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La tracimazione

La pazienza premia sempre. Non è facile aver pazienza, coltivarla, tenerla alla testa delle proprie emozioni. Ma alla fine premia.

Per qualcuno del vecchio gruppo dei miei Amici Democristiani locali non c’erano prove sulle progressive manovre di riposizionamento personale a scopo personale di Nicola Mincone, il più longevo occupatore di poltrone pubbliche della storia locale. C’è sempre stato, forse ci sarà ancora chi, tra loro, continuerà a ritenerlo immutato come personaggio. Del resto i fedelissimi sono appunto tali, legati da fede irrazionale e faziosa, non da lucidità di giudizio.

Invece il passo Nicola Mincone lo ha fatto.

 

Il suo ruscello di lungo corso alla fine ha tracimato. Lui lo ha mascherato con le circonlocuzioni vaghe e mai decise che lo hanno sempre contraddistinto, parole minconiane, se così si può dire, quelle che solo nella battaglia del sedicente Comitato salviamo la Piazza Umberto I sembrava aver superato passando a toni un po’ netti (ammesso che fossero sue quelle usate nei manifesti e nei comunicati semi-anonimi di quella vicenda). Ma lo ha fatto. 

L’episodio apparirà di poca importanza, ma solo per i distratti o per chi volutamente fa finta di esserlo.

Mi è stato tempestivamente inviato un posto pubblicato su un blog locale, poiché evidentemente c’è più di uno che aspettava al guado Nicola Mincone. Lo spunto è un video che ha come protagonista il dott. Fabrizio Papponetti che prova a raccontare la sua versione di una storia relativa ai lavori della cassa di espansione del fiume Foro. Andando al sodo è un intervento che conferma solo la teoria di chi vede nel giovane e per ora inefficace consigliere di minoranza, eletto con specialissima attenzione nelle fila di “Progetto Miglianico”, il prossimo candidato sindaco di quel gruppo alle comunali del 2019 se non alle regionali. Ma, senza che nessun’altro abbia messo becco con commenti pro o contro, ecco è arrivata la nota di Nicola Mincone che esprime apprezzamento non per il contenuto del video ma per il suo autore che, secondo il noto commentatore, svolgerebbe egregiamente il suo ruolo di amministratore pubblico. 

Potremmo divagare allegramente sul fatto che il dott. Papponetti non ha trovato fiato e parole prima e lo fa solo quando fa l’attore in video. Ma non è questo che interessa ora. 

Due cose invece vanno precisate.

La prima è un promemoria per determinati Concittadini che hanno avuto ruoli non generici nell’Amministrazione comunale e nelle organizzazioni politiche locali all’inizio di questo millennio. Dal 2004 al 2009, nei cinque anni di opposizione contro Dino De Marco e la sua scombinata compagine di “Progetto Miglianico” svolta eroicamente da chi allora pensava di avere Nicola Mincone dalla propria parte, il nostro ineffabile commentatore non ha speso una parola che fosse una, letteralmente una, per dare sostegno, per appoggiare e men che mai per fare i propri complimenti a quegli Amici che furono lasciati soli. Chi lo ha dimenticato o, per altri motivi occasionali, finge ora di non averlo mai saputo, lo ricordi e lo tenga ben presente.

La seconda cosa da precisare è che si può essere cerchiobottisti, finti equidistanti, “signori” o quel che si vuole, ma se in questi quattro anni, dal giugno 2014 a oggi, Nicola Mincone non è riuscito a dire una sola parola a favore di chi amministra, che pure di cose buone ne ha fatte non poche - anzi tante - vuol dire che la sua scelta di campo annunciata oggi viene da lontano  e non ha tenuto in nessun conto né la storia sua e di altre persone né la lealtà verso tante persone. Evidentemente la colpa di chi amministra oggi è di aver legittimamente, naturalmente, giustamente e sacrosantamente ignorato l’auto-convinzione di Nicola Mincone di avere un’unzione divina per essere il solo degno di fare il sindaco di Miglianico. 

Nicola Mincone, col suo fare felpato, è passato ufficialmente con una delle opposizioni, quella di “Progetto Miglianico, nata come è nata nel 2009 e rimessa in piedi alla bell’e meglio nel 2014 prima di frantumarsi davanti al muro del voto popolare.

Diceva qualcuno che solo gli imbecilli non cambiano mai idea. 

Forse è vero, se si parla di idee, non di altro.

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