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La letterina del sabato 24 marzo

Care Amiche e cari Amici,

avrei voluto fermarmi ad un solo capoverso di questa Letterina. Avrei voluto cioè parlarvi della bella esperienza che vivrò domani, domenica pomeriggio, a Chieti, dove parteciperò insieme a tante altri Cittadini di ogni parte del nostro territorio, alla Via Crucis dei Lavoratori, organizzata dalla ACLI provinciali. La manifestazione sarà guidata da S.E. mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto e avrà lo straordinario commento musicale offerto dal Coro e dall’Orchestra del Miserere di Chieti. Le Stazioni inizieranno, come ogni anno, davanti al Tribunale, in piazza San Giustino, e si snoderanno lungo Corso Marrucino, fino ad arrivare alla trinità. Ogni Stazione, oltre alla cadenza della Via Crucis, avrà un tema. Le letture e le riflessioni saranno affidate ad associazioni che operano nel mondo ecclesiale, nel volontariato e nel sociale, alle Forze dell’Ordine e a tante altre realtà che ora non vi elenco. Tra queste, per la prima volta nei 43 anni di storia della Via Crucis dei Lavoratori, ci sarà la Confraternita di San Pantaleone di Miglianico. E tra i giovani di AC, anche qualche rappresentante dei nostri giovani. Un motivo in più per esserci. Vi invito a partecipare. Iniziamo alle 18,30. Ci vediamo davanti a san Giustino.

Ecco, la Letterina di questo sabato avrebbe dovuto concludersi con questo invito.

 

Invece è successa una cosa molto simpatica che devo raccontarvi anche per poter chiarire subito cose che vanno collocate nel luogo piano e illuminato della verità dei fatti.

Dopo la pubblicazione della nota “Sorprese annunciate e finte novità di Primavera” pubblicata da questo spazio di libertà il 20 marzo scorso, non pochi Amici e conoscenti mi hanno raggiunto prevalentemente per telefono per chiedermi di confermare una indiscrezione che mi avrebbe visto come protagonista. La domanda, stranamente, è stata la stessa, parola più parola meno: "È vero che sei andato a chiedere di partecipare alle riunioni che stanno facendo per la nuova lista?". A tutti ho risposto tranquillamente e sinteticamente: "No". 

Vi spiego che le riunioni di cui mi hanno chiesto sono quelle che si stanno facendo da qualche tempo con personaggi e temi descritti sommariamente proprio nella nota citata. 

Il fatto semplice è questo: non sono stato invitato. Se lo fossi stato sarei andato. Vado dove vengo invitato o giustifico eventualmente la mia forzata assenza. Lo faccio principalmente per buona educazione e poi perché, se vengo invitato da qualche parte, vuol dire che posso essere utile a far qualcosa di buono, fosse anche solo numero o compagnia quando serve. Quindi vado. Per la stessa buona educazione non vado dove non vengo invitato. Questo sembra chiaro, spero.

Il fatto strano - ma strano non è - che non ho raccontato e quindi nessuno avrebbe potuto/dovuto aggiustarlo a suo piacimento, è questo. Alcuni giorni fa, esattamente il 2 marzo scorso, dopo alcuni rinvii che ci avevano fatto spostare la data dell’incontro di non poche settimane, ho incontrato l’Amico Carlo Biasone nel suo studio. Ci siamo visti per discutere, anzi per valutare insieme una cosa che mi sta a cuore (sta a cuore anche a lui) e che riguarda la nostra appartenenza alla Confraternita di San Pantaleone. Non posso (per ora) dire i contenuti di quella parte del colloquio ma sono stati ricognitivi e votati solo a cose positive.

Prima di affrontare questo tema, che era il solo punto all’ordine del giorno del nostro incontro, avevamo fraternamente parlato di affetti familiari, il che ci ha fatto stare insieme più minuti di quelli necessari al discorsetto che dovevamo fare.

Quando stavo per congedarmi, anche perché in sala d’attesa era arrivato già da qualche minuto il suo primo appuntamento di lavoro, Carlo mi ha cortesemente chiesto di rimanere ancora un poco. Sono rimasto, naturalmente. Doveva dirmi qualcosa. Penso non abbia potuto fare la premessa che si era ripromesso di sviluppare ma non ha dimenticato di citare la vicenda del Municipio. Mi ha brevemente detto, anche senza dire molti particolari, che sta partecipando da qualche tempo a certe riunioni. Mi ha fatto anche dei nomi, non più di due. Non ho fatto domande. Non ho mostrato curiosità per i dettagli o per altri aspetti marginali. Gli ho detto quella che era la mia prima impressione e ci siamo salutati molto cordialmente, come sempre, chiedendo io a lui e promettendo lui a me di trovare un elemento buono che mettesse a frutto quanto ci eravamo detti circa la Confraternita.

Il chiarimento ora lo devo fare ripetendo e ripetendo ancora, perché qualcuno, evidentemente, ha raccontato una versione molto accomodata di un fatto che mi riguarda.

Non sono andato a disturbare il mio Amico Carlo Biasone per sapere, capire, partecipare, plaudire o criticare né questa sua nuova partecipazione associativa/politica né la vicenda in sé.

Non sapevo che lui fosse immischiato in questo affare. Se me lo avessero detto prima, con il dettaglio di certi elementi, non ci avrei mai creduto. A lui ho creduto. Non aveva motivo di raccontarmi una bugia.    

Carlo non mi ha invitato a partecipare a nessuna riunione. Non mi ha neppure ipotizzato un ulteriore approfondimento per cercare di capire se potessi essere disponibile ad andare almeno una volta o anche solo a saperne di più.

Non sono stato invitato e, ripeto, non mi sono autoinvitato né ho pensato o sperato di essere invitato non solo da lui ma da nessun altro promotore di quella o di altre e diverse iniziative. Chiaramente questo intanto vuol dire che i promotori e gli animatori di quella iniziativa alla quale Carlo partecipa, hanno verso di me un pregiudizio senza possibilità di appello: mi ritengono loro nemico o, a voler essere più buoni, pensano che sia inutile o dannoso per la loro missione.

La cosa non mi scalfisce né mi ferisce. Mi lascia allegramente indifferente. Mi sta bene.

In attesa di poter vedere cosa verrà fuori da quei conciliaboli e di conoscere ideatori, autori, sceneggiatori, attori, comparse, cascatori e doppiatori del film che vedremo su queste piazze, devo attenermi alle informazioni che ho e che mi sono state date da chi mi ha chiamato per interrogarmi specificamente. Valutando quelle informazioni, ora capisco perché sono stato cortesemente informato, quasi avvisato, ma non invitato.

Capisco che non potevo essere che collocato dalla parte opposta di quei Cittadini, che incarnano un ben selezionata aristocrazia locale, forte, sostenuta da potenti appoggi, solidamente legata da relazioni di varia sorta tanto da poter essere indifferente alla coerenza delle singole storie personali. O, forse, proprio per il dover mantenere la più profonda e mai dichiarata coerenza personale oggi si apprestano a marciare insieme verso piazza Umberto I.

È presto per dare anche un primo giudizio. Certo, tanto pregiudizio nei miei confronti meriterebbe qualcosina. Ora però sarebbe solo propaganda per loro. 

Voglio considerare, invece, veri e sinceri, almeno in buona parte, gli elementi che non pochi si sono affrettati a comunicarmi come premessa o come commento alla domanda rivoltami della quale accennavo in apertura. 

Per ora, forse, ha ragione chi attende con seria curiosità che costoro si mostrino.

Ma non ha torto chi comincia a classificarli come un indigeribile minestrone già più volte riscaldato. 

La mia, invece, è solo la curiosità di un osservatore che ha ama sdrammatizzare certe vicende e ama divertirsi non poco.

Buona Domenica delle Palme.            

                       

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