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La letterina del sabato 18 novembre

Care amiche e cari Amici,

il fine settimana appena trascorso è stato dominato da uno degli ultimi eventi organizzati quest’anno dalla nostra impareggiabile Pro Loco: Novello e Castagne 2017”. Il consuntivo e quel che ne segue come commento erano in un qualche modo già nelle anticipazioni fatte nella Letterina di sabato scorso. Le riflessioni migliori saranno quelle che verranno.

Il sodalizio guidato dal Presidente-ovunque, l’Amico Tommaso Palmitesta, e animato dagli appassionati e solerti Dirigenti che conosciamo e ammiriamo, non entra in letargo. Loro non sanno star fermi.

 

In attesa di eventi natalizi, a cominciare dall’accensione dell’albero in piazza, è già pronto un fuori programma. Non è una cosetta venuta fuori per caso. È un evento molto interessante che ha tutto per diventare molto importante. Si tratta del Laboratorio di cucina Miglianico che sarà curato dal suo ideatore, lo chef Giustino Volpe, Si terrà dal 22 al 24 novembre prossimi, presso il Ristorante Roya che ha gentilmente messo a disposizione cucina e sala. Il laboratorio consiste sostanzialmente in tre lezioni teorico-pratiche della durata di tre ore, dalle 20 alle 23. La partecipazione è aperta a un numero limitato di 30 allievi al costo praticamente simbolico di 80 €. L’evento formativo avrà poi un ulteriore momento più disteso, dove la pratica sarà un frutto offerto a tutti quelli che vorranno esserci: il 27 sera, sempre a Roya, ci sarà la cena di fine corso, alla quale potremo partecipare tutti degustando un gustoso menu al costo di soli 25 €. Il Laboratorio è un’occasione vera, non una di quelle televisive che sono esibizioni fine a se stesse o, al più, dedicate per fare di chef o presunti tali dei ben pagati personaggi mediatici. In queste tre sere si farà cucina vera. È un appuntamento ideale non solo per chi si vuole avvicinare con consapevole curiosità alla gastronomia ma anche per chi pensa di essere già brava/o ai fornelli solo perché cucina tutti i giorni o comunque spesso.

Il fare e il saper fare non son proprio la stessa cosa. 

A proposito di cose vere e false, credo sia vicina la polemica sul fatto che Miglianico stia per perdere le sue scuole. Se non sono male informato, pare sia giunto il momento nel quale le nostre Scuole (infanzia, e primaria di primo e secondo grado, cioè asilo, elementari e medie) cesseranno di far parte dell’Istituto Comprensivo di Miglianico, che non esisterebbe più, e passerebbero a far parte di un altro Istituto comprensivo, probabilmente quello di Ripa Teatina. Dico che sta giungendo il momento di questa nuova situazione perché, se e quando accadrà, sarà solo la conclusione di un lavoro o di un mancato impegno o di un attento lavorio fatto negli anni passati. La vicenda sarebbe lunga ed è complessa da raccontare in poche righe ma, per avere la permanenza del nostro Istituto Comprensivo occorreva avere negli anni passati un numero di iscritti, tra scuola dell’infanzia e primaria di primo e secondo grado nei tre plessi di Miglianico, Ari e Giuliano Teatino, di 600/620 elementi. La cifra utile per la valutazione dei parametri di legge, se non vado errato, era quella relativa alle pre-iscrizioni. Così era e così è stato fatto o si è provato a fare fin quando son stato Presidente del Consiglio di Istituto. Poi, se non mi hanno informato male, qualcuna/o nei ruoli dei dirigenti e insegnanti ha voluto fare cose molto precise senza guardare ai numeri di quei parametri o guardandoci da un punto di vista diverso. La polpetta avvelenata, se c’è stata, è stata cotta sapendo che l’avrebbero dovuta ingoiare quelli che sarebbero arrivati dopo. Ora i dati consolidati pare che impongano di obbedire alle leggi ed ai regolamenti vigenti, ragion per cui l’Istituto Comprensivo, che per un numero “x” di anni non ha raggiunto quel minimo previsto, si deve sciogliere e deve essere risistemato con i suoi plessi scolastici presso gli Istituti che invece hanno mantenuto quei numeri. 

Mi hanno chiesto se si può far qualcosa "per non andare sotto Ripa Teatina", aggiungo "sotto Tollo". Ho risposto che si poteva fare qualcosa prima. Rispondo che oggi si potrebbe ancora fare qualcosa. Cosa? Trascinare la deroga che già abbiamo sfruttato per resistere ancora un anno, avendo però un Dirigente non assegnato come titolare ma, come si dice, “a scavalco” e rischiando più seriamente che, sistematisi gli altri con comodo, si vada davvero a finire "sotto Tollo", scelta indigesta ai più, comunque ai migliori.

Ora chiedo io cosa stanno facendo i nostri rappresentanti comunali? Il Sindaco partecipa alle riunioni del comitato provinciale deputato a sistemare l’assetto degli Istituti Comprensivi e, pare, che abbia detto la sua. Le opposizioni che dicono? I consiglieri di Progetto Miglianico, eredi di quegli anni nel quali è stata attuata la precisione contro Miglianico, stanno facendo qualcosa visto che alla Provincia il Presidente e l’Assessore al ramo sono del PD, il loro partito? I Genitori e gli Insegnanti di Miglianico cosa stanno facendo? Tutti aspettano pensando che tocchi sempre a qualcun altro dire e fare? O c’è chi sa, chi non fa, pur potendo, e aspetta solo per poi far polemica? Forse è un’attesa pericolosa e inutile. C’è il pericolo che il sasso torni indietro a colpire chi lo lancerà. Comunque è inutile perché, qualora la Scuola di Miglianico venisse allocata nominalmente presso l’Istituto comprensivo di Ripa Teatina, perderemmo il nome (il che mi fa incavolare non poco) e la sede formale della presidenza, che comunque avrà un suo ufficio distaccato a Miglianico anche perché di spazio qui ce n’è non poco. 

Miglianico la scuola, le sue scuole non le perderà. 

Ovviamente, preferirei per mille motivi che l’Istituto Comprensivo di Miglianico rimanesse, che crescesse non solo in qualità, come sta accadendo già in questi anni grazie a progetti innovativi e a presenze di vera eccellenza tra i docenti, ma che crescesse anche in numero e poi, chissà, pure in posizioni, ospitando corsi di scuola secondaria di secondo grado. 

Se però siamo già di fronte all’inevitabile, occorre anche riflettere e fare la scelta migliore per Miglianico, per i suoi Studenti, per i suoi Alunni e per le loro Famiglie.

Temo che di questo argomento, alla fine, si tratterà solo con spirito polemico, strumentale per altri fini, e non per quelli più importanti.

Del resto - faccio solo un accenno perché il soggetto non merita più di tanto - i miei amici collegati ai social mi dicono che, ogni tanto, si riaffacciano scelti soggetti col solo intento di stimolare polemiche, anche quando nessuno ne ha voglia e poi, di fatto, nessuno le segue e alimenta. Ci vuol pazienza. Con chi si ritiene più furbo degli altri occorre solo metter un po’ di pazienza in più. Riescono a rendersi ridicoli da soli o a mostrare i propri secondi fini facendo poi delle ben magre figure. 

Mi allontano volentieri da questa piccola landa di miseria culturale, intellettuale e morale per avvicinarmi con rispetto e commozione ad un fatto non recentissimo ma che sento ancora vivo per l’emozione vissuta.

Qualche giorno fa è tornato alla Casa del Padre l’Amico carissimo Vincenzo Biasone. Sapevo delle sue condizioni non eccellenti ma avevo ripreso a nutrire una qualche speranza vedendolo tenace nel percorso che gli imponevano gli acciacchi fisici e sempre cordiale nel saluto che siamo riusciti a scambiarci in Chiesa al termine della Messa. Avrei voluto dedicargli qui un piccolo ricordo ma non l’ho fatto e non per pigrizia o per trascuratezza verso l’uomo e verso l’Amico. È che - si stenta a crederlo, forse, ma è così - è come se fossi stato trattenuto dal mio Angelo custode che spesso sento come impalpabile suggeritore anche se non sempre gli dò retta per altre cose…

Mi son così trovato al funerale già carico di commozione. Al termine del rito, il mio Amico Carlo, il figlio di Vincenzo, ha preso la parola è ha fatto una cosa meravigliosa. Ha ringraziato Dio per avergli dato il suo Papà e poi ha saputo parlare a quel Padre ricordandolo con parole senza retorica e molto profonde. Sentire da un figlio, pur così affermato, quel riconoscimento pieno all’uomo che "stava sempre avanti", che non era "mai con le mani in mano", al capo famiglia eccezionale, al marito attento, al padre amorevole, all’amico cordiale con tutti e che "tutti avresti salutato ancora uno ad uno con un sorriso", all’uomo impegnato nel lavoro, in politica e nella Cantina sociale, che "amava la sua Miglianico che per lui veniva prima di tutto" mi ha scosso con una profonda emozione. Ho pensato di fare qualcosa di simile quando è morto il mio Papà, ma quelle cose non le ho sapute dire se non in un colloquio silenzioso con lui. Carlo ha fatto quel che tutti noi alla fine non facciamo: ha onorato il Padre lodandolo a voce piena, zittendo il pianto che gli gonfiava il cuore, usando le lacrime come lenti per la lettura, alzando la voce per dire al suo Papà quanto lo ha stimato e apprezzato oltre ad avergli voluto tutto il bene del mondo.

Capita che, oltre ai sermoni più o meno ufficiali dopo il rito religioso, ci siano letterine struggenti di nipoti o ricordi di amici e colleghi. 

Sono sempre parole bellissime e sincere. 

Penso però che un figlio che saluta così il suo "Padre amatissimo", come ha saputo fare Carlo, faccia davvero una cosa meravigliosa.

Buona Domenica.

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