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La letterina del sabato 27 gennaio

Care Amiche e cari Amici,

il tema del giorno è quello legato al Giorno della Memoria. Ci sarebbe molto da dire perché si tratta di un dramma storico che purtroppo non è chiuso in un luogo senza ritorno. Certe pulsioni della società e anche politica attuale, vedi la voglia di praticare scorciatoie verso proposte trancianti sul versante delle risposte da dare su immigrazione, sicurezza, etc., fanno tenere sempre alta la guardia. 

La cosa importante è che il Giorno della Memoria verrà opportunamente celebrato a livello comunale con una manifestazione che vedrà anche la presenza di S.E. il Prefetto di Chieti. Questo fa onore a Miglianico e ai Miglianichesi. 

 

Facendo un volo pindarico, passo a ricordare altre cose, molto, molto meno importanti ma sempre legate alla memoria, anche se a una memoria più vicina. Lo faccio continuando quanto scritto nella Letterina di sabato scorso, che era dedicata tutta a problemi e proposte sul fronte dei parcheggi, viabilità, sensi unici e sicurezza del traffico urbano.

Volutamente, anche per non rendere troppo lunga la lettura, ho stralciato un paio di argomenti. Li vado a riprendere appunto dalla memoria delle cose già trattate.

Il primo è legato ad un discorso fatto già almeno un paio di volte. La prima è stata scritta nel 2013 quando alcuni hanno pensato che fosse una semplice critica a chi amministrava allora (male) il nostro Comune mentre era, come lo è oggi, una genuina e sincera preoccupazione civica, senza altro fine che quello descritto (leggi qui quell'articolo).

La seconda volta è stata quella della pubblicazione fatta a distanza di un paio di anni, eravamo nel 2015 e da un annetto amministrava (bene) Miglianico Cambia (leggi qui il secondo articolo).

Si tratta della mancata sistemazione del belvedere che sale dalla piazza verso la Chiesa di san Michele Arcangelo-Santuario di San Pantaleone. I danni causati a quella costosa struttura a sbalzo dai pini sciaguratamente piantati lì sono evidenti da anni. Qui sono stati segnalati almeno dal 2013, cinque anni fa. Il “promemoria” scritto nel 2015 ovviamente evidenziava il danno crescente e ripeteva l’allarme del costo che la nostra Comunità andrà a sostenere quando, tra non molto, si dovrà constatare la sopraggiunta inagibilità di quel marciapiede e poi anche della sede stradale. 

Il tempo passa, il danno aumenta. Non è una opinione, sono fatti.

Tagliare quegli alberi sarebbe la via più rapida ed efficace almeno per evitare che la situazione precipiti verso il danno gravissimo. Trovare una soluzione, se esiste, che metta insieme il salvataggio degli alberi e la tutela del patrimonio pubblico costituito da strada e marciapiede a sbalzo sarebbe l’ideale o solo un sogno. Inventare qualsiasi altra cosa, che non so cosa possa essere, andrà bene lo stesso, purché si intervenga subito e in modo definitivo.

L’annuncio fatto dal Sindaco del prossimo intervento di recupero che riguarderà il Palazzo della Duchessa è stato bello: una bella sorpresa e una grande novità da molti inattesa. Ma si può pensare a valorizzare la parte più antica e suggestiva del nostro centro storico lasciando nello stato attuale la sua principale e più scenografica via di accesso? Come si può pensare di valorizzare il complesso monumentale di San Michele Arcangelo? Come si può pensare di rendere patrimonio attivo la sua casa parrocchiale che risale al 1600 ed che è stata molto ben recuperata dall’indimenticato don Vincenzo Pizzica? Lasciare la situazione com’è oggi, farla addirittura peggiorare, sarebbe un ben misero biglietto da visita di un borgo al quale tutti auguriamo rilancio e attenzioni, se, per accedervi, si dovesse continuare a praticare una strada sempre più sgangherata.

Ci sono altre priorità? Bene. 

Ma non si dica che il problema non esiste. Visto che è di macroscopica evidenza. 

L’altro argomento è meno macroscopico ma solo perché è legato ad una dimensione diversa dal quella fisica dei manufatti.

Non va mai dimenticato che ci sono tratti di strade comunali o comunque insistenti nel nostro territorio comunale che sono interessati da attraversamenti molto disinvolti, cioè molto più veloci del consentito. Questo comporta pericolo per i pedoni, per i nostri appassionati di podismo e di walking, per i cicloamatori e anche per gli stessi automobilisti. 

L’autovelox, lo sanno anche gli Inuit, non serve a molto in certi casi. In tratti come quello che va dal cimitero a san Giacomo o lungo via Roma ma anche in via Martiri Zannolli, solo per fare tre esempi facili, spesso i veicoli vanno molto più veloci dei 30 o 50 km/h prescritti. Non c’è autovelox che tenga. Occorre mettere dei dissuasori: dei rallentatori dove è meglio, altri sistemi, come una canalizzazione da vero centro storico, dove invece è possibile.

L’obiezione che alcuni tratti sono ancora della Provincia credo regga poco e niente. L’Amministrazione Provinciale non può opporsi alla installazione di sistemi che rendano il traffico più sicuro. Può obiettare che non ha i denari per realizzarli in proprio. E vabbè. Useremo una piccola parte dei soldini che arrivano dalle multe degli autovelox che spetterebbero alla Provincia. Così si farà anche prima.

Ecco, fare prima è meglio. 

Bisogna fare questi interventi prima che accada qualcosa di spiacevole, che diventerebbe poi insopportabile per lo stucchevole rimpallo di responsabilità tra i vari enti locali che ci sarebbe a disgrazia avvenuta.

Riprendendo il filo di queste due ultime e piccole Letterine possiamo concordare che cartelli inutili per il mercato del sabato, rispetto delle regole per i parcheggi, istituzione di utili sensi unici, manutenzione di una delle strade più scenografiche del nostro centro storico, qualche rallentatore dove occorre e qualche restringimento di carreggiata per far passare le auto più piano dove serve son tutte cose che si posso fare con poca spesa e senza grandi sforzi amministrativi, soprattutto senza contrasti tra maggioranza e opposizioni.

Basta solo un po’ di buona volontà.

Buona Domenica!         

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