quel manifesto.   

(per rileggere i testi pubblicati su Viva Miglianico si può cliccare qui:  http://www.vivamiglianico.it/index.php?option=com_content&view=article&id=153:troppa-grazia-signor-sindaco-i-grillini-chiedono-i-dossi-a-piane-san-pantaleone-e-lui-piazza-ovunque-gli-autovelox-unaltra-tassa&catid=7&Itemid=109 

http://www.vivamiglianico.it/index.php?option=com_content&view=article&id=230:una-nuova-tassa&catid=7&Itemid=109

http://www.vivamiglianico.it/index.php?option=com_content&view=article&id=439:lodioso-autoveloxnon-fotografa-chi-corre-sul-venticello-della-demagogia&catid=7&Itemid=109) 

I ballerini e i voltagabbana che oggi vogliono far polemica contro l’Amministrazione comunale usando l’autovelox allora dov’erano? Dove sono stati fino ieri? Quelli che provano a dire che l’autovelox voluto da Progetto Miglianico era uno strumento solo per la sicurezza e oggi dicono che lo stesso autovelox serve unicamente e cinicamente a far cassa solo perché è cambiato il Sindaco, chi pensano di prendere in giro?

Il fatto è semplicemente che una cosa è cambiata. Prima Nicola Mincone e Dino De Marco erano amanti politici nascosti. Ora si vedono insieme pubblicamente, non hanno più da nascondere il loro gioco. Insieme a loro, insieme agli ottimati di Miglianico, ci sono gli avventizi e le voccaperte di turno. Insieme a loro ci sono anche alcuni di Progetto Miglianico, anche quelli che, prima del 2009, dicevano che Nicola Mincone e Dino De Marco facevano parte della “cupola”, la mafia che gestiva tutto a Miglianico. Chissà cosa ci racconteranno tra qualche mese questi signori!?! Dopo aver rinnegato il loro autovelox, già al prossimo manifesto, quello che staranno studiano probabilmente per San Rocco, faranno un’altra giravolta, un giro coi tacchi sulla loro coerenza.   

Progetto Miglianico è sempre lo stesso. 

Forse voleva camuffarsi, ma ha solo messo dei vecchi baffi. 

Joomla templates by a4joomla