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La letterina del sabato 30 dicembre

Care Amiche e cari Amici,

se ne sta andando un anno che, come altri, ricorderemo per tante cose, dalla neve ai disastri ma anche per le gioie personali e per le piccole e grandi avventure di questa vita. 

Nel cuore rimangono le persone care che non ci accompagneranno nel cammino terreno nell’anno che ci accingiamo ad attraversare. Tra di loro voglio ricordare ancora tre Amici che, andandosene quasi insieme, hanno reso questo 2017 dolorosamente memorabile per me. Gasperino Antonelli, Vincenzo Biasone e Remo Firmani sono stati tra gli ultimi rappresentanti della stagione politico-amministrativa che ha preceduto quella nella quale ho potuto fare la mia esperienza.

Fortunatamente ci sono ancora Concittadini che hanno in un qualche modo vissuto da protagonisti quella stagione ma loro, questi tre Amici è come se avessero chiuso il sipario definitivamente su quell’epoca, quella prima del 1976. Da giovane, ancora non iscritto alla DC, perché non ci si poteva tesserare prima dei 18 anni al partito, li vedevo come il vecchio da combattere e da abbattere. Non erano nemici, non potevo considerare nemici i Papà di Amici. Ma nel mio affacciarmi alla politica locale, dopo il disastroso giugno del 1975, vedevo anche loro come il “vecchio”. Poi mi ci volle poco, pochissimo tempo per conoscerli meglio anche come personaggi politici locali. Li trovai consapevoli del passo indietro già fatto, pronti al consiglio e al sostegno senza nulla chiedere, capaci di una passione sempre giovane ma senza la necessità di nutrire l’ambizione personale, determinati e sereni nell’indicare scelte nuove per poter anche loro riassaporare la gioia delle vittorie elettorali. Così, insieme all’affetto ho portato con me la stima e gratitudine per Gasperino, Vincenzo e Remo, i miei tre tesserati che non ci sono più. Il 2018 sarà il primo anno senza di loro e sarà occasione per pensare più profondamente all’impegno politico del tempo corrente. L’esperienza vissuta con loro mi ha insegnato molto anche nel saper trattenere il primo giudizio sulle persone aspettando il tempo per poterle non tanto giudicare quanto apprezzare e poi amare per quello che hanno e sanno dare. Così si dovrebbe fare sempre.     

La politica, quella sovracomunale, del resto segnerà importanti anniversari nel 2018, eventi capaci di spingere a grandi riflessioni. 

Saranno settant’anni dall’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, documento ricchissimo e ancora non completamente conosciuto e attuato nella sua lungimirante potenzialità programmatica. Saranno settant’anni anche da quel 18 aprile del 1948, giorno nel quale con la vittoria della Democrazia Cristiana l’Italia si collocò decisamente con l’Occidente; giorno dal quale, sotto la guida di un gigante come Alcide De Gasperi, si avviò la ricostruzione, poi il progresso e la crescita che ci hanno garantito non poco benessere. 

Saranno quarant’anni dal rapimento e dall’eccidio di Aldo Moro e anche della fine della stagione della solidarietà nazionale, anticamera della miope demolizione della cosiddetta prima Repubblica, abbattuta senza avere una valida soluzione pronta. 

Sul piano mondiale sarà certo l’anniversario del ’68 ad attirare l’attenzione di tanti. Chissà che non ci sia qualche revival anche nella moda e nelle programmazioni radiotelevisive. Credo sia più importante un altro anniversario: i quarant’anni dalla morte di Paolo VI, il mio Papa, un ricordo che potrà sollecitare una grande riflessione per ripensare alla grande modernità e alla grande visione globale che Papa Montini seppe avere e coltivare. Probabilmente Papa Paolo VI sarà fatto Santo proprio nel 2018. Quello sarà un giorno di bella commozione per me e per quanti lo hanno apprezzato ed amato anche quando era in vita.

A Miglianico sarà l’anno che segue un 2017 difficile e intenso. 

Questo che se ne va è stato l’anno che ha certificato la capacità, il valore, la visione strategica, l’efficienza e la produttività amministrativa del Sindaco Fabio Adezio e della sua compagine. Superata meglio di ogni altra la fase drammatica dell’emergenza neve, l’Amministrazione comunale, meglio di tante altre Amministrazioni comunali d’Abruzzo, ha messo in cantiere tante e tanto valide opere pubbliche che non si potevano neppure immaginare (e temere da parte degli avversari). Hanno già completato il programma amministrativo e lo hanno praticamente raddoppiato in termini di risultati. È stato l’anno nel quale, attraverso il sedicente “Comitato salviamo la piazza Umberto I”, si è materializzata un’opposizione incapace di proporre e dedita alla demolizione o al disfattismo. La sua attività è costata quasi 50.000 € ai contribuenti e non pochi ritardi nella riedificazione del Municipio, la casa dei Miglianichesi. 

Il 2018 da un lato consentirà all’Amministrazione comunale di portare a termine opere e progetti, dall’altro comincerà a illuminare i volti di donne e uomini che si metteranno in gioco per farsi apprezzare come migliori, con progetti e idee migliori di quelli che oggi abbiamo e conosciamo, ammesso che ci siano e che, se ci sono come certamente possono esserci, accettino di mettersi in gioco.

Lo snodo sarà quello delle elezioni politiche che ci saranno il 4 marzo prossimo ma che vivremo come campagna elettorale per tutta febbraio. Nel 2013, alle ultime elezioni politiche, abbiamo registrato un piccolo record, quello dei candidati locali, erano tre. 

Nessuno può dire oggi se avremo o no candidati di Miglianico nelle varie liste che si vanno approntando. Certo molti si scopriranno “amici” di Miglianico o si impegneranno ad esserlo. Questa è la normale propaganda. Quel che sarà lo snodo per le future operazioni in chiave amministrative 2019 non dipenderà solo dai candidati in lizza ma da manovre, collocamenti o ricollocamenti o, addirittura, dallo squagliamento sfacciato di certi soggetti nel tempo della campagna elettorale. 

Noi avremo attenzione per questo ma non solo. 

Guarderemo con grandissima simpatia alla nostra Pro Loco e alle sue tante iniziative, al nuovo Comitato Feste, erede delle nostre tradizioni più importanti, alle associazioni che fanno cose piccole e grandi nello sport, nello spettacolo, nel volontariato, nel tempo libero e nelle altre attività che vivificano una comunità come la nostra.

A proposito di tradizioni, non solo sul piano folclorico ma su ben altri piani continuo a pensare che, come ha scritto il grande compositore Gustav Mahler, “la tradizione è conservare il fuoco, non adorare le ceneri”  

Non so se avrò il tempo di ripercorrere il 2017 mettendo a fuoco fatti e vicende accadute.

Spero di poter avere tempo energia per raccontare passo a passo il 2018.  

Insomma, sarà ancora e sempre Viva Miglianico. 

Viva Miglianico! È questo il più sincero e il più bell’augurio per il vostro e nostro 2018, per chi ama Miglianico e i Miglianichesi.

Buona Domenica!         

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