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La letterina del sabato 10 febbraio

Care e Amiche e cari Amici,

non mi occuperò dei primi due incontri con i Concittadini di Piane San Pantaleone e del Centro abitato che il Sindaco e l’Amministrazione comunale hanno già fatto ieri e ieri l’altro. Volontariamente e anche per affettuosi motivi di famiglia non ho accolto l’invito a partecipare né al primo né al secondo incontro. Avevo già deciso di proporvi un commento e qualche riflessione solo alla fine di questa edizione 2018 degli incontri, il cui valore, del resto, ho già sottolineato in modo alquanto chiaro.

Mi ero ripromesso di occuparmi di cose che vengono scritte e commentate sui social di casa nostra perché gli Amici che li frequentano mi hanno raccontato cose simpatiche e di personaggi divertenti per non dire altro. Ma voglio avere contezza delle cose pubblicate. Non mi piace appoggiarmi a mediazioni non verificate opportunamente.

Preferisco tornare molto brevemente su due argomenti, collegati tra loro. 

 

Il primo è sostanzialmente una semplice constatazione, non nuova perché è frutto di un’analisi molto facile fatta già non pochi anni fa e presentata, se non vado errato, anche in questa specialissima corrispondenza. Si tratta della condizione in cui versa il nostro centro abitato. I fatti più evidenti che sono tra i principali motivi della attuale condizione nella quale versa il centro cittadino possono essere sintetizzati a) nelle scelte urbanistiche fatte in anni nei quali un Piano Regolatore contava troppo sul fronte dello scontro politico e sull’agire dei partiti locali a caccia di consensi, b) nell’accoglimento di sollecitazioni, in piccola parte di onesti Cittadini, in maggior parte di soggetti con determinati interessi, c) la visione volontariamente rovesciata degli assi territoriali di intervento pubblico, d) altri accidenti che ora ruberebbero troppo inchiostro. Questi, tutti ed altri, hanno determinato un pesante ridimensionamento del ruolo naturale che un Centro abitato deve avere per sua stessa definizione.

La riflessione che aggiungo oggi, e che mi appare come fin troppo evidente, continua a sorprendere non pochi Concittadini, soprattutto più giovani ma anche in parte meno giovani di me. 

Se si fa una passeggiata lungo via Roma mettendosi in tasca quanto basta di memoria per ricordare com’era negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, si può facilissimamente convenire che la nostra via principale è di fatto in progressivo spopolamento. A spanne, diciamo che mancano cento persone solo nelle case che affacciano direttamente sull’asse viario. A passare per i vicoli la cifra ovviamente aumenta. Cresce ancora se si entra nel centro storico e poi si scende lungo via Martiri Zannolli. I segni più evidenti sono le case prima abitate e ora chiuse, vuote, irrimediabilmente disabitate.

Nessuna iniziativa commerciale può essere immaginata dove non c’è gente residente o che passi per frequentare altra gente. 

Possono essere immaginati interventi pubblici, ma sono difficili, delicati e devono essere molto intelligenti e lungimiranti. L’attuale Amministrazione comunale non può farcela in questo anno scarso di fine mandato. Potrebbe segnare una inversione di tendenza se si ripresentasse e avesse da noi la fiducia per altri cinque anni. Nel secondo mandato si è ancora più liberi. Certe cose si possono fare meglio. Gli altri non lo hanno fatto negli ultimi vent’anni, vero. Ma tutti ormai sappiamo che quei due sindaci erano diversi da questo, troppo diversi. Qualcosa, in verità, è stato già messo in cantiere e avviato anche a prossima soluzione, come l’ex asilo o il palazzo della Duchessa. Ma anche qui, in questo annetto che manca al maggio 2019, si potrà vedere un effetto limitato di questi interventi, ammesso che almeno l’ex-asilo possa partire a pieno regime.   

Il secondo argomento, che non posso tralasciare ancora, è essenzialmente collegato al primo: si tratta della riedificazione del nuovo Municipio. 

Anche i più testardi avversari dell’Amministrazione comunale e della sua decisione di usare il finanziamento regionale e di procedere alla riedificazione del Comune dov’era devono ammettere che l’assenza del Municipio dalla piazza, la sua piazza, ha ulteriormente impoverito questo pezzo di centro abitato. Continuare a dire, ammesso che ci sia ancora chi ha la faccia tosta di dirlo (ma non lo pensa più, ndr.), che una piazza con una fontana e due panchine avrebbe ridato vita al nostro centro storico lo si può fare solo per puro spirito di contraddizione.

Su questo momento manca ancora una cosa. Mi permetterò di chiederla anche oggi e di continuare a chiederla ripetutamente. Il sedicente Comitato “Salviamo la Piazza Umberto I”, in uno dei suoi manifesti praticamente anonimi annunciò che avrebbe organizzato un pubblico incontro per illustrare i programmi e i progetti che avrebbero dato valore alla scelta di non riedificare il Municipio dov’era. 

Beh, sarà che sono curioso, sarà che, conoscendolo, non credo a chi ha scritto quel manifesto, ma questo passaggio di chiarezza mi manca a non intendo rinunciarci. Che sia realizzabile o irrealizzabile quel che si voleva presentare con tanta pompa e sicumera non conta. Conta sapere cosa avevano in mente e che li ha spinti a creare tanti e ben artefatti problemi e anche se abbiamo perso davvero un’occasione storica. 

Credo che non avessero in mente in bel niente sul piano della proposta trasparente e positiva. Avevano la mente impegnata, molto impegnata, ma forse per altro. I fatti, per ora, dicono che avevano interesse solo a mantenere strenuamente liberare un’area e che gli interessi su quell’area non sono sembrati di dimensione pubblica e di comune condivisione per i Cittadini di Miglianico.

Sono pronto ad essere smentito. Ne sarei anche felice e non spiego ora il perché. 

Attendo. Non lascio passare il tempo senza avere risposte o senza tornare a chiedere spiegazioni. Chi ha letto gli “Acta Nocturna” della primavera 2014 sa che non dimentico e non mi stanco di riproporre le domande importanti rimaste senza risposta.

Spero solo che la risposta non arrivi martedì prossimo, quando sarà Carnevale. Non si usa più fare scherzi in maschera. 

Le maschere bisognerebbe usarle allegramente solo a Carnevale.

Buona Domenica.   

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