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Miglianico in vetrina

Sono caldi anche di impegno organizzativo questi primi gironi d’agosto. Tutti ci siamo accorti dei preparativi che hanno annunciato l’edizione 2017 delle Contrade del Piacere. Qualcuno ha anche notato altri preparativi per un evento meno roboante ma che, da anni, ha la sua specifica importanza. 

Ieri sera Miglianico è stata meta di uno degli appuntamenti più caratteristici dellAccademia Italiana della Cucina (AIC), Istituzione culturale della Repubblica Italiana, presente anche a Chieti come in tutto il mondo con una sua Delegazione. Si tratta della “Conviviale degli sfigati di ferragosto”, il nome è stato mutuato da una iniziativa inventata nel secolo da Giovanni Goria, Delegato di Asti, e fotografa non il fatto che si riuniscano dei poveracci senza nulla da fare ma la condizione di chi non partecipa ad un evento molto bello, che, per l’appunto, fa ritenere sfigato chi non vi partecipa.

 

Al di là di questa precisazione per addetti ai lavori, va spiegata la particolare manifestazione che la Delegazione di Chieti dell’AIC organizza a Miglianico. La conviviale prende spunto dalla rivisitazione del Pasto del pellegrino devoto di San Pantaleone e su questa premessa è nata nel 2007. Da allora, ogni anno, accademici e ospiti non solo della Delegazione di Chieti ma provenienti dall’intero Abruzzo e, a volte, da tutta Italia arrivano a Miglianico per una visita al Santuario di San Pantaleone che prevede, oltre alla illustrazione della storia del nostro Santo Patrono e della Chiesa che ne ospita la sacra effige, una Santa Messa o una speciale preghiera. Fino allo scorso l’accoglienza è stata organizzata dalla Confraternita di San Pantaleone, quest’anno, in assenza di quel sodalizio, è stato il Prof. Antonello Antonelli, che ha fatto gli onori di casa come storico, illustrando anche le due mostre visitabili in Cripta, quella degli ex-voto e quella dei disegni delle nostre scolaresche, e poi, indossata l’alba, ha guidato lo speciale momento di preghiera. A margine di questa visita devozionale c’è la parentesi della cosiddetta “ribollatura”, rito ancestrale legato alla devozione verso San Pantaleone come protettore dell’ernia inguinale e, per estensione popolaresca, della vigorosa salute maschile legata a quella parte del corpo. A fine conviviale, da anni, viene degustato un dolce, “La Bolla”, creato per l’occasione da Federico Anzellotti, sotto l’indicazione e la guida paziente e tenace della Delegazione di Chieti dell’Accademia Italiana della Cucina, guidata da Mimmo D’Alessio.

Quest’anno ben sessanta tra accademici e ospiti, tra i quali il Presidente emerito dell’AIC, prof. Giovanni Ballarini, venuto appositamente dalla sua Parma, si sono ritrovati a Miglianico accolti egregiamente dal Sindaco, Fabio Adezio, e con la presenza, tra gli altri della Presidente del Comitato Feste, Melita Tropea. È stata ancora una volta una serata che ha consentito di far conoscere e apprezzare (molto) la nostra Cittadina e le cose meravigliose oltre che le persone di gran vaglia che la distinguono positivamente in Italia e nel mondo.

La data dell'1 agosto, quest’anno, come negli altri anni, ha tenuto conto del calendario delle feste e dei grandi eventi locali. Infatti è stata collocata tra le Feste Patronali e, appunto le Contrade del Piacere che cominciano stasera e animeranno il nostro borgo sino al 5 agosto. 

L'1 agosto resta una data indimenticata. Era il compleanno di Ermanno Anzellotti, un grande Presidente della Pro Loco di Miglianico. La preghiera a San Pantaleone gli ha inviato gli auguri in cielo. 

Oggi, il presidente-ovunque della nostra Pro Loco, Tommaso Palmitesta, insieme agli infaticabili ed eccezionali componenti il Direttivo della Pro Loco, ancora una volta coordinerà una macchina organizzativa capace di accogliere migliaia di persone ogni sera facendole ripartire da Miglianico gioiosamente soddisfatte dell’esperienza gastronomica e felici per aver vissuto una serata di vera festa a Miglianico. Bravo Tommaso, bravi tutti i Dirigenti della Pro Loco e quanti collaborano con loro. Meritano già un enorme grazie da parte di tutta Miglianico, da parte di tutti i Miglianichesi.

A consuntivo dell’uno e in apertura dell’altro evento appena presentati ci sono delle considerazioni da fare. 

Per quanto riguarda l’evento accademico che vede Miglianico al centro di tanta qualificatissima attenzione sin dal 2007, va segnalato che è una di quelle operazioni senza pubblicità, senza costi per la Comunità, anzi con qualche denaro lasciato qui, senza strombazzamenti autocelebrativi da parte di chi organizza il tutto. Rappresenta semplicemente una cosa buona, ottima se si valutano quelli che si definiscono i costi/benefici dell’operazione. Grazie a questa iniziativa della Delegazione di Chieti dell’Accademia Italiana della Cucina, Miglianico è da oltre un decennio al centro di un’attenzione mondiale, infatti la rivista accademica “Civiltà della tavola”, che ha raccontato e racconta questo evento, così come il sito dell’AIC (www.accademiaitalianacucina.it) sono ad accesso libero e sono letti in tutto il mondo. La considerazione non positiva è questa.  Peccato per chi, distolto da meschini disegni e auto-intrappolatosi nella propria ragnatela di retro-pensieri e pensieri arretrati, non ha saputo cogliere l’opportunità che questa manifestazione offre anche a chi anima certi sodalizi. Di questo occorrerà tornare a trattare quando sarà il momento.

Sulle Contrade del Piacere le considerazioni da fare in apertura sono di segno opposto. Il segno positivo è quello della tenace capacità organizzativa che la Pro Loco mette in campo, mantenendo in vita una manifestazione che sta diventando una tradizione, a dispetto delle nostre abitudini locali che, come diceva don Vincenzo, fanno partire grandi fuochi di paglia che si spengono dopo i primi entusiasmi. Il merito di chi ha inventato le Contrade del Piacere, di chi ne ha trasformato la formula e di chi le continua a far vivere nel successo del gradimento popolare di migliaia di persone va segnalato e riconosciuto ogni anno. E va incoraggiato perché ci siano tutti gli anni che occorrono a costruire una solida e bella tradizione.

Il segno negativo è relativo anche e questo aspetto, quello della tradizione. Occorre accelerare per caratterizzare le Contrade del Piacere con un elemento distintivo di carattere gastronomico, legato ad un prodotto o a un tema, che renda la nostra manifestazione unica e quindi non imitabile. Altrimenti rischiamo nei prossimi anni di veder vanificato tanto ingegno e tanto impegno. Lo spostamento della data di inizio dal 1 al 2 agosto è stato dettato, diciamo, imposto dalla concomitanza di altri grandi eventi vicino Miglianico. È un piccolo segnale utile a far capire che solo l’esser unici mette al sicuro il futuro di una così bella manifestazione. Questa riflessione è ampiamente condivisa. Però, dopo la enorme fatica organizzativa e il rinvio della riflessione alle settimane più tranquille che seguono l’ultimo sforzo della Pro Loro, quello di Novello e Castagne, il rinvio diventa ogni anno senza data. E infatti non s’è mai fatta la riflessione che diventa invece sempre più urgente.

Sul piano organizzativo si intravvedono piccoli nei, ma andranno soppesati a consuntivo qualora si manifestassero davvero, non ora, sarebbe un pregiudizio, cosa non buona.

Oggi c’è la amarissima constatazione che ci sono ancora persone attive, anzi, capaci solo di parlare, di urlare, di inveire, di offendere chi sta impegnandosi senza alcun tornaconto personale. Sono soggetti che si rifiutano di dare una mano e ostacolano l’organizzazione delle Contrade del Piacere. Si tratta di scelti egoisti, dei veri stronzi, per usare un francesismo, che son capaci solo di pensare ai fatti propri, a veri privilegi, senza nulla dare come contributo anche solo morale, buoni solo a minacciare di frapporre ostacoli o comunque di ignorare le esigenze organizzative che occorre rispettare anche in forza delle condizioni oggettive legate allo stato degli spazi disponibili e alle norme in materia di sicurezza intervenute dopo i fatti di Torino. C’è chi, offendendoli così nella loro dignità di uomini e di brillanti lavoratori, continua a voler vedere i dirigenti della Pro Loco come servi dell’Amministrazione comunale e quindi li tratta pregiudizialmente da nemici, anche se in realtà sono liberi e indipendenti da tutto e stanno facendo solo tante cose e cose tanto buone per tutta Miglianico  

C’è chi ruba ore al lavoro, alla Famiglia e agli Amici per star giorno e notte a montare gazebo, stendere reti di servizio, preparare ogni particolare organizzativo massacrarsi di fatica in questi caldissimi giorni e queste lunghe notti che per altri sono solo di vacanza e di svago, lo fa per far in modo che le Contrade del Piacere riescano sempre meglio. Come deve sentirsi quando invece c’è chi passa il tempo a creargli problemi - ciascuno di noi che protesta per un suo comodo personale crea problemi - a infastidirlo con stupide polemiche a minacciarlo addirittura o a sbeffeggiarlo come se fosse l’ultimo scemo del villaggio?! 

Probabilmente si sente demotivato, sfiduciato, incavolato per non dire altro. Avrebbe tutti i motivi per mollare e non far più niente. Chi gli potrebbe dar torto!?! 

Bisogna isolare gli stronzi (ri-francesismo), circondarli di indifferenza e se serve di distaccato disprezzo. Non devono prevalere. Non possono imporsi perché sono solo uno stupido problema negativo. Non devono avere alcuno spazio. Altrimenti si rischia che chi fa, chi sa fare, chi si impegna tanto si fermerà dicendo: "Ma chi me lo fa fare!?". 

Se si fermano i migliori di noi, gli altri non faranno niente o, peggio, faranno solo danni. E tutti ci ritroveremo a dire "…ma a Miglianico non si fa mai niente!", un discorso vecchio, triste, senza prospettiva, che riempie il vuoto sopra le teste vuote e illumina di imbecillità le facce toste.

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