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La letterina del sabato 16 settembre

Care Amiche e cari Amici,

ho scelto solo pochi tra gli argomenti di riflessione possibili per questa Letterina di metà settembre. L’ho fatto perché la stessa scelta ha il suo significato essendo il termine concreto di un procedimento che porta alcune, poche cose ad evidenza e ne accantona altre, non dico scartandole ma semplicemente collocandole nel luogo delle cose tante e delle tante cose senza dignità di speciale attenzione.

Lunedì scorso si è riaperta la scuola.

 

Il nuovo anno scolastico a Miglianico ha significato l’avvio di novità didattiche come l’esperimento del no-zaino e come l’avvio di una trasformazione di qualità e di sicurezza del nostro patrimonio edilizio dedicato alla scuola che non sono proprio cosette trascurabili. Non entro nel merito delle diverse vicende ma segnalo i mancati commenti sulle stesse, commenti cioè che ho chiesto di cercare e che i miei “amici-consulenti” non hanno trovato facilmente. Eppure si tratta della vita quotidiana, anzi del futuro e della sicurezza dei nostri bambini. Ci siamo adagiati sull’abitudine dei social come veicolo di facili polemiche e di troppo facili imbecillità. Poco spazio resta per presentare le cose buone o anche le cose che, pur essendo buone, possono avere l’attenzione di chi non le ritiene perfette per i più disparati motivi. Immagino che anche le altre opere che sono sotto gli occhi di tutti abbiano avuto poco spazio nel ciarlare di Facebook e degli altri social-network. I marciapiedi in Contrada Piane san Pantaleone (un intervento di rilevante importanza sul piano della sicurezza), i lavori per la rete della fibra, l’autostrada delle nostre comunicazioni (un intervento epocale) e lo stesso manifesto fatto affiggere dall’Amministrazione comunale con molti degli elementi che riassumono le attività in corso e quelle di prossima realizzazione avrebbero dovuto muovere se non plauso, che diamo per scontato, almeno qualche segnalazione critica. Invece poco o niente. Il giudizio amministrativo è ancora tutto incentrato sul carattere del sindaco e su come lo raccontano alcuni soggetti. Capisco che le opposizioni avrebbero poco da criticare in certi frangenti, ma dovrebbero comunque farlo. È il loro dovere. 

Mentre questa interessata distrazione assale i nostri Concittadini si vanno preparando cose che fino a qualche mese fa sembravano semplicemente impossibili. Una di queste accadrà nella prossima settimana. Non anticipo nulla perché le indiscrezioni son facili da fare. Preferisco raccontare i fatti e commentare liberamente quelli.

Un fatto che è accaduto e che mi ha veramente sorpreso è un evento che a molti di voi tornerà ancora sconosciuto. Domenica pomeriggio, presso “Gustofficina”, in via San Giacomo, c’è stata la presentazione della raccolta di poesie “La nudità della pietra della nostra affascinante concittadina Sara Pantalone. Il libro, edito da Aletheia Edizioni, dovrebbe essere il primo cimento letterario della nostra giovane poetessa. Un primo lancio in verità è stato fatto durante le Contrade del Piacere, ma una sagra non è la cornice ideale per la presentazione di un cestino di poesie. Purtuttavia, col, senno di poi, è stato un momento qualificante anche per quella manifestazione. Domenica scorsa sono passato velocemente alla manifestazione, potendo comunque avere il tempo di ritirare il volumetto, acquistato in prevendita proprio nella sera del suo primo lancio, e ottenendo l’onore anche di una personale dedica autografa di Sara Pantalone.

Dico subito che un evento culturale è sempre un bel momento per una comunità. La presentazione di un libro è un fatto bellissimo, carico di cose buone che vanno dalla passione di chi crea alla generosità della condivisione fino alla sensibilità di chi accetta questa condivisione con la passione da essa suscitata: senza queste cose non esisterebbe l’arte.

Sapete, però, che non amo le parole che viaggiano lungo le rotte lontane dalle terre della verità. Il mio commento non può quindi essere di cerimoniale circostanza né presentato con mezze frasi o circonlocuzioni dall’incerto significato. Esso può essere solo sincero, vero del mio sentire.

Ho letto il libro di Sara Pantalone tutto di filato, senza interruzioni. Sinceramente, non ho dato troppo peso a quanto scritto dall’Editore, Federico Faccioli Isotta, nella sua appassionata prefazione. Confesso che avevo, più che la curiosità, una sorta di pregiudizio che è quello che solitamente si insinua in chi, aprendo il primo libro di un nuovo poeta, pensa già “ma che vuol fare questo qui!”.


Invece, leggendo una dopo l’altra le poesie di Sara Pantalone ho sùbito accantonato questa stupida diffidenza, passando alla sorpresa, prima piacevole e poi sempre più meravigliata, di chi si scopre toccato, scosso e infine penetrato dalle parole che va leggendo. Non sono un critico letterario e non posseggo i criteri dell’analisi di un testo poetico né quelli della lettura della poetica di un autore né, tantomeno, quelli che consentono di entrare nella psicologia di chi scrive. Leggo nudo da pregiudizi e mi fido del primo contatto che le parole hanno sul mio spirito. Ho sentito passione, ho registrato la sensibilità di tocchi capaci di far vibrare l’animo, non ho avvertito tanto l’emozione dell’eros, che pure è ampiamente annunciata, quanto di quel tormento corporale e spirituale che, come in ogni poeta, spinge irrefrenabilmente l’ispirazione a farsi parola scritta.

Ho letto tutto di filato il libro: un morso unico inghiottendo curiosità e riflessioni. Aspetto ancora qualche giorno per rileggerlo con la scansione che i singoli testi meritano. Spero, sapendo di sperare invano, di poterli sentire prima o poi nella loro sonorità primigenia dalla voce dell’autrice. 

Consiglio a quanti, a differenza di me, sono rimasti indifferenti perché pigramente avvinti dalla loro stupida diffidenza e hanno lasciato vestito l’animo dai propri pregiudizi, di leggere questo libro o anche una sola delle poesie che vi sono raccolte. È una emozione bella che val la pena vivere.

Buona Domenica.                               

 

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