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La letterina del sabato 12 agosto

Care Amiche e cari Amici,

è già Miglianico Tour. La nostra corsa di agosto, della quale sappiamo tutto o quasi, occuperà con le sue gare il pomeriggio e la sera di domani, inoltrandosi nella notte che si concluderà con il classico pasta party, anzi con l’irresistibile profumo di pasta aglio olio e peperoncino.

Sarà ancora un giorno di sport e di festa, un momento di amicizia e di amore per Miglianico. Ci riempiremo gli occhi di bambini caracollanti che sgambettano lungo via Roma, applaudiremo come sempre anche chi non ha vinto, urleremo il nostro incoraggiamento a parenti e amici che sbuffano sudati verso il traguardo, commenteremo tutto allegramente vivendo una giornata bellissima, la quarantasettesima della serie.

Dicevo che della Miglianico Tour sappiamo tutti un po’ tutto. Non ricordiamo certo tutti i vincitori ma ricordiamo i più famosi, conosciamo il percorso perché lo abbiamo fatto almeno una volta in questi quasi cinquant’anni di storia, riconosciamo dai preparativi l’arrivo della manifestazione anche se non ci fossero i manifesti a segnalarne la data. Sappiamo, dicevo, quasi tutto. In storia non abbiamo voti altissimi. Ogni tanto mi capita qualcuno, anche di Miglianico, che racconta leggende come fossero verità.

Un amico, però non di Miglianico, parlando in un incontro conviviale stava spiegando agli altri commensali cose della nostra Miglianico (nuovo Municipio, etc.) e diceva che la Miglianico Tour è stata inventata da Nicola Mincone. Nel suo dire ogni tanto mi guardava come per chiedere ripetute conferme a quel che andava dicendo. Si è accorto che non assentivo e mi ha chiesto "Perché, non è così?". Ho spiegato in poche battute quel che invece tutti noi sappiamo, ma, pur sapendolo, a volte lo dimentichiamo o ce lo vogliono far dimenticare. 

La Miglianico Tour non è nata per caso, frutto del far niente di quattro amici al bar. È stata ideata, progettata e proposta da quello che allora era un giovane studente universitario di Milano che ogni anno veniva a passare l’estate a Miglianico perché la sua Famiglia aveva qui parte delle sue origini. Quel giovane, oggi appena un po’ meno giovane, è il dott. Roberto Terenzio. A Milano il podismo era una realtà non certo enorme ma presente. Da noi non esisteva. La passione di qualche concittadino per le scarpinate o per l’atletica, la regina degli sport, era assolutamente minoritaria. Anzi, va ricordato che, in quegli anni eroici nei quali nacque e prese l’avvio la Miglianico Tour, la maggioranza chiacchierona dei Miglianichesi riteneva “li corridùre”, cioè i podisti dell’epoca, quasi dei matti e qualche esempio di personaggio tipico del posto aiutava a caratterizzarli non certo positivamente. Questa piccola precisazione serve a dire che il terreno non era affatto feritile e non vi erano seminatori coraggiosi qui a Miglianico. Roberto Terenzio, che a Milano su questo progetto aveva lavorato non poco, consultandosi con un altro giovanotto, se non ricordo male (ma sarò perdonato), Renato Cepparo, lo portò con sé come “compito per le vacanze” ma era una impresa. Il loro impegno portò alla prima edizione della Miglianico Tour, l’8 settembre 1971, e alla prima Stramilano nel marzo dell’anno seguente. Al fianco di Roberto Terenzio ci furono pochi audaci quell’estate. Sarebbero stati troppo pochi per garantire l’organizzazione di quella prima corsa. E allora Roberto mobilitò la Famiglia, a partire dalla Mamma, l’indimenticata Adriana, e poi gli zii Walter ed Edmondo e tuti gli altri della piccola comunità Milanese in vacanza a Miglianico. Senza quel gruppetto di Milanesi con origini miglianichesi la Miglianico Tour non sarebbe mai nata né sarebbe sopravvissuta alla sua prima o seconda edizione. Nacque anche il GS ADES (Gruppo Sportivo Amici dello Sport) con il suo stemma triangolare, i suoi colori giallo e blu e la sua bacheca in piazza. Cominciò Walter Sallustio come presidente e la sede dell’ADES fu collocata ed è rimasta fino a due/tre anni fa presso l’indirizzo di via Roma dove c’era il suo negozio. L’amico Nicola Mincone si appassionò e si diede da fare sia come sportivo sia come supporto organizzativo. Ricordo le ore passate insieme quando, nel retrobottega di Walter, scriveva a mano, in caratteri gotici o comunque classici, i nomi degli iscritti sui diplomi di partecipazione da consegnare a fine gara. Poi toccò a lui caricarsi l’organizzazione della corsa quando i tempi, in verità, non erano dorati, divenendone poi, anche caratterizzandola fisicamente, il Patron. Non vorrei peccare di presunzione, peccato che commetto rarissimamente, ma il titolo di Patron della Miglianico Tour forse l’ho coniato o amplificato io quando raccontavo l’evento e il suo contorno sulle pagine de Il Tempo. 

Da due/tre anni, come accennato, ci sono due novità.

La prima è che non abbiamo più il GS ADES ma l’ASD ADES. La vicenda del cambio in corsa, è il caso di dirlo, non è breve e qui non avrebbe grande importanza raccontarla.

L’altra novità è che il Presidente dell’ASD ADES che organizza la Miglianico Tour è l’Amico Giulio Orlandi. Non è pleonastico scriverlo perché questo non tutti lo sanno. Ed è strano essendo il Presidente di un sodalizio che organizza un evento tanto importante.

Gli Amici Roberto Terenzio e Nicola Mincone nell’ASD ADES non hanno altro ruolo che quello onorario. Nei fatti non è così. Può sembrare un mistero ma mistero non è. Anche se, beh, fatemelo dire qualcosa stride. Non mi sembra che Roberto Terenzio abbia il posto che gli spetta. Non dico che non viene citato ad ogni piè sospinto o addirittura onorato, cosa che, per il carattere che ha, non gradirebbe affatto. Dico che non viene utilizzato per il ruolo, sacrosanto e innegabile che ha avuto come ideatore, progettista, proponente e primo realizzatore della Miglianico Tour. Non mi ricordo – ma sarà per colpa della mia distrazione - di averlo visto alla premiazione del vincitore o nel proscenio della serata in un posto d’onore. Non mi sembra che stia vicino al Sindaco nei momenti delle cerimonie ufficiali e più importanti. Eppure - al Sindaco forse non lo hanno detto sennò dovrebbero dirgli tutta la verità - Roberto Terenzio è Cittadino onorario di Miglianico: quel posto d’onore gli spetta per merito e per protocollo ufficiale, anche se non è simpatico o gradito a questo o a quello. 

Prostrato umilmente nel riconoscere i meriti di Walter Sallustio, di Enzo Rimano, di Nicola Mincone e, con loro, dei primi dirigenti e soci del GS ADES di Miglianico nonché di tutti quelli che hanno dato una mano per la Miglianico Tour, nel continuare ad applaudirli e a esaltarli per questi 47 anni di bella storia che abbiamo vissuto, non posso però accettare che proprio un parte della nostra storia venga mesa in ombra, quasi cancellata, che so, ritenuta un fastidio, quando, invece, deve solo esser collocata dove va messa, all’inizio di questa avventura e in posizione sempre visibile con la gratitudine e la simpatia che occorrono.

Chi non conosce e rispetta la propria storia è destinato a non avere futuro.

La Miglianico Tour sta lasciando i fasti degli anni segnati dai grandi campioni e si sta collocando in uno spazio sostenibile sia per quanto riguarda l’organizzazione sia per quel che riguarda il livello dei partecipanti, puntando alla massa degli appassionati piuttosto che alla costosa passerella di migliori. Ha dietro di sé la grande storia che conosciamo perché, anche solo con una briciola di impegno, abbiamo tutti contribuito a scriverla. Se saremo orgogliosi di questa storia, dal suo inizio fino a ieri, attraverseremo con gioia il traguardo ormai vicino della 50^ edizione sapendo che sarà solo un passaggio un po’ più festoso. Se così darà ce ne saranno ancora tanti altri realizzati da chi, conoscendo questa storia di passione, di volontà e di amore per lo sport, saprà prendere degnamente il testimone col quale hanno corso e vinto Roberto Terenzio, Walter Sallustio, Enzo Rimano, Nicola Mincone e tutti quelli che oggi posso ricordare tra gli Amici dello Sport di Miglianico, con lo stemma giallo e blu. 

Viva la Miglianico Tour.

Buona Domenica.

      

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