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La letterina del sabato 23 settembre

Care Amiche e cari amici,

nella Letterina di sabato scorso vi avevo anticipato l’approssimarsi di un qualcosa che fino a pochi mesi fa sembrava quasi impossibile. Confesso che mentre scrivevo era ancora un fatto la cui realizzazione era molto difficile. Poi le difficoltà si sono sciolte e l’impossibile è diventata semplice realtà, grazie alla generosa tenacia di un uomo, di un Amico.

Il fatto non è eclatante, se visto nella sua dimensione concreta. Però si può presentare e si è presentato in modo tale che ancora c’è chi lo ritiene degno di speculazioni e dietrologie.

Qual è questo avvenimento?

Ve ne parlerò dopo.

Voglio e devo segnalare prima un paio di cosette che rischiano di esser trascurate quando invece sono di rilevante importanza.

 

La prima è quella più vicina nel tempo. Oggi a Miglianico ci sarà “W lo Sport – Festival dello Sport Miglianichese”. La manifestazione, organizzata anche quest’anno dal Comune in collaborazione con la Pro Loco e con l’Associazione “Miglianico Cambiaoccuperà l’intera giornata. Alle 10,00, presso la Sala Civica, ci sarà il convegno sul tema:”Alimentazione e Sport”, che avrà come relatore il dott. Francesco Concistrè, Dirigente medico Responsabile del SIAN della ASL di Chieti. Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15,00, tutto il centro cittadino sarà teatro di dimostrazioni, gare, presentazioni e piccole sorprese curate dalle tante realtà associative che a Miglianico organizzano lo sport nelle sue diverse discipline. Sarà una giornata gioiosa, utilissima, vivace nel senso pieno della parola. Potremo vedere quale è oggi il panorama dell’offerta sportiva a Miglianico, soprattutto quella indirizzata ai nostri Cittadini più giovani. Potremo anche constatare quanta attività c’è sul piano organizzativo e su quello delle strutture. 


I miei coetanei ricorderanno benissimo che c’è stato un tempo non breve e senza luce in fondo al tunnel nel quale parlare di sport significava purtroppo solo quello, cioè parlare. C’era un campo sportivo/foro boario e poi null’altro. Arrivò nei primi anni ’70 l’occasione dei Giochi della Gioventù che coinvolgevano le nostre Scuole Medie. La indimenticata Preside, prof.ssa Ofelia Canale, riuscì a far partire questa bellissima esperienza e tutto fu fatto con il poco o niente che si riuscì ad allestire: dagli ostacoli fatti in falegnameria alla buca riempita di sabbia per far atterrare quelli che facevano il salto in alto o il salto in lungo, dalle piste disegnate con lo steso gesso usato per segnare il campo da calcio a qualche attrezzo in dotazione alla scuola o fornito dal CONI. Ora, quarant’anni dopo, i fatti di oggi ci dimostreranno che i nostri ragazzi possono fare sport senza esser costretti a parlarne soltanto, seduti sulle scalette delle case o inseguendo un pallone sgonfio sopra campetti che di aree sportive avevano solo questo pietoso vezzeggiativo, come potrà ben confermare chi ora ripensa al campetto delle scuole elementari.

Le considerazioni su cosa c’è e cosa manca, su che fine hanno fatto i Giochi della Gioventù a Miglianico (da Presidente del Consiglio di istituto non son riuscito a farli ripristinare per l’ostilità ostinatissima di qualcuno, ndr.), su cosa si può fare ora con quel che si va realizzando in termini di opere pubbliche non dico altro. Non voglio tarpare le ali né rubare attenzione a chi vorrà cogliere anche questa occasione sui social network di casa nostra, sperando che non faccia solo stupida polemica. 

Un altro fatto molto importante lo voglio segnalare a chi non ha ancora avuto questa notizia facilmente raggiungibile attraverso il nostro link che rimanda all’Albo pretorio del Comune (clicca qui per l'accesso). L’Amministrazione comunale è tornata, dopo anni, a bandire nuovi posti di lavoro. È un fatto molto positivo non solo e non tanto perché il lavoro è importante da sé stesso ma soprattutto perché la macchina amministrativa del Comune potrà contare su forze nuove, sicuramente giovani e capaci. Gli anni passano anche per i cari Colleghi del Comune, che, se non riescono ancora ad arrivare al meritato traguardo della pensione, certamente avvertono qualche fatica derivante dall’essere pochi e con qualche primavera in più da gestire in termini di energie. Va segnalato che l’aver colto questa opportunità testimonia obiettivamente la capacità dei nostri amministratori di intercettare tutte le occasioni utili per operare al meglio. Tradotto significa che questi non dormono e sanno fare bene quel che gli abbiamo chiesto di fare, cioè governare Miglianico. L’aspetto negativo, inevitabile su ogni millimetro quadrato dell’italico stivale, è che si è già aperta la corsa alla raccomandazione. Credo sia una corsa inutile: Miglianico Cambia è geneticamente insensibile a certe sollecitazioni; politicamente non è neanche attrezzata a gestire raccomandazioni e furbate del genere.

Riprendo il filo lasciato sospeso in apertura di questa Letterina. 

L’avvenimento del quale ho accennato è stata la grande riunione degli ex-democristiani svoltasi giovedì sera presso il Ristorante Roya in località Quattro Strade. L’iniziativa è stata voluta da Mario Amicone che ha personalmente ricontattato ex-consiglieri ed ex-assessori comunali a partire da quelli del quinquennio 1985/1990 e gli ex dirigenti sezionali della DC di Miglianico. In molti, quando sono stati contattati, si sono chiesti cosa volesse fare, anzi, dove volesse andare a parare Mario Amicone con quella chiamata. Il mistero, che non era tale già nel leggere il messaggio di invito, è stato svelato nel breve intervento che Mario Amicone ha fatto a fine serata "Ho voluto fare questa rimpatriata di vecchi Amici per rivederci, per vedere chi ha più capelli bianchi e per riabbracciarvi col sorriso di un tempo e con l’augurio che questo sorriso rimanga per sempre sulle nostre labbra". Ha dato forza a questo suo messaggio con un passaggio molto significativo, quando ha ricordato gli Amici di quella fantastica avventura che non hanno potuto esser contattati telefonicamente ma che hanno partecipato in modo speciale, i consiglieri Gino D’Onofrio, Ennio Masciulli e Lucio Zannolli e non pochi dirigenti e militanti di quella stagione politico-amministrativa. Rispondendo davanti a tutti a chi glielo aveva chiesto in privato, ha detto che non c’era e non ci sarà un secondo fine. L’unico appello che ha fatto a margine della serata, per chi volesse e senza alcun impegno di schieramento, è quello di aderire al Coordinamento dei Democristiani d’Abruzzo che da qualche mese va organizzando mostre e convegni sulla storia della DC. Che questo poi possa avere altri sviluppi non è certo una prospettiva che può appassionare più di tanto chi quei capelli bianchi li ha e non da pochi mesi.

Amicone ha ricordato che le diverse vicende che si sono succedute negli ultimi anni hanno intaccato quel gruppo storico mettendo a rischio in certi casi anche i rapporti personali. Così ha pensato di mettere attorno ad un tavolo tutti quanti, solo con questa speranza, che ci fossero tutti e che ci si potesse lasciare da vecchi amici, casomai, rivedendoci a cena ogni tanto, anche una volta l’anno; “No, ogni sei mesi o anche prima", lo ha interrotto il giovanissimo Rocco Palladinetti, detto “Taccone”. 

Mario Amicone, senza avermelo detto prima, mi ha concesso (costretto amichevolmente) l’onore del capotavola e di un intervento che non immaginavo di dover fare essendo stato il Segretario della DC di Miglianico. Ho potuto così ringraziarlo non solo per quello che ha fatto per Miglianico come amministratore e come politico, ma ho dedicato le mie poche parole al ringraziarlo per la generosità che ha dimostrato nel volere quella riunione e nell’averla organizzata con tanta tenacia e pazienza, ricontattando anche chi, per equivoci o motivi anche non banali, era scomparso dalla sua rubrica telefonica dopo esser stato sempre presente in ogni occasione di quei non pochi anni. 

Tra i democristiani c’era anche il giovane Sindaco, Fabio Adezio, invitato più come erede di grandi militanti e dirigenti della DC (i nonni Ercolino Adezio e Peppino Tondini ma soprattutto il Papà, l’indimenticabile Gabrielino detto “Deddé) che come Primo cittadino. Il saluto del Sindaco, molto bello e ben calibrato, ha onorato la storia di tanti Concittadini protagonisti di buona amministrazione e di appassionata militanza politica e ha dato un grande riconoscimento al ruolo che Mario Amicone ha svolto tra il 1985 ed il 2005. 

Prima che altri si avventurino in strane considerazioni, pur lasciandoli liberi di ogni dietrologia, un commento lo anticipo quale testimone diretto. Chi c’era e chi non c’era? Beh, fatti salvi i sei/sette assenti giustificati, c’erano tutti quelli chiamati. Amicone ha chiesto scusa per eventuali dimenticanze che verranno recuperate nei prossimi appuntamenti. Tra gli assenti, giustificati sul filo di lana, c’era Nicola Mincone che ha avuto un improvviso impegno di famiglia all’ultimo momento. Non c’era il mio Amico Dino De Marco: nessuno si è meravigliato di questo. 

Non si può dare una lettura politica di una cena che, al massimo, è stata para-politica. Ma voglio anticipare il solito che ama la polemica per la polemica, mettendo anche un po’ di pepe in questa considerazione. Non esiste più la DC. Ma se qualcuno ha pensato o pensa di poter esser oggi un riferimento di quella storia recente non può prescindere da Mario Amicone, che con questo generoso e cordiale impegno ha dimostrato di essere ancora lui il capo. Aggiungo il pepe, non necessario, ma come ogni spezia decisamente sfiziosa: ho potuto parlare senza dover giustificare il mio ruolo che non è stato secondario. Di quel Partito sono stato (senza merito) il segretario della Sezione di Miglianico. Non è un titolo ma è un dato oggettivo che ogni tanto va ricordato non solo nelle polemiche.

Prima di salutarvi, cito un fatto che sembra lontano anni luce da questo evento inatteso e fino a pochi mesi fa impossibile, quale è stata la riunione della vecchia guardia democristiana di Miglianico. In questi giorni i maggiori quotidiani nazionali hanno parlato di Stanislav Egrvafovic Petrov (morto nel maggio si quest’anno) celebrando la sua nascita, avvenuta il 9 settembre del 1939. Era un militare russo, della Russia sovietica, comunista, che dominava il mondo al di là del Muro di Berlino. Una sera del 1983, in presenza di un allarme (rivelatosi poi falso ma al momento verissimo) che segnalava un attacco degli USA contro l’URSS, non rispettò la procedura di allarme atomico, perché la sua coscienza gli suggerì di non premere il bottone che avrebbe innescato la reazione immediata della Russia, portando il mondo alla distruzione atomica. Si, quel signore, un militare russo, un comunista, ha evitato la guerra atomica: ha salvato il mondo. Accusato di disobbedienza fu prepensionato e la sua vicenda fu oscurata per un paio di lustri. Nessuno gli ha ancora dato un riconoscimento. Meriterebbe almeno il Nobel per la Pace. Ma il mondo è così. Dobbiamo veramente migliorarlo. 

Cosa c’entra con quel che andavo raccontando prima? C’entra eccome. Se un nemico ti salva sentendo la voce della sua coscienza forse è il caso di non avere nemici, di non odiare gli altri, di non desiderare la morte e l’annientamento di chi la pensa diversamente da noi. 

Forse è il caso di conservare con maggior attenzione gli amici.

Buona Domenica.

                          

                          

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