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La letterina del sabato 9 settembre


Care Amiche e cari Amici, 

è uno strapazzo di emozioni quello che in questi minuti sembra prendersi gioco di me rimescolando i caratteri della tastiera e facendo arrivare alle dita il tremito palpitante di questo povero cuore.  

Sento ancora la commozione, vera, profonda e intensissima per la Festa della Madonna delle Piane, un appuntamento che vivo in modo particolarissimo per motivi personali e che è nella mia carne anche per ricordi molto belli che risalgono sin dai tempi dell’infanzia. A dispetto delle mode festaiole e delle crude esigenze di bilancio che sempre più preoccupano i Comitati Feste, la ricorrenza della Madonna delle Piane resiste egregiamente all’usura del tempo e degli effimeri capricci, imponendosi per la sua specialissima valenza religiosa e tradizionale. A differenza di altri eventi simili non ha una numerosa e potente contrada che la impone; non ha munifici sponsor che la sorreggono; non sgomita all’inizio dell’anno quando si fanno i programmi nelle prime riunioni del Comitato Feste. Eppure, da più di cento anni, da quel 1858 nel quale fu ritrovato il quadro della Madonna dopo una piena del Foro, questa Festa ritorna, piccola ma irresistibile. Oggi si fa forte non del richiamo di grandiosi stand gastronomici né di rinomati cantanti o gruppi musicali ma della devozione semplice e sincera a Maria Vergine e Madre di Cristo nel giorno che ricorda la sua nascita. 

 

Come ho già ricordato, è occasione della più antica cuccagna d’Abruzzo, forse una delle più antiche d’Italia ancora esistenti: un elemento misconosciuto che meriterebbe di essere opportunamente valorizzato. Quest’anno la cuccagna sembrava esser destinata ad un triste oblio, all’accantonamento senza validi pretesti, perché si pensava che non ci sarebbero stati concorrenti. La Provvidenza ha trovato nella generosità volitiva e simpatica dei dirigenti della Pro Loco e di altri Concittadini il gruppo di agguerriti concorrenti che hanno spinto gioiosamente, con la Cuccagna 2017 della Madonna delle Piane, il rinnovarsi di questa tradizione ultrasecolare. È rimasto quasi intatto il rituale della preparazione della pasta con la sua salsa piccante, la sua presentazione con il cesto recato sul capo da un contradaiolo al quale viene fatto un piccolo omaggio in natura, una caciotta o un salume, poi la sfida al tempo e alla forza capsica della pasta da mangiare con un galateo unico e speciale da parte di piccoli e grandi. Il vincitore non è un eroe omerico né un campione olimpico, ma è sempre un simpatico concittadino che diviene protagonista di una nostra piccola pagina di storia locale. 

La commozione più intensa, però, quest’anno mi è stata suscitata dalla processione di giovedì sera. Non ha seguito l’antico percorso, non c’erano le lanterne di carta baluginanti di candele. Ma il veder arrivare tanta gente nella notte appena scesa ad accompagnare la Madonna da San Michele alla sua chiesetta sulla riva destra del Foro è stato forse lo spettacolo più bello di questo 2017. Don Gilberto, il nostro amato Parroco, evidentemente colpito e sorpreso da tanta emozione, ha voluto sottolineare che questo è il momento mariano più intenso per noi Miglianichesi. Non lo abbiamo scelto per calcolo. Lo è. È come se fossimo stati noi ad esser stati scelti. Qualcuno ha deciso che l’avremmo voluto. Bisogna soffermarsi un attimo su questo passaggio, affinché possiamo valutare se questa processione, rinnovata eppure tanto antica, può essere un momento sempre più importante come è apparso a tutti giovedì notte. Avendo ripreso quegli antichi passi forse essi potranno segnare ancora quel bel percorso di devozione che giovedì ha illuminato i nostri cuori. 

In piazza, dopo la processione, aspettando la vicina mezzanotte, ho potuto far notare alla Presidente del Comitato Feste, la signora Melita Tropea, che il Comitato ha avuto il grande merito di dare spazio, dignità e la giusta attenzione alle tre processioni di quest’anno: le due con al centro della nostra devozione San Pantaleone, quella del 27 luglio a Miglianico e quella dell’11 agosto verso la chiesa di località Caramanico, e questa con la Madonna del 7 settembre verso la chiesetta delle Piane. Qualche riserva l’ho rinnovata per alcuni aspetti relativi alla processione del 27 luglio precisando che le stonature son state tali ma non potevano allora essere addebitate ad alcuno. Sarebbero gravi colpe se si ripetessero il prossimo anno.     

Questi non sono punti di arrivo. Sono spunti per una doverosa riflessione che l’Amministrazione Comunale, la Pro Loco e il Comitato Feste, insieme alla Comunità Parrocchiale devono fare già nelle prossime settimane, perché non arrivi poi, a tempo scaduto, il momento di riorganizzare questi eventi. 

Essi hanno in sé la solidità della nostra storia e tutta l’energia del futuro.

Care Amiche e cari Amici,

mi accingevo a scrivere queste poche ma sentitissime considerazioni con la volontà di condividerle con voi, quando, pensando a date e ricorrenze, una vocina mi ha detto che oggi questa piccola rubrica settimanale compie un anno. Ho fatto un rapido controllo anche se sapevo che quella vocina non mentiva. E’ così. La prima Letterina è proprio di un anno fa. 

Nei dodici mesi appena trascorsi, nelle loro cinquantadue settimane ci sono state altrettante Letterine. Quando nel settembre di un anno fa immaginai questo appuntamento settimanale sinceramente non ero affatto certo che avrei avuto serenità e forza per arrivare a questo traguardo. A qualcuno, carico di spirito superficiale e facile alla critica, può sembrare una cosa da niente. Forse lo è. Ma, guardando indietro e ripensando alle settimane che vi sono inanellate, posso dire che non era né facile né scontato. L’esser stato puntuale nella presenza, costante nell’impegno assunto, forse anche capace di dare informazioni e offrire riflessioni di una qualche utilità, oggi può apparire cosa facile. Vi confesso che così non è. Nelle ore a cavallo tra il venerdì e il sabato di tutte le settimane che hanno composto l’anno appena trascorso, ho scritto per Voi la Letterina promessa. Sarà niente, ma pensate che oggi quasi nessuno mantiene le promesse. Qualcosa dunque è.

Poi ho contato gli scritti. Stampando direttamente dal sito siamo a quasi 150 pagine, se si va sull’originale in word esse sono molte di più. Tutte messe in fila col il loro nome ed le loro immagini queste Letterine potrebbero star strette in un libro. Nessuno lo comprerebbe? Vero. Nessuno lo leggerebbe neanche se gli lo regalassero? Vero anche questo. Ma anche a voler considerare di aver scritto ai “miei ventitré lettori” immaginati ottimisticamente da Giovannino Guareschi, posso affermare di essere contento. Lo sono perché sarei molto ma molto contento se a ogni fine settimana mi arrivasse la lettera di un Amico nella quale trovare un momento di informazione, di curiosità, di riflessione (che sia condivisibile o meno, non importa) o anche solo di passatempo. Sarebbe bello. Sarebbe ancor più bello aver la forza, la costanza, la serenità, la gioia di scrivere a lui altrettante volte. 

Beh, lasciatemi dire che l’ho fatto. Ho fatto solo questo. Senza null’altro da dire, dico che son contento di averlo fatto.

Ringrazio il Buon Dio per avermi dato salute, tempo, passione sincera e anche un po’ di sana generosità, senza le quali questa piccola impresa, che vista da qui mi sembra alquanto grande, sarebbe semplicemente stata impossibile per le mie poche forse e le mie nulle capacità.

Ringrazio il prof. Antonello Antonelli per le puntuali correzioni con matita rossa e blu, per la preziosa collaborazione e tutto il suo formidabile supporto tecnico.     

Ringrazio Voi che avete letto le Letterine che ho scritto per Voi. Penso anche a chi è lontano da Miglianico e con queste poche righe settimanali qualcosa può sapere e capire sulle vicende che si svolgono qui da noi, nel posto più bello del mondo, a Miglianico.    

Vedo nei vostri occhi pensieri i più disparati. Non inseguo i contrari per convincerli. Non tengo vicini i pochi favorevoli annullando il mio libero pensiero per accrescere questo pur piccolo consenso. 

Ora che so di quale impresa si tratta, spero di avere altre cinquantadue notti serene e laboriose per poter scrivere le Letterine del secondo anno di questa rubrica. Spero di avere la salute per farlo e quel po’ di passione che occorre per provare ogni volta a mettere in ordine idee, informazioni, spunti di riflessioni e qualche curiosità componendole poi sulla tastiera con l’unico inchiostro che uso: l’amore per Miglianico e per i Miglianichesi.

Buona Domenica.                 

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